Rio de Janeiro si prepara a un balzo tecnologico senza precedenti: il cuore pulsante dell’innovazione latino-americana batterà presto al ritmo di un supercomputer targato Nvidia, destinato a supportare università, centri di ricerca e imprese nello sviluppo di soluzioni di Intelligenza artificiale.
Una nuova era digitale per Rio
Durante la recente Rio Innovation Week, Eduardo Paes, sindaco di Rio de Janeiro, ha dipinto un orizzonte ambizioso per la città, delineando un percorso che la guidi a diventare il riferimento principale per l’Intelligenza artificiale in tutta l’America Latina e a contendersi una posizione di primo piano sul palcoscenico mondiale. Davanti a imprenditori, ricercatori e start-upper, il primo cittadino ha presentato una serie di interventi mirati che puntano a valorizzare risorse già presenti sul territorio, dalla connettività garantita dai cavi sottomarini alla disponibilità di energia rinnovabile.
Fulcro di questa strategia sarà l’arrivo del supercomputer di Nvidia all’interno di Puerto Maravalley, polo in rapida espansione situato nella zona ovest della metropoli. Il calcolatore di ultima generazione sarà a disposizione di università, centri di ricerca e imprese private, offrendo una potenza di elaborazione fino a ieri impensabile sul territorio brasiliano. Grazie a questa infrastruttura, gli sviluppatori potranno testare algoritmi complessi, i laboratori universitari accelereranno i propri progetti e le startup del settore potranno scalare più velocemente idee destinate al mercato globale.
Il ruolo centrale di Puerto Maravalley
Nato originariamente come distretto per l’innovazione digitale, Puerto Maravalley si appresta a cambiare marcia grazie all’investimento del colosso statunitense dei semiconduttori. Il supercomputer firmato Nvidia fungerà da catalizzatore, con risorse di calcolo distribuite che consentiranno di simulare reti neurali di dimensioni monumentali e di addestrare modelli linguistici su scala continentale. L’accesso sarà modulato in base alle esigenze: le università potranno prenotare fasce orarie dedicate alla ricerca di base, mentre le imprese investiranno in blocchi di elaborazione per sperimentare nuovi servizi di analisi predittiva e di automazione dei processi.
L’iniziativa, salutata con entusiasmo dalla comunità scientifica, risponde al bisogno sempre più pressante di infrastrutture condivise capaci di sostenere la corsa globale verso l’Ai. Gli studenti delle facoltà di ingegneria potranno confrontarsi con problemi reali di ottimizzazione, gli istituti di ricerca biomedicale avranno a disposizione capacità di clustering e visualizzazione avanzata, mentre i settori industriali più tradizionali beneficeranno di soluzioni per il controllo qualità in tempo reale. Tutto ciò inaugura un ecosistema dove il sapere accademico e l’impresa parlano finalmente la stessa lingua.
L’alleanza fra Elea Data Centers, Comune e Oracle
Parallelamente all’arrivo del nuovo supercomputer, Elea Data Centers ha formalizzato con il Municipio di Rio e con Oracle un’intesa di respiro internazionale: il progetto Rio AI City. L’iniziativa mira a trasformare il quartiere di Barra da Tijuca in un gigantesco polo di data center, destinato a diventare il più vasto dell’America Latina e a collocarsi fra i dieci principali al mondo. L’accordo mette in comune capitale privato, competenze tecniche e pianificazione urbana, creando sinergie volte ad attirare colossi della tecnologia e promettenti startup.
Alla base della collaborazione vi è la convinzione condivisa che l’Ai non possa prosperare senza infrastrutture sicure, scalabili e, soprattutto, sostenibili. In questa ottica, Oracle mette sul tavolo il proprio know-how in ambito cloud e cybersecurity, mentre Elea si fa carico della costruzione di un campus capace di ospitare server ad alta densità e sistemi di raffreddamento a basso impatto ambientale. Il Comune, dal canto suo, agevola l’iter autorizzativo e garantisce incentivi fiscali sostanziosi per attrarre investimenti di lungo periodo.
Obiettivi energetici e infrastrutture colossali
Il masterplan di Rio AI City prevede una capacità installata di 1,5 GW entro il 2027, cifra destinata a più che raddoppiare, raggiungendo 3,2 GW nel 2032. Per dare un’idea, si tratta di un quantitativo di energia sufficiente ad alimentare una metropoli di medie dimensioni. Tutta la fornitura proverrà da fonti rinnovabili, con contratti a lungo termine siglati con produttori di eolico e solare brasiliani, in linea con l’impegno a ridurre drasticamente l’impronta di carbonio delle future operazioni digitali complessive.
«Stiamo creando le condizioni appropriate con le risorse che la città possiede già, dalla produzione di conoscenza all’energia pulita e alla connettività garantita dai cavi sottomarini, così che Rio si consolidi come capitale dell’Ai in America Latina», ha ricordato Eduardo Paes durante il suo intervento. A fargli eco, Alessandro Lombardi, fondatore di Elea, ha sottolineato che il campus nascerà con l’obiettivo di attrarre talenti e imprese pronte a definire la prossima era digitale, offrendo infrastrutture robuste fin dal primo mattone.
Le prospettive per l’America Latina
Secondo Alexandre Maioral, presidente di Oracle Brasil, l’accordo elevate Rio a fulcro di una rete che potrà servire non solo il mercato interno, ma l’intero continente. La multinazionale americana intende fornire piattaforme cloud e soluzioni di Intelligenza artificiale che combinino sicurezza, scalabilità e sostenibilità, aiutando aziende e istituzioni a ridurre i tempi di sviluppo e a contenere i costi operativi. Questo approccio, ha spiegato Maioral, permetterà di accelerare l’innovazione in settori chiave come sanità, finanza, agritech e pubblica amministrazione regionale.
Se il cuore dell’economia digitale è rappresentato dai dati, la loro casa non può che essere un’infrastruttura solida, verde e interconnessa: la visione condivisa dai partner del progetto punta a fare di Rio il laboratorio dove si sperimenteranno modelli economici e tecnologici esportabili in tutta l’America Latina. Con il sostegno istituzionale garantito e capitali pronti a fluire, la città carioca si candida quindi a guidare un movimento capace di ridisegnare la mappa dell’innovazione regionale nei prossimi decenni, profondamente e in tutto.
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