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Microcredito: dalla Palestina all’Africa, uno strumento di resilienza ed emancipazione


Banca Etica e Cresud, la finanza etica che guarda al mondo.

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  • Dal 1999 Cresud sviluppa progetti di microcredito nei Paesi del Sud del mondo.
  • In Ecuador sostiene il Buen Vivir con oltre 700.000 beneficiari raggiunti.
  • In Palestina opera al fianco di Acad e Reef Finance, restando attiva anche dopo il 7 ottobre.
  • Nei Balcani gestisce 15,5 milioni di euro a favore di realtà nate dopo i conflitti.
  • In Africa collabora con Caritas in 15 Paesi, con 5 milioni di euro già erogati.
  • Complessivamente Banca Etica ha mobilitato 20 milioni di euro, raggiungendo circa 3 milioni di beneficiari indiretti.

Microcredito internazionale, ovvero trasformare il credito in leva di emancipazione. Il microcredito è l’erogazione di piccoli prestiti a persone e comunità escluse dal sistema bancario tradizionale, con il fine di sostenere attività economiche di base e percorsi di autonomia.

Le disuguaglianze non conoscono frontiere e i bisogni di credito delle persone più fragili sono universali. Da questa consapevolezza nasce l’impegno internazionale di Banca Etica nella microfinanza etica, che negli ultimi venticinque anni ha sviluppato una rete di relazioni e strumenti finanziari capaci di incidere non solo dove la banca ha uffici, personale e filiali – cioè in Italia e in Spagna –, ma anche in America Latina, nei Balcani, in Medio Oriente e in Africa.

In questo percorso un ruolo centrale lo gioca Cresud, società partecipata a maggioranza da Banca Etica che dal 1999 si occupa di microcredito e cooperazione internazionale. Cresud nasce per accompagnare processi di sviluppo dal basso, portando credito e formazione a chi resta escluso dal sistema bancario. Non è filantropia, ma una precisa scelta politica ed etica che dimostra come il credito – che per la finanza etica è un diritto umano – possa diventare leva di emancipazione se guidato da criteri di giustizia sociale.

«La vocazione internazionale e la microfinanza sono nel DNA di Banca Etica» spiega Gabriele Giuglietti, Presidente di Cresud e Responsabile dell’Ufficio Sviluppo Internazionale di Banca Etica. «Una ricerca presentata in Parlamento nel 2014 mostrava che circa il 15% dei nostri primi finanziamenti era destinato a realtà della cooperazione internazionale e della microfinanza. Oggi Cresud è la struttura dedicata a questo lavoro e dal 2019 è entrata a far parte del Gruppo Banca Etica».

Negli anni Cresud ha sostenuto migliaia di microimprese, agricoltori, cooperative e famiglie, con un impatto che si misura non solo nell’accesso al credito ma anche nel rafforzamento del tessuto sociale ed economico. Un esempio emblematico è l’Ecuador, dove la collaborazione con il Bancodesarrollo, definito da Giuglietti «una sorta di banca etica latino-americana», ha permesso di raggiungere oltre 700.000 persone, soprattutto donne, grazie a progetti che uniscono credito e formazione.

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Una microimprenditrice ecuadoregna al mercato: grazie al microcredito internazionale ha potuto avviare la sua attività.

Questa modalità di lavoro – intreccio di credito, fiducia e accompagnamento – distingue Cresud da esperienze di microfinanza che hanno rischiato di trasformarsi in strumenti di indebitamento. Qui l’approccio è diverso: non vengono solo erogati prestiti, ma anche implementati processi di sviluppo comunitario, in linea con i valori della finanza etica.

Palestina: terra fertile per il microcredito internazionale

Negli ultimi anni Banca Etica ha scelto di operare anche in contesti particolarmente critici, come la Palestina. Qui la microfinanza diventa più che un semplice strumento economico: è un atto di resilienza, un modo per restituire fiducia a comunità che vivono in precarietà politica e sociale. Attraverso partner locali come ACAD Finance e Reef Finance sono stati sviluppati progetti di microcredito destinati a famiglie a basso reddito, cooperative rurali e imprese femminili. Piccoli prestiti capaci di fare la differenza.

«Lavoriamo in Palestina dal 2007 – racconta Giuglietti –, all’inizio attraverso un accordo con la ong Parc e poi con il credito erogato a Reef e Acad, di cui siamo diventati soci. Dal 2022 siamo impegnati in un progetto promosso dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) con Oxfam Italia per rafforzare la capacità di risposta creditizia in area rurale e a Gaza».

«L’assalto di Hamas del 7 ottobre 2023 e la successiva risposta militare di Israele, che ha provocato decine di migliaia di sfollati e vittime civili a Gaza, hanno cambiato radicalmente la situazione. Banca Etica e Cresud hanno però scelto di restare al fianco dei partner locali, azzerando la loro esposizione creditizia e attivando donazioni straordinarie. Abbiamo deciso di sostenere Reef e Acad anche con contributi diretti, così da permettere a queste istituzioni di continuare a essere al servizio delle donne e dei piccoli imprenditori in un momento drammatico», aggiunge Giuglietti.

