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Come funziona l’Ires premiale o mini-Ires nel 2025? Ecco chi ne beneficia


Cos’è l’Ires premiale e chi può beneficiarne? Come funziona la mini Ires prevista dalla Legge di Bilancio 2025 che ha lo scopo di incentivare gli investimenti delle imprese e promuovere l’occupazione? La premialità della mini Ires va ricercata nella riduzione dell’aliquota che scende dal 24% al 20% in caso l’azienda rientri nei requisiti richiesti dalla normativa. La premialità va gestita nella dichiarazione dei redditi 2026 e il beneficio dovrebbe rimanere in vigore soltanto per un anno, a meno che un intervento normativo non ne proroghi la scadenza.

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Con il decreto attuativo del Ministero dell’Economia e delle Finanze firmato dal viceministro Maurizio Leo arriva il via libera definitivo all’Ires premiale. Ecco chi potrà beneficiarne e le condizioni.

Cos’è l’Ires premiale o mini Ires

L’Ires è l’Imposta sui redditi delle società, è disciplinata dal decreto legislativo 344 del 2003 ed è entrata in vigore il 1° gennaio 2004 in sostituzione dell’Irpeg. Le novità introdotte dal decreto legislativo 344 hanno poi modificato l’articolo 72 del Tuir, che ora disciplina l’Ires. Si applica alle società di capitali e sono, quindi, escluse le società di persone.

La Ires premiale prevista dalla legge di Bilancio 2025 è un meccanismo premiale nei confronti delle società che non distribuiscono utili, o li distribuiscono solo in parte, e li investono nuovamente nell’impresa.

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L’Ires premiale viene finanziata con un contributo di 400 milioni di euro a carico di banche e assicurazioni.

Gli investimenti che consentono di accedere a questo sconto sono:

  • acquisto di nuovi macchinari, impianti e tecnologie innovative, in modo da ammodernare le aziende e renderle più competitive;
  • le assunzioni, in particolare di giovani, donne e persone che hanno maggiori difficoltà a trovare lavoro;
  • gli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione di prodotto e processo;
  • gli investimenti in sostenibilità ambientale, per aiutare le aziende a diventare più “green” e ridurre il loro impatto sull’ambiente.


Chi beneficia della mini Ires?

I soggetti che possono accedere all’Ires premiale sono:

  • cooperative;
  • mutue assicuratrici;
  • società di capitali;
  • enti commerciali;
  • stabili organizzazione in Italia di soggetti esteri.

Il beneficio è esteso anche agli enti non commerciali, ma esclusivamente sulla parte di reddito di imprese che proviene da un’attività commerciale, a patto che sia mantenuta una contabilità separata. Non possono, invece accedere le società non operative o quelle che hanno aderito a regimi forfettari speciali.

I soggetti sopra elencati non possono accedere all’Ires premiale nel caso che:

  • siano in liquidazione;
  • stiano gestendo procedure concorsuali liquidatorie.

Quali investimenti possono beneficiare dell’Ires premiale?

L’articolo 4 del decreto attuativo specifica le condizioni per l’accesso alla mini-Ires.

Per quanto riguarda gli investimenti in macchinari, deve trattarsi di beni rientranti nelle categorie piani Transizione 4.0 e 5.0, nel rispetto dei requisiti di interconnessione e, e, nel caso degli investimenti 5.0, della contestuale riduzione dei consumi energetici. Gli investimenti devono essere realizzati a partire dal 1° gennaio 2025 ed entro il 31 ottobre 2026 (data ultima per la presentazione della dichiarazione dei redditi del prossimo anno).

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La riduzione dell’aliquota Ires spetta al verificarsi di queste due condizioni, entrambe necessarie:

a) una quota non inferiore all’80% dell’utile dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2024 sia accantonata ad apposita riserva;

b) un ammontare non inferiore al 30% dell’utile accantonato di cui alla lettera a) e, comunque, non inferiore al 24% dell’utile dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2023, sia destinato a investimenti prima visti.

Mini Ires incremento occupazionale: condizioni

L’articolo 6 del decreto attuativo, invece, disciplina la mini Ires riconosciuta in caso di incremento occupazionale. Anche in questo caso devono sussistere delle condizioni per accedere all’agevolazione.

Nel periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2024:

  • il numero di unità lavorative per anno non sia diminuito rispetto alla media del triennio precedente;
  • siano effettuate nuove assunzioni di lavoratori dipendenti con contratto di lavoro a tempo indeterminato che costituiscano incremento occupazionale ai sensi dell’articolo 4 del decreto legislativo 30 dicembre 2023, n. 216, in misura pari ad almeno l’1% del numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato mediamente occupati nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2024 e, comunque, in misura non inferiore a un lavoratore dipendente con contratto di lavoro a tempo indeterminato.

La società, inoltre, non deve aver fatto ricorso a cassa integrazione nel periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2024 e in quello successivo.

L’obbligo di incremento del personale è stato introdotto per promuovere una politica di crescita interna dell’azienda e rendere il mercato del lavoro più stabile.

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Incentivi cumulabili

L’Ires premiale può essere cumulata anche con altri incentivi che l’Unione Europea mette a disposizione delle aziende e con il credito d’imposta previsto per gli investimenti nella Zes. La somma dei benefici, in ogni caso, non può mai superare il 100% del costo dell’investimento agevolato.

Va notato, in ogni caso, che l’Ires premiale non si può cumulare con il credito di imposta Industria 4.0.

Soggetti esclusi e decadenza

Sono esclusi dai benefici dell’Ires premiale i soggetti in liquidazione ordinaria o giudiziale, o che hanno fatto ricorso a procedure di risoluzione della crisi d’impresa di natura liquidatoria. Possono, invece, beneficiare dell’agevolazione i soggetti che si trovano in procedure finalizzate al risanamento.

Possono accedere ai benefici dell’Ires premiale o mini Ires anche i soggetti che hanno aderito al concordato preventivo biennale.

Si verifica la decadenza dei benefici in caso di distribuzione degli utili accantonati e in caso di dismissione o delocalizzazione dei beni. In caso di decadenza sorge l’obbligo di versare l’imposta residua, cioè la differenza tra quanto versato con l’Ires premiale e quanto doveva essere versato in modo ordinario.

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