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Gli agricoltori e l’accordo di libero scambio UE-Mercosur


Via libera all’accordo di libero scambio UE-Mercosur dopo un tira e molla che dura da più di 25 anni. Le posizioni sono contrastanti. Soprattutto nel mondo agricolo prevalgono le perplessità nel timore di un’invasione di merci a basso costo che non rispettano gli standard UE ambientali, sanitari, sociali e di benessere animale

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Foto di Carl Gruner su Unsplash

Un cammino lungo più di 25 anni

L’Unione Europea apre all’accordo di libero scambio con il Mercosur (Mercado Común del Sur), il mercato comune dell’America Meridionale di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay (il Venezuela è temporaneamente sospeso), a cui si è aggiunta un’intesa anche con il Messico che aggiorna quella del 2000 e spalanca la porta a una liberalizzazione totale.

Questo accordo dovrebbe eliminare i dazi (molto alti) su oltre il 90% dell’export UE verso il Mercosur, che è una delle aree più protezionistiche del mondo (eliminazione dei dazi sull’82% dei prodotti agricoli del Mercosur, e del 93% dei prodotti europei).

Inoltre, nei prossimi dieci anni saranno revocati i dazi dei prodotti industriali provenienti dal Mercosur, che li eliminerà sul 90% dei prodotti industriali europei.

I dazi USA hanno accelerato l’accordo con il Mercosur

Un via libera, che arriva dopo 25 anni di indecisioni e ripensamenti, sicuramente accelerato dal bisogno di trovare nuovi mercati alternativi a quello statunitense. Gli USA, infatti, sono stati storici partner commerciali dell’Europa ma con le posizioni instabili e imprevedibili del presidente Trump tutto è stato rimesso in discussione, e il mercato ha bisogno di certezze.

Infatti, al rallentamento dei rapporti commerciali con gli USA (con cui l’UE ha raggiunto un’intesa discutibile e penalizzate) ha fatto da contraltare l’accelerazione di accordi alternativi, come quello con il Mercosur.

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Il nuovo accordo non potrà compensare le perdite del mancato export negli USA, ma è comunque utile per diversificare le esportazioni.

Le preoccupazioni degli agricoltori

Su questa sponda dell’Oceano i più preoccupati sono gli agricoltori, a cui la Commissione Europea promette nuove garanzie. Il commissario UE Maros Sefcovic tiene a rassicurarli affermando di aver prestato attenzione alle loro istanze. Il bilancio UE 2028-2032 ha messo in conto 6,3 miliardi di euro a sostegno del comparto agricolo.

Il Governo italiano ha affermato che valuterà l’efficacia delle clausole di salvaguardia prima di ratificare l’accordo. Inoltre, esige il mantenimento dei controlli fitosanitari e la compensazione (la cosiddetta Unity Safety Net di 900 milioni di euro l’anno) per le filiere che fossero danneggiate dall’accordo con il Mercosur.

Come di consueto, le posizioni degli Stati membri non sono affatto allineate: la Francia, che era fermamente contraria all’accordo con il Mercosur, ha ammorbidito le sue posizioni; la Austri, Irlanda e Polonia restano contrarie; Germania e Spagna sono favorevoli perché ritengono che l’accordo permetterà di emanciparsi da Cina e Stati Uniti; Belgio e Olanda mantengono qualche riserva.

UE-Mercosur, un mercato di 700 milioni di consumatori

L’accordo con il Mercosur darà il via libera a uno spazio commerciale su cui gravitano 700 milioni di consumatori. La Commissione Europea ritiene che per l’export europeo dovrebbe tradursi in una crescita di circa il 39% l’anno, del valore di circa 49 miliardi di euro a sostegno di 440mila posti di lavoro.

La Commissione Europea prevede il monitoraggio semestrale delle importazioni di prodotti sensibili come carne bovina, pollame (per le quali sono previste delle quote) e zucchero e indagini rapide se i volumi o i prezzi crescono o calano oltre il 10%. Inoltre, si potranno sospendere le riduzioni tariffarie e ripristinare i dazi base fino a quattro anni e intervenire anche a livello di singoli Stati membri.

