Genova. Mentre la sindaca Silvia Salis dà il via libera all’ipotesi del forno elettrico per l’ex Ilva di Cornigliano, conservando dubbi solo sulla partita degli investimenti e parlando di “rassicurazioni” sugli altri aspetti, una parte della sua maggioranza attacca il ministro Adolfo Urso e contesta l’assenza di garanzie sulle ricadute occupazionali e ambientali.
Avs: “Proporre un forno elettrico è guardare al passato”
Ma la posizione più dura, in contrasto con la netta apertura manifestata oggi da Salis, è quella di Avs: “Senza un piano serio e dettagliato, con lo Stato che si faccia garante della transizione ecologica, della salvaguardia occupazionale e dello sviluppo della città, non si può parlare di vero rilancio dell’industria siderurgica a Genova. Proporre la costruzione di un forno elettrico qui significa guardare al passato e non al futuro. La siderurgia di domani non può riprodurre modelli del secolo scorso, ma deve puntare su sostenibilità, innovazione e tutela della cittadinanza”.
“Non servono opere compensative, ma garanzie in termini di ambiente e salute – proseguono i rossoverdi -. E proprio la salute dei cittadini deve rimanere prioritaria: un territorio che ha già pagato un prezzo altissimo in termini ambientali e sanitari merita dati epidemiologici trasparenti e scelte fondate sulla scienza, non promesse generiche. Esiste un accordo di programma che deve essere rispettato e non indebolito, né sul fronte occupazionale né su quello della qualità della vita. È compito della politica ascoltare i cittadini e ogni decisione deve essere presa con la massima partecipazione possibile della cittadinanza. Il futuro dell’ex area Ilva può e deve diventare un’opportunità per Genova, ma servono progetti concreti, condivisi e sicuri. Al momento, il Ministro Urso non ha fornito le garanzie necessarie per poter parlare di un vero rilancio industriale per la città”.
Linea Condivisa: “Cornigliano ha già pagato un prezzo altissimo”
“Un confronto deludente” secondo Gianni Pastorino e Filippo Bruzzone di Linea Condivisa, formazione legata alla Lista Salis. “Non sono arrivate garanzie né sulla salvaguardia ambientale né sulla salvaguardia dell’occupazione. Due elementi che, a nostro avviso, devono andare di pari passo e che non possono essere trattati come questioni separate o rinviabili. Il quartiere di Cornigliano e la città di Genova hanno già pagato un prezzo altissimo in termini di salute, inquinamento e perdita di posti di lavoro. Non è accettabile che il governo continui a presentare piani generici senza risposte concrete. Oggi il ministro Urso si è presentato senza carte, quasi come un bluff: tante parole, nessuna garanzia, nessun impegno concreto. Così non si costruisce il futuro di Cornigliano”.
“Senza dati certi, pubblici e aggiornati, non è possibile valutare l’impatto reale di qualsiasi progetto industriale – aggiunge Pastorino -. Non possiamo permettere che il futuro di Cornigliano venga deciso senza garanzie né sulla salute né sull’ambiente. Solo con informazioni trasparenti e verificabili possiamo affrontare il tema occupazionale in maniera seria, costruendo soluzioni che tengano insieme la tutela del lavoro e la sicurezza delle persone. Due elementi imprescindibili che devono procedere di pari passo”.
“Una volta venuti a conoscenza dell’assenza di dati epidemiologici, attivarsi per l’installazione di centraline da parte di Arpal, oltre che per tutti gli altri controlli su suolo e acque, ci è parso un atto dovuto oltre che un’azione semplice su cui basare ogni progetto che coinvolgerà il territorio di Cornigliano – rimarca la consigliera comunale Sara Tassara -. Ad oggi non abbiamo dati aggiornati, ed è fondamentale conoscere lo stato delle aree ex Ilva prima di procedere con qualsiasi decisione. Il ministro Urso è venuto a Genova, ma non è stato molto chiaro: per questo riteniamo che partire dai dati certi sia un passaggio imprescindibile e che ogni ragionamento futuro debba essere condiviso con la popolazione di Cornigliano”.
M5s: “Confronto paradossale, ancora una volta ambiente e salute sacrificati”
“Ci siamo resi disponibili ad ascoltare, ma non ad accettare supinamente l’ennesima proposta miope di un Governo che ancora una volta ha dimostrato di non avere una visione credibile per un territorio che ha già dato, accettando servitù impattanti – accusano Roberto Traversi, Luca Pirondini e Stefano Giordano del M5s dopo l’incontro in prefettura -. A Genova ora servono proposte concrete per l’occupazione e coperture economiche capaci di tutelare salute pubblica e ambiente, garantendo una qualità della vita all’altezza delle aspettative dei cittadini”.
“Quello di oggi è stato un confronto paradossale – aggiunge Giordano –. Il Governo chiede certezze ma lo fa senza offrire risposte concrete su un percorso di reindustrializzazione che necessita da sempre di dati chiari e verificabili. La volontà dell’esecutivo sembra invece quella di avviare una trattativa con un assegno in bianco a un ipotetico acquirente del polo industriale. Ancora una volta ambiente, salute e occupazione vengono sacrificati, senza un reale piano industriale“. Poi Traversi e Pirondini mettono nel mirino la strategia legata ai rigassificatori per gli impianti Dri: “È inaccettabile: dopo aver detto no a quello di Vado Ligure nel savonese, oggi se ne vorrebbe imporre uno qui, a Genova”. In realtà Urso ha smentito questa ipotesi.
