Nonostante siano ritenuti incostituzionali, i dazi rimangono in vigore. Con una decisione che ha visto 7 favorevoli e 4 contrari, la Corte d’Appello per il Circuito Federale ha confermato una precedente sentenza, respingendo l’ampio utilizzo del fentanil e dei dazi reciproci secondo l’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA). La corte ha stabilito che i dazi costituiscono una tassa, la cui imposizione spetta al Congresso. Questa sentenza permette ai dazi di rimanere fino all’inizio di ottobre, ma l’amministrazione Trump ha già presentato ricorso d’urgenza alla Corte Suprema (SCOTUS). Il procedimento ha implicazioni enormi sull’architettura commerciale e fiscale degli Stati Uniti. L’amministrazione potrebbe comunque ricorrere ad altri strumenti per mantenere in vigore i dazi, come la Sezione 232 del Trade Expansion Act del 1962 e la Sezione 301 del Trade Act del 1974.
Il cambio di passo di Powell a Jackson Hole. Il discorso del presidente Powell al simposio di Jackson Hole ha segnato un notevole cambio di passo nella politica della Fed, aumentando la probabilità di una svolta che andrà verso un focus maggiore sulla debolezza del mercato del lavoro rispetto che sulle preoccupazioni per l’inflazione.
“…con una politica in territorio restrittivo, le prospettive di base e il mutevole equilibrio dei rischi potrebbero giustificare un aggiustamento del nostro orientamento di policy.” – Jerome Powell, 2025 Simposio economico di Jackson Hole[
Questo orientamento dovish arriva nonostante i dati recenti mostrino una persistente inflazione trainata dai servizi e riflette l’indebolimento del mercato del lavoro, con un rallentamento della crescita dei salari più marcato del previsto. La Fed sembra sempre più disposta ad agire preventivamente: i mercati prevedono un primo taglio da parte della Fed a settembre e almeno un altro entro la fine dell’anno. Questo cambiamento si inserisce in un contesto di allentamento fiscale, deregolamentazione e una politica commerciale meno incerta, che nel complesso rafforzano delle condizioni finanziarie già accomodanti. Mentre i dati ciclici, come le previsioni occupazionali contenute nei recenti PMI, possono mettere in discussione la traiettoria dovish della Fed, il mercato obbligazionario sembra concedere ai decisori politici il beneficio del dubbio.
Turbolenze politiche in Europa. Nell’ultima settimana di agosto, il primo ministro francese François Bayrou ha indetto un voto di fiducia sul suo governo di minoranza fissato per l’8 settembre. La decisione segue diversi mesi di stallo politico, durante i quali il governo non ha ottenuto il sostegno necessario a un piano di risparmio da 44 miliardi di euro (1,5% del PIL), mirato a ridurre il deficit dal 5,4% al 4,6%. Sebbene sia possibile che Bayrou non superi il voto di fiducia, ciò non comporta automaticamente nuove elezioni in Francia, poiché il presidente Macron potrebbe scegliere di nominare un altro primo ministro. Indipendentemente dall’esito della crisi politica, la sostenibilità delle finanze pubbliche resta un tema centrale.
I titoli di Stato francesi hanno registrato una performance inferiore rispetto agli altri titoli sovrani europei, pur in un contesto di rendimenti in crescita, poiché gli investitori osservano livelli di debito elevati, impegni di spesa consistenti (in particolare dalla Germania) e indicazioni non chiare sull’impegno dei decisori politici verso il mantenimento dell’equilibrio di bilancio. Inoltre, le società europee, precedentemente allineate alle obbligazioni sovrane francesi e spagnole, ora offrono un premio più alto.
Prosegue l’incremento degli acquisti di Treasury da parte di investitori esteri. Malgrado le recenti preoccupazioni espresse dalla comunità finanziaria internazionale riguardo all’amministrazione statunitense, i dati più recenti del Treasury International Capital (TIC) evidenziano un aumento di 192,3 miliardi di dollari nelle detenzioni estere di titoli governativi statunitensi a lungo termine nel mese di giugno. Nei mesi precedenti è stato riscontrato un aumento dei premi a termine negli Stati Uniti ed è stato sottolineato il rischio che alcuni operatori stranieri possano orientarsi verso mercati sovrani nazionali o altre aree obbligazionarie internazionali. Prevediamo che i titoli di stato giapponesi (JGB), i Bund tedeschi e altri mercati sviluppati come Australia, Nuova Zelanda e Norvegia continueranno a rappresentare opzioni valide rispetto ai Treasury. Tuttavia, la capacità di tali mercati di assorbire flussi significativi provenienti dagli Stati Uniti rimane attualmente limitata, considerando le dimensioni, la profondità e la liquidità del mercato dei Treasury. A meno che non si verifichi un coordinamento deliberato e prolungato degli altri emittenti sovrani a livello globale al fine di costituire un’alternativa credibile ai Treasury.
Ciclo in riaccelerazione. Numerosi studi hanno analizzato l’impatto negativo dei dazi sulla crescita globale, sottolineando come catene di approvvigionamento internazionali meno efficienti e il calo della fiducia di consumatori e imprese abbiano influito sul quadro economico. Nonostante la flessione temporanea registrata nel secondo trimestre, tuttavia, gli indicatori prospettici relativi alla crescita globale mostrano segnali di ripresa. Gli indici PMI dei servizi a livello globale sono rimasti costantemente sopra quota 50, con una marcata risalita a partire da aprile, mentre ci si attende un miglioramento anche per il settore manifatturiero. Sebbene le esportazioni globali risultino ancora in diminuzione, tale dinamica sembra essere più che compensata dalla solidità della domanda interna e dai previsti stimoli fiscali. Nel complesso, questa combinazione sostiene la prosecuzione del ciclo economico e indirizza nuovamente l’attenzione degli investitori verso una possibile accelerazione dell’inflazione.
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