Nel suo tanto atteso discorso sullo Stato dell’Unione europea alla plenaria del Parlamento europeo di Strasburgo, la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, ha invocato una “nuova Europa” di fronte a un “nuovo ordine mondiale basato sul potere”. “Questo deve essere il momento dell’indipendenza europea”, ha affermato von der Leyen. Il discorso sullo Stato dell’Unione della presidente della Commissione UE è giunto in un momento delicatissimo per l’Europa, non solo per le minacce esterne, ma anche per quanto riguarda la fiducia nel lavoro delle istituzioni UE e dell’esecutivo comunitario.
Pur ricevendo applausi, soprattutto nella parte del discorso dedicata a Gaza e all’annuncio di una revisione dell’accordo di associazione con Israele, von der Leyen è stata più volte interrotta, situazione che ha costretto la presidente del Parlamento UE, Roberta Metsola, a minacciare l’espulsione dall’aula degli eurodeputati più agitati.
Il SOTEU 2025 è avvenuto inoltre poche ore il lancio di oltre dieci droni da parte della Russia che hanno violato lo spazio aereo polacco, costringendo per la prima volta le difese aeree di Varsavia ad abbatterli.
Sullo sfondo di una guerra che continua a scuotere i confini dell’Unione, di tensioni crescenti in Medio Oriente e di sfide interne tra competitività, coesione sociale e sostenibilità, il discorso della presidente ha assunto i toni di un appello alla sopravvivenza politica e strategica dell’Europa.
Von der Leyen ha scandito la sua relazione attorno a un concetto: quello dell’“Independence Moment”, il momento dell’indipendenza, che richiama l’idea di un’Europa capace di difendersi, di innovare e di proteggere i propri cittadini. Un discorso che ha toccato tutti i dossier fondamentali: dalla guerra in Ucraina alla difesa europea, dall’allargamento ai Balcani occidentali e alla Moldova, dalla crisi di Gaza al Green Deal, dal digitale all’intelligenza artificiale, fino alla casa, al lavoro, all’agricoltura e alla riforma istituzionale.
Un’Europa “in lotta”: l’Independence Moment
Von der Leyen ha aperto con parole nette: “L’Europa è in lotta. Una lotta per un continente che sia intero e in pace. Per un’Europa libera e indipendente. Una lotta per i nostri valori e per le nostre democrazie. Una lotta per la nostra libertà e per la nostra capacità di determinare da soli il nostro destino. Non fatevi ingannare: questa è una lotta per il nostro futuro”.
Ha ammesso di aver riflettuto a lungo sull’opportunità di aprire in modo così diretto: “L’Unione europea è fondamentalmente un progetto di pace. Ma il mondo di oggi è implacabile. Non possiamo nascondere le difficoltà che i cittadini percepiscono ogni giorno”. Dalle immagini “della devastazione a Gaza al martellamento incessante della Russia sull’Ucraina”, fino al costo della vita che pesa su famiglie e imprese.
Per questo, ha proclamato: “Questo deve essere il momento dell’indipendenza dell’Europa”.
E subito dopo ha chiarito il filo conduttore della sua lunga relazione: “Il mio appello oggi è un appello all’unità. Unità tra gli Stati membri. Unità tra le istituzioni europee. Unità tra le forze democratiche pro-europee di quest’Aula”.
UE baluardo di fronte all’aggressione di Putin in Ucraina
La presidente dell’esecutivo UE ha deciso di introdurre la parte del suo discorso dedicata alla guerra in Ucraina, in corso dal febbraio 2022, con la storia di Sasha e della nonna Liudmyla, simbolo della deportazione di minori ucraini. “Ci sono decine di migliaia di altri bambini ucraini la cui sorte è ignota. Intrappolati. Minacciati. Costretti a negare la loro identità”. Per questo, ha annunciato: “Insieme all’Ucraina e ad altri partner ospiterò un vertice della Coalizione internazionale per il ritorno dei bambini ucraini. Ogni bambino rapito deve essere riportato a casa”.
Sul fronte della pressione economica, la presidente ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di più sanzioni. Stiamo lavorando al 19º pacchetto in coordinamento con i partner. Guardiamo in particolare all’eliminazione più rapida dei combustibili fossili russi, alla shadow fleet e ai Paesi terzi”.