Pd: “Chiediamo progetti concreti da poter valutare”
Più morbida invece la posizione di parlamentari e capigruppo comunali e regionali del Pd: “Siamo per il rilancio dell’ex Ilva a Genova e condividiamo le parole espresse dalla sindaca Salis, e questo deve passare dalla garanzia dei livelli occupazionali, dalla capacità di coniugare lo sviluppo con la sostenibilità ambientale e soprattutto da un ascolto attento dei cittadini e del territorio, oltre a mantenere l’unità degli impianti. Chiediamo progetti concreti da poter valutare. Ad oggi non c’è ancora nessuna manifestazione di interesse da parte di alcuna azienda e riteniamo che in un’operazione come questa sia necessario l’ingresso dello Stato nella partita”.
“Ci sono ancora diversi nodi da sciogliere compreso l’approvvigionamento del pre-ridotto, a cui il ministro non ha dato risposta – continuano i dem -. Genova parte da condizioni, stabilite dall’accordo di programma, che non possono essere modificate al ribasso, sia dal punto di vista occupazionale che della qualità di vita. Questi passaggi, insieme a un attento ascolto e condivisione con i cittadini di Cornigliano, sono fondamentali. Solo allora si potrà iniziare ad entrare nel merito del progetto e del futuro delle acciaierie di Genova, fermo restando che le aree attualmente libere dell’ex Ilva, per noi, devono rimanere produttive e destinate all’acciaio, per un’industria che però deve essere green e sostenibile”.
Il centrodestra soddisfatto: “Genova avrà un ruolo strategico”
Plauso generalizzato invece dal centrodestra, allineato in questo caso sia col presidente Marco Bucci sia con la sindaca Silvia Salis.
“Accogliamo positivamente le indicazioni illustrate oggi dal ministro Urso e l’apertura alla costruzione del forno elettrico da parti sociali e Comune di Genova, da cui potrebbe dipendere il destino di questa partita – commentano da Fratelli d’Italia -. Serve una scelta chiara e condivisa, coinvolgendo Regione e Comune in un percorso che dia certezze ai cittadini e alle imprese. Fratelli d’Italia seguirà ogni passaggio con senso di responsabilità, perché il rilancio industriale deve andare di pari passo con la tutela dell’ambiente e con la salvaguardia e l’incremento dei posti di lavoro. Il nostro obiettivo è uno solo: rilanciare la siderurgia italiana, con Genova che torni a ricoprire un ruolo da protagonista, garantendo sviluppo e sicurezza a lavoratori e comunità. Un’opportunità di rilancio che Genova e il Paese aspettavano da vent’anni”.
“Genova si è presa le proprie responsabilità con le sue rappresentanze istituzionali e ha dato un messaggio di chiarezza, di disponibilità a ospitare il forno elettrico nel caso in cui, dalla gara in corso, arrivassero proposte di investitori interessati a cogliere questa opportunità – commenta Ilaria Cavo di Noi Moderati -. Era doveroso da parte del ministro Urso chiedere la disponibilità in modo da poter valutare le offerte che arriveranno. Il passaggio di oggi è importante perché Genova sceglie un percorso che apre la possibilità a investimenti, aumento occupazionale, riconversione green, liberazione di 300mila metri quadri di aree per altre attività produttive valorizzando al tempo stesso la vocazione siderurgica. A queste opportunità ho personalmente rinnovato (come già fatto in un ordine del giorno approvato dal parlamento con parere favorevole del governo) la richiesta di un impegno per opere compensative per il territorio”.
I consiglieri di Vince Liguria-Noi Moderati Matteo Campora, Federico Bogliolo e Alessandro Bozzano esprimono “grande soddisfazione”: “È un segnale importante di attenzione del Governo verso il nostro territorio e le sue prospettive di sviluppo – dichiarano i consiglieri–. Il confronto istituzionale di oggi ha rappresentato un momento di grande dialogo e trasparenza per dare concretezza a progetti strategici che riguardano il futuro produttivo ed economico della Liguria. Ribadiamo con forza il nostro appoggio alla realizzazione di un forno elettrico dotato di un treno di laminazione in cascata, che garantirebbe effetti positivi sia sul versante occupazionale, sia sulla produzione degli stabilimenti di Cornigliano, insieme a quelli piemontesi di Novi Ligure e Racconigi, siti fondamentali per assicurare acciaio green di alta qualità destinato al settore automobilistico, agli elettrodomestici e a tutta l’industria del Made in Italy”.
Oggi il ministro Urso ha presentato il piano di rilancio dell’acciaio in Italia – dichiarano i consiglieri di Orgoglio Liguria – che riconosce a Genova e alla Liguria un ruolo strategico per il potenziamento siderurgico a livello nazionale. In quest’ottica di potenziamento l’eventuale realizzazione di un forno elettrico a Cornigliano rappresenterebbe una straordinaria opportunità: permetterebbe di produrre acciaio green di altissima qualità destinato ai settori strategici del Made in Italy, con ricadute positive in termini di posti di lavoro e competitività. Un impianto avanzato rispetto ai 34 già presenti in Italia, perché frutto di innovazioni tecnologiche di ultima generazione sempre più attente al rispetto dell’ambiente e delle persone. La siderurgia è sempre stata uno dei capisaldi della produzione ligure e le parole del Ministro Urso sono un segnale di grande attenzione al nostro territorio che ci fanno ben sperare”.
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