Cinquant’anni di presenza sul mercato italiano dell’automazione industriale rappresentano un traguardo significativo, ma per Keb Italia costituiscono soprattutto il punto di partenza per guardare ai prossimi cinquanta. Marco Sala, presidente dell’azienda, delinea una strategia chiara che unisce la tradizionale expertise nella trasmissione di potenza con l’innovazione digitale, in un momento particolarmente complesso per il settore dell’automazione.
Keb Italia ha completato la propria trasformazione da fornitore tradizionale di componenti per la trasmissione di potenza a fornitore di una soluzione completa per tutta l’architettura di macchina, inclusi servizi digitali ad altro valore aggiunto, ai propri prodotti una gamma completa di servizi per l’efficienza energetica. La piattaforma Noa, basata su standard aperti, rappresenta la risposta dell’azienda alle esigenze di flessibilità e interoperabilità del mercato manifatturiero. L’integrazione dell’intelligenza artificiale avviene con approccio pragmatico, focalizzato su obiettivi concreti come l’ottimizzazione energetica. Nonostante le difficoltà del mercato dell’automazione e i limiti normativi del piano Transizione 5.0, l’azienda punta su competenze, apertura tecnologica e partnership strategiche per consolidare la propria posizione nei prossimi decenni.
La metamorfosi digitale: quando l’invisibile diventa misurabile
La trasformazione di Keb Italia negli ultimi anni rispecchia l’evoluzione dell’industria manifatturiera. L’azienda ha costruito quello che Sala definisce «tutta una serie di asset che ci permettono di affiancare la proposta di trasmissione di potenza, che è il nostro dna, a tutta una gamma di tecnologie e servizi digitali». Questa integrazione non rappresenta semplicemente un’aggiunta tecnologica, ma una netta evoluzione nell’approccio al mercato.
«Questi servizi rendono moderna una trasmissione di potenza che vuole essere sempre più efficiente e competitiva» spiega l’amministratore delegato. La chiave di volta sta nella capacità di rendere misurabile ciò che prima era invisibile: «un sistema che all’occhio può sembrare invisibile, ma se gli si affiancano dei servizi digitali, può diventare concreto. Per esempio, tramite un cellulare o un palmare è possibile osservare dei numeri che chiariscono ed esplicitano il concetto di risparmio energetico».
Questa trasparenza operativa diventa cruciale in un contesto normativo sempre più orientato all’efficienza energetica. Il riferimento ai fondi per la Transizione 5.0 è emblematico: «Una delle condizioni è conoscere i risparmi che l’acquisto del macchinario permetterà di ottenere, ancora prima che il macchinario venga messo in funzione. Quindi è necessario calcolare il risparmio energetico ancora prima di averlo conseguito». Una sfida che richiede competenze tecniche approfondite e strumenti di misurazione precisi, elementi che Keb ha sviluppato internamente grazie anche all’integrazione con Brusatori, realtà con oltre 70 anni di esperienza sul territorio.
Noa: l’ecosistema aperto che rompe le barriere tecnologiche
Al centro della strategia digitale di Keb si posiziona la piattaforma Noa, un ecosistema basato su standard aperti che rappresenta una rottura netta con il tradizionale approccio proprietario dell’automazione industriale. «La scelta di usare piattaforme davvero aperte, da Linux al sistema dei container, risponde a una logica di trasparenza assoluta verso il cliente», sottolinea Sala.
La piattaforma Noa di Keb è basata su standard aperti, fatto che ne garantisce espandibilità, flessibilità e, soprattutto, permette di evitare i rischi del lock-in tecnologico.
Questa filosofia nasce dalla consapevolezza delle dinamiche del mondo manifatturiero: «Chi produce ha bisogno di macchinari, e finché il macchinario va bene, tendenzialmente non ha altre necessità. Quando però entrano in gioco temi di competitività, di maggiore efficienza, di risparmio energetico, allora è necessario che questo macchinario venga rivisto o aggiornato».
L’architettura flessibile di Noa permette di interporsi tra i vari elementi che compongono gli ecosistemi del mondo della manifattura, evitando il lock-in tecnologico che ha caratterizzato per decenni il settore. «Molto spesso capitano situazioni dove è necessario integrarsi con architetture di macchina già esistenti, o dover rivedere tutto di sana pianta», evidenzia l’amministratore delegato.
Noa supporta anche lo sviluppo di un marketplace interno, ancora in fase embrionale ma con potenzialità significative. «Una persona può decidere anche di sviluppare delle proprie librerie, dei propri algoritmi di intelligenza artificiale che, a sua discrezione, vuole mettere in esecuzione – spiega Sala – Tuttavia, le ambizioni di creare un vero marketplace trasversale si scontrano con limiti normativi. Ci troviamo in una disparità, con l’evoluzione tecnologica molto veloce che non viene supportata da un’evoluzione normativa altrettanto rapida».
L’intelligenza artificiale: pragmatismo oltre l’hype
Mentre il mercato dell’automazione vive un momento di grande fermento attorno all’intelligenza artificiale, Keb adotta un approccio pragmatico. «L’intelligenza artificiale è una tecnologia che in Keb abbiamo già approcciato da diversi anni. Alcune librerie o funzionalità che girano su Noa hanno già alle spalle algoritmi di intelligenza artificiale», rivela Sala.