Il capitolo più innovativo riguarda il finanziamento della difesa ucraina attraverso gli asset russi immobilizzati: “Dobbiamo lavorare urgentemente a una nuova soluzione per finanziare lo sforzo bellico dell’Ucraina sulla base degli asset russi immobilizzati… Con i saldi in contanti possiamo fornire all’Ucraina un prestito per le riparazioni. Gli asset stessi non saranno toccati… L’Ucraina restituirà il prestito solo quando la Russia pagherà le riparazioni”.
Von der Leyen ha annunciato anche un programma battezzato “Qualitative Military Edge”: “Sosterremo gli investimenti nelle capacità delle forze armate ucraine”. E ha confermato che “l’Europa anticiperà 6 miliardi di euro dal prestito ERA ed entrerà in un’Alleanza dei droni con l’Ucraina”, ricordando che Kyiv ha “l’ingegno”, ma ora bisogno di economia di scala: “insieme possiamo fornirle”.
Difesa europea: dallo strumento SAFE al “drone wall”
La sicurezza è stata il secondo grande capitolo. “L’Europa deve assumersi la responsabilità della propria sicurezza. La NATO è essenziale, ma l’Europa deve avere capacità credibili”, ha affermato con forza la presidente della Commissione che nel secondo mandato ha posto la difesa e il riarmo dell’Europa tra le priorità.
Von der Leyen ha ricordato l’iniziativa Readiness 2030, che “potrebbe sbloccare fino a 800 miliardi di euro di investimenti nella difesa”, e SAFE, “pronto a fornire 150 miliardi per gli acquisti congiunti”, a cui “19 Stati membri hanno già aderito”.
L’ex ministra della Difesa tedesca ed esponente del Partito popolare europeo ha insistito anche sul ruolo della frontiera orientale dell’UE, dove lei stessa ha fatto visita la scorsa settimana. “Il fianco orientale dell’Europa mantiene al sicuro tutta l’Europa. Dal Mar Baltico al Mar Nero”. Da qui la proposta di un Eastern Flank Watch: “Dobbiamo investire per sostenerlo. Questo significa dotare l’Europa di capacità strategiche indipendenti… Dobbiamo ascoltare l’appello dei nostri amici baltici e costruire un muro di droni”.
Von der Leyen ha prefigurato un salto di qualità nella pianificazione proponendo un Semestre della difesa europea: “Al prossimo Consiglio europeo presenteremo una roadmap chiara per avviare nuovi progetti comuni di difesa e fissare obiettivi concreti al 2030”.
Allargamento: un processo accelerato e basato sul merito
Von der Leyen ha ribadito con forza la dimensione strategica dell’allargamento. “Per questo stiamo avvicinando i futuri Stati membri alla nostra Unione”, ha detto, sottolineando come l’integrazione progressiva di Paesi candidati rappresenti non solo una promessa mantenuta ma anche una necessità geopolitica di fronte a un contesto internazionale instabile.
Ha insistito sulla natura “merit-based” del processo, chiarendo che non si tratta di aprire scorciatoie ma di premiare chi realizza riforme e consolidamenti democratici: “Dobbiamo mantenere la velocità in questo processo basato sul merito… Perché solo un’Europa unita – e riunita – può essere un’Europa indipendente”.
Il messaggio è rivolto direttamente all’Ucraina, alla Moldova e ai Balcani occidentali, regioni in cui l’influenza di attori esterni si fa sentire con forza. Von der Leyen ha avvertito che lasciare questi Paesi in una “terra di mezzo” significherebbe esporli a rischi politici e pressioni destabilizzanti. Von der Leyen ha poi aggiunto:”Facciamo in modo che la prossima riunificazione dell’Europa diventi realtà”.
Gaza e Medio Oriente: stop al sostegno bilaterale a Israele, sanzioni e ricostruzione
Il passaggio più delicato ha riguardato la crisi di Gaza. In questi 700 giorni di guerra, l’Unione europea e i suoi leader, in particolare von der Leyen, sono stati spesso accusati di mantenere una posizione ambigua e troppo morbida nei confronti dello Stato di Israele. Tali divisioni hanno interessato anche lo stesso Collegio dei commissari, in particolare von der Leyen e la vicepresidente esecutiva della Commissione europea e Commissaria europea per la concorrenza, la socialista spagnola Teresa Ribera.
