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Agricoltura, perché mancano i giovani? – Economia e politica


Si sa, il ricambio generazionale è un tasto dolente quando si parla di agricoltura.

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Da quello che emerge dal secondo rapporto biennale “Giovani e Agricoltura 2024”, realizzato nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale, diminuisce infatti il numero di giovani in agricoltura, in linea con l’andamento demografico e il generale invecchiamento della popolazione italiana. Sulla base dei dati contenuti nel Registro delle Imprese presso le Camere di Commercio, il numero delle imprese agricole giovanili presenti è in calo dell’8,5% rispetto al 2018 (52.717 alla fine del 2023), con una riduzione del 4,8% solo nell’ultimo anno.

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Tra le criticità del ricambio generazionale e dell’inserimento dei giovani nel settore primario, i nodi dell’accesso al bene terra e al credito hanno un ruolo di primo piano. Il primo deriva principalmente da una scarsa disponibilità di terreni agricoli e da prezzi elevati della terra da acquistare o da affittare. Il problema dell’accesso ai finanziamenti è invece dovuto alla percezione di un profilo di rischio più elevato e alla mancanza di capitale e di garanzie collaterali; in alcuni casi a giocare a sfavore dei giovani è anche la mancanza di un piano aziendale adeguato.

 

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Competitività e attrattività dell’agricoltura diventano quindi centrali per richiamare sempre più giovani, ma serve anche una Pac maggiormente a sostegno delle imprese agricole giovanili e uno snellimento della burocrazia. A tal proposito, nella proposta della Commissione Europea sulla Pac 2028-2034 è previsto l’obbligo per gli Stati di predisporre una strategia per il ricambio generazionale con il 6% del budget riservato alle nuove leve.

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“Coltivare futuri: giovani, agricoltura e innovazione”

Un progetto che vuole studiare e capire meglio perché diminuiscono i giovani in agricoltura è quello avviato da Cia Agricoltori Italiani Centro Lombardia e Istituto Nazionale di Sociologia Rurale (Insor). Un’analisi delle motivazioni, delle difficoltà, ma anche delle opportunità legate a questo fenomeno per individuare soluzioni efficaci a pratiche.

 

“Abbiamo notato – ci spiega Paola Santeramo, direttore di Cia Centro Lombardiache sempre più imprese agricole chiudono perché prive di eredi che vogliono rilevare l’attività. Nonostante ciò, le scuole professionali e gli istituti agrari hanno molti iscritti, prova che l’interesse ad entrare nel mondo agricolo c’è.

 

Ecco quindi la necessità, e anche un po’ la curiosità, di indagare il fenomeno coinvolgendo direttamente i protagonisti del settore agricolo con il progetto chiamato “Coltivare futuri: giovani, agricoltura e innovazione”.

 

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“Il progetto si rivolge a studenti e a imprenditori agricoli – continua il direttore di Cia Centro Lombardia – vogliamo essere un aiuto e una guida alle future generazioni, ma anche a chi decide di rinnovare la propria attività attraverso il supporto e le idee che i giovani possono portare”.

 

L’obiettivo è infatti quello di creare, dopo la raccolta dei dati e la loro analisi, un documento progettuale di sostegno ai giovani imprenditori agricoli del futuro da sottoporre a stakeholder, istituzioni e aziende private per dare vita a una strategia di territorio condivisa.

 

Il progetto nel dettaglio e… qualche anticipazione sui risultati

Le azioni in cui si articola il progetto sono principalmente due: raccolta dei dati e analisi e interpretazione del materiale raccolto.

 

Essendo partito lo scorso febbraio, la prima parte, realizzata grazie a questionari e scambi di punti di vista ed esperienze, ad oggi si è conclusa. Se però qualcuno è interessato a partecipare “può scrivere all’indirizzo email cia.milano@cia.it chiedendo di ricevere il link per poter compilare il questionario. Per rispettare la privacy non chiediamo nome e cognome (facoltativi) ma solo la provincia di residenza”.

