Microcredito

per le aziende

 

Xi, Putin, Modi e il nuovo ordine globale 


In un mondo che attraversa turbolenze e cambiamenti, è tempo che il Sud globale contribuisca alla nascita di un nuovo ordine multilaterale. È il messaggio, forte e chiaro, inviato dalla città portuale di Tianjin, a sud di Pechino, dove il presidente cinese Xi Jinping ha accolto i Capi di Stato di Russia, India, Pakistan, Iran e altri 22 Paesi non occidentali in occasione del 25esimo vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO). Nel suo discorso alla plenaria Xi ha criticato il “comportamento prepotente” di altri paesi e, pur senza nominare Donald Trump, ha esortato i partecipanti a opporsi alla “mentalità da guerra fredda”, per costruire un nuovo modello più giusto di “vero multilateralismo”. Il leader cinese ha sollecitato una maggiore cooperazione per incrementare il commercio e gli investimenti, e ha affermato che Pechino fornirà 2 miliardi di yuan (circa 280 milioni di dollari) di aiuti a fondo perduto agli stati membri quest’anno e ulteriori 10 miliardi di yuan di prestiti a una banca di sviluppo SCO nei prossimi 3 anni. Si tratta di un impegno rilevante, accompagnato da una diversa interpretazione dei fatti attuali e della storia. Per questo, nel comunicato finale, l’Organizzazione chiede alla comunità internazionale di sostenere una prospettiva “corretta” sulla Seconda guerra mondiale, evidenziando il ruolo della Cina accanto a quello dell’Unione Sovietica, nella sconfitta di Giappone e Germania. Significativo anche il fatto che molti dei capi di Stato presenti al vertice, conclusosi formalmente ieri, resteranno a Pechino domani per assistere alla parata militare per gli 80 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, a cui participerà anche il leader nordcoreano Kim Jong-un

Aste immobiliari

l’occasione giusta per il tuo investimento.

 

Putin non è affatto isolato? 

Il vertice ha offerto a Vladimir Putin un palcoscenico ideale. Durante il suo discorso, il presidente russo ha difeso la decisione di invadere l’Ucraina su vasta scala all’inizio del 2022, sostenendo che il conflitto fosse “il risultato di un colpo di stato a Kiev, sostenuto e provocato dall’Occidente, in riferimento alle sanguinose proteste di Euromaidan del 2014, che si sono concluse con la destituzione del presidente alleato del Cremlino Viktor Yanukovych. “La seconda causa della crisi sono i continui tentativi dell’Occidente di trascinare l’Ucraina nella NATO” ha aggiunto Putin. Già passato il presidente russo aveva lanciato accuse analoghe senza fornire prove, ma il contesto odierno è differente: a tre anni e mezzo dall’inizio del conflitto Putin non è affatto isolato sulla scena internazionale. Anzi, in qualità di ospite d’onore ad un vertice a cui erano presenti decine di leader mondiali, ha colto l’occasione di ribadire la sua narrativa sulla guerra, nel plauso generale. Intanto, l’ultimatum di Washington a Mosca per i negoziati con Kiev era scaduto senza alcuna conseguenza. A Tianjin, inoltre, Mosca e Pechino hanno firmato un accordo per la costruzione del gasdotto Power of Siberia 2, un progetto che potrebbe rimodellare i flussi energetici globali. Tuttavia – secondo il Financial Times – il documento definisce solo i termini generali, senza fornire dettagli sui prezzi, per anni il principale ostacolo nei negoziati.  

Trump spinge Modi verso Xi? 

Oltre a Vladimir Putin, tra i partecipanti più attesi alla SCO figuravano anche il Primo Ministro indiano Narendra Modi e il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Si è parlato molto della visita di Modi in Cina – la prima in sette anni – proprio perché avvenuta mentre i rapporti tra India e Washington sprofondano, dopo che Trump ha raddoppiato i dazi sulle esportazioni indiane al 50%, citando il rifiuto di Delhi di interrompere gli acquisti di petrolio russo. “India e Russia hanno una partnership privilegiata” ha sentenziato Modi nel suo intervento e, con buona pace del consigliere di Trump, Peter Navarro, che aveva definito il conflitto in Ucraina “la guerra di Modi” e l’India “la lavanderia del Cremlino”, ha invitato Putin in India il prossimo dicembre. Anche sul fronte indo-cinese, segnato da una lunga disputa sul confine himalayano, controversie commerciali e dal sostegno della Cina al Pakistan, Tianjin ha inviato inequivocabili segnali di disgelo. Secondo quanto riportato dai media statali, Xi ha affermato che i legami con New Dehli potrebbero essere “stabili e di vasta portata” se entrambi si concentrassero sul considerarsi reciprocamente come partner anziché come rivali. Nel corso del vertice Xi, Putin e Modi sono stati visti più volte chiacchierare, affiancati dai loro interpreti ufficiali. Un’immagine potente che segna la fine di decenni di sforzi diplomatici volti a fare dell’India un contrappeso strategico all’ascesa cinese. 

 Europa, alleato o ostaggio? 

Mentre il Washington Consensus scricchiola sotto i colpi della politica trumpiana, Pechino ha abilmente sfruttato la due giorni per presentarsi come pilastro di una governance globale alternativa. “Lo spirito di Tianjin”, come l’ha definito Xi Jinping, rappresenta circa metà dell’economia globale, 25 Paesi membri e il 40% della popolazione mondiale. Il momento appare propizio: la Cina prova a raccogliere consenso mentre Trump porta acqua al suo mulino; la guerra dei dazi voluta dal tycoon ha colpito mezzo mondo, partner e non, inimicandosi potenziali alleati nella partita contro Pechino. Da migliaia di chilometri di distanza, l’Europa, ostaggio della propria dipendenza dagli Stati Uniti a causa della guerra alle porte, ha seguito il vertice di Tianjin con timore. Gli europei sembrano aver perso la capacità di incarnare una “terza via” da contrapporre al mondo di Trump e a quello caldeggiato dal triumvirato di altrettante potenze nucleari che possono contare, rispettivamente, sul secondo, terzo e quarto esercito più grande del mondo. I sorrisi e le strette di mano a favore di telecamere hanno fornito un messaggio potente: dal caos nutrito da Donald Trump emergerà un nuovo ordine di cui l’Occidente rischia di essere solo spettatore.  

Il commento  

Di Filippo Fasulo, Co-Head, Osservatorio Geoeconomia ISPI

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

“Le regole del mondo non sono più un affare esclusivo del blocco transatlantico e, a differenza del passato, gli “altri” alla volontà politica possono affiancare il peso economico. È questo il senso dei grandi proclami emersi dal Summit Sco ospitato dalla Cina di Xi Jinping a Tianjin. Inoltre, la Cina padrone di casa punta a legittimare il suo ruolo di vero interprete di un ordine che non sia egemonico (con gli Usa al centro), ma fondato su un meccanismo egualitario in termini di peso internazionale (sul modello delle Nazioni Unite), grazie alla rivalutazione del suo contributo alla guerra contri i “fascismi” della Seconda guerra mondiale. L’India di Modi partecipa in prima fila nel proclamare la propria indipendenza in politica estera dagli Usa di Trump mostrando uno stretto rapporto con Putin e distendendo le tensioni con Pechino. Tuttavia, questo blocco deve ancora dimostrare di ottenere risultati concreti e il riavvicinamento tra il Dragone e l’Elefante non nasconde del tutto una diffidenza tra India e Cina che è strutturale e non può essere risolta con un solo incontro.”



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Aste immobiliari

 il tuo prossimo grande affare ti aspetta!