Il calcolo quantistico è considerato da anni una promessa capace di rivoluzionare interi settori industriali, ma il passaggio dalla ricerca accademica all’uso concreto nelle imprese è rimasto complesso. Classiq, startup israeliana fondata nel 2020, si colloca esattamente su questa linea di confine: offre un software che traduce la potenza teorica dei computer quantistici in strumenti pratici, utilizzabili da ricercatori e aziende. Con il suo approccio alla programmazione automatizzata e indipendente dall’hardware, la società contribuisce a trasformare il quantum computing da tecnologia di laboratorio a risorsa industriale, aprendo nuove possibilità in campi che vanno dalla finanza alla chimica, dalla manifattura alla farmaceutica.
L’Italia se ne è accorta ed è intervenuta con un finanziamento. Vediamo come.
Il supporto di CDP Venture Capital
Il 31 luglio 2025 Classiq Technologies, società fondata a Tel Aviv nel 2020 e attiva nello sviluppo di piattaforme software per il calcolo quantistico, ha annunciato un’estensione del round di Serie C da 110 milioni di dollari. Tra i nuovi investitori figura CDP Venture Capital, che si affianca a soggetti già presenti come Neva SGR (gruppo Intesa Sanpaolo) ed Entrée Capital.
Con questa mossa, CDP rafforza la propria strategia di sostegno alle tecnologie deep-tech considerate strategiche per la competitività del sistema Paese, in particolare quelle legate all’informatica quantistica.
Il calcolo quantistico è un ambito che promette di superare le capacità dell’informatica tradizionale nella risoluzione di problemi complessi, con possibili applicazioni che spaziano dalla finanza alla chimica dei materiali, fino alla logistica. In questo scenario, la disponibilità di software capace di gestire la complessità dei circuiti quantistici diventa cruciale per trasformare la ricerca in applicazioni industriali. L’ingresso di CDP Venture Capital in Classiq è quindi anche un segnale politico: sostenere la creazione di un ecosistema quantistico in Italia, riducendo la dipendenza da player esteri.
Quando è nata, cosa fa, tutti i numeri di Classiq
Classiq conta oggi circa 70 dipendenti, in crescita rispetto ai 40 registrati nel 2022. La startup ha uffici non solo in Israele ma anche ad Amsterdam, Rochester (USA) e Tokyo, a conferma di una presenza internazionale che si è ampliata negli ultimi anni.
Sul fronte finanziario, Classiq ha raccolto complessivamente 173 milioni di dollari. Il round di Serie C, annunciato nel maggio 2025, è stato il più consistente: 110 milioni di dollari guidati da Entrée Capital con la partecipazione di fondi come Norwest, NightDragon, Hamilton Lane, Clal, Neva SGR, Phoenix, Team8, IN Venture, Wing, HSBC, Samsung Next e QBeat. A questi, come detto, si è aggiunto, con l’estensione estiva, anche CDP Venture Capital. In precedenza la società aveva chiuso un round di Serie A da 10,5 milioni nel 2021 e un Serie B da 49 milioni nel 2022.
Dal punto di vista del mercato, la piattaforma di Classiq è utilizzata da decine di clienti enterprise e accademici, tra cui BMW, Citi, Deloitte, Mizuho, Rolls-Royce, Toshiba, Mitsubishi Chemical, Intesa Sanpaolo e HSBC. Anche l’adozione nel mondo universitario è significativa: oltre 400 atenei, tra cui MIT, University of Tokyo, Technion, Imperial College London, University College London, Purdue e University of Chicago, hanno integrato la soluzione nei propri programmi di ricerca e formazione.
La rete di partner è altrettanto ampia: la piattaforma collabora con servizi cloud come AWS Braket, Microsoft Azure Quantum e Google Cloud, e integra direttamente sistemi di IBM, IonQ, QuEra, Quantinuum, OQC, AQT, Alice & Bob, Rigetti e simulatori di aziende come NVIDIA e Intel.
Alla guida di Classiq c’è il co-fondatore e CEO Nir Minerbi, affiancato da Yehuda Naveh, Chief Technology Officer, e da Amir Naveh, Chief Product Officer e responsabile degli algoritmi.
