Uno degli ostacoli principali alla transizione digitale delle aziende manifatturiere è la complessità d’uso degli strumenti tecnologici. Molti sistemi richiedono competenze specialistiche, lunghi tempi di configurazione e manutenzioni continue, scoraggiando così l’adozione soprattutto nelle imprese meno strutturate, come le Pmi. E quando la tecnologia diventa più un freno che un supporto, l’innovazione rallenta. È proprio qui che entra in gioco Datalogic, che porta una visione diversa: l’intelligenza artificiale non come barriera, ma come abilitatore di semplicità di utilizzo. I dispositivi intelligenti si configurano da soli, riconoscono automaticamente oggetti, codici o difetti, e forniscono all’operatore solo le informazioni essenziali. Così anche chi non ha competenze tecniche avanzate può usarli in modo sicuro ed efficace. L’IA lavora in background, rendendo l’interazione più intuitiva, veloce e precisa. È un alleato silenzioso che trasforma la complessità in accessibilità. Il gruppo Datalogic è una multinazionale italiana con sede a Bologna, leader mondiale nei sistemi per l’automazione industriale e la tracciabilità (barcode, Rfid, visione artificiale). Fondata nel 1972 e attualmente guidata dalla ceo Valentina Volta, ha registrato nel 2024 un fatturato di circa 494 milioni di euro. Opera in oltre 30 Paesi con stabilimenti e centri R&D globali. Datasensing è invece l’azienda del gruppo specializzata in Sensori, sistemi di sicurezza e guida, e Visione Artificiale, con cui oggi forma un’offerta commerciale unificata. Insieme coprono l’intero spettro dell’automazione, dalla rilevazione al controllo. Ecco, la prova concreta di questa filosofia sull’AI e sulla semplificazione è rappresentata da due strumenti simbolo della nuova generazione: Smart-VS Evo, un sensore di visione che esegue ispezioni e rileva difetti e si installa con un semplice clic, e il Matrix 220 XAI, un lettore di codici potenziato dall’IA che si configura da solo e funziona anche in condizioni estreme.
Secondo Giuseppe Centola, country manager Italy – Factory Automation di Datalogic, «con questi prodotti, Datalogic dimostra che la semplicità non è un compromesso, ma un nuovo standard per l’automazione intelligente».
Ma la semplicità di installazione e d’uso è solo uno dei pilastri della strategia Datalogic. L’azienda punta anche sull’integrazione tecnologica, combinando visione artificiale, RFID e lettura codici in un’unica piattaforma intelligente. Parallelamente, investe in nuovi mercati ad alto potenziale — come le vending machine, le lavorazioni meccaniche e l’intralogistica — portando l’automazione anche dove finora era marginale. A rafforzare tutto ciò, c’è una rinnovata organizzazione commerciale, che unifica le forze vendita di Datalogic e Datasensing per offrire soluzioni complete e coordinate. Il tutto con uno sguardo rivolto all’Industria 5.0, dove tecnologia, sicurezza e centralità della persona convivono.
Strategia commerciale e crescita: l’unificazione delle forze di vendita per un’offerta integrata e una leadership consolidata a livello globale
Si accennava al fatto che uno degli elementi strategici della strategia di Datalogic riguarda la riorganizzazione dell’assetto commerciale di Datalogic. In pratica, l’azienda ha completato la fusione dei team di vendita delle citate Datalogic e Datasensing, segnando un passaggio decisivo nella sua strategia di go-to-market nel mondo dell’automazione industriale.
«Fino a luglio 2024 i team di vendita erano separati», spiega Centola. «Da luglio il team di vendita si è unificato e quindi ora abbiamo un unico team che commercializza l’intera gamma di prodotti nel mondo dell’automazione industriale». Questa integrazione consente di proporre al mercato un portafoglio più completo e trasversale, che include lettori di codici, marcatori laser, sensori, sistemi di visione e dispositivi di sicurezza e guida, offrendo così una proposta unica ma diversificata, adattabile a diversi tipi di clienti e applicazioni.
