5 min
Per il cio Anders Persson, i prestiti in pool sono la miglior asset class obbligazionaria degli ultimi cinque anni. Cedole elevate, drawdown contenuti, premi di illiquidità le ragioni. Ma servono selezione e approccio strutturato. In USA il mercato principale, ma l’Europa corre. E attenzione all’Italia
Non più una semplice alternativa per le Pmi. Il credito privato è diventato in breve tempo un pilastro del reddito fisso globale. Con asset in crescita a quasi 2 miliardi di dollari e un ruolo sempre più centrale anche in Europa, l’asset class rappresenta infatti un vero e proprio bacino di opportunità per i portafogli obbligazionari. E il progressivo arretramento delle banche tradizionali dal business dei finanziamenti, unito alla ricerca di rendimenti più elevati da parte degli investitori, promette di fornirgli una spinta ulteriore nei prossimi anni. Tra i gestori che si stanno muovendo per cavalcare questa tendenza non manca Nuveen, controllata di TIAA, che ha però deciso di focalizzarsi su un segmento piuttosto specifico: i senior loan. FocusRisparmio ha raggiunto Anders Persson, cio della società nonché head of Global Fixed Income, per capire le ragioni delle scelta e analizzare le prospettive di crescita del mercato.
📰 Leggi anche “La via dei loans per puntare sui mercati privati“
Il private credit si è trasformato da strumento alternativo per Pmi in un vero e proprio universo di investimento. Tant’è vero che gli asset globali hanno superato i 1.700 miliardi di dollari nel 2024. Alla luce di questi numeri, quali sono le prospettive?
I fattori ciclici e strutturali possono continuare a guidare l’espansione dell’asset class ma non v’è dubbio che tra le tendenze più evidenti vi sia prima di tutto una crescente biforcazione del mercato europeo, con un gruppo ristretto di gestori di grandi dimensioni intento a raccogliere quote sproporzionate di capitale. Questo fenomeno rafforzerà la posizione delle piattaforme leader, consentendo l’accesso a mutuatari di qualità superiore e a condizioni contrattuali più favorevoli. Anche il mercato pubblico dei senior loan cresce, attestandosi a circa 1.500 miliardi di dollari, e non sta venendo sostituito dal credito privato. Solo un piccolo gruppo di emittenti si muove tra questi due universi, in particolare quelli con un Ebitda annuo oltre i 150 milioni.
Il 2025 è però iniziato con un arretramento. A cosa è dovuto secondo lei e come si chiuderà l’anno?
Data la natura spesso anticiclica del private credit, gli ostacoli macroeconomici possono rivelarsi favorevoli come no ed è proprio quello che si è verificato in questi mesi. Se però guardiamo alla capacità di risposta offerta di fronte alle tante turbolenze cui sono state sottoposte tutte le asset class negli ultimi 16 anni, dalle difficoltà di bilancio degli emittenti alla pandemia fino alle interruzioni della supply chain e ai conflitti geopolitici, non possiamo che ritenere il segmento ben posizionato anche per affrontare l’attuale contesto. Beneficia infatti di un aumento dei volumi, di condizioni migliori e di strutture più rigorose. Senza dimenticare altri due fattori di supporto: c’è molta liquidità lungo tutta la struttura del capitale e lo spettro di rischio, aumentano gli emettenti che rifinanziano il proprio debito in credito privato tramite prestiti sindacati. Per queste ragioni pensiamo che gli spread rimarranno nell’attuale intervallo, ampliandosi se il flusso di operazioni riprenderà nel corso dell’anno, e che il premio di illiquidità continuerà a essere presente.
📰 Leggi anche “Alternativi, Eurazeo: private credit italiano pronto al boom“
Perché questa asset class deve essere considerata dagli investitori? Cosa, in particolare, ritiene interessante del segmento dei senior loan?
I broadly syndicated loans (BSL) statunitensi non solo sono l’asset class di reddito fisso pubblico con le migliori performance negli ultimi cinque anni ma hanno anche offerto i rendimenti corretti per il rischio più elevati negli ultimi 15. E a chi crede che questo risultato dipenda dalla natura a tasso variabile della categoria, che le avrebbe permesso di guadagnare slancio dal ciclo di rialzi della Fed senza altre motivazioni alla base, l’analisi della performance in rapporto alla duration evidenzia chiaramente come la sensibilità alle scelte di politica monetaria sia in realtà molto bassa. Senza contare che, secondo dati Bloomberg, i BSL USA hanno registrato rendimenti totali positivi anche in otto dei nove anni in cui la Fed ha tagliato i tassi. La realtà è dunque che cedole elevate e variazioni di prezzo relativamente contenute a livello aggregato hanno consentito ai prestiti di generare rendimenti simili a quelli high yield con una volatilità paragonabile al segmento investment grade nel lungo termine.
