Napoli è stata la prima città del Mezzogiorno scelta da Amazon per insediare un hub logistico. Da allora, l’azienda ha creato centinaia di posti di lavoro e avviato collaborazioni con migliaia di piccole imprese campane. E ora torna in città con Econo.Mia, un programma di alfabetizzazione finanziaria dedicato a dipendenti, famiglie e comunità locali. Mario Della Sala, direttore delle Operations per il Centro Sud Italia di Amazon Logistics e originario di Avellino, spiega perché la multinazionale ha deciso di scommettere sul territorio e quale ruolo può avere la consapevolezza economica nel futuro dei giovani e nella riduzione del divario di genere.
Direttore Della Sala, in tempi non sospetti, Amazon ha scelto Napoli come primo hub per il Mezzogiorno: perché investire qui?
«La scelta di Napoli è stata basata su dati solidi. Parliamo di un’area con quasi tre milioni di abitanti, un tessuto universitario con oltre 100 mila studenti e una posizione strategica che la colloca al centro delle rotte del Mediterraneo. Dal 2019, con il deposito di smistamento di Arzano, abbiamo creato più di 190 posti di lavoro a tempo indeterminato e collaboriamo con oltre 3 mila piccole e medie imprese campane che vendono attraverso Amazon. Per noi essere a Napoli non significa solo avere una base logistica, ma credere nel potenziale del Sud e contribuire a generare opportunità concrete, rafforzando un legame autentico con il territorio».
Il tema delle nuove generazioni resta cruciale. Come si può dare ai giovani del Sud la possibilità di immaginare un futuro qui senza sentirsi costretti a partire?
«Negli ultimi anni i dati hanno registrato un calo significativo della presenza giovanile nel Mezzogiorno, con un’emigrazione verso il Nord o l’estero. È un fenomeno che impoverisce intere comunità. Per invertire questa tendenza bisogna offrire chance reali di crescita e far percepire che il Sud può essere un luogo dove costruire un percorso di vita e di lavoro. Solo nell’area del Centro Sud Amazon ha generato circa 7 mila posti di lavoro a tempo indeterminato, con un’età media dei dipendenti pari a 34 anni. È un dato importante, perché dimostra che quando si creano opportunità, i giovani rispondono. Collaboriamo costantemente con università, scuole e centri di ricerca, consapevoli che il mercato del lavoro chiede oggi una combinazione di competenze tecniche e trasversali che mutano con rapidità. Per questo puntiamo sulla formazione continua. Il programma Career Choice, ad esempio, copre interamente i costi di corsi e percorsi professionali in settori ad alta domanda, utili non solo in Amazon ma anche in altre realtà. È un modo per mettere i giovani nelle condizioni di scegliere».
Martedì sarete a Napoli per presentare il progetto Econo.Mia. Cosa rappresenta per voi questa iniziativa?
«Econo.Mia è un programma digitale gratuito di alfabetizzazione finanziaria, nato per i dipendenti Amazon in Italia e per le loro famiglie, ma aperto anche alle comunità locali. Si articola in moduli interattivi che trattano temi concreti: dalla gestione del bilancio familiare alla previdenza, dai piccoli investimenti fino a come parlare di denaro con i bambini. L’evento, organizzato con il patrocinio del Comune di Napoli e insieme ad ActionAid, è per noi un momento molto importante. Chi parteciperà potrà anche iscriversi al training. L’obiettivo è semplice: offrire strumenti pratici per costruire basi solide, aumentare la consapevolezza e permettere a ciascuno di progettare il proprio futuro con maggiore serenità e libertà».
Che risposta vi aspettate dalla città e in particolare dai giovani napoletani?
«Da Napoli ci aspettiamo entusiasmo, curiosità e partecipazione. Conosciamo bene la voglia di mettersi in gioco delle nuove generazioni e siamo convinti che sapranno cogliere questa occasione. La partecipazione convinta delle istituzioni locali e il dialogo con il terzo settore confermano che la città è pronta a scommettere sul capitale umano. Noi crediamo che Napoli, più di altre realtà, abbia l’energia e la creatività per fare propri progetti come questo e rilanciarli con forza».
Quanto conta la consapevolezza economica nel decidere se restare nella propria terra o tornare dopo un’esperienza altrove?
«La consapevolezza economica è la base dell’indipendenza. Quando una persona sa gestire entrate, spese, investimenti e previdenza, si trova nelle condizioni di decidere per sé in modo lucido. Oggi, secondo i dati della Banca d’Italia, solo il 37% dei giovani del Sud possiede competenze finanziarie di base. È un numero troppo basso, che limita la libertà di scelta. Aumentare quella percentuale significa dare strumenti per affrontare la vita in maniera consapevole, sia che si decida di restare nella propria città sia che si scelga di partire».
Uno degli obiettivi dichiarati di Econo.Mia è anche ridurre il divario di genere. In che modo?
«In Italia troppe donne sono ancora escluse dalle decisioni economiche e questo spesso si traduce in dipendenza e fragilità. L’alfabetizzazione finanziaria è uno strumento essenziale per rafforzare autonomia, resilienza e libertà personale. È anche un mezzo per contrastare la violenza economica, una forma di abuso purtroppo ancora diffusa. Econo.Mia è stato pensato con un approccio inclusivo e intersezionale, proprio per fornire strumenti concreti a chi rischia di restare indietro. Vogliamo rafforzare l’autonomia economica delle donne, prevenendo situazioni che possono trasformarsi in controllo o violenza psicologica. Promuovere la parità significa ascoltare i bisogni, investire in conoscenza e costruire opportunità reali».
Lei è campano e oggi guida le operazioni di Amazon nel Centro Sud. Quanto pesa la dimensione personale nella sua esperienza?
«Sono nato ad Avellino e ho sempre sentito un legame forte con questa terra. Durante gli studi universitari ho fatto un’esperienza all’estero e successivamente ho lavorato per anni nel settore ferroviario, viaggiando molto in Italia. Entrato in Amazon più di dieci anni fa, ho vissuto a Milano e contribuito al lancio di siti internazionali, dal Regno Unito a Singapore. Oggi guidare il team della logistica last mile nel Centro Sud, inclusa la Campania, è un orgoglio personale e professionale. Ho imparato che il talento è diffuso ovunque, ma le opportunità non lo sono altrettanto. Il nostro compito è lavorare per cambiare questo paradigma. Vedere giovani campani che costruiscono carriere di successo nella loro città è una delle soddisfazioni più grandi del mio lavoro. La Campania non deve essere soltanto un luogo da cui partire, ma una regione in cui restare o tornare per realizzare i propri progetti».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link