L’unione dei team commerciali risponde alla crescente richiesta, da parte delle aziende clienti, di interlocutori unici. Non si tratta solo di semplificare la vendita, ma di rafforzare la coerenza strategica dell’offerta: «i brand sono due, ma noi vendiamo l’intero portafoglio», precisa Centola, «e ci sono casi in cui, sulla stessa applicazione, possiamo fornire sia lettori che sensori». Questo approccio unificato permette di coprire ogni fase del processo produttivo, con soluzioni coordinate e tecnologie complementari.
Integrazione tecnologica e performance elevate: la forza di un ecosistema connesso che unisce visione, codici e intelligenza artificiale
Come si accennava, nel contesto dell’automazione industriale moderna, dove la competitività si gioca sulla capacità di semplificare processi complessi e ottenere dati affidabili in tempo reale, Datalogic ha scelto di puntare sulla integrazione tecnologica come leva per migliorare le prestazioni e offrire soluzioni realmente complete. Ma cosa significa nella pratica?
L’obiettivo, spiega Centola, è superare la separazione tra tecnologie verticali, per costruire un sistema in cui diverse soluzioni lavorino in sinergia all’interno di un’unica piattaforma intelligente. «Stiamo lavorando per integrare tra loro diverse tecnologie, ad esempio la visione artificiale basata su intelligenza artificiale con la lettura dei codici a barre, che è una tecnologia più tradizionale. Ma non solo: stiamo anche sviluppando applicazioni che uniscono la lettura dei codici con l’Rfid», afferma Centola.
L’idea è di creare un ecosistema connesso, in cui ogni componente collabora in tempo reale per ottimizzare il processo produttivo, migliorare l’efficienza, e garantire un livello di controllo e precisione molto più elevato rispetto a soluzioni separate.
«Così si ottengono risultati migliori – prosegue Centola – soprattutto se alla base c’è il deep learning. Gli algoritmi intelligenti ci permettono di riconoscere schemi complessi, interpretare informazioni in modo dinamico, adattarsi automaticamente a condizioni variabili, anche in ambienti difficili, e farlo in modo estremamente veloce».
Questo approccio consente di affrontare con maggiore flessibilità e precisione anche le situazioni più critiche della produzione industriale, garantendo maggiori affidabilità, adattabilità e prestazioni più elevate in un’unica soluzione tecnologica. Ma l’integrazione non è solo una questione tecnica: ha effetti tangibili sul piano operativo. Disporre di un’unica piattaforma che combina più funzioni riduce i tempi di installazione, semplifica la manutenzione e limita la necessità di formare il personale su sistemi differenti. Questo approccio consente a Datalogic di proporre soluzioni scalabili, modulari e facilmente integrabili nelle infrastrutture esistenti dei clienti.
In un settore in cui le esigenze cambiano rapidamente e la personalizzazione è spesso la chiave del successo, l’integrazione tecnologica diventa un vantaggio competitivo cruciale. Datalogic si presenta quindi non solo come fornitore di singoli componenti, ma come partner tecnologico in grado di costruire soluzioni complete, robuste, e pensate per durare nel tempo.
Semplificazione come valore strategico: l’intelligenza artificiale come abilitatore della semplicità d’uso, con soluzioni alla portata di tutti
Si diceva che la semplificazione dell’installazione e dell’utilizzo è un elemento centrale della strategia tecnologica di Datalogic. Ma cosa significa? In pratica, l’azienda non si limita a sviluppare soluzioni ad alte prestazioni, ma punta a renderle facilmente adottabili da ogni tipo di utente, riducendo drasticamente la complessità operativa e tecnica.
