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Zes, il piano di Unimpresa per far ripartire le aree interne


ZES l’ora delle scelte. Unimpresa Irpinia Sannio mette sul tavolo il piano per far ripartire le aree interne. Un dossier operativo al MIMIT con tempi certi, sportelli territoriali, piattaforma digitale, osservatorio pubblico e un pacchetto integrato di incentivi per investimenti 4.0 e lavoro stabile

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Avellino e Benevento alzano la voce e lo fanno con un documento che punta a trasformare la Zona Economica Speciale in un fatto concreto. Unimpresa Irpinia Sannio ha presentato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy un dossier che indica la rotta per rendere la ZES un moltiplicatore di investimenti e occupazione qualificata. L’obiettivo è semplice da leggere e complesso da mancare. Più imprese insediate entro un anno. Cinquecento nuovi posti di lavoro qualificato. Tempi istruttori più corti. Un aumento del fatturato aggregato delle piccole e medie imprese che rimetta in moto la fiducia.

Il presidente dell’associazione Ignazio Catauro, non usa giri di parole. “La ZES non può restare un titolo di legge. Servono tempi certi, regole semplici e strumenti operativi. Chiediamo al Ministero un cronoprogramma a 180 giorni e mettiamo a disposizione le nostre strutture territoriale. Sportelli, piattaforma, osservatorio, accompagnamento alle MPMI.” A fargli eco è il vicepresidente Libero Sica, responsabile ZES per Unimpresa Aree Interne. “Il pacchetto integrato tiene insieme credito d’imposta ZES, Transizione 5.0 e decontribuzione delle assunzioni nelle aree ZES. È una leva tripla che riduce il costo degli investimenti, accelera la trasformazione digitale e green e rende sostenibili le assunzioni a tempo indeterminato nelle filiere strategiche.”

Il cuore del dossier è nella semplicità che spesso manca. L’Autorizzazione Unica deve arrivare in 60 giorni per i progetti conformi, con una pre-valutazione obbligatoria negli sportelli territoriali, conferenze dei servizi telematiche a scadenze perentorie, modulistica standard e piena interoperabilità con le banche dati pubbliche. Basta duplicazioni, basta carte ripetute. “Semplificare significa sbloccare cantieri, dare ossigeno agli investimenti, trattenere chi vuole crescere in Irpinia e nel Sannio”.

La spinta ai capitali passa dall’uso pieno del credito d’imposta ZES e dal raccordo con Transizione 5.0. Il primo consente di coprire capannoni, impianti e linee produttive. Il secondo sostiene tecnologie digitali e green, dall’IoT ai sistemi di efficienza energetica, dal fotovoltaico ai software per la gestione di processo. In pratica, un’impresa che sceglie Pianodardine o Ponte Valentino, Valle Ufita o Valle Telesina, riduce i costi di ingresso e insieme modernizza i propri cicli, allineandosi agli standard europei. A supporto, sportelli informativi unici, linee di credito ponte con garanzia pubblica e premialità per i progetti 4.0 e circolari.

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L’ecosistema è il passo che distingue i programmi che funzionano dalle buone intenzioni. Quattro sportelli unici ZES nei luoghi che contano, Avellino a Pianodardine e Valle Ufita, Benevento a Ponte Valentino e Telese Terme, integrati con lo sportello digitale nazionale. Una piattaforma che non sia una vetrina ma un attrezzo di lavoro. Bacheca bandi aggiornata, calcolatore di cumulabilità tra ZES, 5.0 e incentivi al lavoro, mappa dei lotti disponibili e dei capannoni dismessi da rimettere in pista, helpdesk per risposte in tempi rapidi. E soprattutto un osservatorio permanente Irpinia Sannio che pubblichi ogni tre mesi dati su tempi delle pratiche, investimenti attivati, posti creati e colli di bottiglia. Trasparenza come regola, non come eccezione.

