Opportunità unica

partecipa alle aste immobiliari.

 

Cos’è il dumping fiscale e cosa c’entra la flat tax: ecco perché la Francia accusa l’Italia


Il 31 agosto 2025 il premier francese François Bayrou, a capo di un governo in crisi in attesa di un voto di fiducia, è stato intervistato da franceinfo, Lci, Bfmtv e Cnews. Rispondendo a una proposta di tassare i grandi patrimoni, Bayrou, per giustificare la propria contrarietà, ha sostenuto che un aumento della patrimoniale rischierebbe di far fuggire all’estero i cittadini più abbienti e ha indicato l’Italia come esempio di paese che “sta facendo dumping fiscale”. Il primo ministro ha parlato di un crescente “nomadismo fiscale”, cioè cittadini che trasferiscono la residenza dove le tasse sono più convenienti. Secondo lui, l’Italia attira contribuenti francesi con regimi fiscali di favore e costituirebbe quindi un esempio di concorrenza fiscale sleale.

Aste immobiliari

l’occasione giusta per il tuo investimento.

 

Le parole di Bayrou hanno provocato la reazione immediata di Palazzo Chigi. In una nota ufficiale, il governo italiano ha definito le affermazioni “totalmente infondate” e ha rivendicato che l’economia italiana è attrattiva grazie alla stabilità e alla credibilità, non perché pratichi politiche di favore. La nota ricorda che il governo Meloni ha raddoppiato l’imposta forfettaria prevista per i nuovi residenti e che l’Italia, più che praticare dumping, subisce le politiche dei veri paradisi fiscali europei. Anche il ministro degli esteri Antonio Tajani ha definito l’accusa “sbalorditiva” e ha ricordato che i paradisi fiscali in Europa sono altri.

Che cosa significa dumping fiscale

In economia il termine “dumping” designa una pratica concorrenziale sleale. Nel commercio internazionale indica la vendita di beni a prezzi inferiori ai costi di produzione o ai prezzi praticati sul mercato interno, sfruttando sussidi statali o eccedenze produttive. In modo analogo, il dumping fiscale consiste nell’adozione da parte di uno Stato di regimi tributari particolarmente vantaggiosi per attirare capitali, imprese o residenti stranieri: non si vendono beni a prezzi inferiori al mercato, ma si “vendono” imposte basse per conquistare i contribuenti altrui.

Nel dettaglio, il dumping fiscale consiste in una riduzione delle aliquote per attrarre imprese e investitori dall’estero, generando vantaggi per il Paese che lo pratica ma danneggiando i partner che perdono base imponibile e risorse. Il fenomeno distorce la concorrenza e crea squilibri fiscali e contributivi; l’Italia perde tra i 5 e gli 8 miliardi di euro l’anno di base imponibile a causa delle politiche fiscali aggressive di Irlanda, Lussemburgo, Olanda e Belgio. A livello europeo, tali pratiche causano perdite di gettito comprese tra 35 e 70 miliardi di euro all’anno.

Il tema è così rilevante che nel 2022 l’Unione europea ha approvato la direttiva sulla minimum corporate taxation, che recepisce l’accordo OCSE/G20 per una tassa minima globale del 15 % sui profitti delle grandi imprese. La direttiva, entrata in vigore nel 2023, deve essere applicata dagli Stati membri per gli esercizi fiscali dal 2024. L’obiettivo è ridurre la concorrenza fiscale tra Stati nell’ambito dell’imposta sulle società. Tuttavia, queste norme riguardano i redditi societari, mentre i regimi fiscali riservati alle persone fisiche – come la flat tax per i nuovi residenti italiani (il vero obiettivo di Baylou) – restano competenza nazionale.

Come funziona la flat tax italiana per i super-ricchi

Al centro delle accuse francesi c’è la flat tax italiana per i neo-residenti ad alto patrimonio, introdotta con la legge di bilancio 2017 dal governo Renzi e ribattezzata “norma CR7” dopo l’utilizzo da parte del calciatore Cristiano Ronaldo. Il regime consente a chi trasferisce la residenza fiscale in Italia dopo aver vissuto all’estero per almeno nove degli ultimi dieci anni di pagare una imposta sostitutiva forfettaria sui redditi esteri. In origine il forfait era pari a 100 mila euro all’anno, con un’estensione di 25 mila euro per ogni familiare. Dal 2024 il governo Meloni lo ha raddoppiato a 200 mila euro e la durata massima di applicazione resta di 15 anni. I redditi prodotti in Italia, invece, continuano a essere tassati secondo le aliquote ordinarie.

Assistenza e consulenza

per acquisto in asta

 

Il regime è aperto a chi non è stato residente in Italia per almeno nove anni dei dieci precedenti e riguarda tutti i redditi di fonte estera: interessi, dividendi, plusvalenze, diritti di immagine e persino successioni o donazioni maturate all’estero. Per ciascun familiare che aderisce è prevista un’aggiunta di 25 mila euro. Un regime analogo è previsto per i pensionati che si trasferiscono nei comuni del Mezzogiorno con meno di 20 mila abitanti: essi pagano un’imposta sostitutiva del 7 % sui redditi esteri per dieci anni.

Quanti super-ricchi hanno sfruttato la flat tax?