Pertanto, l’accessibilità è un obiettivo esplicito fin dalla fase di progettazione. E come si accennava, l’IA, in questo contesto, non è un elemento puramente tecnologico, ma un abilitatore di semplicità. Ma cosa significa? Vuol dire che l’AI permette ai dispositivi di apprendere, configurarsi e adattarsi automaticamente, senza richiedere competenze elevate da parte dell’operatore. Questa filosofia si traduce, ad esempio, in interfacce intuitive, automazioni guidate e una configurazione che può essere eseguita anche da chi non ha esperienza specifica nel settore.
Dall’automotive all’elettronica, fino al packaging, il Matrix 220 XAI garantisce una tracciabilità impeccabile anche su codici graffiati, scoloriti o impressi — indipendentemente dalla superficie e dalla difficoltà.
Un esempio di questo modo di concepire l’IA è reperibile tra le novità più rilevanti di Datalogic: il citato Smart-VS Evo, un avanzato sensore di visione che unisce intelligenza artificiale e semplicità d’uso per rivoluzionare il controllo qualità in ambito industriale. Come spiega Centola, il dispositivo è pensato per eseguire operazioni complesse come l’anomaly detection in modo intuitivo: basta acquisire un’immagine del campione “positivo” — ad esempio un’etichetta corretta — e il sistema, grazie a algoritmi di deep learning, identifica autonomamente tutte le varianti difettose. Questa funzionalità permette non solo di aumentare l’efficienza, ma anche di intervenire immediatamente in caso di problemi, riducendo scarti e fermi linea. La piattaforma Svs Evo su cui è basato il sistema contribuisce inoltre a garantire alte prestazioni in ambienti complessi, come quelli del food, pharma e packaging. Non serve programmazione né una configurazione manuale articolata: l’interfaccia è stata pensata per operatori non esperti. A questo si aggiunge la capacità del sistema di classificare i prodotti in tempo reale lungo la linea produttiva. In sintesi, lo Smart-VS EVO rappresenta un esempio di come Datalogic stia rendendo l’intelligenza artificiale industriale accessibile, utile e sostenibile.
L’altro protagonista dell’innovazione Datalogic è il citato Matrix 220 XAI, un lettore di codici avanzato potenziato dall’IA. Si tratta di un dispositivo progettato per semplificare al massimo la lettura e la decodifica dei codici, anche nelle condizioni più difficili: superfici riflettenti, codici danneggiati o estremamente piccoli. Come evidenziato da Centola, «con il semplice click» il lettore è in grado di focalizzare automaticamente, regolare i parametri fotometrici, identificare il tipo di codice e restituire la configurazione ottimale senza richiedere alcuna competenza tecnica all’operatore.
Dotato di una piattaforma evoluta che integra algoritmi di deep learning, il Matrix 220 XAI è in grado di apprendere e adattarsi al contesto produttivo in cui opera, garantendo prestazioni elevate e affidabilità. Secondo Centola il dispositivo si distingue per la sua versatilità applicativa, essendo ideale non solo per l’industria manifatturiera, ma anche per il pharma, il food & beverage e il packaging.
La facilità d’uso non si esaurisce nella fase di installazione, ma prosegue durante tutta la vita operativa del prodotto, rendendo più agili anche gli interventi di manutenzione o aggiornamento. Questo approccio ha un impatto diretto non solo sull’efficienza, ma anche sulla redditività dell’investimento, poiché consente di ridurre tempi e costi operativi. «Si raggiunge una migliore Total Cost of Ownership», afferma Centola. In altre parole, un utilizzo più semplice significa un ritorno sull’investimento più rapido e concreto.
Verso l’industria 5.0: Datalogic punta su un’interazione uomo-macchina più intelligente, sicura e sostenibile
Si diceva che Datalogic guarda con attenzione a una nuova fase dello sviluppo tecnologico: l’Industria 5.0, un paradigma in cui l’efficienza non basta più da sola. A fare la differenza sono oggi la collaborazione tra uomo e macchina, la centralità della persona e l’impatto sostenibile delle soluzioni adottate. In questa prospettiva, l’azienda si sta muovendo con coerenza e visione, ripensando il rapporto tra tecnologia e operatore in modo più umano e responsabile.