Il dossier non dimentica chi fa fatica ad accedere agli incentivi. Il tessuto produttivo locale vive di microimprese e piccole aziende. Per questo si propone una corsia dedicata con soglie ridotte, modulistica leggera, tutoraggio operativo, sportelli mobili nei borghi e corridoi veloci per i progetti sotto il milione di euro. Trenta/quarantacinque giorni per chiudere l’iter quando i requisiti sono chiari. Silenzio assenso qualificato quando gli enti non rispondono. L’inclusione delle MPMI non è un capitolo a margine ma la condizione per allargare la platea dei beneficiari e far circolare l’innovazione lungo tutta la filiera, dalla concia di Solofra alla meccanica di Valle Ufita, dall’agroalimentare del Sannio all’artigianato di qualità.

Il lavoro qualificato è la cartina di tornasole. L’esonero contributivo nelle ZES fino a seicentocinquanta euro al mese per due anni può tagliare il costo del lavoro e sostenere assunzioni stabili. Il collegamento con le Università del Sannio e di Salerno, con gli ITS campani consente di intercettare laureati e tecnici, profili STEM e competenze intermedie. Il dossier chiede stabilità dei rapporti, percorsi di crescita interna, formazione continua. Obiettivo indicato nero su bianco. Cinquecento nuovi posti qualificati entro dodici mesi.

La tabella di marcia è essenziale e misurabile. Entro novanta giorni l’approvazione del pacchetto da parte del Ministero. Entro centoventi giorni l’apertura degli sportelli e il lancio della piattaforma. Entro i successivi novanta giorni le prime istruttorie e le prime liquidazioni. Entro centoventi giorni la riunione di avvio dell’osservatorio e la pubblicazione del primo report. Ogni passaggio è collegato a responsabilità chiare e a un sistema di escalation verso la Struttura di Missione nazionale in caso di ritardi.

Il documento mette in fila anche i rischi e le cure. Ritardi multi ente da evitare con pre-istruttoria e checklist condivise. Scarsa conoscenza degli strumenti da colmare con una campagna ZES istruzioni per competere, tutorial e webinar. Difficoltà nella cumulabilità degli incentivi da gestire con linee guida ufficiali e un tool di calcolo sulla piattaforma. Digital divide da affrontare con sportelli itineranti. Offerta immobiliare limitata da superare con una vetrina dei lotti e con premialità per il recupero dei brownfield.

Le richieste al Ministero sono nette. Via libera al pacchetto e al protocollo con Regione, Unimpresa e le altre associazioni che vorranno essere coinvolte, per riconoscere gli sportelli territoriali come front office integrati. Chiarimenti ufficiali sulla combinazione tra credito ZES e Transizione 5.0. Accesso ai dati per alimentare l’osservatorio. Un tavolo tecnico bimestrale con poteri reali di intervento.

“La ZES unica è attiva e gli strumenti ci sono. – dichiara il responsabile ZES Unimpresa Libero Sica – L’Irpinia e il Sannio hanno filiere già riconoscibili e un potenziale che aspetta di essere messo in valore. Vini di prestigio e agroalimentare, concia e manifattura leggera, meccatronica e servizi energetici, patrimonio turistico e culturale troppo spesso ai margini dei flussi principali. La proposta di Unimpresa è puntare su semplicità amministrativa, capitali orientati all’innovazione, servizi vicini alle imprese e lavoro qualificato”, aggiunge il vice presidente Sica.

Il presidente Ignazio Catauro chiude con una chiamata alla responsabilità: “Le imprese sono pronte. Unimpresa è pronta. Ora servono decisioni rapide per dare certezze a chi investe e prospettive a chi vuole restare o tornare.” Libero Sica rilancia sulla misurabilità: “Date precise, strumenti pratici, risultati pubblici. La ZES può diventare il nostro vantaggio competitivo se smettiamo di perdere tempo e iniziamo a contarne gli effetti sul territorio.”

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Comunicato Stampa



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