La Corte dei Conti riferisce che nel 2017 i nuovi residenti che hanno scelto la flat tax erano 98; nel 2018 sono diventati 263, nel 2019 429, nel 2020 790 e quasi mille nel 2021. Secondo i dati disponibili, nel 2024 gli aderenti sono arrivati a circa 2.200. Il report sottolinea che dopo la Brexit molti “ultra-high-net-worth individuals” hanno scelto l’Italia.

La Corte dei Conti stima che nel 2023 hanno beneficiato del regime agevolato circa 1.500 super-ricchi (di cui 425 familiari), generando un gettito di 117,6 milioni di euro. Nel quadriennio 2020-2023 i beneficiari totali sono stati 2.875 (1 108 familiari), con un incasso cumulato di 315,3 milioni. Questi numeri mostrano che, pur crescendo, la platea è ancora marginale rispetto ai circa 40 milioni di contribuenti italiani. Le adesioni sono costituite principalmente da individui provenienti dal Regno Unito e da altri Paesi europei; la comunità francese residente in Italia conta circa 33.368 persone su 5,3 milioni di stranieri, quindi gli eventuali super-ricchi francesi sono una minoranza. D’altra parte, gli italiani che si trasferiscono all’estero per motivi fiscali scelgono soprattutto la Spagna: nel 2023 Madrid ha attirato 536 pensionati italiani e, nel quinquennio 2019-2023, circa 2 300 pensionati hanno scelto la Spagna come nuova residenza.

Il Financial Times ha registrato l’arrivo a Milano di miliardari come Nassef Sawiris, Richard Gnodde e altri membri dell’élite finanziaria internazionale. Queste presenze hanno contribuito al boom del mercato immobiliare di lusso a Milano. I prezzi nel Quadrilatero della moda sono arrivati a sfiorare i 40 mila euro al metro quadro. Parallelamente, la Corte dei Conti avverte che il governo non dispone di strumenti per misurare l’efficacia della flat tax in relazione agli obiettivi di investimenti produttivi e crescita economica: l’Italia sta attirando ricchezza senza controllare i benefici concreti, alimentando il timore che il Paese stia diventando un “paradiso fiscale” per milionari. La misura, secondo la Corte dei Conti, non sembra tradursi in ricadute significative sull’economia reale, anzi rischia di accentuare disuguaglianze e gonfiare bolle speculative, come sta accadendo nel settore delle abitazioni di pregio a Milano.

Perché la Francia accusa l’Italia di dumping fiscale

Quando Bayrou parla di “dumping fiscale” si riferisce soprattutto a questa flat tax. L’Italia non è l’unico Paese europeo a offrire regimi fiscali agevolati ai neo-residenti, ma la combinazione di aliquota fissa, durata quindicennale e possibilità di estenderla ai familiari può rendere il regime italiano competitivo. Bayrou teme che i contribuenti francesi più ricchi, di fronte a un’eventuale patrimoniale, si trasferiscano in massa in Italia per pagare meno tasse. Nell’intervista ha spiegato che la Francia ha concluso 126 convenzioni fiscali con altri Stati e che “un trattato internazionale ha un valore superiore alle leggi nazionali”; per modificarlo servirebbe un referendum, ma nel frattempo si assiste a un crescente nomadismo fiscale. In questo contesto, secondo Bayrou, “l’Italia sta conducendo una politica di dumping fiscale”.

Tuttavia, diversi elementi indeboliscono l’accusa francese:

  • Entità limitata delle adesioni – Anche se l’Italia ha attratto circa 2 200 super-ricchi in sette anni, la platea resta piccola e comprende pochissimi francesi. Al contrario, molti italiani scelgono altri Paesi (Spagna, Portogallo, Tunisia) per ragioni fiscali.
  • Regimi fiscali analoghi in altri Paesi – Paesi come Irlanda, Lussemburgo e Paesi Bassi adottano da anni politiche fiscali aggressive per attrarre imprese e capitali, provocando danni all’erario italiano stimati tra 5 e 8 miliardi di euro annui. Il governo italiano osserva che è l’Italia a essere penalizzata dai paradisi fiscali europei e invita la Francia a unirsi nella battaglia contro i veri paradisi fiscali.
  • Motivazioni non solo fiscali – Secondo il rapporto Henley & Partners del 2024, si prevedeva l’arrivo in Italia di più di 2.200 milionari attratti dalla qualità della vita e dalle opportunità economiche, non solo dalla tassazione. Il rapporto evidenzia che molti nuovi residenti scelgono l’Italia anche per il panorama culturale, il clima e la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno investendo in imprese o titoli di Stato.

Il concetto di dumping fiscale descrive la concorrenza tra Stati basata sull’offerta di regimi tributari molto favorevoli per attrarre capitali o contribuenti. L’Italia non è priva di strumenti in questo senso: la flat tax per i super-ricchi e altri regimi agevolati hanno effettivamente portato a un afflusso di persone ad alto patrimonio. Tuttavia, i numeri delle adesioni sono limitati, e non evidenziano un esodo di ricchi francesi. La risposta del governo italiano sottolinea che la vera concorrenza fiscale sleale risiede nei paradisi fiscali intra-europei, non nella flat tax raddoppiata dell’Italia. Nella nota di Palazzo Chigi, l’Italia esorta la Francia a unirsi “contro quegli Stati membri che applicano da sempre un sistematico dumping fiscale, con la compiacenza di alcuni Stati europei”.

Riproduzione riservata

Carta di credito con fido

Procedura celere

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Contabilità

Buste paga