Secondo quanto afferma la Commissione Europea, l’accordo ridurrà i dazi del Mercosur sulle esportazioni UE, faciliterà gli investimenti delle imprese comunitarie e garantirà la stabilità delle catene di approvvigionamento.

Inoltre, dovrebbe bloccare la concorrenza sleale dei prodotti europei taroccati. Rimane invece qualche perplessità sul fatto che promuoverà la transizione verde e digitale.

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Gli standard ambientali, sanitari, sociali e di benessere animale

Al di là degli aspetti puramente commerciali, è anche sugli standard ambientali, sanitari, sociali e di benessere animale – quelli UE sono molto rigidi e tutelanti per i consumatori e i lavoratori – che si deve definire l’accordo con il Mercosur.

Non è tutto oro quello che riluce, obietta Confagricoltura che intende mantenere alta l’attenzione rispetto a decisioni che potrebbero penalizzare l’agricoltura, settore già colpito dalla situazione climatica e geopolitica a cui si sono aggiunti i dazi imposti da Trump.

Afferma infatti Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura: «Pur avendo potenziali vantaggi per alcuni settori, infatti, l’accordo è ancora penalizzante per importanti produzioni europee e italiane in termini di concorrenza e sicurezza alimentare.

Auspichiamo che ci siano spazi di miglioramento, soprattutto per i comparti più esposti: carni bovine, pollame, riso, mais e zucchero.

L’imprescindibile principio di reciprocità

La necessità di un principio di reciprocità che richieda ai produttori del Mercosur di rispettare gli stessi parametri ambientali, sanitari e sociali previsti per gli agricoltori europei è un elemento imprescindibile per le nostre imprese e il sistema agroalimentare, che non potrebbero competere con produttori esteri sottoposti a regole meno restrittive.

La sostenibilità del settore primario italiano ed europeo, sotto tutti i punti di vista, è frutto di un lungo processo di impegni e investimenti che non può essere minacciato da accordi commerciali con Paesi che oggi non rispettano questi standard».

Le garanzie annunciate dalla Commissione non sembrano al momento tutelare a sufficienza il nostro settore e l’eccellenza delle nostre produzioni».

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Sulla stessa lunghezza d’onda si trova anche Coldiretti e Filiera Italia: «L’accordo con il Mercosur deve essere vincolato a precise garanzie sul rispetto del principio di reciprocità degli standard produttivi e su controlli puntuali su tutti i prodotti agroalimentari che entrano in Europa, se non vogliamo mettere a rischio la salute dei consumatori e il futuro delle filiere agroalimentari.

Dalle clausole di salvaguardia alla sicurezza alimentare

La previsione di una clausola di salvaguardia è un passo in avanti, ma non è sufficiente a sostenere le imprese agricole e agroalimentari rispetto ai possibili contraccolpi dell’accordo, poiché non se ne prevede l’attivazione automatica che la renderebbe realmente efficace. Senza dimenticare che non possono esistere compensazioni adeguate rispetto al rischio di devastare il tessuto produttivo europeo.

Le stesse generiche rassicurazioni della Commissione sull’avvio di iniziative complementari, comprese valutazioni d’impatto sull’allineamento degli standard di produzione (fitofarmaci, benessere animale) per i prodotti importati devono trovare un’adeguata collocazione all’interno dell’accordo stesso».

Oltre alle preoccupazioni per i danni per le piccole e medie imprese agricole, si sollevano timori anche per la sicurezza alimentare: «Occorre garantire controlli sul 100% dei prodotti agroalimentari che entrano nei confini europei per assicurarne la sicurezza alimentare e il rispetto delle regole che valgono per i nostri produttori.

Nei Paesi sudamericani si fa largo uso di antibiotici e altre sostanze come promotori della crescita negli allevamenti, oltre all’utilizzo uso di pesticidi vietati da anni nell’UE.

