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Spese legali per lo sfratto, quando si possono detrarre — idealista/news


L’onere più alto che deve sostenere il proprietario di un immobile per tutelarsi nei confronti di un inquilino moroso è l’avvocato. Da un punto di vista strettamente fiscale, però, non è prevista alcuna detrazione delle spese legali per lo sfratto: non è possibile ottenere delle agevolazioni nel momento in cui si presenta il Modello 730. Il discorso cambia per le aziende, che possono portare in detrazione la parcella del professionista. I costi sostenuti per l’avvocato, non possono essere portati in detrazione, a differenza di quanto previsto per le spese che devono essere sostenute per il notaio nel momento in cui viene acquistato un immobile.

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Chi paga le spese legali in caso di sfratto

Nelle cause di sfratto, come in tutti i procedimenti civili, i costi legali devono essere anticipati dal soggetto che agisce. L’onere, quindi, spetta al proprietario dell’immobile, che deve mettere mano al portafoglio nel momento in cui viene depositato l’atto di ricorso.

È possibile, però, avvalersi del gratuito patrocinio: le spese legali vengono sostenute dallo Stato per i soggetti con un reddito inferiore a 13.659,64 € (dato aggiornato al 2025). In questo tetto vengono considerati i redditi percepiti dalla famiglia: questo significa che non è possibile chiedere il gratuito patrocinio nel caso in cui il richiedente sia nullatenente, ma vive con i genitori che percepiscono più di 13.659,64 €.

Ad ogni modo quanti rientrano nella soglia del gratuito patrocinio non sono tenuti a pagare l’avvocato e non devono rimborsare allo Stato le spese che sono state anticipate per loro: spetterà al pubblico Erario liquidare la parcella del professionista.

Le spese legali sostenute per lo sfratto sono detraibili?

Rivolgersi ad un avvocato è costoso. Le spese per farsi seguire in una causa per sfratto possono essere di una certa importanza, soprattutto quando la situazione si inizia a complicare. Purtroppo, però, sono dei costi che non possono essere portati in detrazione o in deduzione nella dichiarazione dei redditi.

A differenza delle spese sostenute per il notaio per l’acquisto di un immobile, in linea generale per i contribuenti privati non è possibile portare in detrazione le spese legali per lo sfratto.

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Chi può detrarre le spese legali?

Il discorso cambia per le imprese: in quanto persone giuridiche hanno la possibilità di portare in detrazione la parcella dell’avvocato. È sufficiente, in questo caso, indicare gli oneri sostenuti nel corso dell’anno all’interno del Modello redditi.

Su questo argomento è arrivata una precisazione da parte della Corte di Cassazione, che ha sottolineato come la deducibilità delle spese legali per le imprese sia possibile unicamente per un processo o un mandato finito. Non coinvolgono le liti pendenti. Cosa significa tutto questo? Le imprese possono portare in deduzione i costi solo a fronte di una sentenza definitiva.

I professionisti e le imprese che hanno aderito al regime ordinario possono portare in detrazione anche l’Iva delle parcelle emesse dall’avvocato.

Come recuperare le spese dello sfratto

Se da un lato non è possibile portare in detrazione le spese legali per lo sfratto (almeno per i privati), dall’altro si possono recuperare i costi sostenuti. Una volta ottenuta l’ordinanza di sfratto il giudice – almeno nella maggior parte delle occasioni – pone a carico dell’inquilino moroso (ossia la parte che perde) l’obbligo di rimborsare i costi sostenuti dal locatore per il giudizio. A quest’ultimo saranno addebitati:

  • il contributo unificato;
  • i bolli;
  • le notifiche;
  • la parcella dell’avvocato.

Stiamo parlando, in altre parole, della condanna al risarcimento delle spese processuali.

Una precisazione sulla parcella dell’avvocato

La quantificazione che fa il giudice sul rimborso della parcella dell’avvocato non tiene conto di eventuali accordi che sono stati presi tra il professionista e il cliente. Si prende in considerazione il tariffario contenuto all’interno della tabella ministeriale presente all’interno di un Decreto ministeriale del 2014.

Questo significa, in estrema sintesi, che l’onorario dell’avvocato potrebbe essere più elevato rispetto alla somma che viene rimborsata per ordine del giudice. Le tariffe degli avvocati sono state liberalizzate: i professionisti hanno la possibilità di quantificare il proprio compenso, fermo restando l’obbligo di consegnare un preventivo scritto nel momento in cui viene conferito l’incarico.

L’inquilino rimborsa davvero le spese processuali?

Ad essere sinceri, però, il problema non è tanto riuscire ad ottenere dal giudice un provvedimento attraverso il quale il conduttore venga obbligato a rimborsare le spese legali. Il reale problema è nella possibilità di riuscire a recuperarle.

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Un inquilino moroso è generalmente una persona in difficoltà economiche – altrimenti non avrebbe smesso di pagare l’affitto – che con ogni probabilità deciderà di cambiare residenza e, se riesce, si renderà irreperibile. Situazione che costringerà il locatore ad avviare un ulteriore procedimento per ottenere il ristoro delle spese legali. Dovrà individuare eventuali redditi da sottoporre a pignoramento e dovrà sostenere i costi del proprio avvocato per questa ulteriore fase.

Questo è il motivo per il quale non dovrebbe mai essere scartata a priori la possibilità di arrivare ad un accordo con l’inquilino, concedendogli un po’ più di tempo per lasciare libero l’immobile, magari con un canone scontato. Laddove questa soluzione sia possibile, eviterebbe di far lievitare i costi.

Quali sono le spese legali per l’esecuzione di uno sfratto

Le spese della procedura di sfratto rappresentano una serie di costi variabili, che mediamente oscillano tra i 500 e i 2.000 €. Da questo importo sono escluse le spese per l’esecuzione forzata.

Le spese legali comprendono il contributo unificato e la marca da bollo – che sono comunemente denominate come spese di giustizia -, il costo per notificare gli atti e la parcella dell’avvocato.

Spese di giustizia

All’interno di questa voce sono comprese la marca da bollo, il cui importo è generalmente pari a 27 €, e il contributo unificato, che è parametrato al valore della causa e della procedura.

Parcella dell’avvocato

L’importo dell’onorario del professionista varia a seconda della complessità del caso, ma si può quantificare in una cifra che oscilla tra 500 e 1.500 €.

Notifiche

Quando vengono effettuate tramite un ufficiale giudiziario o la posta le notifiche hanno un costo che può oscillare tra i 30 ed i 50 €, a seconda della distanza del destinatario e del metodo che è stato adottato.

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Spese per l’esecuzione forzata

Nel caso in cui la procedura di sfratto richieda l’intervento di un ufficiale giudiziario per il rilascio forzoso dell’immobile, le spese, purtroppo, aumentano ulteriormente. Potrebbe essere necessario chiedere l’intervento di un fabbro per cambiare la serratura e per liberare l’immobile.



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