Come prosegue la digitalizzazione del mercati dei capitali? È stato questo il focus al centro della conferenza internazionale organizzata da Hanfa (Agenzia croata di vigilanza sui servizi finanziari) che si è svolta in questi giorni a Dubrovnik, dal titolo “Mercati dei capitali nell’era digitale: equilibrio tra innovazione e vigilanza”.
L’evento ha riunito circa 100 rappresentanti di autorità di regolamentazione e del settore provenienti da tutta Europa (per l’Italia era presente il commissario Consob Carlo Comporti), che hanno discusso i cambiamenti e le sfide introdotte dalla digitalizzazione nei mercati dei capitali.
Nel saluto iniziale il presidente del Cda di Hanfa, Ante Žigman, ha sottolineato che la tecnologia sta cambiando i mercati finanziari, ma anche il modo in cui le authority vigilano e controllano gli stessi. Ha sottolineato l’importanza di semplificare e armonizzare la regolamentazione, preservando al contempo la stabilità e la fiducia nei mercati dei capitali. Ha chiarito che l’obiettivo non è la deregolamentazione, ma una regolamentazione più intelligente che incoraggi l’innovazione e rafforzi la competitività dei mercati europei. “L’intelligenza artificiale è oggi un fattore significativo nel trading, nella gestione del portafoglio e nell’analisi del rischio, portando efficienza ma anche nuove forme di vulnerabilità”, ha riassunto Žigman.
Natasha Cazenave, direttore esecutivo dell’Autorità Europea degli Strumenti Finanziari e dei Mercati (ESMA) , ha sottolineato che l’ESMA rimane impegnata a promuovere il dialogo sugli sviluppi chiave del mercato, come la tokenizzazione, sostenendo al contempo l’integrità, la trasparenza e la resilienza dell’ecosistema finanziario europeo. “Continueremo a collaborare strettamente con le autorità nazionali competenti per approfondire la nostra comprensione di queste innovazioni e valutarne i potenziali benefici, nonché le implicazioni e i rischi per la stabilità finanziaria, la tutela degli investitori e l’integrità del mercato”, ha affermato.
Nell’introduzione alla prima discussione, Carmine di Noia, direttore per gli Affari Finanziari e le Imprese dell’OCSE, ha evidenziato tre temi chiave in relazione all’intelligenza artificiale come: il potenziale impatto della digitalizzazione sulla stabilità finanziaria, l’impatto sulla concorrenza di mercato dovuto alla digitalizzazione e la tutela dei consumatori, data la scarsa comprensione da parte degli investitori al dettaglio dei rischi legati agli investimenti in asset digitali.
Se una delle prime sfide dovrà riguardare il miglioramento del quadro normativo, vista l’eccessiva complessità delle norme e la necessità di una maggiore chiarezza nella regolamentazione. dall’altro è necessario ragionare sulle opportunità e i rischi che l’intelligenza artificiale comporta, dalla prevenzione della manipolazione del mercato alla gestione dei rischi sistemici, nonché l’adeguatezza del quadro normativo esistente alle nuove sfide. Il dibattito ha inoltre esplorato le possibilità di utilizzo dell’intelligenza artificiale nella vigilanza, la necessità di cooperazione internazionale e l’equilibrio tra innovazione, tutela dei consumatori e stabilità del mercato.
Il panel finale, “Tokenizzazione degli asset tradizionali” , moderato dalla vicepresidente del consiglio direttivo di Hanfa, Anamarija Staničić, ha analizzato tale fenomeno con cui l’industria e le autorità di regolamentazione si confrontano concretamente, sollevando interrogativi sulla sua effettiva implementazione, dall’integrazione nelle infrastrutture di mercato alle normative transfrontaliere, ma anche sul conflitto con alcune normative esistenti. In tale ambito è intervenuto il rappresentante italiano (il commissario Consob Carlo Comporti, nella foto a seguire) che dopo aver analizzato le opportunità e sfide legate al tema della tokenizzazione, ha dato una rappresentazione del fenomeno in Italia, illustrando i passi avanti fatti nell’attuazione del Regolamento Pilota dell’UE sulla tecnologia DLT con l’individuazione dei soggetti competenti per la supervisione delle infrastrutture di negoziazione e post-negoziazione che operano nell’ambito del regime pilota DLT, compresi i poteri regolatori e le sanzioni applicabili; l’estensione della definizione di strumenti finanziari secondo la direttiva MiFID, includendo anche quelli emessi tramite tecnologia a registro distribuito (DLT).
È stato introdotto un quadro di diritto civile che consente l’emissione e il trasferimento di strumenti finanziari nativamente digitali su registri distribuiti, basato sul principio dell’“equivalenza legale”: gli strumenti tokenizzati in formato digitale hanno lo stesso valore giuridico dei titoli tradizionali, sia cartacei che dematerializzati.
Inoltre il Decreto Fintech ha introdotto una cornice normativa innovativa che consente di: Tokenizzare – cioè emettere direttamente su tecnologia DLT – una gamma più ampia di strumenti finanziari rispetto a quelli previsti dal regime pilota europeo, tra cui obbligazioni strutturate, ABS (asset-backed securities), mini-bond e fondi di investimento alternativi (AIF), senza limiti di dimensione; Sostenere il finanziamento di PMI non quotate attraverso mercati OTC tokenizzati o collocamenti privati, senza coinvolgere le infrastrutture di mercato regolate da MiFID o CSDR. Favorire la disintermediazione, permettendo l’emissione diretta dei titoli e il pieno controllo da parte degli investitori sui propri asset digitali tramite wallet personali. Fornire chiarezza regolamentare, con una definizione puntuale del ruolo e delle responsabilità dei registri DLT.
Attualmente sono tre i registri DLT autorizzati e supervisionati da Consob nell’ambito del regime nazionale sono: Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. (in qualità di emittente corporate), Fleap S.p.A., una piccola fintech emergente e Milano Global Advisors S.p.A., anch’essa una realtà fintech di piccole dimensioni.
Nella conclusione il commissario sottolinea come permanga un atteggiamento prudente da parte del mercato. “Si osserva una prevalenza di un approccio “wait and see” (attendista), nessuna domanda è stata finora presentata per partecipare al regime pilota europeo DLT e le emissioni di security token restano ancora limitate” ha concluso Comporti.
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