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Riduzione del 50% dei contributi per artigiani e commercianti


Cpdel, Cps, Cpi e Cpug

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

CHIARIMENTI NUOVE REGOLE PENSIONISTICHE

Con il messaggio Inps del 25 agosto scorso, n. 2491, l’Istituto di previdenza fornisce chiarimenti sugli effetti delle quote retributive di pensione, a seguito delle disposizioni sui limiti ordinamentali previste dalla legge di bilancio 2025, per gli iscritti alla:

Cassa per le pensioni ai dipendenti degli enti locali (Cpdel);

Cassa per le pensioni ai sanitari (Cps);

Cassa per le pensioni agli insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate (Cpi);

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Cassa per le pensioni agli ufficiali giudiziari, agli aiutanti ufficiali giudiziari e ai coadiutori (Cpug).

Le innovazioni

Le precisazioni formulate dall’Ente previdenziale fanno seguito alla legge di bilancio 2025 (articolo 1, commi 162-165, legge 30 dicembre 2024, n. 207), che ha modificato i limiti ordinamentali per la cessazione dal servizio dei dipendenti pubblici.

Dal 2025 il limite è fissato a 67 anni, in linea con l’età prevista per la pensione di vecchiaia. Le amministrazioni pubbliche possono, tuttavia, trattenere in servizio il personale fino ai 70 anni, previo consenso dell’interessato e in presenza di esigenze organizzative.

Aliquote di rendimento e deroghe

Le nuove aliquote di rendimento introdotte con la legge di bilancio 2024 non si applicano nei casi di pensionamento d’ufficio per raggiunti limiti di età o di servizio. La disciplina derogatoria continua a valere per le pensioni di vecchiaia liquidate dalle casse Cpdel, Cps, Cpi e Cpug, nonché per i dipendenti di enti che hanno perso la natura pubblica ma sono rimasti iscritti alla Cpdel.

Le stesse regole valgono anche in caso di pensione in cumulo, nel momento in cui il rapporto di lavoro con una amministrazione pubblica termina per raggiunti limiti ordinamentali, ancorché l’interessato risulti da iscritto al Fondo pensioni lavoratori dipendenti dell’Ago.

La deroga si applica, inoltre, nei casi in cui il dipendente, dopo essere stato trattenuto in servizio oltre i 67 anni, decida di dimettersi prima del compimento dei 70 anni. Diversamente, chi presenta dimissioni volontarie prima dell’età prevista per la pensione di vecchiaia non potrà beneficiare della deroga e vedrà applicate le nuove aliquote di rendimento.

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Casi particolari

Per i lavoratori che accedono alla pensione dopo aver fruito dell’Ape sociale, la prestazione di vecchiaia (anche in cumulo) viene calcolata con le aliquote delle leggi del 1965 e 1986, mentre in caso di pensione anticipata le quote retributive con anzianità contributiva inferiore a 15 anni al 31 dicembre 1995 devono essere ricalcolate con le aliquote della legge di bilancio 2024.

Restano valide le tutele per i lavoratori precoci che hanno maturato e certificato il diritto alla pensione entro il 31 dicembre 2023, indipendentemente dalla data di decorrenza della prestazione.

Riepilogando, le principali novità riguardano dunque:

l’innalzamento del limite ordinamentale: dal 2025 l’età limite per la risoluzione obbligatoria del rapporto di lavoro è stata innalzata a 67 anni, in linea con il requisito per la pensione di vecchiaia;

la facoltà di trattenimento in servizio: le pubbliche amministrazioni possono ora trattenere il personale fino ai 70 anni di età, previa disponibilità dell’interessato;

la deroga alle nuove aliquote: per chi raggiunge i limiti ordinamentali, continuano ad applicarsi le aliquote di rendimento più favorevoli previste dalle normative precedenti.

Dilazioni debiti fiscali

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Nello stesso messaggio viene inoltre chiarito che:

i dipendenti che si dimettono tra i 65 e 67 anni dal 2025 non beneficiano della deroga alle nuove aliquote;

chi si dimette durante il periodo di trattenimento in servizio mantiene invece il diritto alle aliquote agevolate;

per l’Ape sociale, il calcolo varia a seconda che si tratti di pensione di vecchiaia o anticipata.

