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ECOMMERCE – Più che triplicate le imprese sarde che vendono esclusivamente on line


Gli imprenditori sardi puntano sempre più sul commercio elettronico. Sono 704 le aziende isolane che operano esclusivamente on line, quindi senza strutture fisiche, attraverso la vendita di prodotti e l’erogazione di servizi. Il Presidente di Confartigianato Sardegna, Giacomo Meloni, commenta: “Modo intelligente di vendere i prodotti e promuovere il valore artigiano”  

Tra il 2014, anno nel quale erano presenti solo 221 realtà, e il 2024 la crescita è stata del 218,6%, con un saldo netto di +483 attività. A livello nazionale l’Isola occupa l’8° posto, in una classifica aperta dal +393,5% della Campania (6.484 imprese attive), dal + 292,2% della Calabria, con una media nazionale del + 225,6% (43.379 attività presenti). Il 72,6% delle imprese sarde attive sull’e-commerce vende direttamente da proprio sito web e il 67,5% lo fa attraverso marketplace, app e siti web di intermediari.

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Le attività delle aziende soddisfano tutte le richieste; si va dai classici servizi del web, quali assistenza dei sistemi informativi, realizzazione di portali web, software e siti commercio elettronico, alle attività di vendita on line di prodotti fisici, come per esempio l’agroalimentare o le produzioni artigianali, ma anche attività innovative come il controllo remoto di mezzi, la videosorveglianza o l’intelligenza artificiale.

In particolare l’ecommerce sardo vende di tutto: abbigliamento, articoli per la casa, viaggi e trasporti, prodotti informatici e tecnologici, libri, giornali, film e musica, alimentari e servizi di telecomunicazione.

E’ questo ciò che emerge all’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna che, attraverso i dati di UnionCamere-Infocamere tra il 2014 2024, ha analizzato la rivoluzione portata dal commercio elettronico.

“I dati confermano le potenzialità dell’e-commerce per la crescita delle imprese sarde – afferma Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – questo è un modo intelligente di vendere i prodotti e promuovere il valore artigiano dei territori e un metodo parallelo al tradizionale commercio che consente di abbattere le distanze e di raggiungere anche mercati lontani”. “Sono tanti gli artigiani che offrono i propri beni e servizi on line – aggiunge Meloni – parliamo, per esempio, dei manufatti tipici e tradizionali, venduti sulle più importanti piattaforme di commercio, oppure dei prodotti agroalimentari che, attraverso dei piccoli portali, raggiungono qualunque tavola del Mondo, oppure ancora i servizi che le imprese digitali offrono a migliaia di clienti in ogni angolo del nostro Pianeta”.

A livello provinciale, sempre tra il 2014 e il 2024; Nuoro è cresciuta del +323,5% arrivando a 72 attività con una differenza sul 2014 di +55 realtà. Segue Sassari-Olbia con +285,4% registrando 185 imprese con una crescita di 137 unità, Oristano con + 200% con 51 imprese attive e +34 realtà e Cagliari con +184,4% equivalenti a 396 realtà cresciute di 257 unità sul 2014.

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“La rivoluzione digitale interessa orizzontalmente tutte le imprese – continua Meloni – nessun settore, nessuna attività dell’artigianato e della piccola impresa ne è escluso”. “Abbiamo la straordinaria opportunità di coniugare con le tecnologie digitali, la tradizione, il saper fare, la creatività, il gusto, il fatto su misura – rimarca – vale a dire le caratteristiche che da sempre fanno grandi nel mondo i prodotti delle imprese italiane a valore artigiano. Il mix che ne esce rappresenta il modello italiano di impresa 4.0, unico nel mondo. E non dimentichiamo mai che i mercati cercano la distintività, l’unicità, non l’omologazione”.

La crescita delle attività di e-commerce, purtroppo, si scontra con una insufficiente digitalizzazione del resto del tessuto produttivo.

Più di due terzi delle aziende sarde, infatti, ha un livello insufficiente di conoscenza informatica. Al contrario, solo l’8% applica una buona o ottima digitalizzazione dei processi produttivi e ricorre a tecnologie 4.0 nella gestione delle proprie attività.

Secondo una recente analisi, ben il 64% delle imprese sarde ha un mediocre livello di informatizzazione dichiarandosi, per questo, “esordiente digitale” o “apprendista”, il 28% ha intrapreso un primo cammino tecnologico qualificandosi “specialista digitale”, mentre solo 8% ha già attuato un importante processo verso la piena digitalizzazione.

“Quello della digitalizzazione delle imprese è un percorso ancora lento soprattutto per le realtà che negli anni hanno costruito solide reti commerciali “tradizionali” – rimarca il Presidente – la trasformazione va gestita soprattutto durante il passaggio generazionale. Rimandare questo “salto” può significare restare fuori da opportunità di crescita”. “L’innovazione danneggia chi non la fa ma è necessario farla con l’anima, la passione e la creatività dell’uomo – conclude Meloni – perché non c’è intelligenza artificiale o algoritmo che possa copiare il sapere artigiano oppure imitare o sostituire le cose belle e ben fatte che nascono nelle nostre imprese”.

Tra le regioni con il maggior numero di imprese operanti nel settore del commercio al dettaglio di qualsiasi prodotto effettuato via internet, alla fine del 2024 figurano la Lombardia con 8.545 imprese (il 19,7% del totale), la Campania con 6.484 (14,9%) e il Lazio con 5.088 (11,7%). Alle stesse regioni va il podio della crescita in valore assoluto nel decennio considerato: +6.014 imprese in Lombardia,+5.170 in Campania e +3.499 nel Lazio. A livello relativo, invece, la Campania guida la classifica delle regioni con il più alto tasso di crescita percentuale nel decennio (+393,5%), seguita da Calabria (+294,2%) e Molise (+251,1%). Si tratta di numeri che testimoniano una diffusione trasversale e ormai radicata di queste attività in tutti i territori.

Nel confronto tra province, Napoli conquista il primato assoluto con 4.120 imprese di commercio online a fine 2024, per una quota che rappresenta il 9,5% del totale nazionale. Seguono Roma con 3.999 (pari al 9,2% del totale) e Milano con 3.895 (9%). Napoli si distingue anche per il maggior saldo assoluto nel periodo (+3.418 imprese) e per la crescita percentuale più marcata (+486,9%). Il dato partenopeo evidenzia come la rivoluzione digitale non sia una prerogativa delle capitali economiche del Paese ma un fenomeno distribuito, capillare, con potenzialità forti anche in contesti tradizionalmente meno digitalizzati.

Redazione Cuoreeconomico
(Riproduzione riservata)

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