DASINDO. Nel “culla della cooperazione trentina” si è svolto alla sede di Copag a Dasindo, il convegno “La Cooperazione tra ieri e oggi”, evento inserito nel programma della tradizionale Festa dell’Agricoltura/Palio dei 7 Comuni. Un momento di approfondimento e confronto che ha richiamato numerosi cittadini e rappresentanti del mondo istituzionale e cooperativo, nel percorso di avvicinamento al 130esimo anniversario della Federazione Trentina della Cooperazione, fondata il 20 novembre 1895.
“Una presenza fondamentale per le origini del nostro movimento, diventati a quel tempo dei veri e propri imprenditori sociali”, le parole Michele Dorigatti, direttore della Fondazione don Lorenzo Guetti, nel ricordare il ruolo decisivo dei sacerdoti nella nascita della cooperazione in trentino: “Tra questi, Don Guetti ebbe un ruolo importante come importatore di un modello già presente in Europa ma, – aggiunge Dorigatti – non dobbiamo pensare a lui come un uomo solo al comando, furono in molti a collaborare con lui per giocare ruoli importanti in una squadra che ha visto partecipare tanti giocatori. Oggi non solo la cooperazione è uno straordinario strumento per fare economia, ma è anche un importante strumento di pace, con una forte funzione sociale”.
Invece Alessandro Ceschi, direttore generale della Federazione Trentina della Cooperazione, ha evidenziato i profondi cambiamenti che hanno interessato il mondo della cooperazione e, in particolare, del credito cooperativo: “Il modello cooperativo ha, nel tempo, subito grandi trasformazioni, influenzate anche dall’avanzare di internet e delle tecnologie digitali. Il credito, in particolare, ha vissuto cambiamenti profondi, ma le Casse Rurali continuano a rimanere un presidio fondamentale sul territorio. Una presenza e una vicinanza al socio che rappresentano un elemento distintivo del nostro modo di fare banca”. Ceschi ha sottolineato anche la necessità di rafforzare la dimensione comunitaria: “La prossimità è un fattore strategico: significa stare vicino alla comunità, sostenere anche feste come quella in cui ci troviamo, rafforzare le relazioni senza le quali le comunità non esisterebbero. Un esempio concreto è il Ceis, dove imprese e famiglie socie spendono il 45% in meno rispetto a chi vive in territori diversi: un dato che fa la differenza e che ci dice quanto sia strategico sviluppare le cooperative in grado di gestire l’energia come bene comune”.
L’idea, spiegata dal direttore generale, è quindi di valorizzare la risorsa idrica a vantaggio di tutte le popolazioni che abitano la montagna. Una proposta nata dalla Federazione per rilanciare il ruolo della cooperazione nel settore elettrico, valorizzando l’esperienza secolare dei consorzi storici di Stenico, Storo e Pozza di Fassa.
“La cooperazione trentina è sempre stata un laboratorio di idee e di innovazione economica e sociale”, dice Roberto Simoni, presidente della Federazione. “In 130 anni non ci si è mai fermati nel trovare nuove soluzioni per le nostre comunità. Pensiamo al Progettone come esempio di inclusione sociale per lavoratori rimasti fuori dal mercato del lavoro, alle iniziative che il sociale realizza per includere persone ai margini, al credito che finanzia imprese e iniziative di comunità, all’agricoltura che mantiene e sviluppa in modo sostenibile il territorio, alle cooperative che producono beni e servizi in tutto il territorio provinciale. Mai come in questo periodo di difficoltà e crisi – conclude Simoni -, una cooperazione forte, radicata nei territori e capace di preparare le giovani generazioni, è indispensabile per garantire coesione e sviluppo alle nostre comunità”.
Il confronto si è arricchito anche grazie alle sollecitazioni del pubblico, che hanno posto l’attenzione sull’importanza di sostenere la piccola cooperazione e il volontariato, superando le barriere burocratiche, e sulla necessità che le casse rurali offrano ai soci vantaggi sempre più competitivi rispetto a un mercato – anche online ed estero – che rischia di drenare risorse dai territori.
La partecipazione numerosa e attenta dei cittadini, delle istituzioni e dei rappresentanti del movimento cooperativo ha testimoniato ancora una volta l’attualità e la vitalità del messaggio cooperativo, radicato nella storia ma capace di guardare al futuro con rinnovata ambizione.
“L’appuntamento di oggi, legato a una festa molto sentita dalla popolazione, unisce tradizione e senso di comunità e ci ricorda quanto sia forte il legame tra il lavoro agricolo e l’identità delle nostre valli, con spirito di appartenenza e capacità di stare insieme”, aggiunge l’assessore Mario Tonina. “E’ da qui che dobbiamo partire, perché la cooperazione è molto più di una forma economica: è una scelta di responsabilità collettiva, una visione che mette al centro le persone, i territori e il futuro. Grazie a questi valori, che sono alla base della nostra Autonomia speciale, anche nelle aree più periferiche e nei territori di montagna si riescono a mantenere servizi, a garantire qualità, a creare occupazione. Dobbiamo continuare ad avere l’ambizione di considerare la cooperazione non solo come eredità del passato, ma come volano di crescita economica, culturale e sociale”.
L’assessore ha poi sottolineato l’importanza di continuare a investire nelle nuove generazioni e nella formazione: “Sappiamo che per essere davvero efficace, la cooperazione deve anche sapersi rinnovare e rispondere ai bisogni emergenti. Questo significa investire nei giovani, nella formazione, nella collaborazione tra settori diversi, tenendo conto delle nuove sfide: l’energia, l’acqua, l’equilibrio tra sviluppo e ambiente e in questo territorio l’agricoltura, in particolare, oltre a custodire saperi antichi, ha dimostrato di saper guardare all’innovazione, costruendo filiere sostenibili e valorizzando i prodotti locali”.
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