Persone in attesa e donne allo sportello di un istituto di microfinanza in Africa, partner dei progetti di microcredito internazionale di Banca Etica e Cresud.
Uno sportello di microfinanza in Africa: attraverso la collaborazione con reti locali, Banca Etica e Cresud sostengono l’accesso al credito comunitario.

In un territorio attraversato da conflitti e restrizioni, la microfinanza non è solo supporto economico ma anche spazio di libertà. Offrire credito a chi non ha accesso al sistema bancario significa permettere a singole persone e intere famiglie di restare radicate alla propria terra e di immaginare un futuro nonostante le difficoltà.

Balcani e Africa: le reti del microcredito internazionale

Se in America Latina e Palestina la microfinanza ha significato sostegno diretto alle comunità, nei Balcani e in Africa Banca Etica ha scelto di lavorare dentro reti internazionali già consolidate. «Il portafoglio crediti nei Balcani è di 15,5 milioni di euro distribuiti tra Bosnia, Serbia, Kosovo ed Albania. Si tratta di finanziamenti a realtà di microfinanza nate subito dopo la guerra, che assistono tramite assistenza tecnica e credito le persone in area rurale, in prevalenza donne, che non avrebbero accesso al credito bancario», spiega Giuglietti.

L’impegno prosegue anche in Africa, dove il gruppo lavora a stretto contatto con partner religiosi e sociali. «In Africa stiamo seguendo, congiuntamente con Caritas Africa, le Caritas Nazionali e Caritas Italiana, un programma di formazione e credito in 15 Paesi, finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana, a cui affianchiamo la concessione di linee di credito. Abbiamo erogato circa 5 milioni di euro». Negli ultimi anni il Gruppo Banca Etica ha erogato circa 20 milioni di euro a favore di iniziative di microfinanza nel mondo.

Grazie a partnership con fondi come CoopEst e CoopMed e con realtà come Sidi, Oikocredit, Alterfin o Cordaid, l’impatto indiretto ha raggiunto circa 3 milioni di beneficiari. Si tratta soprattutto di un impatto indiretto: non trasferire risorse dall’Europa al Sud del mondo, ma rafforzare istituzioni locali che costruiscono economie sostenibili nei propri territori. Questi numeri mostrano la scala di un lavoro che va oltre il singolo progetto: costruire un’infrastruttura globale di microfinanza etica, capace di connettere territori diversi ma accomunati dalla stessa fragilità e dal desiderio di sviluppo.

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onne al lavoro in un laboratorio artigianale in Ecuador, sostenute da progetti di microcredito internazionale promossi da Banca Etica e Cresud.
Un gruppo di donne in Ecuador lavora grazie al microcredito internazionale che ha permesso l’acquisto di macchinari e materiali.

Sfide e futuro della microfinanza etica

La microfinanza non è un settore statico: deve confrontarsi con questioni sempre più complesse come povertà, crisi climatica e digitalizzazione. «Sono tutte queste le sfide più importanti da sostenere» sottolinea Giuglietti . «Viviamo in un mondo tremendamente instabile e se pensiamo che a livello globale la microfinanza vale quasi 250 miliardi di dollari possiamo immaginare quanti imprenditori e imprenditrici restano ancora oggi esclusi dal credito».

Per rispondere a questi bisogni e rafforzare le reti di cooperazione, a ottobre il Gruppo Banca Etica parteciperà a Nairobi alla conferenza organizzata dal Microfinance African Institutions Network (MAIN) nell’ambito della Settimana della finanza inclusiva africana (SAM 2025). Sarà un momento cruciale di confronto tra operatori africani e partner internazionali. «La disponibilità della banca è quella di fare di più e meglio, sempre insieme alle reti di microfinanza e agli investitori sociali europei con cui siamo soci e partner», spiega Giuglietti. «Un proverbio africano riassume bene il senso di questo percorso: se vuoi andare veloce, vai da solo; se vuoi andare lontano, vai insieme agli altri».

Guardando oltre Nairobi, il discorso si fa personale. «A livello personale significa cercare di lasciare questo mondo un po’ meglio di come lo abbiamo trovato, attraverso un uso consapevole del denaro che aiuti a crescere e ad affrancarsi dalla povertà, e non punti alla speculazione. Oggi sento questa come una missione che porto avanti con colleghi, socie e soci, partner nazionali e internazionali. Professionalmente è una sfida che si rinnova ogni giorno», conclude Giuglietti.

Microfinanza nel DNA di Banca Etica

Fin dalla nascita, Banca Etica ha incluso la cooperazione internazionale tra i suoi pilastri, dando vita a Cresud per operare nei contesti più fragili.

Palestina, credito come speranza

Dal 2007 la banca sostiene Acad e Reef Finance. Dopo il 7 ottobre ha azzerato i crediti e attivato donazioni straordinarie per restare al fianco delle comunità.

Reti nei Balcani e in Africa

15,5 milioni di euro gestiti nei Balcani e 5 milioni in Africa: il lavoro con istituzioni locali e Caritas costruisce economie sostenibili dal basso.

Le sfide di oggi e di domani

Povertà, crisi climatica e digitalizzazione sono le sfide centrali. A Nairobi, alla conferenza MAIN/SAM 2025, Banca Etica rilancerà il suo impegno internazionale.

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