Tra gli ospiti del Meeting di Rimini oggi ci sarà anche il Sottosegretario Durigon, con cui abbiamo parlato di lavoro e pensioni
Oggi al Meeting di Rimini (ore 17:00 Salga Gruppo FS C2) si parlerà della nuova legge, approvata a maggio dopo la presentazione di una proposta della Cisl, sulla partecipazione dei lavoratori nelle imprese, in un incontro cui parteciperà anche Claudio Durigon.
In merito, il sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, in questa intervista ci spiega che “la proposta iniziale della Cisl è stata modificata, ma penso sia stato compiuto comunque un passo importante e anche utile al rinnovamento del sindacato, che, potendo entrare nella gestione delle aziende, sarà anche più responsabilizzato e avrà un ruolo che non si limiterà più alle sole trattative sui contratti di lavoro. La legge non è esaustiva, ma credo sia un buon viatico per liberare energie positive e consentire anche di apportare dei miglioramenti nel corso del tempo”.
Intanto in Italia l’occupazione è sì cresciuta, ma resta un problema relativo ai salari…
Nel nostro Paese abbiamo un problema relativo al salario mediano. La contrattazione, specialmente di secondo livello, è riuscita, tramite componenti aggiuntive, come il welfare aziendale, ad alleviare in parte questo problema, che ha diverse cause, tra cui una bassa produttività dovuta anche a una crescita del Pil italiano che per molti anni è stata più bassa della media europea.
Non basterebbe introdurre un salario minimo come chiesto da una parte dell’opposizione?
Non crediamo sia la panacea di tutti i mali: può affrontare il problema di alcuni valori salariali molto bassi presenti in alcuni contratti, ma è anche vero che porterebbe la contrattazione collettiva a guardare verso il basso, mentre abbiamo bisogno di una spinta verso l’alto. Un patto sociale che andasse in questa direzione sarebbe senz’altro il benvenuto. In ogni caso il Governo dovrà cominciare dalla prossima Legge di bilancio a dare risposte anche al ceto medio, oltre a continuare a sostenere quello medio-basso, come già fatto con il taglio del cuneo fiscale.
Cosa ci dobbiamo aspettare dalla Legge di bilancio in tema di lavoro?
Come Lega abbiamo delle proposte per efficientare la contrattazione ed evitare situazioni di prolungata vacatio contrattuale, in alcuni casi arrivata anche a otto anni, che danneggiano i lavoratori e i loro salari. Quanto meno i nuovi livelli salariali frutto del rinnovo dovranno partire dal giorno in cui è scaduto il contratto. Tramite anticipi o incrementi legati all’andamento del costo della vita, e una defiscalizzazione dei rinnovi che avvengono nei giusti tempi, si può perseguire questo obiettivo, lasciando alle parti l’individuazione del meccanismo più adeguato.
Ci saranno bonus per le assunzioni?
L’occupazione nel nostro Paese è cresciuta grazie anche a questo tipo di strumento che ha mostrato di funzionare e, quindi, verosimilmente continueremo a metterli in campo.
Cosa ci sarà, invece, nella manovra sul fronte previdenziale?
Nei prossimi anni avremo sempre più lavoratori che andranno in pensione con il sistema contributivo e con assegni che saranno più bassi rispetto a quelli calcolati con il sistema retributivo o quello misto. Occorre, quindi, un meccanismo che incentivi l’investimento sulla futura pensione, tramite il secondo pilastro, che già abbiamo iniziato a integrare maggiormente col primo anche per il raggiungimento dei requisiti necessari all’accesso alla quiescenza.
Attraverso la possibilità di accedere al pensionamento anticipato contributivo a 64 anni con almeno 25 di contribuzione, purché il futuro assegno sia pari ad almeno tre volte il trattamento minimo, utilizzando anche la rendita complementare…
Esattamente. Cercheremo di rafforzare questo canale, offrendo, quindi, una possibilità di scelta in più ai lavoratori. Mi sembra che tra l’altro la soglia individuata dei 64 anni possa essere giusta e adeguata rispetto all’attuale mondo del lavoro.
È vero che Quota 103 e Opzione donna sono in bilico e potrebbero non essere rinnovate?
A mio avviso Opzione donna andrebbe rafforzata perché oggi risulta una misura poco efficiente e ha avuto scarso appeal. Quota 103, invece, visto anche lo scarso utilizzo, non penso possa rappresentare una forma ottimale di flessibilità in uscita.
Ci sarà ancora il bonus Giorgetti?
Una misura che rafforza la libertà del lavoratore, che si tratti di restare al suo posto o di poter andare prima in pensione, è a mio avviso fondamentale.
Quando arriverà il decreto per il congelamento dei requisiti pensionistici previsti in aumento dal 2027?
Ho già parlato con il ministro Giorgetti incontrando la sua disponibilità a inserire il provvedimento all’interno della Legge di bilancio.
Nei giorni scorsi Tommaso Nannicini, ex sottosegretario nel Governo Renzi, ha caldeggiato la detassazione dei redditi dei giovani. Cosa ne pensa?
Parliamo tanto della necessità di aumentare la natalità nel nostro Paese, ma gli sforzi e le misure in questa direzione rischiano di essere vani se poi i giovani lasciano il nostro Paese (sono stati più di 350.000 tra il 2013 e il 2022 quelli che hanno deciso di emigrare) anche perché trovano lavori meglio retribuiti. Come Lega abbiamo ideato una flat tax al 5% per cinque anni per i nuovi assunti (età massima 30 anni) con redditi fino a 40.000 euro, che diventano 100.000 nel caso di lavoratori fino a 35 anni che tornino a risiedere nel nostro Paese. Lo Stato, così, potrebbe fare la sua parte. Occorre, però, anche un cambiamento culturale da parte di molte imprese italiane.
Cosa intende dire?
Non devono cercare di ridurre il costo del lavoro a scapito dei giovani, magari con un inquadramento contrattuale inferiore. Occorre un comportamento corretto, evitando anche quelle situazioni illecite in cui si contrattualizza un orario di lavoro inferiore a quello effettivo, andando alla fine a sottopagare i lavoratori, specialmente giovani.
Della proposta relativa alla flat tax al 5% per i giovani ci aveva parlato in una precedente intervista. Quando se ne potrebbe discutere in Parlamento?
Cercheremo di inserirla nella Legge di bilancio e spero che possa essere approvata, anche perché richiede circa 700 milioni di euro in tre anni, una cifra che, visto anche l’obiettivo, credo non sia difficile da reperire.
(Lorenzo Torrisi)
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