Per maggiori approfondimenti è possibile consultare il predetto messaggio Inps del 25 agosto 2025, n. 2491 e la circolare Inps del 5 marzo 2025, n. 53

Riduzione del 50% dei contributi per artigiani e commercianti

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

COME FARE DOMANDA

L’Inps, con la circolare 2449 del 7 agosto 2025, ha chiarito le modalità di applicazione dell’agevolazione contributiva del 50% per artigiani e commercianti prevista dall’art. 1, comma 186, della Legge 30 dicembre 2024, n. 207.

La misura, in vigore dal 1° gennaio 2025 e per 36 mesi, riguarda i lavoratori autonomi che abbiano avviato l’attività nel 2025 e si siano iscritti per la prima volta alle gestioni speciali autonome (artigiani o esercenti attività commerciali).

Il beneficio consiste in una riduzione del 50% della contribuzione previdenziale e assistenziale dovuta, applicata in maniera continuativa per 3 anni.

L’agevolazione garantisce la riduzione del 50% della sola aliquota Ivs (Invalidità, vecchiaia e superstiti) mentre restano dovuti per intero il contributo di maternità e, per i commercianti, l’aliquota aggiuntiva per l’indennizzo per cessazione attività.

Il provvedimento ha un limite massimo di 300.000 euro nell’arco di tre anni. L’incentivo è incompatibile con altri benefici che prevedono riduzioni di aliquota, come il regime forfettario previdenziale o la riduzione per i pensionati over 65.

Non è necessario ripresentare domanda in caso di cambio di provincia o di gestione speciale autonoma.

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Agricoltura

 

L’istanza di ammissione alla misura si fa online dall’8 agosto 2025 sul Portale delle Agevolazioni Inps (ex DiResCo), accessibile con Spid di livello 2 o superiore, Cns e Cie. Il percorso:

Home Page > Imprese e Liberi Professionisti > Esplora Imprese e Liberi Professionisti > Strumenti > Vedi tutti > Portale delle Agevolazioni (ex DiResCo) > Utilizza lo strumento.

La domanda deve essere inoltrata dal titolare del nucleo aziendale. In fase di prima applicazione l’accesso è consentito ai profili cittadino e consulente/commercialista.

L’Inps effettuerà verifiche sulla sussistenza dei requisiti e, in caso di irregolarità, procederà al recupero dei contributi dovuti con relative sanzioni.

La riduzione del 50% della sola quota Contributi Ivs per i primi 36 mesi è una disposizione di vantaggio che può incidere in modo concreto sulla decisione di avviare un’attività autonoma.

La ratio alla base del provvedimento è quella di incoraggiare la nascita di nuove imprese artigiane e commerciali.

Requisiti

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Come stabilito dalla legge di bilancio 2025, l’agevolazione è rivolta a:

titolari di ditte individuali;

soci di società (sia di persone che di capitali);

coadiuvanti e coadiutori familiari.

La domanda deve contenere la dichiarazione del possesso dei requisiti di legge (circolare n. 83/2025) e la conferma di non aver superato i limiti previsti dal Regolamento Ue 2023/2831 sugli aiuti de minimis.

L’autocertificazione è resa ai sensi del D.P.R. 445/2000. L’esito dell’istanza può essere verificato direttamente online sul Portale delle Agevolazioni Inps.

Inps

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AVVIATA LA PROCEDURA PER L’ASSUNZIONE DI 403 ISPETTORI DI VIGILANZA

L’Inps informa che, a seguito del decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, è stata autorizzata l’assunzione di 403 nuovi ispettori di vigilanza a tempo indeterminato.

L’iniziativa, prevista dal decreto-legge Agricoltura (d.l. 63/2024, convertito con modificazioni dalla legge 101/2024), consente di rafforzare in modo significativo l’organico dell’Istituto e di avviare il relativo processo di selezione, che sarà espletato in forma congiunta con Inail.

I nuovi ispettori avranno il compito di:

potenziare le attività di contrasto alle irregolarità nel mondo del lavoro;

supportare la prevenzione e la mitigazione dei rischi legati al lavoro sommerso;

contribuire al controllo e all’applicazione delle sanzioni previste dalla normativa.

L’Inps sottolinea come tale provvedimento costituisca un passo concreto per migliorare la capacità di tutela dei lavoratori e garantire maggiore trasparenza ed equità nei rapporti di lavoro.

