Il ruolo dei geometri di fronte ai cambiamenti sociali: intervista al Presidente del Consiglio Nazionale Geometri
L’indagine congiunta condotta da INAIL e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze si inserisce in un quadro demografico di profonda trasformazione in Italia. Secondo le più recenti elaborazioni, la popolazione residente — oggi intorno ai 59 milioni — è destinata a scendere a circa 54,7 milioni entro il 2050.
La diminuzione demografica si inscrive in una dinamica già visibile nel breve periodo: si stima una perdita di circa 478 000 persone entro il 2030, una tendenza che, nel medio termine (2030–2050), porterà a una riduzione complessiva di quasi 4 milioni di abitanti .
Un altro indicatore chiave riguarda la popolazione giovanile: negli ultimi dieci anni, la fascia d’età tra i 15 e i 34 anni ha subìto un calo pari a quasi 750 000 unità, ovvero una riduzione del 5,8 % (da oltre 12,8 milioni nel 2014 a poco più di 12,1 milioni nel 2024). Questo brusco calo di giovani mette a rischio non solo il ricambio generazionale, ma anche le capacità di rigenerazione e innovazione del tessuto sociale ed economico del Paese.
In questo scenario, le professioni tecniche – ingegneri, architetti, geometri e tecnici del territorio – sono chiamate a interpretare un ruolo sociale rinnovato, non più limitato alla sola progettazione o gestione edilizia, ma esteso alla coesione delle comunità, alla sostenibilità ambientale e alla valorizzazione del patrimonio esistente.
Diventa quindi fondamentale interrogarsi su come rafforzare il dialogo tra scuola, università, imprese e istituzioni locali, affinché la formazione possa essere realmente abilitante e in grado di preparare tecnici competenti, capaci di rispondere ai nuovi scenari.
Abbiamo chiesto al Presidente del Consiglio Nazionale Geometri, Paolo Biscaro, come la Categoria stia affrontando queste trasformazioni.
Il nuovo ruolo sociale delle professioni tecniche
Come cambia il ruolo delle professioni tecniche di fronte al calo demografico e allo spopolamento dei piccoli centri? e quale contributo possono dare alla coesione sociale e all’accessibilità dei servizi?
Il calo demografico impone una trasformazione radicale nelle professioni tecniche. In un’Italia che invecchia e vede spopolarsi i piccoli centri, geometri, architetti e ingegneri sono chiamati a collaborare per rigenerare i territori, mettendo al centro ecosistemi di vita sostenibili, accessibili e socialmente coesi. Entriamo nel merito!
Sostenibili non è solo sinonimo di efficientamento energetico e Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), ma anche riduzione del consumo di suolo, riuso del costruito, utilizzo di materiali a basso impatto e gestione circolare delle risorse.
Accessibili esprime pienamente il ruolo che svolge il geometra con la progettazione inclusiva e l’abbattimento delle barriere architettoniche, includendo la progettazione urbanistica, resa in collaborazione con architetti e ingegneri, in merito ai servizi sanitari, sociali e culturali di prossimità, in grado di prevenire marginalizzazione e isolamento, soprattutto nelle comunità più anziane o decentrate.
Socialmente coesi, infine, significa rafforzamento del senso di comunità attraverso piazze e spazi pubblici multifunzionali, rigenerazione dei borghi per attrarre nuove famiglie, housing sociale, coworking di prossimità e aree verdi condivise. Non solo costruzioni, quindi, ma anche funzioni urbane e territoriali che favoriscono l’incontro e la collaborazione, nuovamente in stretta collaborazione con le altre categorie tecniche.
Il geometra può diventare un mediatore tecnico-sociale tra comunità, istituzioni e innovazione?
In questo scenario, i geometri laureati e i diplomati CAT
si distinguono per la loro formazione tecnica e territoriale. Sono in grado di leggere i bisogni concreti delle comunità e di tradurli in interventi operativi, diventando un vero ponte tra collettività, pubblica amministrazione e innovazione.
Con la collettività, interpretano esigenze locali come la mappatura delle vulnerabilità edilizie o la domanda di spazi per anziani, giovani e famiglie; con la Pubblica Amministrazione, trasformano questi bisogni in pratiche e progetti, affiancando gli uffici tecnici comunali nei piani di rigenerazione e nella pianificazione urbanistica; con l’innovazione, mettono a disposizione strumenti digitali come BIM, GIS, droni e applicazioni di intelligenza artificiale per rendere più efficienti e sicuri i processi decisionali.
Il ruolo del geometra, soprattutto nei piccoli centri, diventa così quello di un mediatore tecnico-sociale: anticipa i bisogni, li porta all’attenzione delle istituzioni e collabora con le altre figure tecniche per trasformarli in soluzioni concrete al servizio della comunità.
