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L’Unione europea reagisce ai dazi: nuovi accordi con Messico e America del Sud



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In tempi di dazi e guerre commerciali, annunciare dei nuovi accordi commerciali sembra essere controcorrente, come ha fatto l’Unione europea (Ue), a conclusione di 25 anni di negoziati con alcuni paesi dell’America del Sud, rallentati dai potentati agricoli europei, timorosi di essere messi in crisi dalle produzioni sudamericane, ma anche da paesi come il Brasile bolsonariano. Lo sblocco dell’accordo è arrivato con una proposta di Bruxelles volta a proteggere gli agricoltori, nel caso in cui i mercati dei prodotti locali venissero destabilizzati da un’ondata di importazioni di carne bovina o di pollame dall’America Latina, che ha placato i timori di alcuni Stati membri dell’Ue.

Infatti, sebbene i negoziati fossero conclusi già lo scorso dicembre, la Francia, sostenuta da Italia e Polonia, aveva continuato a opporsi all’accordo, così come l’Irlanda e il Belgio, minacciando di bloccarne la ratifica tra le proteste degli agricoltori in tutta Europa. Al contrario, paesi come la Germania e la Spagna sono a favore dell’accordo, desiderosi di trovare nuovi mercati per rilanciare le proprie esportazioni. Poi, in considerazione della guerra commerciale scatenata dal presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, che ha imposto tariffe doganali sui prodotti europei e latinoamericani, la volontà (o necessità?) di approvare l’accordo è aumentata in modo significativo da entrambe le sponde dell’oceano Atlantico.

Non a caso, si è smosso il Brasile, che, nonostante da quindici anni veda un deficit della propria bilancia commerciale di 50 miliardi di dollari verso gli Stati Uniti, ha visto applicarsi dazi fino al 50%, misure “politiche” decise da Trump per una presunta persecuzione giudiziaria che starebbe subendo l’ex-presidente Jair Bolsonaro, suo alleato politico, attualmente sotto processo.

Quindi, la Commissione europea ha presentato al Consiglio dei ministri dell’Ue le sue proposte per la firma e la conclusione dell’accordo di partenariato tra l’Ue e il Mercosur, EU-Mercosur Partnership Agreement (EMPA), e dell’accordo globale aggiornato tra l’Ue e il Messico, EU-Mexico Modernised Global Agreement (MGA).

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La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, 8 luglio 2025. Foto: EPA/Guillaume Horcajuelo via Ansa

Indubbiamente, ciò segna una vittoria geopolitica dell’Ue. Infatti, l’Ue, oltre che presentarsi come paladina di un mercato globale libero e aperto, può rafforzare la propria economia e competitività e, a sua volta, acquisire influenza negoziale, aumentare la produttività e ridurre il rischio di danni e coercizione economica, come quella imposta dagli Stati Uniti. Infine, l’accordo faciliterà la cooperazione strategica in molti settori chiave per l’Ue, dai cambiamenti climatici alla sicurezza economica. Ammesso che nuove opportunità commerciali non si traducano in scempi ambientali, come un aumento della deforestazione in Sudamerica, temuto, per esempio, da molte associazioni ambientaliste.

Oltre che essere una componente fondamentale della strategia dell’Ue per diversificare le sue relazioni commerciali e rafforzare i legami economici e politici con partner mondiali che condividono gli stessi principi, si stima che i due partenariati genereranno opportunità di export per miliardi di euro per le imprese dell’Ue, contribuiranno alla crescita economica e alla competitività, sosterranno centinaia di migliaia di posti di lavoro in Europa e promuoveranno gli interessi e i valori dell’Ue.

L’accordo di partenariato tra Ue e Mercosur (di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) creerà la più grande zona di libero scambio al mondo, raggiungendo un mercato di oltre 700 milioni di consumatori, che rappresenta circa un quarto del Prodotto Interno Lordo (PIL) mondiale. Nello specifico, il Mercosur eliminerà i dazi sul 91% delle esportazioni dell’Ue, comprese quelle sulle automobili, dall’attuale 35%, nell’arco di 15 anni, mentre l’Ue eliminerà progressivamente i dazi sul 92% delle esportazioni del Mercosur nell’arco di 10 anni. Le aziende europee godranno del vantaggio di essere le prime ad entrare nel mercato latinoamericano, beneficiando di dazi doganali più bassi in una regione in cui la maggior parte degli altri paesi si trova ad affrontare dazi elevati e altre barriere commerciali.