“La carestia indotta dall’uomo non può mai essere un’arma di guerra… Per il bene dei bambini, per il bene dell’umanità – questo deve finire”, ha affermato von der Leyen, in quello che è forse stato uno dei commenti più duri sulla crisi a Gaza.
Von der Leyen ha denunciato anche la “soffocante situazione finanziaria dell’Autorità Palestinese” e i piani di insediamento che “minano la soluzione dei due Stati”. Per questo ha presentato “un pacchetto di misure per tracciare una via da seguire”.
La presidente della Commissione UE ha indicato tre mosse: “Metteremo in pausa il nostro sostegno bilaterale a Israele”, con l’eccezione della società civile e dello Yad Vashem; “proporremo sanzioni contro i ministri estremisti e contro i coloni violenti”; e infine “proporremo una sospensione parziale dell’Accordo di associazione sulle materie commerciali”.
Sul fronte palestinese, ha annunciato: “Il mese prossimo istituiremo un Palestine Donor Group – con uno strumento dedicato alla ricostruzione di Gaza”. E ha ribadito che “non ci potrà mai essere alcun posto per Hamas – né ora, né in futuro”, invocando “un cessate il fuoco immediato” e la liberazione degli ostaggi, con l’unico orizzonte realistico: “L’unico piano di pace realistico è basato su due Stati… Con un Israele sicuro, un’Autorità Palestinese vitale e la piaga di Hamas rimossa”.
Il nodo Competitività
A un anno dal rapporto di Mario Draghi sul futuro della competitività europea, per von der Leyen, la competitività non è solo una leva economica, ma la condizione stessa dell’indipendenza europea. “Se vogliamo che l’Europa resti padrona del proprio destino, dobbiamo investire nelle tecnologie del futuro e creare un mercato unico veramente integrato”, ha dichiarato.
La presidente dell’esecutivo UE ha sottolineato che l’Europa ha già messo in campo risorse importanti, ma serve uno sforzo aggiuntivo: “Investiremo massicciamente nel digitale e nel clean tech, e lo faremo con più risorse nel Competitiveness Fund e con un Horizon Europe raddoppiato”.
Von der Leyen ha insistito anche sul tema della semplificazione: “Non possiamo chiedere alle nostre imprese di competere a livello globale se restano soffocate dalla burocrazia. Le nostre proposte ridurranno di 8 miliardi di euro l’anno i costi burocratici per le imprese europee”.
Il cuore della strategia è però dare spazio alle imprese innovative che crescono troppo poco in Europa: “La Commissione collaborerà con investitori privati in un Scaleup Europe Fund da diversi miliardi di euro, in settori tecnologici critici. Vogliamo che i migliori innovatori scelgano l’Europa e restino in Europa”.
E ancora, un avvertimento sulle barriere interne: “Il Fondo monetario internazionale stima che le barriere nel nostro mercato unico equivalgano a una tariffa del 45% sui beni e del 110% sui servizi. Non possiamo permettercelo. Per questo presenteremo una Single Market Roadmap fino al 2028 e introdurremo una quinta libertà dedicata alla conoscenza e all’innovazione”.
Un passo importante ha riguardato anche l’intelligenza artificiale, altro tassello essenziale per garantir la futura indipendenza strategica europea. “Un’intelligenza artificiale europea è essenziale per la nostra futura indipendenza”, ha affermato von der Leyen, citando “i mattoni” su cui costruire: “Dal Cloud and AI Development Act al Quantum Sandbox… Stiamo investendo massicciamente nelle European AI Gigafactories… che consegneranno la loro European AI & Tech Declaration. Questo è il loro impegno a investire nella sovranità tecnologica europea”.
Green Deal e industria pulita: la transizione come leva di indipendenza
Altro punto delicato affrontato dalla presidente della Commissione UE è stato quello del Green deal europeo, iniziativa faro del precedente mandato, che nella nuova legislatura ha ricevuto fortissime critiche e pressioni per un suo ridimensionamento, non solo da parte delle destre, ma anche dalla sua stessa famiglia politica, il PPE.