Quali segmenti prediligere?
I fondamentali nei segmenti core rimangono solidi, con gli sponsor che gestiscono attivamente i rischi e le società che mantengono flussi di cassa robusti. I gestori dovrebbero continuare a valutare il valore relativo concentrandosi sulla disciplina dei prezzi, sulla solidità dei covenant e sulla protezione dal ribasso. Al momento, il focus su settori non ciclici come software e healthcare oppure istruzione e servizi alle imprese dovrebbe offrire un interessante premio di illiquidità rispetto al rischio di credito pubblico comparabile.
📰 Leggi anche “Credito privato, strategie attive per cogliere le opportunità“
Tra aumento dei default e peggioramento della qualità creditizia, non vede però dei rischi potenziali?
Nel 2024 il tasso di insolvenza nel mercato USA dei broadly syndicated loans, compresi gli scambi distressed, è salito a circa il 4,5% e ha effettivamente superato la media storica del 3%. Le nostre strategie si sono però dimostrate capaci in più occasioni di registrare risultati migliori della media da questo punto di vista e non è un caso che proprio l’anno scorso sia siano contraddistinte per un default rate inferiore al 2% con un tasso di recupero dell’80%. Quindi, sebbene i fallimenti rappresentino una minaccia, gestione attiva e approccio selettivo possono mitigare il rischio di ribasso e aiutare a trovare opportunità. Senza trascurare che seguiamo una rigorosa analisi fondamentale bottom-up per identificare crediti stabili o in miglioramento e ridurre al minimo il potenziale di insolvenza e massimizzare il rendimento totale.
Quali sono le vostre strategie per investire nel segmento?
Ci concentriamo sui titoli di credito con rating inferiore all’investment grade attraverso strumenti come i prestiti senior long-only e ad alto rendimento ma anche le collateralized loan obbligations, i crediti strutturati e gli hedge fund. Quanto all’approccio, forti di un’esperienza ultraventennale e di un team composto da 40 professionisti che gestiscono masse per oltre 40 miliardi di dollari, adottiamo una gestione attiva imperniata su tre elementi principali: rivalutazione quotidiana dei crediti per identificare opportunità di valore relativo, preferenza per prestiti più grandi e più liquidi che consentono di essere più agili rispetto ai concorrenti e maggiore selettività nel mercato in favore di emissioni meno costose e modelli di business più solidi.
📰 Leggi anche “Alternativi, Salato (NB): perché è l’ora del back to basic“
Che ruolo gioca l’Italia nel mercato globale del private e nei vostri piani di crescita?
L’Italia rappresenta un Paese strategico e in crescita, dove una base di investitori private sofisticati mostra crescente interesse per soluzioni di real estate ma anche per credito privato e strategie multi-asset. Quello che però ci attira maggiormente della Penisola è il vasto numero di fondi pensione e compagnie assicurative in cerca di diversificazione, protezione dall’inflazione e miglioramento dei rendimenti attraverso investimenti alternativi: tutte caratteristiche che ben si allineano alle capacità di gestione degli asset privati e alla filosofia di investimento a Nuveen e alla sua capogruppo TIAA. Dimostriamo il nostro impegno sul mercato tricolore attraverso expertise locali dedicate, strategie di investimento su misura per le specifiche esigenze normative o di portafoglio dei clienti e continua espansione delle partnership nell’ambito della più ampia strategia di espansione europea.
Di recente si è tornati a parlare di democratizzazione dei mercai privati. Quali sono le vostre attese?
L’industria dell’asset management non potrà che continuare a spostarsi verso il capitale alternativo, allontanandosi progressivamente dalle fonti di finanziamento tradizionali come le banche o i mercati azionari. Già oggi diversi dati dimostrano che questa tendenza è realtà: le aziende rimangono private molto più a lungo, in media 12 anni contro i quattro del 1999, e le valutazioni a cui si quotano risultano molto maggiori che in passato, oltre 4 miliardi di dollari il dato generale contro 0,5 di inizio millennio. Senza contare che i soggetti non bancari sono responsabili di quasi l’80% dei prestiti, contro meno del 30% nel 1994.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link