Secondo le stime della Commissione europea, l’accordo aumenterà le esportazioni annuali dell’Ue verso il Mercosur fino al 39% (49 miliardi di euro), sostenendo oltre 440.000 posti di lavoro in tutta Europa. Inoltre, saranno ridotti i dazi del Mercosur, spesso proibitivi, sulle esportazioni dell’Ue, anche su prodotti industriali particolarmente importanti, come automobili (attualmente al 35%), macchinari (tra il 14% e il 20%) e prodotti farmaceutici (fino al 14%).

Inoltre, l’accordo faciliterà gli investimenti delle aziende dell’Ue nelle principali catene di approvvigionamento, comprese quelle per materie prime essenziali e beni correlati, il tutto con un elevato livello di tutela ambientale e del lavoro. Ciò potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nel promuovere le trasformazioni economiche verdi e digitali di entrambe le regioni, garantendo al contempo catene di approvvigionamento stabili. Infatti, l’accordo semplifica le procedure doganali e allinea gli standard tecnici tra l’Ue e il Mercosur, facilitando per l’appunto gli investimenti delle imprese sui mercati senza compromettere la qualità o la sicurezza, con una ovvia riduzione dei costi per gli esportatori.

Si prevede che le esportazioni agroalimentari dell’Ue verso il Mercosur cresceranno di quasi il 50%, poiché l’accordo riduce gli elevati dazi doganali sui principali prodotti agroalimentari dell’Ue, in particolare vino e liquori (fino al 35%), cioccolato (20%) e olio d’oliva (10%). L’accordo, inoltre, sosterrà la crescita delle esportazioni di prodotti agroalimentari tradizionali e di alta qualità dell’Ue, ponendo fine alla concorrenza sleale dei prodotti del Mercosur che imitano i prodotti autentici dell’Ue, con la protezione di 344 Indicazioni geografiche dell’Ue.

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Carne di manzo. Foto di -Rita-?‍? und ? mit ❤ da Pixabay

Ovviamente i settori agricoli europei sono in fibrillazione, temendo l’arrivo sul mercato europeo di prodotti a costi e di qualità inferiori, mentre la Commissione europea sostiene che l’accordo garantisca una protezione completa, limitando le importazioni agroalimentari preferenziali dal Mercosur a una frazione della produzione europea (ad esempio, l’1,5% per la carne bovina e l’1,3% per il pollame), stabilendo solide garanzie a tutela dei prodotti europei sensibili da eventuali aumenti dannosi delle importazioni dal Mercosur, con un successivo atto giuridico che renda operativo il sistema di tali garanzie, proprio per garantire la corretta attuazione dell’accordo con i paesi del Mercosur, proposta che ha sbloccato lo stallo causato dalle reticenze di alcuni Stati membri. Inoltre, l’EMPA non modifica alcun requisito sanitario e fitosanitario europeo per le importazioni.

Il Messico è uno dei partner commerciali più longevi dell’Ue e il secondo partner commerciale in America Latina, con il quale l’Ue ha stipulato un accordo commerciale nel 2000. L’Ue esporta ogni anno in Messico beni e servizi per un valore di oltre 70 miliardi di euro, sostenendo oltre 630.000 posti di lavoro nell’Unione europea. Il nuovo accordo aggiornato sosterrà ulteriormente la crescita economica e stimolerà la competitività di entrambe le parti, con l’eliminazione dei dazi doganali proibitivi che restavano sulle esportazioni agroalimentari dell’Ue in Messico, come formaggio, pollame, carne di maiale, pasta, mele, marmellate, cioccolato e vino.

L’eliminazione di questi dazi, che attualmente arrivano fino al 100% su alcune esportazioni dell’Ue, renderà i prodotti agricoli europei molto più competitivi in ​​Messico. Inoltre, procedure più semplici renderanno più rapido ed economico per gli esportatori agroalimentari vendere i loro prodotti sul mercato messicano. Inoltre, l’accordo estende la protezione dalle imitazioni a 568 prodotti alimentari e bevande europei tradizionali di alta qualità che sono per noi indicazioni geografiche protette.

