La proposta, lanciata dall’associazione Concretamente con il Presidente Fabio Lunghi e con Roberto Andreoli, non è frutto di improvvisazione ma nasce da un percorso lungo radicato in competenze, analisi territoriali). Un ruolo cruciale potrà averlo altresì la Banca Europea per gli Investimenti.
Una visione condivisa per trasformare la regione di confine in un laboratorio d’eccellenza per finanza, innovazione, legalità e sviluppo sostenibile. In un’epoca di transizioni rapide e sfide globali, l’area tra Varese, Como e Canton Ticino si propone come cerniera, non più barriera, laboratorio di “utili differenze” e valore condiviso. È qui prende forma un progetto ambizioso, evoluto nel tempo e rafforzato da una visione sistemica un bond transfrontaliero, capace di finanziare infrastrutture, promuovere innovazione e costruire un ecosistema imprenditoriale virtuoso. La proposta, lanciata dall’associazione Concretamente con il Presidente Fabio Lunghi e con Roberto Andreoli, non è frutto di improvvisazione ma nasce da un percorso lungo radicato in competenze, analisi territoriali). Un ruolo cruciale potrà averlo altresì la Banca Europea per gli Investimenti, per rendere questo territorio modello replicabile in Europa.
Il Bond transfrontaliero: da visione a leva concreta per lo sviluppo
Collocato nell’ambito Interreg, il bond risponde a due esigenze: raccogliere risorse “a monte” e creare fiducia tra finanza pubblica, privata e istituzioni. «Il bond – spiegano Lunghi e Andreoli – è solo il primo tassello. Si tratta di uno strumento simbolico e operativo che consente di innescare investimenti strutturali, abilitando partnership pubblico-private, strumenti di private equity e sinergie con la Banca Europea per gli Investimenti e il Fondo Europeo per gli Investimenti». Il progetto prevede infatti il coinvolgimento di una molteplicità di soggetti: autorità italiane e svizzere, istituzioni locali e centrali, università, imprese, enti di ricerca e, non da ultimo, la società civile. La sfida è armonizzare norme e fiscalità, costruendo una governance trasparente e affidabile, capace di reggere la transizione economica, ecologica e digitale.
Smart City, sicurezza e legalità: prime progettualità operative
Tra i primi ambiti di intervento del bond vi è la realizzazione di smart city transfrontaliere, capaci di rispondere a problemi molto concreti: insicurezza urbana, cannibalismo formativo, mancanza di integrazione tra offerta educativa e mercato del lavoro. In queste città intelligenti, fondate su sostenibilità, inclusività e tecnologia, convergono obiettivi come: la valorizzazione delle comunità energetiche territoriali; lo sviluppo di piattaforme digitali integrate per servizi pubblici; la co-progettazione di spazi innovativi per la formazione, l’impresa e la socialità. La proposta si fonda su una premessa chiara: la finanza deve tornare ad avere un’anima produttiva. Il bond transfrontaliero non è solo una forma di raccolta fondi, ma un volano di fiducia e progettualità. «È l’innesco necessario – spiega Andreoli – per costruire un sistema economico in grado di dialogare tra capitali privati e obiettivi pubblici, generando valore per il territorio. In questo senso, la finanza buona diventa infrastruttura abilitante. Le risorse attivate dal bond potranno alimentare fondi a sostegno di start-up innovative, sostenere l’accesso al credito per le PMI e finanziare ricerca e sviluppo in settori ad alta intensità tecnologica».
Competenze e formazione: la nuova centralità del capitale umano
Un altro pilastro su cui poggia la trasformazione è la formazione. Gli Istituti Tecnici Superiori (ITS) di Varese – con tassi di efficacia superiori al 94% – e le università del territorio (LIUC, Insubria, USI, SUPSI) rappresentano il motore per l’acquisizione delle competenze necessarie a sostenere la nuova economia del territorio. Fabio Lunghi propone la nascita di una Zona di Innovazione e Sviluppo (ZIS) per concentrare e sistematizzare la formazione nei settori chiave: aerospazio, space economy, IA, materiali intelligenti, diritto dello spazio. Un’infrastruttura formativa e di trasferimento tecnologico capace di attrarre studenti, ricercatori e investitori.
Aerospazio e Space Economy
Varese è oggi il cuore dell’aerospazio italiano: oltre 215 aziende, 6,3 miliardi di fatturato, quasi 1,9 miliardi di export nel 2023. Il Lombardia Aerospace Cluster è il perno di questo ecosistema, sostenuto da imprese, università e sistema camerale. La space economy rappresenta la naturale evoluzione: con progetti come Space Factory 4.0 e PLATiNO-1, e una crescente attenzione verso la sovranità tecnologica europea, la zona si prepara a diventare una “Space Valley transfrontaliera”. Il recente DDL Spazio fornisce il primo quadro normativo nazionale. Secondo gli avv. Mendolia e Di Bitonto (Studio Rinaldi e Associati), università e scuole professionali transfrontaliere possono diventare modello di formazione integrata con economia e impresa. Lo spazio è sempre più campo di competizione industriale: satelliti, AI applicata a dati orbitali, cybersecurity, osservazione della Terra, new materials. L’Italia vanta eccellenze (Thales Alenia, Avio, D-Orbit, Altec) e PMI tecnologiche, molte radicate in area insubrica. Per crescere servono investimenti in competenze avanzate, infrastrutture certificate, ecosistemi collaborativi e incentivi a start-up innovative (gestione contrattuale dati satellitari, regolamentazione traffico orbitale, certificazione AI difensiva). Occorre colmare il gap normativo su cybersicurezza orbitale, mining extraterrestre e fini pacifici delle attività spaziali.
Intelligenza Artificiale: etica e trasparenza
L’IA è asse portante, da sviluppare con responsabilità. Il lavoro di Marco Ramilli (IdentifAI) sulla rilevazione di contenuti generati da IA mostra come sia possibile garantire trasparenza, combattere frodi e tutelare reputazione digitale. «L’IA può rivoluzionare i processi decisionali, ma va incanalata verso il bene comune», afferma Andreoli. «L’ecosistema mira a integrare tecnologie 5.0 in modo etico, coinvolgendo imprese, istituzioni e accademia». Per concretizzarsi, la visione richiede una governance inclusiva, che unisca Provincia di Varese, università, imprese e comunità, coordinata da realtà come la Regio Insubrica. Solo una sinergia multilivello – Italia-Svizzera, pubblico-privato, ricerca-lavoro – può garantire sostenibilità finanziaria e impatto sociale. La sfida lanciata da Varese e Ticino non è locale. È un esperimento di nuova Europa, dove la frontiera diventa alleanza e la cooperazione si fonda su concretezza, visione e responsabilità.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link