Nei primi nove mesi del 2025 sono scoppiati 130 allarmi alimentari nei Paesi UE legati all’importazione di prodotti alimentari dal Mercosur, di cui oltre un terzo legati proprio alla carne».

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Il rischio concreto di una concorrenza sleale

Coldiretti e Filiera Italia avanzano anche un’altra obiezione di carattere economico: «È assolutamente inaccettabile l’idea di utilizzare i soldi della riserva di crisi della Politica Agricola Comune per “coprire” i potenziali danni economici causati dall’accordo alle filiere, usando in pratica i soldi degli agricoltori, anche alla luce degli inaccettabili tagli alla PAC annunciati dalla Commissione».

Perché, in sostanza, gli agricoltori sono contrari a questo accordo di libero scambio (per il quale sono anche scesi in piazza nei mesi scorsi)? Con l’azzeramento dei dazi, si rischia di inondare il mercato europeo di prodotti che fanno concorrenza sleale in quanto non rispettano gli standard UE. Va detto però che lo stesso rischio di prodotti non conformi si rischia anche con gli USA, notoriamente molto elastici su certi temi, soprattutto adesso.

Inoltre, c’è il timore che l’export una volta destinato agli USA venga dirottato verso l’UE.

Immagine generata da AI per Rinnovabili

L’agricoltura non è una preoccupazione prioritaria per l’UE

Negativa la posizione del Copa-Cogeca, l’associazione degli agricoltori europei, secondo la quale l’accordo approfondirà il divario tra le comunità agricole e la Commissione Europea. Inoltre, «la prospettiva di sottoporre alla ratifica del Parlamento Europeo e del Consiglio un accordo che non si è ancora evoluto nella sostanza, e attraverso una procedura che equivale a una pressione politica, è profondamente dannosa e invia un ulteriore segnale negativo all’inizio di questa nuova stagione politica.

Se confermata nei prossimi giorni, la presentazione dell’accordo UE-Mercosur si aggiungerebbe a una serie di annunci negativi fatti durante l’estate – dai tagli alla dotazione di bilancio agricola, all’indebolimento della dimensione comune della PAC, fino alle concessioni nell’ambito dell’accordo UE-USA – tutti elementi che dimostrano come l’agricoltura europea venga relegata al secondo livello delle priorità dell’Unione».

Le voci più aperturiste

All’interno del panorama agricolo ci sono anche posizioni non del tutto negative. Se il consorzio Italia del Gusto vede nell’accordo un’opportunità per rafforzare la presenza delle imprese italiane all’estero, per Federvini «è indispensabile che le misure di tutela siano concrete, rapide e realmente applicabili».

Anche i consorzi del Grana e del Parmigiano Reggiano ritengono di avere maggiori tutele e condizioni convenienti per l’export.

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Per l’Unione Italiana Vini l’accordo è un segnale di «apertura al libero mercato proprio in un periodo in cui sembrava se ne fossero perse le tracce».

L’accordo Mercosur è una scelta strategica

Soddisfatta senza alcun dubbio è Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea: «I nostri accordi con il Mercosur e il Messico rappresentano tappe importanti per il futuro economico dell’UE. Continuiamo a diversificare i nostri scambi commerciali, promuovere nuove partnership e creare nuove opportunità commerciali.

Le imprese e il settore agroalimentare dell’UE trarranno immediatamente vantaggio da dazi doganali e costi inferiori, contribuendo alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro. L’UE è già il più grande blocco commerciale al mondo e questi accordi consolideranno questa posizione».

E per il commissario UE Raffaele Fitto «il Mercosur è una scelta strategica, politica ed economica per rafforzare il ruolo dell’Europa nel mondo».

Il trattato deve essere ratificato dalla maggioranza qualificata degli Stati membri UE e poi dal Parlamento Europeo. Bruxelles spera di concludere l’iter entro fine anno.



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