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Chiusura in Italia per Stellantis, parla il ministro Urso: come stanno le cose


Nel contesto attuale di forte trasformazione del settore automobilistico, arrivano importanti rassicurazioni sul futuro di Stellantis.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha fornito chiarimenti decisivi riguardo alla stabilità produttiva degli stabilimenti italiani del gruppo, sottolineando l’assenza di qualsiasi progetto di chiusura e confermando un piano di investimenti corposo e condiviso con le associazioni di categoria.

Durante un incontro cruciale con l’amministratore delegato di Stellantis, Antonio Filosa, e i rappresentanti dell’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), il ministro Urso ha voluto dissipare ogni incertezza riguardo al destino degli impianti produttivi nel nostro Paese. Con un messaggio forte, il ministro ha dichiarato: “A differenza di quanto avviene in Germania e in altri Paesi europei, in Italia resteranno operativi tutti gli stabilimenti del gruppo.” Questa affermazione assume un peso particolare in un momento caratterizzato da tensioni nel comparto automotive, segnato da un uso esteso degli ammortizzatori sociali e da profonde trasformazioni legate alla transizione ecologica.

Il governo Meloni, con Urso alla guida del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, conferma così la propria determinazione a tutelare non solo l’occupazione, ma anche le competenze e la filiera nazionale che ruota attorno a Stellantis, uno dei principali giganti dell’industria automobilistica italiana e globale. La presenza di Stellantis in Italia, infatti, rappresenta un pilastro fondamentale per l’intero comparto, grazie anche all’indotto di aziende della componentistica che da questa dipendono.

Investimenti massicci per il rilancio industriale italiano

Al centro della conferma sulla solidità del gruppo nel nostro Paese c’è il Piano Italia, un programma di investimenti per l’anno 2024 che consacra un impegno economico senza precedenti. Stellantis ha annunciato un investimento diretto pari a 2 miliardi di euro, affiancato da ulteriori 6 miliardi di euro in commesse rivolte alle aziende italiane della componentistica. Una cifra imponente, che punta a rafforzare la filiera produttiva, promuovere l’innovazione tecnologica e sostenere la crescita economica nel settore automotive nazionale.

La distribuzione di questi investimenti vede un coinvolgimento strategico di ogni sito produttivo italiano. Lo stabilimento di Pomigliano ospiterà la nuova piattaforma Stla-Small, destinata alla produzione di modelli di nuova generazione. A Mirafiori si conferma l’impegno sulla storica Fiat 500 ibrida, simbolo della capacità di coniugare innovazione tecnologica e tradizione italiana. Lo stabilimento di Melfi si prepara a produrre sette nuovi modelli, consolidando la sua importanza nella strategia globale del gruppo, mentre Modena sarà focalizzata sulla produzione di veicoli di alta gamma, a vantaggio del posizionamento premium del made in Italy nel mercato mondiale.

Lo stabilimento di Cassino rappresenta un altro tassello fondamentale, con l’arrivo di tre nuovi modelli Alfa Romeo, marchio storico e simbolo di eccellenza italiana. Infine, Atessa sarà interessata da un profondo rinnovamento attraverso la produzione della nuova versione del Large Van, veicolo chiave per la mobilità commerciale del domani.

Oltre agli investimenti diretti, il governo continua a mantenere alta l’attenzione sul comparto attraverso il Tavolo Automotive, un organismo di confronto permanente che coinvolge istituzioni, imprese e parti sociali. Il prossimo appuntamento, previsto per ottobre 2025, vedrà la presentazione di nuove iniziative a sostegno della filiera italiana dell’auto. Tra queste, sono attesi accordi per l’innovazione tecnologica, mini-contratti di sviluppo e un nuovo credito d’imposta dedicato alle aziende che investono in processi produttivi sostenibili e in tecnologie all’avanguardia.

Il ministro Urso, in carica dal 22 ottobre 2022 nel governo guidato da Giorgia Meloni, porta con sé una lunga esperienza politica e istituzionale, maturata anche nei ruoli di viceministro e deputato. Il suo impegno attuale testimonia la volontà di garantire stabilità e competitività all’industria automobilistica italiana, valorizzando il capitale umano e tecnologico nazionale.

Stellantis, una multinazionale con radici italiane e prospettive globali

Nata ufficialmente il 16 gennaio 2021 dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e il gruppo francese PSA, Stellantis è oggi una delle principali multinazionali del settore automotive a livello mondiale. Con sede legale ad Amsterdam e operativa in 29 Paesi, conta oltre 248 mila dipendenti e un fatturato di quasi 157 miliardi di euro nel 2024.

Il gruppo controlla 14 marchi storici, tra cui Abarth, Alfa Romeo, Fiat, Lancia, Maserati, Jeep e Peugeot, con una produzione che spazia da veicoli di massa a modelli premium e veicoli commerciali. Il suo logo, scelto per evocare il significato latino di “illuminato di stelle”, rappresenta simbolicamente l’ambizione di eccellenza e innovazione che guida la sua strategia.

La presenza di Stellantis in Italia non è solo un fatto industriale, ma un elemento chiave per l’ecosistema economico e occupazionale del Paese. Gli investimenti confermati e la collaborazione con il governo e le associazioni di categoria aprono la strada a un futuro di rilancio e sviluppo, in un momento in cui la mobilità sostenibile e la digitalizzazione rappresentano sfide e opportunità decisive per il settore automobilistico italiano e internazionale.

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