«L’Industria 5.0 è per noi un modello che va nella direzione di un’interazione tra persone e macchine più costruttiva, più accessibile e più sostenibile», afferma Centola. «Come azienda, siamo da sempre molto attenti alla sostenibilità e orientiamo lo sviluppo dei nostri prodotti affinché siano sicuri, facili da utilizzare e realmente utili per chi li usa ogni giorno in produzione».
Questa attenzione si traduce concretamente in una progettazione orientata all’utente finale, con la semplificazione nell’utilizzo dei prodotti di cui abbiamo già parlato.
In ogni modo, l’operatore non viene escluso dal processo, ma posto al centro, supportato da tecnologie che lo affiancano in modo discreto ma efficace, alleggerendo il carico cognitivo e riducendo il rischio di incidenti o inefficienze. Si crea così un ambiente più sicuro, ma anche più fluido e produttivo. La visione di Datalogic sull’Industria 5.0 non si limita all’innovazione tecnica, ma propone un’etica dell’automazione dove la tecnologia è uno strumento che potenzia le competenze umane, anziché sostituirle.
Espansione settoriale: Datalogic amplia il proprio raggio d’azione per entrare in mercati con elevate prospettive di crescita
Infine, si accennava al fatto che un elemento centrale della strategia di Datalogic riguarda l’espansione in nuovi settori industriali, complementari a quelli storici in cui l’azienda è già ampiamente consolidata, come l’automotive, l’elettronica, il packaging e il food & beverage. L’obiettivo è cogliere le opportunità offerte da mercati in trasformazione o ancora poco automatizzati, nei quali le soluzioni tecnologiche Datalogic possono generare valore immediato.
«Continuiamo naturalmente a presidiare i nostri settori di riferimento, ma al tempo stesso stiamo guardando con interesse a nuovi ambiti che riteniamo ad alto potenziale», spiega Centola. Tra questi vengono citati in modo esplicito le vending machine, le lavorazioni meccaniche, l’agricoltura applicata all’industria ortofrutticola e la intralogistica.
Nel caso delle vending machine, l’attenzione si concentra sull’automazione dei processi di distribuzione e monitoraggio, oggi sempre più richiesti in chiave di tracciabilità e controllo remoto. Le lavorazioni meccaniche, invece, rappresentano un campo d’applicazione ideale per sensori intelligenti e sistemi di visione, fondamentali per ispezioni di precisione, misurazioni e verifiche di qualità.
Il settore agricolo, in particolare quello legato alla selezione e confezionamento di frutta e ortaggi, offre interessanti prospettive: l’introduzione di tecnologie intelligenti può migliorare notevolmente la velocità, la precisione e la qualità dei controlli lungo la filiera. La intralogistica, infine, è citata come uno dei comparti con il maggior margine di sviluppo, soprattutto in contesti come quello italiano, dove molte attività sono ancora gestite manualmente e l’introduzione di soluzioni automatizzate — come robot per la pallettizzazione e sistemi di visione per il controllo — può generare un impatto diretto su efficienza e sicurezza. «Vogliamo portare valore ovunque ci siano margini di crescita reali», aggiunge Centola, «integrando le nostre soluzioni tecnologiche in processi che oggi sono ancora poco automatizzati».
Questa espansione non è dettata dalla necessità di diversificare fine a sé stessa, ma da una visione precisa: mettere la versatilità delle tecnologie Datalogic — come lettori di codici, sistemi di visione e intelligenza artificiale — al servizio di filiere nuove, mantenendo al contempo alte prestazioni e facilità d’uso. È una scelta che consente all’azienda di ridurre la dipendenza dai mercati tradizionali, intercettare nuovi flussi di domanda e rafforzare il proprio posizionamento come partner tecnologico strategico per l’automazione industriale del futuro.
(Ripubblicazione dell’articolo del 16 giugno 2025)
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