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Normative ESG in California: nuovi obblighi di reporting su emissioni e rischi per le aziende


Il Golden State è una potenza economica. Secondo i dati 2025 del World Economic Outlook 2024, si posizione per prodotto interno lorodo al quarto posto nella classifica mondiale, dietro solo a Stati Uniti, Cina e Germania. Inoltre, la sua economia sta crescendo a un ritmo più rapido rispetto alle prime tre economie mondiali. Nel 2024, il tasso di crescita della California del 6% ha superato quello delle prime tre economie: Stati Uniti (5,3%), Cina (2,6%) e Germania (2,9%).

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Fonte: https://www.gov.ca.gov/2025/04/23/california-is-now-the-4th-largest-economy-in-the-world/

Con una popolazione in crescita e una spesa turistica che ha recentemente raggiunto livelli record, la California è lo Stato leader a livello nazionale per quanto riguarda la creazione di nuove imprese, l’accesso ai finanziamenti di capitale di rischio, la produzione manifatturiera, l’alta tecnologia e l’agricoltura.

Come riporta il sito ufficiale del Governatore Gavin Newsom (nella foto di copertina), lo Stato guida la crescita economica nazionale e versa al governo federale oltre 83 miliardi di dollari in più rispetto ai finanziamenti federali che riceve. La California è il principale produttore agricolo del Paese ed è anche il centro della produzione manifatturiera degli Stati Uniti, con oltre 36.000 aziende manifatturiere che danno lavoro a oltre 1,1 milioni di californiani.

Le aziende manifatturiere del Golden State hanno creato nuove industrie e fornito al mondo prodotti manifatturieri che spaziano dal settore aerospaziale, ai computer e all’elettronica e, più recentemente, ai veicoli a emissioni zero.

Pertanto, il Governatore non ha niente da perdere a mettersi di traverso a Trump su diverse questioni tra cui i dazi, e lo ha fatto, addirttura facendogli causa presso la corte federale contestando il suo uso dei poteri straordinari.

Foto dal sito https://www.gov.ca.gov/about/

“La California non sta solo tenendo il passo con il mondo, ma sta dettando il ritmo. La nostra economia è fiorente perché investiamo nelle persone, diamo priorità alla sostenibilità e crediamo nel potere dell’innovazione. E, mentre celebriamo questo successo, riconosciamo che i nostri progressi sono minacciati dalle sconsiderate politiche tariffarie dell’attuale amministrazione federale. L’economia della California è il motore della nazione e deve essere protetta”, ha detto il suo Governatore Gavin Newsom.

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Lo Stato punta sul successo a lungo termine e la sostenibilità è diventata centrale nelle politiche di crescita e anche di protezione dell’economia californiana, in particolare in ambito decarbonizzazione.

Crisi e rischi climatici in California

I rischi climatici in California sono qualcosa di molto concreto, adottare politiche in merito è quindi una questione non discutibile. Gli incendi sono sempre più frequenti e devastanti, la siccità estrema, ondate di calore, venti forti come quelli di Santa Ana. Negli ultimi decenni, sono aumentate del 172% le aree colpite dagli incendi, con conseguenze gravissime per persone, abitazioni, ambiente e aziende. Le politiche climatiche della California – a partire dal California Global Warming Solutions Act del 2006 – mirano a ridurre le emissioni di gas serra del 40% rispetto al 1990 entro il 2030, ma sono necessari sforzi maggiori per accelerare la decarbonizzazione e raggiungere gli obiettivi climatici. Pertanto, lo Stato ha adottato leggi sulla trasparenza climatica che obbligano molte aziende a rendicontare l’impatto e i rischi climatici.

Il Climate Accountability Package della California

Le leggi SB-261 e SB-253 – che hanno sollevato l’interesse anche del Nasdaq – sono parte del Climate Accountability Package della California, entrato in vigore nel 2023 e la cui timeline prevede le prime disclosure a partire dal 2025-2026.

Quali sono le disposizioni?

Con l’entrata in vigore di due nuove leggi – SB 253 e SB 261 – lo Stato impone obblighi stringenti di reporting climatico alle grandi aziende che operano nel suo territorio, indipendentemente da dove abbiano sede.

  • SB 253 (“Climate Corporate Data Accountability Act”) richiede alle aziende con ricavi superiori a 1 miliardo di dollari di rendicontare annualmente le proprie emissioni di gas serra (scope 1, 2 e soprattutto 3, lungo la supply chain).
  • SB 261 (“Climate-Related Financial Risk Act”) impone invece a imprese con ricavi superiori a 500 milioni di dollari di pubblicare report dettagliati sui rischi finanziari legati al cambiamento climatico, ispirandosi agli standard internazionali della TCFD (Task Force on Climate-related Financial Disclosures).

Queste norme entreranno in vigore tra il 2026 e il 2027 e si applicheranno a oltre 5.000 aziende.

Le sfide per le imprese: lo scoglio delle emissioni scope 3

Se rendicontare le emissioni dirette (scope 1) e quelle legate all’energia acquistata (scope 2) è relativamente più semplice, il vero nodo è rappresentato dalle emissioni scope 3, quelle indirette generate lungo tutta la supply chain.

Raccogliere dati affidabili dai fornitori – spesso piccole e medie imprese con competenze limitate in tema di sostenibilità – è un compito enorme, che anche in Europa è tema di dibattito. Inoltre, le aziende dovranno confrontarsi con standard già in vigore in altre aree del mondo, come la CSRD europea e i requisiti della SEC negli Stati Uniti, costruendo sistemi capaci di rispondere a normative diverse ma sempre più convergenti.

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Non solo obblighi: i rischi e le opportunità

Gli esperti d’oltreoceano – come sappiamo succede anche sul territorio europeo – sottolineano come sia importante una rendicontazione completa e precisa per evitare un boomerang reputazionale, alimentando accuse di greenwashing o contenziosi legali.

D’altro canto, chi saprà cogliere questa sfida avrà un vantaggio competitivo: la capacità di attrarre investitori sempre più attenti ai criteri ESG, rafforzare la fiducia dei consumatori e anticipare futuri obblighi normativi che, inevitabilmente, si estenderanno a livello nazionale e internazionale.

Sicuramente, la mossa della California è in netto contrasto con le politiche climatiche adottate durante l’amministrazione Trump a livello federale. Infatti Trump ha sempre mostrato avversità alle politiche climatiche e aveva promosso una riduzione delle normative ambientali, cancellando incentivi alle energie rinnovabili e rallentando gli obiettivi di riduzione delle emissioni (con conseguente aumento stimato di 7 miliardi di tonnellate di gas serra rispetto agli obiettivi previsti entro il 2030). La California invece ha rafforzato la sua posizione e rischia di contagiare altri Stati, creando uno standard de facto negli Stati Uniti. Inoltre, può avere effetti anche a livello globale e illuminare i tentennamenti europei dell’ultimo anno che hanno portato a qualche passo indietro sulla CSRD.





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