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Economia circolare, la nuova rivoluzione industriale


In Italia, la sostenibilità è entrata stabilmente nell’agenda industriale. Secondo dati recenti 69% delle imprese manifatturiere ha dichiarato di aver intrapreso azioni in ambito ambientale, sociale o di governance. Un dato in crescita rispetto al 66,5% dell’anno precedente, che conferma una trasformazione in corso.

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Tuttavia, solo una parte delle aziende ha fatto il passo successivo: strutturare la sostenibilità come leva di governo. L’adozione di standard avanzati di rendicontazione, come quelli previsti dalla nuova direttiva europea CSRD e dagli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), resta ancora un traguardo per pochi. E lo stesso vale per l’economia circolare: secondo il Circular Economy Report 2024 del Politecnico di Milano, solo il 42% delle imprese italiane ha realmente adottato pratiche circolari strutturate, come il riuso dei materiali, la riduzione degli scarti o l’estensione del ciclo di vita dei prodotti.

E se tra le grandi imprese l’impegno è molto alto (oltre il 90% attive in ambito ESG), tra le piccole e medie permane un forte divario.

L’industria manifatturiera italiana, spesso associata a impatti ambientali e modelli produttivi tradizionali, può diventare un motore della transizione sostenibile, promuovendola in tutta la propria filiera produttiva e dando ai propri dipendenti e fornitori una visione etica, improntata al benessere presente e futuro del nostro pianeta.

Oggi la manifattura italiana si trova dunque a un punto di svolta: le sfide della transizione ecologica si intrecciano sempre più con la necessità di adottare modelli di governance responsabili, trasparenti e misurabili.

Governance all’insegna della sostenibilità integrata

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In questo scenario, Tecnosystemi S.p.A. Società Benefit, azienda veneta produttrice di accessori per il condizionamento, il ricambio dell’aria, la ventilazione e il fotovoltaico, ha scelto la via della sostenibilità integrata nella governance. Con l’adozione volontaria dello standard ESRS, l’introduzione del Modello 231, attivo entro la fine del 2025, l’azienda intende dimostrare che la transizione ecologica, sociale e organizzativa può e deve partire dalla testa, e tradursi in cambiamenti misurabili e duraturi. Ma non solo, il vero cambio di passo è concepire la sostenibilità non solo verso l’esterno ma a governo di tutti i processi interni e dipartimenti aziendali. L’obiettivo è fare azioni mirate che invitino tutti a ripensare il proprio ruolo in termini di sostenibilità ed efficacia all’interno del sistema organizzativo. Perché questo rappresenta un vero vantaggio competitivo nei confronti del mercato.

Con sede a Vittorio Veneto, l’azienda racconta nel suo secondo bilancio di sostenibilità come circolarità ambientale, innovazione digitale e benessere interno possano coesistere in un’unica visione industriale evoluta. Questa non vuole essere una mera dichiarazione di intenti, ma un percorso misurabile: dalle 168 tonnellate di plastica recuperata e rigenerata internamente, al 100% di energia da fonti rinnovabili, fino all’adozione volontaria degli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), ben prima dell’obbligo normativo.

Attenzione agli impatti ambientali

Tecnosystemi alimenta i suoi impianti con 1,6 MW di fotovoltaico, che coprono oltre l’85% del fabbisogno energetico. Il 100% dell’energia utilizzata è rinnovabile, propria o acquistata con Garanzia d’Origine.

Le emissioni GHG (gas serra) legate alla sua attività sono per il 97% “Scope 3”: questo significa che il 97% del suo impatto climatico dipende da fornitori, trasporti e uso dei suoi prodotti, e non dall’attività della sede.

L’azienda ha poi installato cinque mulini per la macinazione e il riciclo degli scarti plastici, recuperando 168 tonnellate di plastica da scarti produttivi, e avviato un progetto di riforestazione, con la piantumazione di 78 alberi autoctoni nelle aree adiacenti agli stabilimenti. Infine, ha avviato la stesura di un piano di decarbonizzazione che prevede la misurazione completa della “carbon footprint” (impronta climatica) che sarà pronto a dicembre 2025.

Tecnosystemi ha infine ottenuto quattro certificazioni EPD(Environmental Product Declaration) per alcune sue linee di prodotto: si tratta di certificazioni indipendenti che analizzano e misurano scientificamente l’impatto ecologico dei prodotti lungo tutto il loro ciclo di vita, rendendo poi i dati ottenuti verificabili da enti terzi.

Valore al capitale umano e al legame con il territorio

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L’Azienda trevigiana ha adottato volontariamente lo standard ESRS (European Sustainability Reporting Standards), anticipando la direttiva europea CSRD che obbligherà molte aziende a rendicontare i propri impatti ambientali, sociali e di governance (ESG) secondo criteri rigorosi e standardizzati. Ciò nell’ottica di posizionarsi come azienda all’avanguardia nella rendicontazione ESG, credibile, preparata e competitiva anche in ottica futura.

Il capitale umano e il legame con il territorio sono considerati risorse strategiche, insieme a valori quali meritocrazia, rispetto ed equilibrio vita-lavoro. Nel 2024 sono stati coinvolti 166 collaboratori e collaboratrici, con una crescita del 14,5% rispetto ai 145 del 2023. L’azienda ha avviato un processo verso la certificazione sulla parità di genere, da ottenere entro il 2025, e sta investendo nel welfare e nella formazione, con oltre 4.000 ore di formazione non obbligatoria e progetti di team building basati su contaminazioni artistiche e leadership inclusiva.

Grazie all’integrazione del Sistema MBO con KPI ESG, dal 2025 i bonus per i manager Tecnosystemi non dipenderanno solo dai risultati economici, ma anche da obiettivi ambientali e sociali misurabili.

I suoi fornitori, infine, si trovano in un raggio di 300 km dalla sede nel 71% dei casi, sintomo della volontà dell’Azienda di creare un impatto positivo sul territorio.





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