L’Unione Europea, scottata dai dazi americani di Donald Trump e dal probabile contraccolpo per l’export comunitario, accelera per chiudere entro la fine dell’anno l’accordo di partenariato col Mercosur (l’area dell’America Latina che coinvolge Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) e, a inizio del 2026, l’accordo globale modernizzato Ue-Messico.
La Commissione Europea ha presentato al Consiglio le proposte per la firma, che avrebbe – almeno per quanto concerne il Mercosur – risvolti significativi sull’agricoltura e l’agroalimentare e che non vede il mondo agricolo perfettamente allineato.
Secondo la Commissione Ue, che ha diffuso una nota stampa in merito, “questi partenariati creeranno opportunità di esportazione per miliardi di euro per le imprese dell’Ue di tutte le dimensioni, contribuiranno alla crescita economica e alla competitività, sosterranno centinaia di migliaia di posti di lavoro in Europa e promuoveranno gli interessi e i valori dell’Ue. Rafforzeranno le catene del valore e aiuteranno l’Ue ad ampliare la sua gamma di fonti affidabili per i fattori produttivi critici e le materie prime. In un momento di crescente instabilità geopolitica, questi accordi ci legano più strettamente a partner strategicamente importanti, fornendo una piattaforma condivisa per rafforzare la fiducia reciproca e affrontare le sfide globali condivise, compresa la modernizzazione del sistema commerciale globale basato su regole”.
Dopo aver di fatto subìto la prepotenza commerciale a stelle e strisce nel vertice delle scorse settimane con Trump in un resort in Scozia, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che gli “accordi con il Mercosur e il Messico rappresentano tappe importanti per il futuro economico dell’Ue. Continuiamo a diversificare il nostro commercio, promuovere nuove partnership e creare nuove opportunità di business. Le imprese dell’Ue e il settore agroalimentare dell’Ue trarranno immediatamente vantaggio da tariffe più basse e costi più bassi, contribuendo alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro. L’Ue è già il più grande blocco commerciale del mondo e questi accordi consolideranno questa posizione”.
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Il patto creerebbe un mercato di 700 milioni di persone e stimolerebbe le esportazioni di prodotti industriali e agroalimentari dell’Ue, come formaggi e vino. Alcuni studi interni prevedono che l’intesa col Mercosur compenserà circa un terzo dei volumi di esportazione che l’Ue andrebbe a perdere dal “suicidio” tariffario con gli Stati Uniti.
Si stima che l’accordo possa aumentare le esportazioni annuali dell’Ue verso il Mercosur fino al 39% (49 miliardi di euro) sostenendo oltre 440mila posti di lavoro in tutta Europa. Ridurrà i dazi spesso proibitivi del Mercosur per le esportazioni dell’Ue, anche sui principali prodotti industriali, come le automobili (attualmente il 35%), i macchinari (14-20%) e i prodotti farmaceutici (fino al 14%).
Uno dei nodi riguarda appunto gli aspetti del commercio agricolo. Fonti riservate della Commissione Ue hanno fatto trapelare che questa volta con il Mercosur sono state prese tutte le precauzioni del caso, tanto da lasciarsi andare alla battuta “abbiamo cintura e anche bretelle”. Questo significa che le importazioni dall’America Latina di prodotti che potrebbero minacciare il futuro delle aziende agricole europee – dalla carne bovina a quella avicola, dal riso allo zucchero all’etanolo – saranno adeguatamente monitorate.
Si prevede che le esportazioni agroalimentari dell’Ue verso il Mercosur cresceranno di quasi il 50%, in quanto l’accordo riduce le tariffe elevate sui principali prodotti agroalimentari dell’Ue, in particolare vino e bevande spiritose (fino al 35%), cioccolato (20%) e olio d’oliva (10%). L’accordo prevede anche la protezione di 344 indicazioni geografiche dell’Ue e, sul fronte lattiero caseario, dovrebbe finalmente tutelare pienamente anche il Parmigiano Reggiano, in passato alle prese con diversi casi di imitazione fraudolenta in Sudamerica.
La Commissione porterà avanti una serie di iniziative di accompagnamento, tra cui misure per il potenziale allineamento delle norme di produzione in materia di agrofarmaci e benessere degli animali applicabili ai prodotti importati. Inoltre, è stato previsto un fondo di compensazione di emergenza che copre le perturbazioni del mercato e i danni causati dalle intemperie a quasi 1 miliardo di euro all’anno.
Le reazioni del mondo agricolo
L’Italia non dovrebbe essere fra i Paesi dell’Unione Europea contraria al Mercosur. Va ricordato che ci vorranno almeno quattro Stati con il 35% della popolazione dell’Ue per bloccare l’accordo, raggiunto lo scorso anno dopo venticinque anni di colloqui. Sul fronte agricolo avevano espresso contrarietà Francia, Polonia, Irlanda, mentre appare più incerta la posizione dell’Olanda, in una fase di crisi di Governo, e del Belgio, solitamente diviso fra il Nord e il Sud. Ma in fase negoziale gli equilibri potrebbero cambiare.
