Trasforma il tuo sogno in realtà

partecipa alle aste immobiliari.

 

«Prima intesa in 15 anni, garantiremo lavoro e salute. I fondi per il Dri ci sono già»


Richiedi prestito online

Procedura celere

 

Ministro Urso, qual è il punto centrale di quest’accordo sull’ex Ilva? Aver finalmente ottenuto le firme dei rappresentanti istituzionali di Taranto e della Puglia dopo settimane di contrasti e di polemiche e quindi aver allineato il fronte?

«È il primo accordo nella storia dell’Ilva in questi 15 anni. Una svolta significativa, importante, storica, condivisa da tutti gli attori istituzionali – Governo, Regione ed enti locali – mai accaduta prima, che indica la strada verso la piena decarbonizzazione dello stabilimento, che così diventerà progressivamente il primo stabilimento siderurgico green d’Europa. È davvero importante che lo abbiano sottoscritto tutti gli attori, a prescindere dalla loro collocazione politica, perché questo rassicura gli investitori sul percorso da compiere insieme».

Sulla necessità di decarbonizzare la produzione dell’acciaio, così come sui tre forni elettrici, la condivisione c’era già. E allora come vogliamo definirla questa intesa? Di percorso, nel senso che delinea le cose da fare da ora in poi?

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

«L’intesa non si limita alla piena condivisione sulla realizzazione dei forni elettrici ma anche sugli altri aspetti innovativi che abbiamo introdotto nella gara, come la tutela dell’occupazione quale “fattore prioritario imprescindibile” e la produzione di preridotto, necessario per i forni elettrici, attraverso gli impianti che realizzerà Dri Italia. Impegna inoltre gli acquirenti a presentare una nuova Aia che indichi tempi certi per il graduale passaggio ai forni elettrici in piena continuità produttiva, così da salvaguardare i livelli occupazionali».

Il come alimentare di gas l’insieme degli impianti è un nodo cruciale. Lei stesso ha insediato un comitato tecnico e ha detto che definire in che modo arriverà il gas a Taranto avrebbe offerto un riferimento certo ai potenziali investitori. Ora, però, le scelte sul gas sono rinviate di almeno un mese. Non si parla più della nave di rigassificazione, né di miliardi di metri cubi di fornitura. Perché? E perché avete scelto di vedere prima come si chiuderà la gara per la vendita? Non teme che le difficoltà si riproporranno quando si tratterà di scegliere sul gas? Non c’è più l’ipotesi Gioia Tauro per la localizzazione del Dri?

«Nei termini della gara in corso, è assicurato ai player industriali che sarà fornito, ove lo richiedano, il preridotto necessario ad alimentare i forni elettrici, che gradualmente sostituiranno gli altiforni. Questo al fine di consentire loro di formulare il migliore piano industriale e occupazionale. Il 15 settembre, alla data di scadenza per la presentazione delle manifestazioni di interesse vincolante, sapremo di quanto preridotto avranno bisogno per realizzare il loro piano industriale e sulla base di questo, mentre il negoziato proseguirà, svilupperemo in parallelo il programma per la realizzazione degli impianti di Dri funzionali all’ex Ilva, a partire da quello già finanziato con i fondi di coesione nazionale. Ovviamente, come scritto nell’accordo, la localizzazione degli impianti dipenderà dalla richiesta dei soggetti proponenti, cioè di quanti Dri avranno bisogno, e dalla capacità di approvvigionamento del gas necessario. Nel frattempo, anche il comitato tecnico insediato per Gioia Tauro avrà concluso i suoi lavori e avremo così tutti gli elementi per decidere in piena trasparenza, consapevolezza e responsabilità, valutando anche l’impatto occupazionale su Taranto, che mi auguro venga preso in seria considerazione soprattutto dal Comune di Taranto, che ha primaria competenza per l’eventuale approdo di una nave rigassificatrice ove fosse necessaria».

Il governatore Emiliano ha sempre insistito per l’accordo, il sindaco di Taranto, Bitetti, non è stato così netto. Prova ne è che l’altro ieri al Mimit era presente Emiliano, con una folta delegazione della Regione, mentre Bitetti era collegato da remoto. Sembrava che non si potesse firmare nulla e invece le firme alla fine sono arrivate. Qual è stato il punto di svolta della riunione?

«Quando ho fatto appello al senso di responsabilità, ma dietro c’è un lavoro costante, trasparente e coerente che dura da mesi, come dimostrano tutte le mie dichiarazioni».

Lei ha avuto un continuo dialogo con i sindacati, ma ora Cgil, Cisl e Uil, eccetto l’Usb, contestano l’intesa. Dicono che non presenta certezze, né garanzie. Come recupererà la loro fiducia?