Come funzionano la piattaforma Classiq e le sue applicazioni
Classiq ha sviluppato una piattaforma di sviluppo quantistico che comprende ambienti integrati (IDE), compilatori e strumenti operativi capaci di automatizzare la programmazione quantistica. In altre parole, riduce le barriere tecniche che oggi limitano l’adozione delle tecnologie quantistiche, consentendo a ricercatori e imprese di concentrarsi sullo sviluppo di modelli e applicazioni senza dover padroneggiare linguaggi di programmazione a basso livello.
Il cuore tecnologico della società è il motore di sintesi algoritmica e il linguaggio di alto livello Qmod, pensato per tradurre specifiche funzionali in circuiti ottimizzati eseguibili su diversi tipi di hardware. La piattaforma è progettata per funzionare in modo indipendente dall’hardware e integra già ambienti come AWS Braket, Microsoft Azure Quantum, Google Cloud e piattaforme sviluppate da IBM, IonQ, Quantinuum e altri attori. Questo approccio permette di testare e distribuire programmi quantistici complessi su più architetture, riducendo i costi e ampliando le possibilità di sperimentazione.
Le applicazioni industriali vanno dall’ottimizzazione di portafogli finanziari alla simulazione molecolare, fino al design di componenti avanzati.
In Italia, il software di Classiq potrebbe trovare terreno fertile in settori come la manifattura e le scienze della vita, aree già al centro di progetti di innovazione sostenuti da CDP.
Ecosistema e prospettive italiane
Il nuovo investimento è destinato anche a rafforzare i legami di Classiq con l’ecosistema italiano. La startup collabora già con università, centri di supercalcolo e imprese per sviluppare flussi di lavoro ibridi che combinano algoritmi classici e quantistici. Con l’ingresso di CDP, queste collaborazioni potranno essere ampliate, sostenendo iniziative legate alla formazione di talenti e allo sviluppo di applicazioni concrete.
La carenza di competenze è infatti uno dei principali ostacoli alla crescita del settore quantistico. Per questo motivo una parte delle risorse raccolte sarà destinata a programmi di formazione e a iniziative volte a consolidare la comunità italiana di specialisti in software quantistico. L’obiettivo è preparare una forza lavoro capace di rispondere alla futura domanda delle imprese, evitando che i talenti debbano necessariamente spostarsi all’estero.
Dal punto di vista industriale, l’interesse riguarda in particolare comparti che hanno già avviato esplorazioni nell’uso del quantum computing: dai servizi finanziari, che vedono nell’ottimizzazione e nella gestione del rischio un potenziale immediato, alla farmaceutica, dove la simulazione molecolare può accelerare lo sviluppo di nuovi farmaci. In prospettiva, anche il settore energetico e quello della mobilità potrebbero beneficiare dell’adozione di algoritmi quantistici sviluppati attraverso la piattaforma Classiq.
Cosa farà Classiq con i nuovi fondi
Il finanziamento complessivo del round Serie C, che ha portato a 173 milioni di dollari il capitale raccolto da Classiq, consentirà all’azienda di potenziare ricerca e sviluppo e di consolidare la propria presenza internazionale. L’apertura di nuove sedi in Europa, e in particolare il rafforzamento dell’organico commerciale in Italia, sono parte integrante della strategia. L’azienda ha dichiarato di aver triplicato la base clienti e il fatturato su base annua, segno di un interesse crescente da parte delle imprese nei confronti delle soluzioni quantistiche.
La traiettoria di Classiq riflette un fenomeno più ampio: il passaggio del quantum computing dalla fase esplorativa a quella di implementazione industriale. Se fino a pochi anni fa la disciplina era considerata principalmente un campo di ricerca, oggi i grandi investitori e le istituzioni guardano a casi d’uso concreti. Tuttavia, le sfide restano significative: la tecnologia hardware è ancora in evoluzione e i tempi di maturazione non sono brevi. In questo contesto, iniziative come quella di CDP Venture Capital puntano a garantire che l’Italia non resti spettatrice, ma possa costruire un ruolo attivo nel futuro dell’informatica quantistica.
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