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gap con Usa nell’aria condizionata ha rilevanza economica- Fortune Italia


Taco Engelaar è vicepresidente senior e amministratore delegato di Neara e in precedenza ha lavorato per PwC e Herbert Smith Freehills come responsabile globale per il settore energetico. Ha inoltre ricoperto diversi ruoli dirigenziali in aziende operanti nel settore delle tecnologie climatiche.

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Immaginate questo: è una torrida giornata estiva negli Stati Uniti. Vi svegliate in una stanza fresca e confortevole dopo una notte di sonno profondo. Vi recate al lavoro, dove la temperatura è ottimale per concentrarsi. A meno che non usciate per una passeggiata all’ora di pranzo, siete completamente protetti dal caldo.

Ora immaginate lo stesso scenario in una città europea media. Vi svegliate dopo una notte insonne. Siete appiccicosi, a disagio e già temete il tragitto per andare al lavoro. Bloccati su un treno affollato, subite un forte ritardo mentre i mezzi di trasporto della vostra città faticano a far fronte alle temperature estreme. Se lavorate da casa, l’unico sollievo viene da un ventilatore che fa circolare lentamente l’aria calda nella stanza.

La differenza fondamentale tra queste due realtà? L’aria condizionata.

Negli Stati Uniti, il 90% delle famiglie dispone di aria condizionata. In Europa? Solo il 20% in media. In alcuni paesi, come il Regno Unito, questa percentuale scende a meno del 5%.

A prima vista, potrebbe sembrare una differenza minore, argomento di sketch su TikTok o dibattiti su Reddit, dove americani ed europei si prendono in giro a vicenda per la loro capacità di sopportare il caldo estivo. Ma quando la temperatura sale, l’impatto sulla produttività è tutt’altro che trascurabile.

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Il crescente divario di produttività tra Europa e Stati Uniti, che si è ampliato dopo la pandemia, non è solo il risultato di regolamentazioni, leggi sul lavoro o competenze tecnologiche. Ora è anche una questione di clima. O, più precisamente, della differenza nel modo in cui viviamo le temperature estreme.

In Europa il caldo è una minaccia esistenziale per alcune economie

L’Europa è il continente che si sta riscaldando più rapidamente sulla Terra. Nei paesi in cui l’aria condizionata è prevalentemente assente, le ondate di calore possono (e sempre più spesso lo fanno) chiudere le scuole, interrompere le attività commerciali e impedire alle persone di lavorare al meglio.

I datori di lavoro sono costretti a modificare gli orari di lavoro per proteggere il personale dal caldo, chi ha responsabilità di assistenza fatica a prendersi cura dei più vulnerabili (bambini, anziani) e le famiglie sono impegnate in una battaglia quotidiana per il comfort e l’efficienza.

Questa vulnerabilità climatica non è solo un inconveniente, ma una seria minaccia alla competitività economica. Gli economisti stanno già avvertendo che l’incapacità dell’Europa di adattarsi a un futuro più caldo potrebbe frenare le sue prospettive di crescita.

Anche il turismo sembra destinato a soffrirne. Con l’aumento della frequenza delle ondate di calore, in particolare nell’Europa meridionale, i turisti stanno iniziando a cercare altre destinazioni in cerca di climi più confortevoli. Ciò rappresenta una minaccia esistenziale per la linfa vitale delle economie, in particolare in tutto il Mediterraneo.

Mentre il continente lotta per trovare un equilibrio tra le esigenze del cambiamento climatico e la crescita economica, il calore rappresenta un problema sempre più grave.

Le richieste di aria condizionata da parte dell’opinione pubblica si fanno sempre più pressanti. Nel Regno Unito, le ricerche di case con aria condizionata sono aumentate vertiginosamente e l’aria condizionata sta rapidamente diventando uno status symbol della classe media.

In Francia, politici come Marine Le Pen hanno seguito l’esempio, annunciando un “grande piano per l’aria condizionata“. Si potrebbe pensare che la soluzione sia semplice: copiare il modello statunitense e diffondere l’aria condizionata in tutta Europa. Per quanto allettante possa sembrare, non è così semplice.

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La rete elettrica non è all’altezza del compito

L’aria condizionata consuma molta elettricità. E la maggior parte dei paesi europei non dispone dell’infrastruttura di rete necessaria per sostenere un cambiamento di questa portata.

Questa fragilità è stata messa a nudo quest’estate in Italia, quando un’ondata di caldo ha provocato un aumento della domanda di aria condizionata che ha causato un blackout.

Le reti elettriche nazionali europee sono al limite: faticano a stare al passo con gli aggiornamenti necessari per garantire la resilienza richiesta dai consumi moderni e devono fare i conti con il volume di fonti di energia pulita che chiedono di essere collegate.

È profondamente ironico che le enormi quantità di energia solare prodotte da estati più calde e secche, che potrebbero sbloccare le capacità di climatizzazione senza creare un nuovo carico di carbonio, non possano essere sfruttate adeguatamente a causa dei ritardi nel collegamento alla rete.

In vaste aree dell’Europa, gli edifici sono inoltre più vecchi e scarsamente isolati. Le restrizioni urbanistiche sono più severe e la cultura dell’affitto piuttosto che della proprietà complica l’installazione.

Nel complesso, le reti elettriche in difficoltà e le sfide logistiche fanno sì che le notti afose e le giornate letargiche rischiano di diventare parte integrante delle estati europee.

Per sfuggire a questo circolo vizioso di temperature sempre più elevate e raggiungere i livelli di produttività tipici degli Stati Uniti, che gli ambienti climatizzati possono garantire, abbiamo bisogno di infrastrutture più intelligenti e di maggiori investimenti in questo settore.

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Ciò significa utilizzare modelli avanzati e l’intelligenza artificiale per capire dove le reti sono più deboli, come sta cambiando la domanda e dove piccoli aggiornamenti mirati potrebbero portare grandi vantaggi.

Significa simulare scenari di calore futuri per sottoporre a stress test le reti energetiche prima che si verifichi una crisi o si tenti un ampliamento della capacità. Significa sostituire le congetture con la precisione, in modo che gli investimenti nel raffreddamento e nelle infrastrutture che lo supportano siano effettivamente redditizi.

Solo con questo tipo di pianificazione intelligente l’Europa potrà muoversi abbastanza rapidamente da adattarsi a un futuro più caldo, senza esaurire le proprie reti, i propri budget o i propri obiettivi climatici.

L’aria condizionata può essere la soluzione, ma senza affrontare le sfide infrastrutturali sottostanti, l’Europa continuerà a sudare per il caldo e a subirne le conseguenze economiche. E dall’altra parte dell’oceano? Beh, gli americani si stanno appena svegliando dopo una notte di sonno profondo.

Le opinioni espresse nei commenti pubblicati su Fortune.com sono esclusivamente quelle degli autori e non riflettono necessariamente le opinioni e le convinzioni di Fortune.

L’articolo originale è stato pubblicato su Fortune.com

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FOTO: ANTONIO MASIELLO – GETTY IMAGES



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