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Gli scontrini cartacei vanno in pensione: cosa cambia dal 2027


Favorire la digitalizzazione e soprattutto la sostenibilità ambientale: è l’obiettivo della proposta di legge che punta a eliminare gli scontrini cartacei, fatti di carta termica e quindi difficilmente riciclabili. Fratelli d’Italia ha presentato una risoluzione approvata in commissione Finanze alla Camera per abolire l’obbligo di stampare lo scontrino cartaceo per le transazioni effettuate con strumenti di pagamento elettronici come le  carte di credito e di debito o le app.

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Superare l’utilizzo del cartaceo non significa soltanto favorire una svolta green, digitale e semplificata, che promette di garantire benefici a consumatori e negozianti: i firmatari sostengono che il pensionamento degli scontrini andrà ad agevolare una maggiore trasparenza e tracciabilità immediata. La risoluzione prevede una transizione digitale in tre tappe con un adeguamento alle misure già in atto in diversi Paesi dell’Unione europea come Francia, Germania e Svezia, dove l’obbligo di stampa dello scontrino è abolito da tempo.

 

In questo articolo:

 

  • Perché gli scontrini cartacei vengono eliminati
  • Cosa prevede la risoluzione presentata in Parlamento
  • Le tappe della transizione digitale

 

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Perché gli scontrini cartacei vengono eliminati

Gli scontrini emessi ogni giorno in negozi, supermercati e attività commerciali sono fatti di carta termica che va gettata nella raccolta indifferenziata e quindi risulta difficile da riciclare. Sono ancora pochi gli scontrini in circolazione realizzati in carta termica di nuova generazione, quella sviluppata senza l’utilizzo di componenti di reazione chimici: si riconoscono perché sono di colore blu e portano la dicitura “riciclabile con la carta”.

La circolazione dei corrispettivi cartacei, prodotti con inchiostri e materiali che spesso contengono sostanze chimiche, è insostenibile sia dal punto di vista ambientale che da quello della competitività delle imprese, senza considerare i costi indiretti per la gestione dei rifiuti e la logistica. Si calcola che ogni anno vengono emessi oltre 30 miliardi di scontrini, con un consumo di circa 360 milioni di metri quadrati di carta termica non riciclabile.

Non mancano sul mercato soluzioni paperless come quella di Billd, startup green che offre una tecnologia di cloud computing per evitare la stampa degli scontrini. Nella grande distribuzione organizzata è Esselunga a distinguersi da due anni: nel 2023 la catena ha adottato un sistema che permette ai clienti fidelizzati di accedere allo scontrino virtuale, una versione ridotta dei lunghi scontrini cartacei consultabile sull’app.

 

Cosa prevede la risoluzione presentata in Parlamento

A prima firma del deputato Saverio Congedo, la risoluzione 7/00286 (diventata poi il testo 8/00081) è stata approvata in commissione Finanze senza nessun voto contrario e chiede al governo di introdurre una norma per ridurre l’impatto ambientale degli scontrini. La proposta si basa su un decreto del Ministero dell’Economia risalente al 2016 che già prevedeva la possibilità di emettere documenti commerciali in formato elettronico, ma soltanto in seguito ad un accordo con il destinatario.

La risoluzione chiede invece che lo scontrino digitale abbia la precedenza su quello cartaceo: l’esercente avrà l’obbligo di stamparlo soltanto se a richiederlo sarà espressamente il cliente. Nella maggior parte dei casi, infatti, lo scontrino ha natura meramente commerciale e dunque “appare irragionevole, sotto il profilo ambientale perpetuare la produzione di documenti sostanzialmente inutili, non riciclabili e con un significativo impatto ambientale sia in riferimento alla produzione sia allo smaltimento dei medesimi”, scrivono i firmatari della proposta.

“Un grande segnale di attenzione ambientale e di sano e utile utilizzo dell’innovazione tecnologica nel rapporto tra esercenti e fisco e tra esercenti e consumatori – sottolinea Massimo Milani, deputato di Fratelli d’Italia tra i firmatari della risoluzione –. Un passo concreto per semplificare la vita a cittadini e imprese, ridurre i costi, e favorire una piena digitalizzazione del sistema fiscale. Un intervento a favore dell’ambiente: parliamo sostanzialmente di eliminare milioni di scontrini stampati su carta termica non riciclabile, che ogni giorno finiscono nei rifiuti”.

 

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Le tappe della transizione digitale

Il testo chiede al governo di individuare i passaggi chiave per poter procedere con la dematerializzazione. Il processo previsto sarà semplice: il cliente che paga con carta o e-wallet riceverà lo scontrino via app, e-mail o messaggio su smartphone oppure potrà scaricarlo tramite codice Qr dal display del Pos. Il cartaceo sarà sempre disponibile, ma l’esercente sarà tenuto a stamparlo solo se sarà il consumatore a richiederlo espressamente.

L’invio digitale della ricevuta andrà di pari passo con il potenziamento dei registratori di cassa di nuova generazione, capaci di mandare al cliente la copia dematerializzata dello scontrino e di trasmetterla all’Agenzia delle Entrate. La proposta è quella di un piano graduale da attuare in tre passaggi: si partirà dal 1° gennaio 2027 con i supermercati della grande distribuzione organizzata; si passerà dal 1° gennaio 2028 ai soggetti con un volume d’affari superiore a una certa soglia; si arriverà in due anni, dal 1° gennaio 2029, a tutti gli esercenti. Ecco il calendario previsto:

 

  • prima tappa: supermercati e ipermercati della Gdo, dal 1° gennaio 2027;
  • seconda tappa: attività con volume d’affari superiore a una certa soglia, dal 1° gennaio 2028;
  • terza tappa: tutti gli esercenti, dal 1° gennaio 2029.

 

Naturalmente gli scontrini digitali saranno sempre disponibili via app o Pec. La richiesta fatta al governo è quella di adottare un’introduzione graduale dell’obbligo di “dotare gli strumenti tecnologici per la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate di un sistema predisposto per la generazione e trasmissione del documento commerciale all’acquirente anche in formato digitale”. A quel punto seguiranno le fasi successive che porteranno nel 2029 ad un sistema digitale e sostenibile dei corrispettivi. Tutti i dettagli con le modalità operative, le tempistiche precise e le esenzioni saranno definiti da un decreto attuativo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.





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