Infine, l’accordo garantirà un accesso facilitato alle imprese dell’Ue a materie prime essenziali, a vantaggio delle industrie strategiche in Europa, con il Messico che è uno dei principali fornitori di fluorite (utilizzata in un’ampia varietà di processi chimici, siderurgici e ceramici), bismuto (utilizzato per prodotti farmaceutici e cosmetici) e antimonio (utilizzato, ad esempio, nei ritardanti di fiamma, nelle batterie al piombo, nel vetro e nella ceramica), ma permetterà anche il rafforzamento dell’impegno in materia di sviluppo sostenibile, lotta al cambiamento climatico, criminalità, migrazione e parità di genere.

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha osservato che «i nostri accordi con il Mercosur e con il Messico costituiscono pietre miliari per il futuro economico dell’Ue», laddove «continuiamo a diversificare i nostri scambi, a promuovere nuovi partenariati e a creare nuove opportunità di business». Infatti, «le imprese dell’Ue e il settore agroalimentare dell’Ue beneficeranno immediatamente di dazi e costi più bassi, il che contribuirà alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro». Del resto, «l’Ue è già il maggiore blocco commerciale del mondo e questi accordi ne consolideranno la posizione».

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La presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni alle Camere in vista della riunione del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno, Roma 24 giugno 2025.
ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

Il Governo italiano, molto sensibile alle pressioni degli agricoltori italiani (leggasi ad esempio Coldiretti), come del resto tutti i governi italiani del dopoguerra, ha accolto con favore le clausole di salvaguardia inserite nell’accordo tra l’Ue e il Mercosur e valuterà «l’efficacia delle garanzie aggiuntive previste e la conseguente possibilità di sostenere o meno l’approvazione finale» dell’accordo. Nella sua nota, ha ricordato che «tali salvaguardie aggiuntive prevedono, come attivamente chiesto negli scorsi mesi dall’Italia, un meccanismo di monitoraggio e intervento rapido in caso di perturbazioni nei prezzi, anche a livello di singolo Stato membro, il rafforzamento dei controlli fitosanitari sulle merci in ingresso per assicurarne il pieno rispetto di standard e regolamentazioni Ue e l’impegno a prevedere compensazioni adeguate per le filiere agricole eventualmente danneggiate». D’altronde, «in vista dei prossimi passaggi di approvazione formale dell’Accordo a Bruxelles, l’Italia valuterà, anche attraverso il coinvolgimento delle rilevanti associazioni di categoria, l’efficacia delle garanzie aggiuntive previste e la conseguente possibilità di sostenere o meno l’approvazione finale dell’Accordo UE-Mercosur».

Nello specifico, la Commissione europea potrebbe valutare la necessità di tali misure di salvaguardia qualora i volumi delle importazioni aumentassero di oltre il 10% o i prezzi scendessero di tale importo in uno o più Stati membri dell’Ue, adottando misure per limitare le importazioni entro tre settimane dal ricevimento di un reclamo. Inoltre, sarà predisposto un fondo di crisi da 6,3 miliardi di euro per gli agricoltori dell’Ue.

Adesso, l’APEM e l’AGM verranno instradati su due diverse procedure di approvazione da parte del Parlamento europeo e degli Stati membri prima di poter entrare in vigore; fino ad allora entreranno in vigore degli accordi provvisori, che coprono solo le parti dell’EMPA e dell’MGA di competenza esclusiva dell’Ue, che approveranno il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Ue, con una maggioranza qualificata di almeno 15 dei 27 Stati membri che rappresentano il 65% della popolazione dell’Ue, si spera entro dicembre, mentre non sono da trascurare le divisioni che possono emergere tra gli Stati membri e tra gruppi politici dell’Eurocamera, con i Verdi che hanno già annunciato  che si rivolgeranno alla Corte di Giustizia dell’Ue.

Per Coldiretti-Filiera Italia l’APEM è ancora insoddisfacente, chiedendo un sistema di reciprocità e controlli sul 100% delle importazioni, mentre Confagricoltura chiede maggiori tutele, ritenendo che l’accordo penalizzi ancora carni, riso, mais e zucchero. L’Italia, purtroppo, come spesso accade, pare attanagliarsi sempre alla protezione dell’esistente, senza cogliere appieno le opportunità del commercio internazionale come volano di innovazione, sviluppo e crescita economica per le proprie imprese.

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