«L’intesa non fa alcun passo indietro nella tutela del lavoro ma solo tanti passi in avanti, nella stessa direzione da loro auspicata: coniugare, come mai prima fatto, ambiente e impresa, salute e lavoro. Questa è la vittoria degli operai di Taranto che mi hanno accolto in fabbrica il 28 febbraio del 2023 come un “liberatore”. Nel documento vi sono impegni precisi, molto più avanzati di quanto loro stessi speravano, sia per quanto riguarda le condizioni per l’assegnazione degli impianti siderurgici, per cui sarà prioritario assicurare il massimo livello occupazionale, sia per lo sviluppo di altre attività industriali e produttive nelle aree che non saranno più necessarie per l’attività siderurgica come in quelle contigue, anch’esse di competenza del commissario straordinario. Progetti concreti che abbiamo già presentato al “Tavolo Taranto” nel campo della cantieristica e della nautica, del sistema ferroviario così come per la carpenteria del ponte di Messina. Va aggiunto che, come già previsto nell’ordine del giorno approvato dal Parlamento, abbiamo sottoscritto l’impegno a garantire misure ordinarie e straordinarie di sostegno ai lavoratori dell’ex Ilva e misure specifiche per l’indotto».

È stato lanciato il nuovo bando per vendere l’ex Ilva. Si aspetta nuovi potenziali investitori oltre a quelli che si sono già dichiarati? E perché un gruppo industriale dovrebbe investire su questa azienda, viste le grandi difficoltà che ci sono?

Trasforma il tuo sogno in realtà

partecipa alle aste immobiliari.

 

«Perché le condizioni dell’ex Ilva sono uniche per lo sviluppo della siderurgia green in Europa, con il suo porto al centro del Mediterraneo, la grande professionalità delle sue maestranze e spazi adeguati allo sviluppo degli stabilimenti con gli impianti a valle e una verticalizzazione produttiva che garantiscono acciaio di grande qualità per l’intero ciclo produttivo in settori strategici per l’Europa: dallo Spazio alla Difesa, dall’auto agli elettrodomestici, dal sistema ferroviario ai tubifici, all’industria conserviera. In nessun altro luogo si trovano condizioni e potenzialità di simile portata».

Investimenti per l’acciaio green. C’è al momento solo un miliardo del Fondo di sviluppo e coesione per un Dri e il resto da dove verrà? Si osserva che questa parte non è per niente definita.

«I forni elettrici li farà l’investitore con le proprie risorse, potendo altresì contare sui contratti di sviluppo di Invitalia che, allo stato, hanno una dotazione di 750 milioni di euro già stanziati per la precedente gestione di AdI e da questa non utilizzati. I Dri, invece, li farà la società Dri d’Italia che ha già in dotazione un miliardo di euro del Fondo di coesione nazionale. Abbiamo inoltre previsto, nel decreto legge appena approvato dal Parlamento, che Dri d’Italia possa da subito realizzare una gara per allargare la propria compagine a partner industriali privati che ovviamente apporteranno altre risorse. In tal modo sarà possibile predisporre da subito la realizzazione di due Dri, quanto appunto necessario nei primi 4 anni. Se ne servissero di più, in una seconda fase, quando eventualmente serviranno, apporremo altre risorse dal Fsc nella programmazione 2028-2035».

L’occupazione. Ci saranno esuberi con l’avvento dei forni elettrici, quanti ancora non si sa. Dire che si ricorrerà a politiche per il lavoro è una formula, ma poi nel concreto che avverrà?

«Avverrà quel che è accaduto sempre in questi tre anni di governo. Realizzeremo misure specifiche, se necessarie anche straordinarie e in piena intesa con i sindacati, per garantire tutti. Così abbiamo fatto in ogni dossier che abbiamo affrontato, anche i più difficili. Da Piombino a Piaggio, da Termini Imerese a Whirlpool-Beko, da Wärtsilä a Magneti Marelli e Berco, nessuno è rimasto indietro. Noi crediamo davvero nel lavoro».

Ricorso al Tar contro l’Aia e dissequestro dell’altoforno 1 dopo l’incendio. Qual è il problema principale da affrontare?

«L’Aia è la prima della storia europea a ricomprendere anche valutazioni di impatto sanitario dopo il pronunciamento della Corte di Giustizia. È piuttosto il sequestro dell’altoforno 1 che mi preoccupa. Spero che anche in questo caso prevalga il senso di responsabilità. Siamo tutti parte della stessa squadra Italia».

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Nell’intesa c’è un capitolo che parla di misure per Taranto: rafforzamento della sanità, polo tecnologico, infrastrutture portuali, rione Tamburi. Il dubbio è che si tratti del solito elenco di promesse.

«Tutti gli impegni che abbiamo preso, anche in altri casi di crisi industriali, li abbiamo sempre mantenuti. Anche a Taranto: il Tecnopolo è stato finalmente realizzato, i cittadini di Tamburi hanno ricevuto i primi indennizzi, l’indotto è stato ristorato come mai era accaduto prima. Noi manteniamo sempre gli impegni. E non molliamo mai».





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Opportunità uniche acquisto in asta

 ribassi fino al 70%

 

Source link

Prestito personale

Delibera veloce