Nel suo discorso Von der Leyen ha rivendicato con forza i progressi già compiuti dall’Unione: “Già oggi, le fonti a basse emissioni rappresentano oltre il 70% della nostra elettricità. E siamo saldamente sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo 2030 di ridurre le emissioni almeno del 55%”. Ma ha invitato a non abbassare la guardia: “Dobbiamo restare sulla rotta. Questa trasformazione non è un lusso, ma è centrale per la nostra spinta all’indipendenza”.
Ha spiegato che il Green Deal non è soltanto un progetto ambientale, ma anche economico e geopolitico: “Più energia pulita produciamo qui in Europa, più riduciamo la nostra dipendenza da fornitori esterni e più abbassiamo le bollette per cittadini e imprese”.
Sul lato dell’offerta, von der Leyen ha annunciato il lancio di un nuovo pacchetto, il Battery Booster, un fondo da 1,8 miliardi di euro di equity per accelerare la produzione di batterie in Europa.
In questi mesi, la Commissione ha firmato una serie di accordi con paesi terzi per l’approvvigionamento dei minerali. Tuttavia, l’Europa è ancora priva di un leader nel settore delle batterie dopo il fallimento del produttore svedese Northvolt.
Von der Leyen ha poi richiamato la responsabilità della domanda pubblica: “Utilizzeremo il potere degli appalti pubblici introducendo un criterio ‘made in Europe’. Se vogliamo mercati guida per i nostri prodotti, dobbiamo dare l’esempio con il nostro settore pubblico”.
Ha anche chiesto un’accelerazione sulla circolarità: “Dobbiamo muoverci più velocemente con la Circular Economy Act, perché riutilizzare e riciclare significa ridurre la dipendenza dalle materie prime critiche”.
Infine, ha annunciato un quadro normativo più ampio per i settori chiave: “La Commissione proporrà un Industrial Accelerator Act per i settori e le tecnologie strategiche”. E ha aggiunto: “Presenteremo anche un nuovo strumento commerciale a lungo termine per succedere alle misure di salvaguardia sull’acciaio che stanno per scadere”.
Posti di lavoro di qualità, energia pulita e il nuovo “piano casa”
Come ricordato dalla presidente della Commissione UE, la competitività è questione anche di lavoro: “I lavoratori devono essere messi in condizione di agire se vogliamo avere un’economia competitiva. Per questo proporremo un Quality Jobs Act”.
A fronte dell’aumento dei costi, Von der Leyen ha annunciato anche una “European Anti-Poverty Strategy” con orizzonte 2050 e un rafforzamento della Child Guarantee.
Insieme a queste nuove iniziative, von der Leyen ha inoltre promesso “una serie di pacchetti sull’accessibilità e sul costo della vita”.
Il tema energetico resta uno dei nodi da risolvere per il rilancio della competitività europea. Von der Leyen ha ricordato come la guerra in Ucraina abbia accelerato la consapevolezza europea sull’importanza dell’energia: “Siamo ora sulla strada dell’indipendenza energetica. Due anni fa eravamo legati ai combustibili fossili russi. Oggi, non più”.
Ha però chiarito che la sfida non è finita: “È tempo di liberarci dei combustibili fossili russi sporchi una volta per tutte”.
Von der Leyen ha delineato un legame diretto tra energia e benessere economico: “Sappiamo cosa abbassa i prezzi: l’energia pulita prodotta in casa. Non solo più verde, ma anche più conveniente per le famiglie e le imprese europee”.
La presidente ha insistito sul fatto che la transizione non può avvenire senza infrastrutture adeguate: “Per questo proporremo un nuovo Grids Package, per accelerare gli investimenti nelle reti e rendere più rapido il permitting”.
Ha spiegato che non si tratta solo di reti nazionali, ma di una vera rete europea: “Lanceremo una nuova iniziativa chiamata Energy Highways. Abbiamo individuato otto colli di bottiglia critici, dallo stretto dell’Øresund al Canale di Sicilia. Ora lavoreremo per rimuoverli uno per uno”.
Su questo punto, von der Leyen ha sottolineato la necessità di agire in fretta, precisando che “se vogliamo bollette più basse, se vogliamo sicurezza energetica e indipendenza, dobbiamo costruire le interconnessioni necessarie. E dobbiamo farlo ora”.
