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Australia e Nuova Zelanda danno il via libera alla carne coltivata


L’Australia e la Nuova Zelanda sono ufficialmente il quarto mercato al mondo ad approvare prodotti a base di carne coltivata. La Fsanz (Food Standards Australia New Zealand), l’agenzia binazionale responsabile dello sviluppo e della gestione del codice degli standard alimentari che regola la sicurezza, la qualità e l’etichettatura dei cibi nei due Paesi, ha pubblicato l’emendamento numero 239 del 18 giugno 2025 che apre al settore dell’agricoltura cellulare.

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Il precedente è importante per gli enti regolatori globali. Fino ad oggi soltanto Singapore, gli Stati Uniti e Hong Kong avevano reso possibile commercializzare, acquistare e consumare la cosiddetta cultivated meat, ovvero carne prodotta in laboratorio a partire da cellule animali, senza alcun intervento diretto e in modalità completamente cruelty free. L’ente regolatore australiano ha dichiarato la carne coltivata sicura per il consumo, dando il via libera in Oceania ad un mercato considerato altamente profittabile.

 

In questo articolo:

 

  • Australia e Nuova Zelanda aprono alla carne coltivata
  • I prodotti Forged di Vow sono sicuri per la Fsanz
  • Il futuro della cultivated meat in Asia
  • Chi sarà il prossimo ad approvare carne di laboratorio

 

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Australia e Nuova Zelanda aprono alla carne coltivata

A seguito di una rigorosa valutazione pluriennale della sicurezza alimentare, l’emendamento numero 239 della Fsanz approva la commercializzazione della carne coltivata dalla startup australiana Vow, la food-tech di Sydney famosa per aver creato una polpetta gigante dalle cellule di un mammut. In questo caso, il semaforo verde riguarda i prodotti del suo marchio premium Forged, ovvero carne coltivata in laboratorio a partire da cellule di quaglie giapponesi allevate.

Vow aveva già debuttato a Singapore all’inizio del 2024 e a Hong Kong alla fine dello stesso anno con il suo foie gras coltivato. I prodotti del brand della food-tech australiana sono quattro: il pâté The Whipped Quail, il foie gras The Fatty Quail, le candele di sego (il grasso di manzo coltivato) The Candlelit Quail e la crema spalmabile di quaglia affumicata The Smoked Quail. Dal suo lancio iniziale, Vow afferma di aver servito oltre 25.000 porzioni di prodotti a marchio Forged. L’azienda ha raggiunto un importante traguardo produttivo lo scorso maggio, quando ha prodotto oltre 538 chili di cultivated meat in un unico raccolto.

 

I prodotti Forged di Vow sono sicuri per la Fsanz

La Food Standards Australia New Zealand ha pubblicato online i risultati delle sue valutazioni, rendendo accessibili i test sui requisiti di sicurezza, i feedback delle consultazioni pubbliche e altri contenuti. Questo approccio ha l’obiettivo di garantire la trasparenza dei processi di validazione e di aumentare la fiducia di consumatrici e consumatori in questi prodotti alimentari. Oltre ad aver approvato la domanda di Vow, Fsanz ha sviluppato una serie di requisiti e linee guida per l’intera categoria delle carni coltivate.

Ottenuta l’approvazione per il mercato nazionale, Vow ha annunciato l’intenzione di voler lanciare i suoi prodotti in “decine dei locali più entusiasmanti d’Australia”, tra cui ristoranti rinomati come il Nel Restaurant di Sydney e il Bottarga di Melbourne, aperto da poco dallo chef italiano Federico Bizzaro, originario di Gallarate. La nuova cucina australiana, incontro di influenze europee, asiatiche e native, sta rinunciando sempre di più alla carne come ingrediente di riferimento. Un report recente rivela che le presenze di manzo, pollo, ovini e maiale sono scese del 34% rispetto a quarant’anni fa, pur restando quella delle proteine una presenza fondamentale nella dieta locale.

 

Il futuro della cultivated meat in Asia

Il Good Food Institute Asia Pacific prevede che la diversificazione proteica e la produzione globale di carne aumenteranno di oltre il 50% entro il 2050 rispetto ai livelli del 2012. Nonostante il consumo totale di carne sia storicamente inferiore a quello occidentale, l’Asia rappresenta con 163,57 milioni di tonnellate oltre la metà della crescita complessiva del consumo globale di proteine animali ​negli ultimi venticinque anni, pari a 370,13 milioni. La spinta alla carne coltivata da parte dell’Australia è un passo significativo considerando l’evoluzione del suo export agroalimentare, un comparto che negli ultimi anni ha sviluppato notevoli trend di crescita.

Il rapporto Australia’s Protein Roadmap dell’agenzia Csiro (Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization) prevede che il settore delle proteine ​​alternative contribuirà in modo significativo al mercato australiano: il giro d’affari stimato è di 3 miliardi di dollari entro il 2030, con la prospettiva positiva di arrivare a 9 miliardi. “Per soddisfare in modo sostenibile la crescente domanda di carne sarà necessario aumentare ulteriormente la produzione di proteine, integrando i metodi di allevamento tradizionali per cui l’Australia è rinomata – spiega Mirte Gosker di Gfi Asia Pacific –. La carne non è mai stata così popolare, soprattutto nei mercati asiatici che importano proteine ​​di alta qualità dall’Australia. La sfida è per i metodi di produzione convenzionali altamente inefficienti: attualmente forniamo fino a 100 calorie a una mucca per produrne una sola di carne bovina”.

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Chi sarà il prossimo ad approvare carne di laboratorio

Dopo Australia e Nuova Zelanda potrebbe toccare alla Corea del Sud: l’Mfds (il Ministero della sicurezza alimentare e farmaceutica, responsabile della regolamentazione dei prodotti alimentari) dovrebbe completare la sua prima revisione della carne coltivata entro la fine dell’anno. Sempre in Asia, Thailandia e Malesia stanno mostrando forte interesse nei confronti della carne di laboratorio e studiano un allineamento normativo con le linee guida e gli standard esistenti a Singapore, Stati Uniti, Hong Kong, Australia e Nuova Zelanda.

In Europa la carne coltivata non è ancora autorizzata. La startup francese Gourmey è stata la prima azienda ad aver presentato richiesta ufficiale di vendita all’autorità di regolamentazione. Tuttavia, i dati elaborati da Good Food Institute Europe per il 2024 rivelano che il settore delle proteine alternative (alimenti a base vegetale, carne coltivata e fermentazione) è tornato a crescere: le imprese europee non quotate in Borsa hanno raccolto 470 milioni di euro, facendo segnare un incremento del +23% rispetto all’anno precedente. Anche i governi cominciano a riconoscere l’importanza della diversificazione delle fonti proteiche: i finanziamenti pubblici e le sovvenzioni sono aumentate del +137% su base annua, toccando quota 63 milioni.

In questo quadro, le startup europee della carne coltivata hanno vissuto una contrazione degli investimenti del 59% nel 2024, attestandosi a 48 milioni di euro. Le due realtà più vicine all’ingresso nel mercato sono le olandesi Mosa Meat, che ha raccolto 40 milioni, e Meatable, che ha ottenuto 7,6 milioni nell’ultimo round di finanziamento. Per rendere le aziende competitive nello scenario globale, Gfi Europe chiede a gran voce la disponibilità di strumenti finanziari più adeguati (modelli di finanza mista e specifici programmi di credito) e delle infrastrutture necessarie per la produzione su larga scala.





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