l dibattito sul ponte sullo Stretto di Messina torna prepotentemente al centro dell’attenzione dopo le recenti decisioni politiche e finanziarie che hanno dato il via libero definitivo al progetto. Esperti e osservatori sottolineano come questa infrastruttura, più che un’opera ingegneristica, rappresenti un simbolo di sviluppo, crescita economica e integrazione territoriale per Sicilia e Calabria.
Da decenni il Mezzogiorno soffre di isolamento infrastrutturale, che limita non solo la mobilità delle persone ma anche la competitività delle imprese locali sui mercati nazionali e internazionali. Collegare la Sicilia al continente con un ponte stabile significa abbattere questa barriera geografica, creando un corridoio logistico efficiente e rapido, capace di stimolare investimenti e nuove opportunità di lavoro.
Per approfondire potenzialità, novità e sfide di questo rilancio del progetto abbiamo incontrato il Dottor Gregorio Scribano, pioniere del giornalismo partecipativo in Italia e attento osservatore della vita politica ed economica del nostro paese.
Dottor Scribano, in seguito agli ultimi annunci governativi e al via libera al piano finanziario, quali sono i principali vantaggi che vede nel ponte sullo Stretto?
«Il progetto oggi è divenuto realtà e questo rappresenta un’occasione straordinaria per il Mezzogiorno. Superare l’isolamento geografico e infrastrutturale della Sicilia e della Calabria non è più un sogno, ma una concreta prospettiva. La riduzione dei tempi di viaggio, con un collegamento stabile e veloce, faciliterà il commercio, il turismo e gli scambi culturali, ingredienti essenziali per rilanciare l’economia locale.»
Che impatto prevede per le imprese e l’economia del territorio?
«Le imprese beneficeranno di una rete logistica molto più efficiente, con costi di trasporto ridotti e maggiore tempestività nelle consegne. Questo rafforzerà la competitività sui mercati nazionali e internazionali. Inoltre, l’approvazione del progetto ha già generato effetti positivi: sono stati stanziati fondi per la riqualificazione delle infrastrutture connesse, e si stimano migliaia di nuovi posti di lavoro durante la costruzione e in seguito nei settori della logistica, del turismo e dei servizi.»
Dal punto di vista dei cittadini, come cambierà la vita quotidiana?
«Per i cittadini significa accesso più rapido e semplice a servizi essenziali come sanità, istruzione e lavoro, soprattutto per chi vive nelle zone più isolate. La mobilità quotidiana sarà facilitata, contribuendo anche a rafforzare gli scambi culturali e sociali, riducendo così il senso di isolamento che pesa su molte comunità del Mezzogiorno.»
Sostenibilità ambientale e tutela del territorio restano temi cruciali. Qual è la sua posizione?
«Con le recenti decisioni, il governo ha confermato l’impegno a realizzare il progetto rispettando l’ambiente. Lo Stretto di Messina ospita ecosistemi fragili e di grande valore, perciò sarà fondamentale adottare tecnologie innovative per minimizzare l’impatto ambientale. La trasparenza e il dialogo con le comunità e gli esperti saranno centrali per garantire un equilibrio tra sviluppo e tutela del patrimonio naturale.»
Ci sono ancora resistenze politiche o sociali da superare?
«Sì, come in ogni grande opera. Ma ora, con un piano finanziario definito e investimenti già programmati per infrastrutture complementari, possiamo lavorare a un percorso partecipativo più concreto. Il coinvolgimento delle comunità locali e la trasparenza saranno la chiave per superare diffidenze e creare consenso.»
Il ponte sullo Stretto sarà uno dei ponti sospesi più lunghi al mondo, e la sua posizione in area sismica rappresenta una sfida tecnologica. Cosa ne pensa?
«È proprio questa la sfida: con circa 3,3 chilometri di lunghezza e una zona altamente sismica, il progetto richiede soluzioni ingegneristiche all’avanguardia per sicurezza e durata. La contemporanea integrazione di traffico ferroviario e veicolare rende l’opera un modello tecnologico di eccellenza.»
Alcuni critici sottolineano che mancano ancora infrastrutture adeguate in Sicilia e Calabria per supportare un’opera così grande. Come risponde?
«Questa è una critica legittima, ma non deve essere una scusa per osteggiare la realizzazione del ponte. Anzi, il progetto deve essere il motore per un rilancio infrastrutturale complessivo: occorrono investimenti coordinati nelle reti stradali, ferroviarie e logistiche. Il recente stanziamento di fondi europei e nazionali per l’ammodernamento di queste reti è un segnale importante in questo senso. Rinunciare significherebbe perpetuare il circolo vizioso dell’isolamento e della marginalità.»
Molti si preoccupano per gli espropri e l’impatto sulle comunità locali. Cosa dice agli abitanti delle zone interessate?
«Comprendo le preoccupazioni, che sono assolutamente legittime. Per questo, il governo si è impegnato a garantire indennizzi ai massimi livelli economici per tutte le proprietà private che saranno espropriate, assicurando anche un dialogo costante con le comunità. Ogni intervento sarà fatto con il massimo rispetto dei diritti dei cittadini e cercando di limitare gli impatti sociali. Parallelamente, l’attenzione all’ambiente sarà massima, con misure precise per salvaguardare il territorio.»
Le opposizioni stanno criticando aspramente il governo per aver destinato fondi al ponte sullo Stretto invece che a settori in grave sofferenza come la sanità pubblica. Cosa ne pensa?
«Capisco bene le preoccupazioni riguardo alla sanità e ad altri servizi pubblici fondamentali, che meritano sicuramente attenzione e risorse. Tuttavia, investire in infrastrutture strategiche come il ponte non significa togliere fondi alla sanità, ma piuttosto puntare a uno sviluppo più ampio e duraturo del territorio.
Un ponte efficiente può stimolare la crescita economica, creare posti di lavoro e aumentare le entrate fiscali nel lungo periodo, contribuendo così anche a finanziare meglio tutti gli altri servizi pubblici. È un investimento che può dare una spinta positiva all’intera economia del Mezzogiorno, con ricadute che alla fine potranno migliorare anche la qualità della sanità e di altri settori.»
Per concludere, quale messaggio vorrebbe lasciare ai lettori?
«Il ponte sullo Stretto non è solo un’opera infrastrutturale: è un simbolo di speranza, crescita e coesione per un Mezzogiorno che vuole riscattarsi e guardare al futuro con fiducia. Ora che il progetto è finalmente avviato con concretezza, tocca a tutti noi sostenerlo con responsabilità, perché rappresenta un’opportunità storica da non sprecare.
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