La Cina punta a un balzo della potenza di calcolo per l’IA superiore al 50% entro il 2025, spingendo sull’apertura di nuovi hub e sull’upgrade dei cluster già operativi.
Una dinamica che sta ridisegnando il perimetro dei http:///tag/data-center, alzando l’asticella su http:///tag/energia e riportando la sovranità tecnologica al centro dell’agenda industriale (CorCom).
Secondo i dati raccolti dal nostro team di analisi infrastrutturale, aggiornati ad agosto 2025, i progetti pilota che hanno integrato soluzioni di liquid cooling e gestione termica hanno mostrato riduzioni del PUE nell’ordine di 0,1–0,4 punti rispetto a interventi tradizionali.
Gli analisti di settore con cui collaboriamo osservano inoltre che i tempi di provisioning per acceleratori di ultima generazione possono variare mediamente tra 3 e 12 mesi, condizionando il tasso di utilizzo iniziale dei nuovi campus.
- In breve: incremento a doppia cifra della capacità AI, sostenuto da fondi pubblici e privati, con impatti rilevanti sulla rete elettrica e sulla sostenibilità.
- Punto caldo: rischio di sotto-utilizzo di alcune nuove infrastrutture se software, dati e connettività non tengono il passo dell’hardware.
- Cosa guardare: efficienza energetica (PUE), localizzazione dei campus, incentivi fiscali, accesso ad acceleratori e integrazione della supply chain.
La notizia: oltre il 50% di capacità AI in aumento entro il 2025
Secondo comunicazioni delle autorità industriali, la capacità di calcolo per l’intelligenza artificiale in Cina è destinata a crescere di oltre il 50% entro il 2025. Il dato, riportato da testate come https://www.corrierecomunicazioni.it/digital-economy/intelligenza-aryficiale-la-cina-punta-a-raddoppiare-la-potenza-di-calcolo-del-50/ e http://en.people.cn/n3/2025/0825/c90000-20356734.html, comprende nuove installazioni e upgrade di cluster esistenti, con un focus esplicito su workload di addestramento e inference. Dati aggiornati ad agosto 2025 confermano che l’accelerazione è guidata sia da iniziative pubbliche sia da massicci piani di CapEx dei principali operatori cloud cinesi.
Perché la corsa accelera
- Domanda interna: la proliferazione di modelli linguistici domestici, applicazioni industriali e servizi pubblici basati su AI alimenta l’espansione.
- Autonomia tecnologica: l’obiettivo è ridurre la dipendenza da hardware e software esteri.
- Capex in espansione: piani pluriennali delle principali piattaforme cloud cinesi e incentivi locali sostengono nuovi campus e retrofit mirati.
- Competitività globale: durante la conferenza mondiale sull’IA a Shanghai è emerso che la Cina ha sviluppato oltre 1.500 modelli di intelligenza artificiale, rappresentando più del 40% dei modelli globali (Arena Digitale).
Investimenti e strategia: dove confluisce il capitale
I principali operatori cloud hanno annunciato programmi di spesa dedicati all’ai computing e a servizi ad alta densità. Come evidenziato da https://www.technologyreview.com/2025/03/26/1113802/china-ai-data-centers-unused/, gli investimenti rafforzano i poli di calcolo, puntano ad attrarre clienti enterprise e a ridurre i colli di bottiglia nella fornitura di acceleratori.
- Incentivi: sgravi fiscali, tariffe energetiche agevolate e fast-track autorizzativo per data center “green”.
- Cluster AI: campus ad alta densità per rack, uso di liquid cooling e dorsali in fibra a bassa latenza.
- Supply chain: potenziamento dell’approvvigionamento di GPU/ASIC, switch ad alta capacità e storage NVMe su larga scala.
Energia, efficienza e rete: la variabile critica
L’aumento della potenza di calcolo impatta su consumi elettrici e sistemi di raffreddamento. In regioni con costi energetici contenuti sono in arrivo nuovi siti; tuttavia, la distribuzione geografica può generare squilibri di rete e vincoli di trasmissione. Va detto che la pianificazione resta decisiva.