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I questionari sono stati preparati sia in versione cartacea che online, in funzione del target di riferimento e delle informazioni che si volevano raccogliere.

Nello specifico ne sono stati creati cinque per cinque diverse categorie di destinatari:

  • studenti degli istituti agrari;
  • apprendisti del comparto agricolo;
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  • agricoltori con figli che lavorano in azienda o con figli che hanno scelto strade professionali diverse;
  • figli di agricoltori che lavorano nell’azienda di famiglia;
  • figli di agricoltori che hanno scelto altre professioni.

 

“Agli imprenditori agricoli sono state fornite le spiegazioni dai tecnici Cia incaricati del progetto, agli studenti l’iniziativa è stata invece presentata dai coordinatori delle singole scuole. Abbiamo cercato di avere i diversi punti di vista e le esperienze di tutti per poter delineare motivazioni, aspirazioni e progetti nell’ambito agricolo del passato, del presente e soprattutto del futuro”, precisa Paola Santeramo.

 

Attraverso il questionario compilato dagli studenti degli istituti agrari si volevano per esempio comprendere le loro aspirazioni professionali e la percezione dell’agricoltura come opportunità di carriera; le esperienze formative e lavorative dei giovani già coinvolti nel settore sono state invece al centro del contributo degli apprendisti del settore agricolo. L’apporto degli agricoltori con figli è stato quello di fornire la propria esperienza dal punto di vista di chi vive il passaggio generazionale come genitore. I figli di agricoltori che lavorano nell’azienda hanno raccontato invece quali sono le sfide e le motivazioni nel continuare l’attività agricola di famiglia; mentre i figli di agricoltori che non lavorano nel settore primario hanno spiegato i motivi dell’allontanamento dall’agricoltura.

 

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Per ora Cia Centro Lombardia e Insor si sono concentrati sulle province di Milano, di Lodi, di Monza e della Brianza, “ma ci piacerebbe che il nostro progetto potesse in futuro allargarsi anche ad altre zone e creare qualcosa di utile e utilizzabile a livello nazionale. Ci piace pensare di poter essere un supporto alle politiche locali e nazionali per il bene dell’agricoltura e del Paese”, auspica Paola Santeramo.

 

La seconda parte del progetto, ovvero l’analisi dei dati raccolti, verrà svolta da diverse figure interne a Cia Centro Lombardia, tra cui tecnici agricoli, esperti fiscalisti, esperti di risorse umane e formazione, professori universitari di materie che sono connesse al settore primario.

 

“La raccolta dati si è conclusa e siamo nella fase di analisi. Siamo molto soddisfatti – afferma il direttore di Cia Centro Lombardia – del numero di questionari raccolti e delle risposte ottenute, ma non possiamo ancora svelare i risultati”.

 

Qualche anticipazione però Paola Santeramo ce l’ha data. “Diciamo che – ci svela – c’è voglia da parte dei giovani di proseguire gli studi e quindi frequentare l’università per aumentare il bagaglio di conoscenze e approfondire tematiche quali l’Iot, l’intelligenza artificiale connessa all’agricoltura, la trasformazione agricola e l’efficientamento energetico e delle risorse. Le novità tecnologiche sono particolarmente attrattive. Ci ha poi fatto piacere scoprire che gli imprenditori agricoli under cinquanta sono stati appoggiati dai genitori nel portare le innovazioni in azienda, prova del fatto che l’agricoltore ‘old style’ non è un soggetto fermo sulle sue convinzioni, ma è attento alle novità e a tutto ciò che può servire per migliorare l’andamento dell’azienda, pronto ad investire per migliorare la propria attività”.

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Ma per scoprire i risultati definitivi del lavoro di analisi gli appuntamenti sono due: un primo convegno il prossimo 28 novembre e un convegno finale a marzo 2026.

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