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Soppressione degli incentivi scuote il settore IT — Due grandi corporation valutano il ritiro dal mercato serbo – Serbian MonitorSerbian Monitor


A causa dell’abrogazione degli incentivi all’assunzione di persone di nuova residenza, che riguardavano principalmente agevolazioni fiscali per l’impiego di specialisti IT altamente qualificati, alcune grandi corporation del settore stanno valutando di trasferire le proprie attività dalla Serbia verso paesi vicini.

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Come ha confermato a Biznis.rs Marko Vučetić, direttore dell’Associazione IT Serba, che raggruppa oltre 20 aziende tecnologiche con un fatturato annuo complessivo superiore a 375 milioni di euro, sei loro associate hanno usufruito delle suddette agevolazioni fiscali, e due corporation stanno considerando un ritiro completo dal mercato serbo.

E non è tutto — l’interlocutore di Biznis.rs afferma che lo Stato deve alle imprese enormi somme relative a questi incentivi e che né l’associazione né le aziende interessate hanno informazioni su quando tali somme saranno corrisposte. “A livello dell’Associazione IT Serba abbiamo sei imprese che hanno utilizzato queste agevolazioni fiscali per circa 1.300–1.400 persone. Ciò che è molto importante è che esiste un’enorme debito per il periodo 2023–2024, misurato in milioni di euro, che lo Stato non ha versato ai nostri membri in relazione alle agevolazioni menzionate”, dichiara Vučetić, che non ha precisato l’ammontare esatto del debito.

Secondo lui, l’Associazione IT Serba non sa per quale motivo si sia verificato il ritardo né quando i fondi saranno erogati. “C’erano indicazioni che ci saremmo incontrati con i rappresentanti dello Stato all’inizio di luglio. Ora è già settembre e noi stiamo ancora aspettando. Nel frattempo abbiamo ricevuto annunci da due aziende che usufruiscono delle suddette agevolazioni fiscali che intendono ritirarsi dal mercato serbo, e questo è un grande problema che stiamo cercando di risolvere. Senza dialogo con lo Stato ciò è impossibile”, sottolinea Vučetić.

Quando si parla dell’assunzione di stranieri nel settore IT, solitamente ci si riferisce ai cittadini russi, presenti in Serbia in numero considerevole dall’inizio del conflitto in Ucraina. Il nostro interlocutore conferma che la maggioranza di questi è effettivamente orientata al settore IT e che un gran numero di specialisti russi lavora a progetti importanti e di rilievo. Tuttavia, sottolinea che gli incentivi statali sono spesso percepiti in modo errato nella nostra società. “In questo caso non si tratta di agevolazioni fiscali per l’arrivo di lavoratori indiani nel trasporto pubblico o simili. Questo regolamento ha introdotto un filtro chiave, ovvero una retribuzione minima di 300.000 dinari. Di conseguenza si è rivolto principalmente a specialisti altamente qualificati che possono apportare valore al nostro Paese. L’idea era di attrarre le maggiori corporation mondiali in un periodo in cui esse erano costrette a ridurre il personale nei mercati colpiti da alcuni conflitti. Lo Stato ha compreso la situazione, ha concesso agevolazioni fiscali e in Serbia è arrivato un numero incredibilmente elevato di aziende di qualità. Così abbiamo attratto corporation IT come Dxc Luxoft, Epam, DataArt, JetBrains, Sperasoft…”, afferma Vučetić. Come spiega, è un errore collegare queste aziende esclusivamente all’arrivo di russi e ucraini in Serbia, perché non si tratta di società russe ma per lo più di aziende americane che sono entrate nel nostro mercato e hanno rilocato un certo numero di cittadini russi e ucraini.

Marko Vučetić riferisce che le aziende associate usufruiscono anche di altre agevolazioni fiscali, ma che gli incentivi per le persone di nuova residenza sono stati decisivi per convincerle a venire da noi. “E poi lo Stato ha deciso, così, senza alcun preavviso, di abolire qualcosa che era stato garantito fino al 2029, e qui si è creato uno squilibrio tra le promesse e la realtà che le aziende hanno giudicato come un contesto imprevedibile per fare business. In tali circostanze la maggior parte di esse prende spesso decisioni molto drastiche, come il ritiro dal mercato”, aggiunge.

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Il ritiro di queste società, secondo Vučetić, comporterebbe un’ampia ondata di licenziamenti — non solo per i cittadini stranieri, ma anche per i lavoratori locali. “D’altra parte, qualora le corporation mondiali si ritirassero, la Serbia invierebbe un’immagine negativa di ambiente economico imprevedibile e, di conseguenza, altre aziende valuterebbero se venire nel nostro Paese o se rimanervi. Molte di loro stanno già considerando mercati vicini, come Bulgaria, Romania, Polonia”, conclude il direttore dell’Associazione IT Serba, Marko Vučetić.

Quali agevolazioni prevedeva il regolamento menzionato?

Il regolamento adottato nel 2022, e che avrebbe dovuto rimanere in vigore fino alla fine del 2029, riguardava le “persone di nuova residenza per le quali sussiste una necessità che non può essere facilmente soddisfatta nel mercato del lavoro nazionale”.

“Per ‘persona di nuova residenza’ si intende la persona fisica che, nel periodo di 24 mesi precedenti alla data di stipula del contratto di lavoro con il datore di lavoro, non ha soggiornato sul territorio della Repubblica di Serbia per più di 180 giorni, e con la quale il datore di lavoro ha stipulato un contratto di lavoro a tempo indeterminato a tempo pieno e che abbia una retribuzione mensile di base contrattuale, in conformità con il regolamento sul lavoro, di almeno 300.000 dinari”, viene precisato nel regolamento che il governo serbo ha abrogato il 12 giugno.

Per quanto riguarda le agevolazioni, il regolamento prevedeva incentivi pari al 70% dell’imposta sui salari e il rimborso del 100% dei contributi versati per la previdenza pensionistica (PIO) per un periodo massimo di 60 mesi, a partire dal 1° luglio 2022 e fino al 31 dicembre 2029.

Per quale motivo il governo serbo ha abrogato il regolamento?

Il governo serbo ha adottato, il 12 giugno, il regolamento sulla cessazione della validità del regolamento sui criteri per l’assegnazione degli incentivi ai datori di lavoro che assumono persone di nuova residenza nella Repubblica di Serbia, motivando la decisione con l’aumento del numero di datori di lavoro che presentano domande per le sovvenzioni, così come dell’aumento del numero di persone di nuova residenza.

“Ciò ha comportato l’impossibilità di pianificare per gli anni successivi gli obblighi conformemente al regolamento vigente, che prevede che i fondi siano erogati fino all’ammontare delle disponibilità di bilancio, in conformità con la Legge di bilancio per gli anni in cui si erogano gli incentivi”, si legge nel comunicato del governo serbo.

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Per quanto riguarda l’export di servizi nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) per il periodo gennaio–giugno 2025, secondo i dati dell’Ufficio per la Tecnologia dell’Informazione e la Governance Elettronica, nei primi sei mesi le esportazioni di servizi ICT hanno raggiunto 2,217 miliardi di euro, registrando un aumento del 14% rispetto allo stesso periodo del 2024.

Il surplus nei servizi ICT nei primi sei mesi del 2025 ammonta a 1,750 miliardi di euro.

(Biznis.rs, 03.09.2025)
https://biznis.rs/vesti/srbija/ukidanje-podsticaja-uzdrmalo-it-sektor-dve-velike-korporacije-razmatraju-povlacenje-sa-srpskog-trzista/



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