«L’autorizzazione all’assunzione dei nuovi ispettori rappresenta un passaggio storico per l’Istituto e per l’intero sistema dei rapporti tra imprese e lavoratori. Non si tratta solo di rafforzare il contrasto alle forme di lavoro illegale, come il caporalato, ma anche di consolidare un nuovo modello di relazione con le imprese, basato su legalità, prossimità e responsabilità condivisa. L’attività ispettiva, infatti, non è soltanto controllo: è presidio dei diritti, garanzia di equità, strumento di fiducia nel patto previdenziale che unisce generazioni, imprese e lavoratori. Con l’ingresso dei nuovi ispettori, l’Ente assicuratore sarà inoltre in grado di dare piena attuazione al Correttivo Ter del Codice della Crisi d’Impresa, uno strumento che tutela non solo i crediti, ma anche la coesione sociale, l’occupazione e la continuità aziendale, contribuendo così alla stabilità del tessuto produttivo nazionale. È un percorso che trae origine dal superamento del ruolo a esaurimento, voluto dal Ministro Marina Calderone, cui va il nostro ringraziamento», ha commentato il Presidente dell’Inps, Gabriele Fava.

«Il rafforzamento delle funzioni ispettive – ha affermato Valeria Vittimberga, Direttore Generale dell’Istituto – servirà ad ampliare l’organico di un corpo altamente qualificato che opera al servizio del Paese. Da tempo, l’Inps lavora in sinergia con Inail, con l’Ispettorato del Lavoro, con le forze dell’ordine e con altri soggetti come Agea, per garantire un presidio sul territorio. Le nuove assunzioni, finalmente sbloccate dopo tanti anni con il superamento del ruolo a esaurimento, costituiranno un passo decisivo per rafforzare la capacità capillare del nostro Ente, nell’interesse di tutta la cittadinanza. Queste misure non solo mirano a garantire la legalità, ma anche a tutelare i diritti dei lavoratori, assicurando che ogni individuo possa beneficiare di condizioni lavorative giuste, sicure e dignitose. Allo stesso tempo, le funzioni ispettive rafforzate serviranno a difendere le imprese sane dalla concorrenza sleale. Questo approccio globale e integrato è fondamentale».

Fava (Inps)

PREVIDENZA E QUESTIONE DEMOGRAFICA

Per affrontare la transizione demografica, un problema comune a tutti i Paesi Ue, ma anche altre sfide come quella dell’Intelligenza artificiale, serve un’alleanza strutturata tra gli Istituti previdenziali d’Europa su azioni e obiettivi comuni. Come archi che reggono un ponte, i nostri Istituti devono agire in sinergia, sostenendo insieme il cammino verso un’Europa più equa, solida e inclusiva. Un percorso che ha preso il via al recente Meeting di Rimini e che continuerà nei prossimi mesi a Bruxelles e Berlino. Ringrazio il Ministro Giorgetti che ci incoraggia ad andare avanti su questa strada”. È quanto affermato dal Presidente INPS, Gabriele Fava al Meeting di Rimini, al convegno “Invecchiamento della popolazione e sicurezza sociale: una sfida per l’Europa” promosso dall’INPS e dalla Fondazione per la Sussidiarietà.

Nel 2024, rispetto al 2023, la percentuale di anziani è aumentata in 26 paesi dell’Ue. Le percentuali più elevate si riscontrano in Italia (24,3%), Portogallo (24,1%), Bulgaria (23,8%), Finlandia (23,4%), Grecia (23,3%) e Croazia (23,0%). Negli stessi anni l’indice di dipendenza degli anziani è aumentato di 0,5 punti percentuali nell’UE, mentre il coefficiente di dipendenza totale dall’età nel 2024 nella UE era pari al 56,8 %.

Sistemi di sicurezza sociale nazionali efficienti, ben coordinati a livello europeo, sono la condizione abilitante per permettere a ogni persona di contribuire al progresso e alla competitività del continente. Al tempo stesso, rappresentano una barriera solida contro le crisi economiche e sociali, garantendo stabilità e continuità in un’epoca segnata da incertezze geopolitiche. Lo sviluppo tecnologico e l’intelligenza artificiale, se guidati con visione e responsabilità, possono diventare alleati strategici della sostenibilità dei sistemi di welfare, aumentando la produttività, migliorando l’equilibrio tra vita privata e lavoro e accrescendo il benessere collettivo. Per questo chiediamo al Parlamento Europeo un impegno concreto nell’analizzare e governare l’impatto dell’IA sul mercato del lavoro, assicurando che essa resti sempre al servizio delle persone”, ha concluso Fava.

Carlo Pareto 



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