Von der Leyen ha affrontato anche il delicato tema della crisi abitativa che interessa molti Paesi UE. Secondo von der Leyen, si tratta non solo di una crisi della casa, ma di “una crisi sociale”. Con prezzi in aumento e permessi in calo, ha annunciato: “Presenteremo il primo Piano europeo per l’edilizia abitativa accessibile”, con case “più accessibili, più sostenibili e di migliore qualità”.
Quattro gli assi indicati dalla presidente della Commissione: una revisione dele regole sugli aiuti di Stato, una maggiore semplificazione delle regole per costruire nuove abitazioni e residenze studentesche, la proposta di una legislazione sugli affitti di breve periodo e l’organizzazione del primo EU Housing Summit.
All’Europa serve una “E-Car”
Per von der Leyen, il settore automobilistico resta un tassello centrale della strategia industriale. Le vendite in calo, gli elevati prezzi dell’energia, la crescente concorrenza globale e un contesto normativo e commerciale incerto hanno fatto precipitare il settore in una crisi che appare senza via d’uscita.
“L’automobile è un pilastro della nostra economia, e deve restare tale anche nell’era della transizione verde”, ha affermato la presidente della Commissione UE, proponendo una nuova iniziativa che verrà studiata insieme agli esponenti del settore, la Small Affordable Cars. “Credo che l’Europa debba avere la sua E-car”, ha ammesso von der Leyen, richiamando alla necessità di produrre in Europa auto elettriche per contrastare lo strapotere delle case automobilistiche cinesi.
La presidente ha spiegato il significato del progetto: “’E”’per ambientalmente – pulita, efficiente e leggera. ‘E’ per economica – accessibile per le persone. ‘E’ per europea – costruita qui in Europa, con catene di approvvigionamento europee”.
Von der Leyen ha lanciato anche un avvertimento strategico: “Non possiamo lasciare che la Cina e altri conquistino questo mercato. In ogni caso, il futuro è elettrico. E l’Europa ne farà parte”.
Il riferimento è chiaro alla competizione con i produttori cinesi di veicoli elettrici, che invadono il mercato globale con modelli a basso costo. L’iniziativa europea punta invece su innovazione, sostenibilità e filiere interne, per garantire che la transizione non significhi deindustrializzazione.
Agricoltura e filiere alimentari: condizioni eque, Mercosur e “Buy European food”
Mentre si intensificano le proteste degli agricoltori per i rischi derivanti dall’accordo tra UE e Paesi del Mercosur, Von der Leyen ha rivendicato le semplificazioni già introdotte nella PAC e le risorse messe sul tavolo, tendendo però una mano al settore: “Gli agricoltori hanno diritto a un prezzo equo per il loro cibo – e a un profitto equo per le loro famiglie”.
Per questo la Commissione “rivedrà l’attuazione della legislazione sulle pratiche commerciali sleali” e rafforzerà la promozione dei prodotti europei: “Aumenteremo il nostro budget per la promozione per lanciare una nuova campagna ‘Buy European food’”.
Sul fronte commerciale, Von der Leyen ha parlato con chiarezza dell’accordo Mercosur, proposto ufficialmente la scorsa settimana: “Ci assicureremo che ci siano robuste clausole di salvaguardia”, e ha aperto alla possibilità di fondi compensativi “se necessario” per sostenere gli agricoltori europei.
La strenua difesa dell’accordo con gli Stati Uniti
Nel suo discorso, von der Leyen ha difeso con forza l’accordo sui dazi raggiunto a luglio con gli Stati Uniti e che in questi mesi è stato al centro di critiche fortissime da più parti una capitolazione ai desiderata di Donald Trump. “La nostra relazione commerciale con gli Stati Uniti è la più importante… Come presidente della Commissione, non giocherò mai d’azzardo con i posti di lavoro o con i mezzi di sussistenza delle persone”.
Von der Leyen ha però assicurato che l’Europa mantiene la sua autonomia: “Stabiliamo i nostri standard. Stabiliamo i nostri regolamenti. L’Europa deciderà sempre da sola”. E ha ribadito: “Non credo nei dazi. I dazi sono tasse”. L’obiettivo è quello di evitare guerre commerciali, diversificare i partner e rafforzare le alleanze globali.
La presidente ha elencato i negoziati in corso: “Abbiamo accordi con il Messico, con il Mercosur, chiuderemo i negoziati con l’India entro la fine dell’anno”. E ha aggiunto: “Costruiremo una coalizione di Paesi, come quelli del CPTPP, per riformare il sistema commerciale”. Il messaggio è positivo: “Il mondo vuole scegliere l’Europa”.