L’applicazione pratica dell’IA emerge chiaramente nell’esempio del magazzino automatico: «Sfruttiamo l’intelligenza artificiale, che attraverso algoritmi di machine learning, analizza ed elabora i dati provenienti da sensori montati sui motori e i dati di operatività macchina provenienti dal Plc e dai dispositivi interconnessi alla rete, fornendo informazioni dettagliate sulle performance della macchina, sui consumi energetici e sullo stato di operatività dei componenti, per la gestione e l’ottimizzazione dei processi operativi. L’output dell’analisi avanzata dei dati viene esposto tramite apposite dashboard che permettono una lettura intuitiva e immediata dei dati.
L’esigenza era quella di monitorare le performance e i consumi energetici di più macchine sia da remoto che in locale, in tempo reale, analizzarne i dati e prevedere eventuali guasti per ridurre i costi di manutenzione, estendere la vita delle macchine, ottimizzare i processi operativi basando le decisioni aziendali su dati concreti.
La soluzione è stata quella raccogliere i dati provenienti da sensori montati sui motori e i dati di operatività macchina provenienti dal Plc e dai dispositivi interconnessi alla rete ed inviarli al software basato sull’IA che, attraverso algoritmi di machine learning, li analizza e li elabora, fornendo informazioni dettagliate sulle performance della macchina, sui consumi energetici e sullo stato di operatività dei componenti, per la gestione e l’ottimizzazione dei processi operativi. L’output dell’analisi avanzata dei dati viene esposto tramite apposite dashboard che permettono una lettura intuitiva e immediata dei dati.
Questa visione dell’IA come strumento di ottimizzazione piuttosto che come rivoluzione fine a se stessa riflette la maturità dell’approccio Keb: «Ben venga la tecnologia per supportare i processi, perché aiuteranno sempre di più a svolgere vari compiti in maniera più efficiente» chiosa Sala.
Il mercato dell’automazione tra incertezze e opportunità mancate
Nonostante le innovazioni tecnologiche, il contesto di mercato presenta sfide significative. «Il mercato non è il massimo – ammette candidamente Sala – e Keb compete sul mercato, che fondamentalmente ha davanti un sacco di incertezze». Per esempio, le incertezze geopolitiche, dalle elezioni europee e americane alle tensioni commerciali, che hanno creato un clima di attesa che frena gli investimenti.
Macchinari più efficienti, flessibili e meno energivori sono il sogno di ogni azienda manifatturiera. Keb supporta i costruttori di macchine con soluzioni complete e costumizzabili: motori elettrici, azionamenti, dispositivi per il motion control.
Particolarmente critica la situazione dei fondi per la transizione industriale. Il riferimento ai risultati del Transizione 5.0 è eloquente: «300 milioni di incentivi richiesti su 6 miliardi di dotazione parla da sé, non c’è da aggiungere nulla» (con le ultime modifiche, si è arrivati a circa 1 miliardo, sempre molto lontani dall’obiettivo, ndr). Una situazione che ha privato il mercato interno di uno stimolo fondamentale, mentre l’export continua a essere minato dalle incertezze cui accennavamo più sopra.
Tuttavia, Sala mostra ottimismo per le prospettive future, soprattutto considerando gli annunci governativi di revisione dell’impianto normativo per integrare Industria 4.0 e Transizione 5.0: Alla fine, «Ritorniamo sempre a digitalizzazione ed efficientamento» puntualizza Sala. Temi che rappresentano il cuore della proposta di valore Keb.
Competenze e generazioni: il ponte verso il futuro
Un tema trasversale che emerge dalla conversazione con Sala riguarda la gestione del patrimonio di competenze in un settore in rapida evoluzione tecnologica. Nei prossimi anni, con il pensionamento di milioni di “baby boomer”, il settore rischia di perdere una grande massa critica di know-how distribuito fra i lavoratori, mentre i rincalzi tardano. Sala evidenzia come le generazioni più esperte, cresciute insieme all’evoluzione dell’automazione, abbiano sviluppato una visione più ampia, grazie al percorso vissuto dall’interno. «I ragazzi invece vengono proiettati in questo mondo in canali ben definiti – osserva l’amministratore delegato – ed è importante tirarli a bordo fin da quando sono a scuola. Dovremmo rendere lo studio della matematica non un qualcosa di astratto, ma qualcosa di concreto, creando un ponte generazionale fondamentale per il futuro del settore».
Verso i prossimi cinquant’anni
La strategia di Keb Italia per il futuro appare chiara: mantenere salda l’expertise nella trasmissione di potenza, il proprio dna aziendale, arricchendola con servizi digitali sempre più sofisticati e integrati. L’approccio basato su standard aperti e la filosofia del “continuous improvement“ rappresentano gli strumenti per affrontare un mercato in continua evoluzione.
Motori dotati di sensoristica, sistema di controllo, dispositivi edge per raccogliere i dati e dashboard per visualizzarli. Obiettivo: aiutare gli utenti a prendere decisioni strategiche sull’utilizzo della macchina. COn Stefano Berardi, head of application management & service di Keb Automation Italia.
«Sicuramente stiamo pensando e lavorando per i nostri prossimi 50 anni, questo è poco ma sicuro», conclude Sala. In un settore dove la velocità del cambiamento tecnologico spesso supera quella dell’adattamento normativo e culturale, Keb Italia punta su competenze, flessibilità e apertura come chiavi per scrivere il prossimo capitolo della propria storia industriale.
(Ripubblicazione dell’articolo del 17 giugno 2025)
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link