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Coldiretti e Filiera Italia hanno reso noto che “l’accordo con il Mercosur deve essere vincolato a precise garanzie sul rispetto del principio di reciprocità degli standard produttivi e su controlli puntuali su tutti i prodotti agroalimentari che entrano in Europa, se non vogliamo mettere a rischio la salute dei consumatori e il futuro delle filiere agroalimentari. La previsione di una clausola di salvaguardia, seppur un passo in avanti, non è sufficiente a sostenere le imprese agricole e agroalimentari rispetto ai possibili contraccolpi dell’accordo, poiché non se ne prevede l’attivazione automatica che la renderebbe realmente efficace. Senza dimenticare che non possono esistere compensazioni adeguate rispetto al rischio di devastare il tessuto produttivo europeo”.
Senza le necessarie garanzie, proseguono Coldiretti e Filiera Italia, “l’accordo colpirà le piccole e medie imprese agricole italiane ma anche le piccole aziende del Sudamerica andando a peggiorare ulteriormente un deficit della bilancia commerciale agroalimentare tra Italia e Mercosur già estremamente ampio”.
Bollata come “inaccettabile” l’idea di “utilizzare i soldi della riserva di crisi della Pac per coprire i potenziali danni economici causati dall’accordo alle filiere, usando in pratica i soldi degli agricoltori, anche alla luce degli inaccettabili tagli alla Pac annunciati dalla Commissione“.
Confagricoltura chiede un meccanismo concreto di reciprocità fra Ue e Mercosur e sottolinea che “ci sono ancora molte questioni aperte, soprattutto in materia di agricoltura, in merito all’adozione dell’accordo con il Mercosur da parte della Commissione Europea. Nel processo di ratifica, con la presentazione ai ventisette Paesi membri e all’Europarlamento, auspichiamo che ci siano spazi di miglioramento, soprattutto per i comparti più esposti: carni bovine, pollame, riso, mais e zucchero”.
“Apprezziamo – afferma il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – gli sforzi del Governo italiano nel tutelare le imprese agricole. Lavoreremo insieme ai nostri rappresentanti a Bruxelles e con il Copa affinché il settore primario europeo non paghi il conto di un’intesa che grava sul comparto già fortemente colpito dai dazi Usa e dal contesto geopolitico internazionale. La preoccupazione è ancora forte: non resteremo fermi di fronte a decisioni che penalizzano l’agricoltura”.
Positivo per Cia – Agricoltori Italiani il monitoraggio semestrale sui prodotti sensibili, a patto che si possa poi agire tempestivamente in caso di gravi turbative di mercato. Tuttavia, il presidente Cristiano Fini ribadisce che “l’accordo Ue-Mercosur sarà utile per il mondo agricolo italiano solo se le clausole di salvaguardia oggi annunciate saranno davvero rapide e trasparenti, per tutelare quei prodotti sensibili come carni, zucchero e cereali, che potrebbero essere messi a rischio dalla prevedibile concorrenza sleale data dall’importazione di prodotti a basso costo, non conformi agli standard di produzione europei su benessere animale, ambiente e sicurezza”.
Cia si dichiara contraria all’utilizzo della riserva di crisi (6,3 miliardi di euro) dal budget della Pac – già pesantemente decurtato – per compensare gli impatti negativi causati dal Mercosur.
Il numero uno di Copagri, Tommaso Battista, definisce l’intesa Ue-Mercosur come “un accordo in chiaroscuro che, pur presentando diversi elementi di positività, rischia di ingenerare più di qualche criticità, in particolare nel comparto agroalimentare, motivo per il quale è fondamentale valutare attentamente l’attuazione delle clausole di salvaguardia e garantire il pieno rispetto del principio di reciprocità e della sostenibilità delle produzioni, con monitoraggi ben più stringenti e cadenzati di quelli a periodicità semestrale annunciati dall’Esecutivo comunitario”.
Per Battista, “in attesa del prosieguo dell’iter comunitario, l’Italia sarà ora chiamata a valutare concretamente la possibilità di ratificare tale accordo. Fanno ben sperare le caute dichiarazioni del Governo in merito alla volontà di valutare, in accordo con le parti sociali, l’efficacia delle garanzie aggiuntive previste e la conseguente possibilità di sostenere o meno l’approvazione finale”.
Constatazione amara quella del presidente di Fedagripesca Confcooperative Raffaele Drei: “Dall’intesa con il Mercosur l’agroalimentare risulta ancora una volta, come nell’intesa sui dazi con Trump, il settore più penalizzato, sacrificato come merce di scambio al fine di ottenere vantaggi per altri comparti, dalle automobili ai prodotti chimici e farmaceutici. Non possiamo inoltre sottacere i rischi importanti che andranno ad incombere sulle nostre filiere dall’apertura all’importazione di prodotti da Paesi i cui standard produttivi sono notevolmente inferiori a quelli adottati dalle aziende europee”.
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