Nella sfera della conoscenza e della salute globale, Von der Leyen ha ricordato: “La Commissione ha annunciato un pacchetto ‘Choose Europe’ da 500 milioni di euro per attrarre e trattenere i migliori scienziati e ricercatori”, e ha annunciato la guida dell’UE di una “Global Health Resilience Initiative”.
Von der Leyen ha voluto sottolineare che la difesa dell’Europa non passa solo dalle armi o dall’economia, ma anche dalla qualità della democrazia e dalla tenuta dello Stato di diritto. Negli ultimi anni, ha ricordato, l’Unione ha dovuto affrontare attacchi sempre più sofisticati: dalla manipolazione delle informazioni al finanziamento occulto di partiti e media, fino ai tentativi di interferenza elettorale. Per questo ha messo sul tavolo una nuova priorità: costruire un vero e proprio “scudo democratico europeo”.
“Abbiamo costruito un nuovo ciclo sullo Stato di diritto… Abbiamo rafforzato il legame tra i fondi e il rispetto dello Stato di diritto. Rispettare lo Stato di diritto è un requisito per i fondi UE. Ora e in futuro”, ha affermato.
La presidente della Commissione ha però avvertito sui pericoli della disinformazione: “La manipolazione delle informazioni e la disinformazione erodono la democrazia”. Da qui l’appello: “Abbiamo bisogno di uno European Democracy Shield” e l’annuncio: “Istituiremo un nuovo Centro europeo per la resilienza democratica”.
Un passaggio è stato dedicato anche al declino del giornalismo locale e all’espansione dei “news deserts” che stanno minando una informazione indipendente per i cittadini.
In merito, von der Leyen ha annunciato il “Media Resilience Programme”, con un aumento dei finanziamenti e nuovi strumenti per favorire l’ingresso del private equity a sostegno dell’informazione indipendente: “Una stampa libera è la spina dorsale di ogni democrazia. E noi sosterremo la stampa europea perché rimanga libera”.
Infine, la questione minori e social media, su cui, per la presidente della Commissione occorre anteporre i “genitori” agli algoritmi e alle logiche di profitto. “Credo fermamente che debbano essere i genitori, non gli algoritmi, a crescere i nostri figli”.
Ha annunciato quindi: “Entro la fine di quest’anno incaricherò un panel di esperti di consigliarmi sul miglior approccio per l’Europa”. Obiettivo: “Mettere i genitori in condizione di agire e costruire un’Europa più sicura per i nostri bambini”. E ha concluso il passaggio con una frase netta: “Quando si tratta della sicurezza dei nostri figli online, l’Europa crede nei genitori, non nei profitti”.
Migrazione: attuare il Patto, rafforzare i rimpatri e colpire gli scafisti
Un tema che ha rappresentato e continua a rappresentare uno delle maggiori fonti di polarizzazione all’interno dell’Unione europea è quello dell’immigrazione, affrontato da von der Leyen, mantenendo l’approccio risoluto sul contrasto al traffico di esseri umani che ha caratterizzato il suo secondo mandato.
“Abbiamo bisogno di un sistema che sia umano, ma non dobbiamo essere ingenui. Dobbiamo essere seri sui rimpatri dei richiedenti asilo respinti”, ha affermato. Von der Leyen ha denunciato l’attuale squilibrio: “Non possiamo avere una situazione in cui solo il 20% di coloro che non sono autorizzati a restare effettivamente lascia l’Europa”.
Per questo ha chiesto agli Stati membri di agire rapidamente: “Dobbiamo concordare senza indugio un Sistema comune europeo per i rimpatri”. Ha poi ricordato che la Commissione proporrà un forte rafforzamento delle risorse: “Triplicheremo i fondi per la gestione delle frontiere e della migrazione nel prossimo bilancio”.
Von der Leyen ha annunciato anche un nuovo strumento sanzionatorio: “Abbiamo bisogno di un sistema di sanzioni specificamente mirato agli scafisti e ai trafficanti. Congeleremo i loro beni. Taglieremo i loro profitti. Non possono continuare a sfruttare la disperazione delle persone”.