Rafforzare il dialogo tra scuola, università, imprese e territorio
Quali iniziative avete già avviato per rafforzare il dialogo tra scuola, università e mondo del lavoro?
Il dialogo tra scuola, università, imprese e istituzioni locali non è solo un obiettivo, ma un percorso pluriennale già avviato dalla Categoria. Dal 2013 la Fondazione Geometri Italiani è impegnata sul fronte dell’orientamento scolastico, in entrata e in uscita, con il progetto didattico “Georientiamoci”.
Grazie al coinvolgimento dei Collegi provinciali e dei professionisti iscritti, questa iniziativa ha saputo costruire un legame stabile con i dirigenti e i professori degli istituti CAT, con gli uffici centrali e territoriali del Ministero dell’Istruzione e del Merito, con le pubbliche amministrazioni locali, con gli studenti e le loro famiglie.
Di volta in volta, le attività si sono articolate in strumenti concreti come il Laboratorio BAM, che avvicina i giovani alle competenze digitali e tecniche richieste dal mercato; il Test di Orientamento, utile per valorizzare le attitudini personali e accompagnare le nuove generazioni verso scelte formative consapevoli, e molto altro ancora. Ai principali esempi, sopra riportati sommariamente, saranno integrati a livello nazionale altre soluzioni innovative e coinvolgenti, come il GAME CAT. Ogni novità, inoltre, viene opportunamente amplificata con campagne nazionali di comunicazione sociale e promosse nelle pagine social del progetto.
Ritroviamo nell’ambito universitario la stessa espressione di responsabilità sociale della Categoria. Fin dall’avvio della sperimentazione, il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati ha sostenuto l’introduzione della laurea triennale professionalizzante e abilitante in “Professioni tecniche per l’edilizia e il territorio” (classe LP-01), oggi parte integrante dei piani di studio di diversi atenei. Un risultato che non nasce per caso, ma da un lungo lavoro di interlocuzione con le istituzioni accademiche e politiche, portato avanti parallelamente all’evoluzione dell’iter parlamentare che ha istituito le nuove classi di laurea.
In questo senso, i geometri sono stati e saranno protagonisti: con la loro presenza nelle scuole, nelle università, nelle imprese e nei territori, sono i primi a favorire il dialogo tra formazione e mondo produttivo, contribuendo a formare tecnici preparati, aggiornati e capaci di rispondere alle sfide della rigenerazione urbana, della sostenibilità e della digitalizzazione.
Opportunità formative e coerenti con i nuovi scenari
Quali competenze saranno decisive per i tecnici di domani?
Le competenze chiave del futuro non saranno più esclusivamente tecniche: servirà un approccio multidimensionale, capace di unire saperi digitali, competenze consolidate e nuove abilità relazionali.
Il geometra ha già dimostrato di saper utilizzare strumenti digitali avanzati – dal BIM ai GIS, dai droni alle applicazioni di intelligenza artificiale – e di saper dialogare con cittadini, imprese e istituzioni per coordinare progetti complessi. In futuro questa direzione sarà ancora più focalizzata, con una richiesta crescente di specializzazione e aggiornamento continuo.
Accanto a questo, si aprirà un ulteriore livello di responsabilità: lavorare in un’ottica di sostenibilità e inclusione sociale, dove la progettazione significherà garantire accessibilità, ridurre gli impatti ambientali, rigenerare borghi e comunità, valorizzare il patrimonio esistente. Questo effort successivo rappresenta la vera sfida per la nuova generazione di geometri.
Percorsi formativi come la laurea triennale professionalizzante e abilitante in “Professioni tecniche per l’edilizia e il territorio” (classe LP-01) si muovono esattamente in questa direzione: offrono basi tecniche solide, sviluppano competenze digitali avanzate e introducono una visione sociale del ruolo, formando professionisti capaci di affrontare con strumenti aggiornati i cambiamenti demografici, ambientali e tecnologici che attendono il Paese.
Prospettive future della professione di geometra
Come affrontare il calo di nuovi professionisti tecnici?
Il calo demografico impone di ripensare la sostenibilità stessa della professione: servono percorsi di crescita professionale e personale per i giovani e un riassetto organizzativo generale in chiave di sostenibilità e ottimizzazione.
Quali opportunità e rischi porta con sé l’intelligenza artificiale nel lavoro del geometra?
Parallelamente, l’Intelligenza Artificiale potrà offrire vantaggi in termini di efficienza e precisione, ma resterà sempre uno strumento di supporto: il valore del geometra continuerà a essere la capacità di leggere i bisogni reali delle comunità e trasformarli in soluzioni concrete e responsabili.
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