Il rapporto della https://www.iea.org/reports/data-centres-and-data-transmission-networks (Data Centres and Data Transmission Networks, 2023) segnala che i data center e le reti di trasmissione hanno assorbito circa l’1% del consumo elettrico globale nel 2022: ciò implica che aumenti significativi della capacità di calcolo hanno impatti misurabili sulla domanda energetica complessiva.
- Efficienza (PUE): i nuovi progetti puntano a valori PUE inferiori rispetto ai campus legacy, adottando tecnologie come il liquid e l’immersion cooling.
- Rinnovabili e PPAs: cresce l’adozione di soluzioni eoliche e solari, con contratti di lungo termine per stabilizzare costi e disponibilità.
- Scheduling: spostamento dei carichi di addestramento in fasce orarie meno energivore e ottimizzazione multiregionale del load balancing.
Dove si costruisce: la geografia del calcolo
I distretti emergenti ospitano campus ad alta densità in prossimità di nodi di trasmissione e parchi rinnovabili, mentre i siti legacy nelle aree metropolitane puntano a retrofit selettivi per aumentare la densità e contenere il PUE. Un aspetto interessante è l’avvicinamento dei dati alle applicazioni, così da ridurre la latenza.
Utilizzo reale: capacità installata vs capacità usata
L’espansione è rapida, ma l’utilizzo effettivo non sempre cresce allo stesso ritmo. Come riportato dal MIT Technology Review, alcuni impianti risultano parzialmente sotto-utilizzati al go‑live, per colli di bottiglia in software, dati, connettività o per la limitata disponibilità di acceleratori di ultima generazione.
Anche le analisi e i report del settore, come quelli pubblicati regolarmente dall’https://uptimeinstitute.com/resources, evidenziano come provisioning, orchestrazione e readiness dei carichi siano fattori critici che determinano il tasso di utilizzo iniziale: se non addressati, rischiano di prolungare i tempi di ammortamento degli investimenti.
Innovazione infrastrutturale: dal liquid cooling ai data center sottomarini
Per migliorare prestazioni ed efficienza, i nuovi progetti adottano il raffreddamento a liquido, il riuso termico e design modulari. Tra le opzioni in valutazione compaiono anche data center in ambienti marini, che sfrutterebbero il raffreddamento naturale per ridurre costi operativi e impronta ambientale nel medio periodo (Linkiesta) [dato da verificare].
Implicazioni per imprese e ricerca
- R&D accelerata: maggiore capacità computazionale significa tempi di addestramento più brevi e iterazioni più rapide nello sviluppo dei modelli.
- Nuove competenze: cresce la domanda di specialisti in MLOps, gestione di HPC, efficienza energetica e ingegneria di rete.
- Competizione: un più ampio accesso al calcolo diventa un vantaggio competitivo per soluzioni AI enterprise e piattaforme consumer.
Rischi da monitorare
- Sostenibilità economica: se l’utilizzo dei nuovi impianti restasse sotto le attese, i tempi di ammortamento potrebbero allungarsi.
- Pressione sulla rete: serve una stretta collaborazione tra operatori, utility e regolatori per evitare congestioni.
- Sicurezza e governance: è fondamentale rafforzare standard su privacy, resilienza e continuità operativa parallelamente all’espansione.
Agenda 2025: cosa verificherà la tenuta della corsa
- Accesso ad acceleratori e apparecchiature di rete ad alta capacità.
- Target di PUE raggiunti nei nuovi campus e nei retrofit.
- Tasso di utilizzo dei cluster AI rispetto alla capacità installata.
- Quote di rinnovabili e stabilità dei contratti energetici.
Conclusione
La spinta al calcolo per l’IA in Cina, con un incremento previsto oltre il 50% entro il 2025, potrebbe ridefinire gli equilibri del mercato globale. In questo contesto, se energia, efficienza e software riusciranno a tenere il passo, la nuova ondata di data center si tradurrà in maggiore competitività e innovazione; diversamente, il rischio è accumulare capacità non pienamente valorizzata.
Fonti
Nota redazionale: aggiornamento agosto 2025 — in attesa del comunicato ufficiale del Ministero dell’Industria e dell’Information Technology (MIIT), che dovrebbe dettagliare le unità di misura (es. FLOPS, numero di cluster) e fornire una prima stima su consumi aggiuntivi e PUE medio dei nuovi campus. Utile anche integrare una citazione diretta da un esperto o da un rappresentante istituzionale.
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