Infine, ha spiegato come la Commissione stia già lavorando con compagnie aeree e piattaforme digitali per impedire ai trafficanti di pubblicizzare viaggi illegali: “Dobbiamo chiudere loro ogni canale, anche online”.
Un hub europeo antincendi a Cipro
A fronte di una nuova estate caratterizzata da siccità e incendi in molti Paesi europei, soprattutto quelli meridionali, von der Leyen ha annunciato l’intenzione di istituire un nuovo centro europeo di lotta antincendio con sede a Cipro.
“Quest’estate abbiamo visto tutti le immagini delle foreste e dei villaggi europei in fiamme. Sono andati in fiamme più di un milione di ettari. Un’area pari a circa un terzo della superficie del Belgio. L’entità dei danni è enorme. E sappiamo che non si tratta di un caso isolato. Il cambiamento climatico rende ogni estate più calda, più dura e più pericolosa”.
Ha sottolineato l’urgente necessità di intensificare radicalmente gli sforzi dell’Europa nella resilienza e nell’adattamento ai cambiamenti climatici: “Ecco perché dobbiamo intensificare radicalmente i nostri sforzi nella resilienza e nell’adattamento ai cambiamenti climatici e nelle soluzioni basate sulla natura”.
In questo contesto, ha annunciato la creazione del nuovo polo europeo antincendio a Cipro, affermando: “Ecco perché proporremo di creare un nuovo polo europeo antincendio con sede a Cipro, che potrebbe anche supportare i nostri vicini regionali”.
Infine, von der Leyen ha sottolineato l’importanza del Meccanismo europeo di protezione civile, osservando: “Sappiamo la differenza che il nostro Meccanismo di protezione civile può fare. Durante l’estate, 760 coraggiosi europei sono stati inviati in ogni angolo d’Europa. Letteralmente correndo verso le fiamme”.
Nell’emiciclo era presente il tenente Nikolaos Paisios, capo dei 20 vigili del fuoco greci che hanno contribuito a spegnere gli incendi nella regione spagnola delle Asturie, salvando il villaggio di Genestoso, che ha ricevuto il caloroso applauso degli eurodeputati.
Riforme istituzionali: iniziativa del Parlamento e voto a maggioranza qualificata
Von der Leyen ha dedicato un passaggio importante al funzionamento stesso dell’Unione, sottolineando che le sfide attuali richiedono istituzioni capaci di reagire più rapidamente e con maggiore efficacia, tra cui il superamento dell’unanimità che ha bloccato più volte la macchina europea su temi cruciali, come ad esempio, il sostegno all’Ucraina a causa dell’ostruzionismo dell’Ungheria.
“Se vogliamo che l’Europa continui a consegnare risultati ai cittadini, dobbiamo renderla più veloce e più capace di agire”, ha detto.
Il nodo più delicato è però quello del metodo decisionale in Consiglio. Von der Leyen ha lanciato un messaggio netto: “È tempo di liberarci dalle catene dell’unanimità”.
Un chiaro riferimento alla politica estera e di sicurezza comune, dove spesso un singolo Stato membro ha bloccato decisioni cruciali. L’idea è quella di introdurre il voto a maggioranza qualificata almeno in alcune aree sensibili, così da rendere l’UE più reattiva in un contesto geopolitico che non concede lentezze.
Il Parlamento europeo ha approvato la proposta di riforma dei Trattati il 22 novembre 2023. La proposta di riforma è stata poi inviata al Consiglio dell’UE ai sensi dell’art. 48(2) del Trattato sull’Unione europea (TUE) ed è stata trasmessa al Consiglio europeo il 18 dicembre 2023.
La risoluzione contiene dettagliate proposte di riforma dei trattati europei ovvero il Trattato sull’Unione europea (TUE), il Trattato sul Funzionamento dell’UE (TFUE) e la Carta dei diritti fondamentali dell’UE (CDF).
La proposta del Parlamento mira a adattare l’Europa alle sfide del futuro. Tra le proposte chiave, c’è un aumento significativo del numero di decisioni prese in seno al Consiglio a maggioranza qualificata invece che all’unanimità, una revisione della composizione e del modo in cui viene eletta la Commissione UE, un pieno diritto di iniziativa legislativa per il Parlamento, e strumenti di democrazia diretta, inclusa la possibilità di avere dei referendum europei.
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