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“Cittadinanza e Politica”: memorie, visioni, sogni, luoghi, azioni nel libro di Alessio Colomeiciuc


di Francesco Lauria

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PISTOIA – La Politica come: “qualcosa di naturale”.

I ricordi del tavolo di cucina di famiglia, a Casalguidi, dopo aver trovato nuova “patria” alla periferia di Pistoia.

Alessio Colomeiciuc

Il padre, la Democrazia Cristiana e le sue tante correnti, le sigarette di incerta qualità, i tanti comunicati scritti la sera, insieme.

Ma anche, soprattutto: “la passione per la libertà, l’aspirazione alla giustizia, l’attenzione alle persone più deboli, l’avversione per l’ipocrisia e il conformismo”.

Il tutto, in Paese, dalla passionalità continua e dalle strutture fragili.

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L’avvocato Alessio Colomeciuc, nel suo recente libro: “Cittadinanza e Politica”, pubblicato dalla casa editrice Tuscanet, ci racconta l’incontro con testimoni eccezionali: in primis Giorgio La Pira, il “sindaco santo” di Firenze.

Ma anche Don Giordano Frosini, a Pistoia, il domenicano Padre Armando Verde, e altre figure contemporanee come, a esempio, Eugenio Garin, Danilo Zolo, Piero Barucci, Gianfranco Pasquino, Alex Langer, Paolo Prodi, Ivan Illich.

Senza dimenticare i pistoiesi don Renato Gargini e Luigi Bardelli e la frequentazione: “indimenticabile” con Padre Ernesto Balducci, presso la Badia Fiesolana.

Non manca un’esperienza nazionale, bella quanto articolata (per essere diplomatici…) il Movimento per la Democrazia – La Rete, guidata dalla leadership del sindaco antimafia di Palermo, Leoluca Orlando.

Interessanti le riflessioni di Colomeciuc sul rapporto tra cosiddetta società civile e società politica, sugli spazi intermedi di cittadinanza che non riducono la Politica stessa a mero governo.

Una Politica che è anche “mistero del potere”, arte segreta, su cui l’autore riflette a lungo, in maniera mai banale, proprio rispetto al rapporto con il Potere.

Colomeciuc cerca il perché, il fine della Politica, la convivenza e la comunanza dei diversi, il valore dell’individuo, della persona, all’interno dell’organismo sociale.

La comunità non sono, quindi, mere sommatorie di individui, così come è assolutamente fallace, per l’autore di Casalguidi, l’assunto thatcheriano che: non esiste la società, esistono soltanto gli individui.

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Ma qual è il luogo principe della politica, lo spazio dell’esercizio della democrazia compiuta?

Per Colomeciuc è, senza dubbio, la città.

È nella città che si sviluppano la cooperazione e il mutuo soccorso, si costruisce la dimensione umana tratteggiata, ad esempio, da Giuseppe Lazzati e Giorgio La Pira, si immaginano traiettorie di futuro e di comunità, per dirla con Antonio Gramsci e Adriano Olivetti.

C’è poi un’altra questione fondamentale: il nodo del rapporto tra la Politica e la Storia.

La crisi dell’assunto del miglioramento progressivo e inevitabile delle sorti dell’umanità ci accompagna in un oggi incerto, sfrangiato.

Davvero non conosciamo più la parola rivoluzione?

Ma, di nuovo, Perché la Politica?

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Colomeciuc si mette in scia dell’insegnamento di Hannah Arendt sulla politica come forma più elevata di agire, non un fare produttivo, ma un agire in cui tutto è relazione, essere insieme, agire insieme, trovare un senso, un significato, insieme.

Un agire politico che rifugge una politica di potenza conseguita attraverso l’uso delle armi e che si pone la questione del contrasto alle scandalose disparità socio-economiche e alle discriminazioni che contraddistinguono inesorabilmente, appunto, la Città dell’Uomo.

Interessantissimo è il riferimento alla proposta di Luigi Ferrajoli di approvare una Costituzione della Terra che: istituisca un demanio planetario a tutela dei beni vitali della natura, metta al bando le armi, a cominciare da quelle nucleari, e introduca un fisco e idonee istituzioni globali di garanzia in difesa delle libertà fondamentali.

Una città planetaria, un agire glocale, sempre più interconnesso, nel tempo, nello spazio, nel sentimento.

Scavandoci dentro, al di là delle definizioni filosofiche e giuridiche, la politica ritorna soprattutto con il motto di Don Lorenzo Milani: I care, me ne importa, mi sta a cuore.

Il contrario, lo sappiamo, del fascista me ne frego!

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Tirando le somme, la Politica è, soprattutto, sentirsi parte, ma anche prendere parte, non come spettatori, ignari e ignavi turisti, ma come protagonisti responsabili.

Le pagine del libro scorrono: c’è molta “pistoiesità”, ma anche apertura verso il mondo e verso diversi mondi.

C’è il territorio, con le questioni della città metropolitana e del complesso rapporto con il capoluogo fiorentino, ci sono il ruolo delle Camere di commercio, dell’artigianato, ma c’è anche la politica dei partiti, in primis, amore e odio, il Partito Democratico. Sottesa è proprio la relazione, spesso non lineare, di una dimensione partitica in crisi e sempre più elitaria, con una società civile che non è e non può essere la panacea di tutti i mali.

Ci sono la questione dell’immigrazione, la riflessione sulla terza età, lo snodo cruciale della costruzione di un welfare di territorio.

Ma c’è anche, ospite forse un po’ inatteso, lo sport, in un’ottica di comunità e di rapporto vivo e vero con la cittadinanza.

Vista la biografia di Colomeciuc, ultimo presidente della ahimè defuntissima Cassa di risparmio di Pistoia e della Lucchesia, non potevano mancare le banche e, soprattutto, le fondazioni bancarie.

Anni difficili, riassunti dal titolo di un articolo-bilancio pubblicato su Reportpistoia il 27 febbraio 2019, pochi giorni dopo che una storia di quasi due secoli si è chiusa. Questo l’amaro incipit: “Scompare la Cassa di risparmio in un territorio senza prospettive di sviluppo”.

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Chi vuole capire qualcosa di più su Politica e Potere, a volte potere inteso proprio come “dominio”, non certo come quel “servizio”, che ci insegnavano Papa Francesco e, prima di lui, Paolo VI, si legga l’ampio capitolo di Colomeciuc sulle fondazioni bancarie, si cucini i suoi interventi, coraggiosi e denuncianti in occasione delle assemblee dei soci della Fondazione Caript.

Ma si riconcili con se stesso e con la Politica attraverso i testimoni riportati alla fine del volume: Giorgio La Pira, Giordano Frosini, Ermanno Buiani, Alex Langer (portatore di speranza…).

Chiude il libro il Manifesto dell’Associazione Amici della Politica, nata a Pistoia nel 2017, con l’intento di rinvigorire il nesso tra ragionevolezza e fiducia, tra problemi e soluzioni.

È l’etica della semina della responsabilità a guidare i passi dell’associazione, insieme a parole come bene comune, disinteresse, testimonianza, lealtà, servizio.

Parole, insieme, senza tempo e con un’enorme, vitale potenziale di generatività e futuro.

Insomma Colomeciuc: continuiamo, imperterriti a camminare in direzione ostinata e contraria!

D’altronde diceva proprio Fabrizio De Andrè: “l’uomo senza orizzonti di senso è al massimo: un cinghiale che fa le equazioni”.

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E a noi, amanti, innamorati, a volte traditi, della Politica, le equazioni, di certo, non bastano.



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