Il mercato globale dei semiconduttori è destinato a superare il trilione di dollari entro il 2030, con una crescita quasi doppia rispetto ai livelli del 2024. Lo afferma Counterpoint Research nel report “What’s Next for AI?: How Will It Shape the Semiconductor Market?”, che individua nella trasformazione dell’intelligenza artificiale il principale motore di questa espansione. La spinta arriva da tre ondate tecnologiche: la GenAI, l’Agentic AI e la Physical AI, ciascuna con esigenze infrastrutturali e applicative sempre più complesse.
Nel breve termine, la costruzione di infrastrutture per la GenAI ha già generato una domanda significativa di chip per cloud e dispositivi edge. Ma è nel medio-lungo periodo che si intravede il vero salto: l’intelligenza artificiale agentica, capace di gestire conversazioni complesse, ricerche semantiche e contenuti multimediali integrati, sta aprendo la strada a una nuova economia basata sui “token”, unità computazionali che rappresentano il nuovo carburante dell’AI.
Agentic AI, il nuovo paradigma applicativo
Secondo Neil Shah, VP of Research di Counterpoint, “stiamo assistendo all’ascesa della ‘token economy’, dove il token diventa la nuova moneta dell’intelligenza artificiale”. La prima fase, dominata da applicazioni testuali, ha lasciato spazio a una seconda ondata multimodale, che integra testo, immagini, audio e video. Questa evoluzione richiede capacità computazionali, di memoria e di rete sempre più elevate, sia nel cloud che all’edge, con un impatto diretto sulla domanda di semiconduttori.
L’Agentic AI non è solo una tecnologia, ma un ecosistema emergente che ricorda la crescita dell’economia delle app mobili negli anni 2010. Le applicazioni agentiche promettono di rivoluzionare il modo in cui interagiamo con i sistemi digitali, generando contenuti, rispondendo a domande complesse e automatizzando processi. E tutto questo si traduce in una richiesta crescente di chip specializzati, da Gpu e acceleratori a memorie Hbm e Ddr, fino agli interconnettori ottici.
Physical AI, l’intelligenza che prende forma
La terza ondata, quella della Physical AI, segna l’ingresso dell’intelligenza artificiale nel mondo fisico. Si parla di robot umanoidi, veicoli autonomi, macchine industriali intelligenti. Questa fase richiederà una nuova generazione di semiconduttori, capaci di gestire ambienti dinamici, decisioni in tempo reale e interazioni complesse con il mondo esterno.
Mohit Agarwal, Research Director di Counterpoint, sottolinea come “il valore più significativo da sbloccare con questa nuova ondata sarà rappresentato dai risparmi operativi, ottenuti grazie all’aumento della produttività e all’automazione diffusa”. In altre parole, l’AI non sarà solo un costo, ma un fattore di efficienza sistemica, capace di ridurre le spese e aumentare la competitività.
Il ruolo strategico dei semiconduttori nell’economia dell’AI
Nel 2024, l’80% dei ricavi diretti del mercato AI proveniva dall’hardware, in particolare dai semiconduttori per infrastrutture e edge. Ma questo scenario sta cambiando. La token economy sta spostando il valore verso le applicazioni e le Api, creando una catena del valore dell’AI che parte dai chip e arriva fino ai servizi digitali.
I semiconduttori diventano così l’elemento abilitante di un’economia intelligente, dove ogni interazione, ogni contenuto, ogni decisione è mediata da algoritmi sempre più sofisticati. E in questo contesto, la banda ultralarga gioca un ruolo cruciale: senza una connettività capillare e ad alte prestazioni, l’AI distribuita non può funzionare. Per approfondire il tema, è possibile consultare il nostro pillar sulla banda ultralarga.
Cloud, edge e hyperscaler: i protagonisti della trasformazione
La domanda di semiconduttori è oggi trainata dai grandi attori del cloud – gli hyperscaler – e dalle imprese che stanno costruendo infrastrutture AI. Questi player investono in server avanzati, acceleratori, memorie ad alta capacità e interconnessioni ottiche, per supportare modelli sempre più complessi e applicazioni in tempo reale.
Il passaggio dalla GenAI alla Agentic AI comporta una moltiplicazione esponenziale dei token generati, con conseguente aumento della potenza di calcolo necessaria. E questo si riflette direttamente sulla filiera dei semiconduttori, che deve evolvere per rispondere a esigenze di scalabilità, efficienza energetica e latenza ridotta.
Semiconduttori e AI: una convergenza irreversibile
La convergenza tra semiconduttori e intelligenza artificiale non è più una tendenza, ma una trasformazione strutturale. I chip non sono solo componenti hardware, ma diventano infrastrutture cognitive, capaci di apprendere, decidere e agire. Questa evoluzione ridefinisce il ruolo dei produttori di semiconduttori, che devono integrare competenze di AI, software e sistemi.
La crescita prevista da Counterpoint – oltre un trilione di dollari entro il 2030 – non è solo una questione di volumi, ma di valore strategico. I semiconduttori saranno il cuore pulsante di un’economia digitale basata sull’intelligenza, e chi saprà governare questa transizione avrà un vantaggio competitivo decisivo.
Impatti su industria, lavoro e società
L’espansione dell’AI agentica e fisica avrà impatti profondi su tutti i settori industriali, dalla manifattura alla sanità, dalla logistica alla finanza. La capacità di automatizzare processi, generare contenuti e prendere decisioni in tempo reale cambierà il modo in cui le aziende operano e competono.
Anche il mondo del lavoro sarà coinvolto: l’aumento della produttività e l’automazione diffusa potrebbero ridurre alcuni ruoli tradizionali, ma al tempo stesso creare nuove opportunità in ambiti come la progettazione di sistemi AI, la gestione dei dati e la sicurezza informatica.
Verso un ecosistema AI sostenibile e scalabile
La sfida per il futuro sarà costruire un ecosistema AI sostenibile, scalabile e inclusivo, dove i semiconduttori non siano solo strumenti di potenza, ma anche di efficienza energetica e accessibilità. La token economy, se ben governata, può diventare un motore di innovazione democratica, capace di portare l’intelligenza artificiale a tutti i livelli della società.
In questo scenario, l’Europa e l’Italia devono giocare un ruolo attivo, investendo in ricerca, infrastrutture e competenze. La banda ultralarga, le reti edge e i data center locali saranno asset strategici per garantire sovranità digitale e competitività industriale.
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