Cosa significa decarbonizzare le PMI?
Decarbonizzare le PMI significa ridurre progressivamente le emissioni di gas serra generate dalle attività delle piccole e medie imprese, contribuendo agli obiettivi globali di lotta al cambiamento climatico. La decarbonizzazione delle PMI non è solo un impegno in favore dell’ambiente ma è diventata nel corso del tempo un processo strategico che investe in forma di trasformazione la produzione, l’approvvigionamento, la logistica, il marketing e la trasformazione dei modelli di consumo e dei modelli di business.
Perché è così importante la decarbonizzazione delle PMI per il Made in Italy?
Le piccole e medie imprese, che costituiscono l’ossatura dell’economia italiana, sono il cuore del Made in Italy e nello stesso tempo rappresentano una parte significativa delle emissioni di CO2 indirette del Paese. Molte PMI operano all’interno di filiere controllate da grandi aziende già impegnate in piani di net zero, e sono quindi chiamate a dimostrare il proprio impegno in termini di sostenibilità per rimanere competitive e non perdere commesse.
Come e dove si deve agire per decarbonizzare le PMI?
Decarbonizzare significa, prima di tutto, misurare la propria carbon footprint, cioè calcolare le emissioni dirette (Scope 1), quelle legate all’energia acquistata (Scope 2) e quelle indirette della catena del valore (Scope 3). Una volta raccolti i dati, è possibile definire un piano di riduzione che include una serie di passaggi e di innovazioni
Il ruolo dei finanziamenti per la decarbonizzazione delle PMI
L’accesso a finanziamenti green e incentivi pubblici, come i fondi del PNRR e i programmi europei, può accelerare questo percorso, riducendo l’impatto degli investimenti iniziali. Parallelamente, il rapporto tra decarbonizzazione e competitività industriale migliora il posizionamento dell’impresa, aumenta la fiducia di clienti e partner e riduce i rischi derivanti da future regolamentazioni più stringenti.
In prospettiva, le PMI che intraprendono seriamente questa transizione non solo contribuiscono alla sostenibilità ambientale, ma si assicurano un vantaggio competitivo, trasformando la sfida climatica in un’occasione di innovazione, efficienza e crescita.
Decarbonizzare le PMI: perché non è più solo un obbligo ma un’opportunità
Le medie imprese europee stanno abbracciando la decarbonizzazione non più come un mero obbligo, ma come una leva strategica per la crescita e la competitività. Nonostante le incertezze macroeconomiche, una percentuale crescente vede la riduzione delle emissioni di CO2 come un’opportunità, guidata dalla domanda dei clienti e dalle normative.
Le barriere finanziarie e la complessità regolatoria rimangono sfide significative. Lo studio “Climate Transition Barometer” di BCG e Argos Wityu, giunto alla sua terza edizione, rivela un cambiamento profondo nel tessuto imprenditoriale europeo, sottolineando il ruolo cruciale delle PMI nel raggiungere gli obiettivi climatici globali e nel supportare la decarbonizzazione delle grandi aziende.
Il ruolo della decarbonizzazione nelle PMI europee
Per comprendere come decarbonizzare le PMI, è fondamentale innanzitutto definire il concetto. La decarbonizzazione si riferisce al processo di riduzione delle emissioni di gas serra (GHG). Nel contesto specifico delle Piccole e Medie Imprese (PMI), questo assume un’importanza strategica particolare: le PMI svolgono infatti un ruolo cruciale nella decarbonizzazione delle catene del valore. Quando le grandi aziende calcolano le proprie emissioni, le medie imprese rientrano nello Scope 3, rappresentando circa il 60% delle emissioni indirette delle grandi aziende.
Le emissioni Scope 3 sono tutte le altre emissioni indirette associate alle attività di un’azienda. Questa interdipendenza sta aumentando la pressione in tutti i settori, specialmente nel mercato B2B, sebbene anche la domanda dei consumatori sia una motivazione importante nelle relazioni B2C. La capacità delle PMI di ridurre le proprie emissioni è quindi essenziale per i grandi gruppi che mirano a soddisfare i propri impegni climatici.
La decarbonizzazione per le PMI: dove e come si costruisce una crescita
La terza edizione del “Climate Transition Barometer“, realizzata da Boston Consulting Group (BCG) in collaborazione con Argos Wityu, rivela un cambiamento significativo nella percezione della decarbonizzazione nelle PMI.
L’85% delle medie imprese europee considera oggi la decarbonizzazione un motore di sviluppo e un’opportunità strategica, in netto aumento rispetto al 67% del 2024. Questo rappresenta un balzo di 18 punti percentuali in appena un anno, un segnale di una svolta nella maturità climatica del tessuto imprenditoriale.
La sostenibilità non è più vista come una questione di mera compliance, ma come un fattore strategico che influenza scelte industriali, investimenti e posizionamento competitivo. L’88% delle imprese considera la transizione ecologica una priorità strategica per la propria competitività. Questo consenso emerge in tutti i settori analizzati, sottolineando un’ampia consapevolezza che la decarbonizzazione è una leva strategica per la crescita.
Decarbonizzare le PMI: come si muove il mercato?
Le medie imprese europee stanno raggiungendo un nuovo stadio di maturità ambientale, e questo si riflette in azioni concrete per la decarbonizzazione nelle PMI. Quasi la metà (48%) delle aziende europee di medie dimensioni ha già avviato investimenti in progetti di decarbonizzazione. L’approccio è sempre più sistemico e strutturato: il 32% delle imprese investe seguendo un piano strutturato e dispone di roadmap definite, una quota che è triplicata rispetto al 2023. Questo indica che una parte crescente di aziende sta adottando strategie a lungo termine e proattive.
Anche tra le aziende che non hanno ancora intrapreso azioni concrete, l’intenzione è chiara: il 65% prevede di valutare la propria impronta di carbonio nei prossimi tre anni, a conferma di un impegno in crescita. Oltre alla riduzione delle emissioni di gas serra, circa il 60% delle medie imprese ora dà priorità anche alle pratiche di economia circolare, un cambiamento probabilmente guidato da fattori come la prossima regolamentazione UE sugli imballaggi e i costi crescenti delle materie prime.
Quali sono i driver che stimolano a decarbonizzare le PMI?
I driver principali della decarbonizzazione nelle PMI rimangono la domanda dei clienti e i requisiti normativi. Il 63% delle imprese considera l’attrattività commerciale, in particolare nel mercato B2B, una leva determinante per intraprendere il percorso di decarbonizzazione.
Le aspettative dei clienti sono ora il secondo driver più citato, con un aumento di 7 punti rispetto al 2024. La pressione dei clienti sta accelerando sia nelle aziende B2B che in quelle B2C, con le aspettative B2B in aumento di 9 punti percentuali rispetto al 2024.
Parallelamente, le normative ambientali si confermano un fattore cruciale nel determinare le scelte strategiche delle aziende. Il 70% degli intervistati ritiene che le policy regolatorie rappresentino uno stimolo essenziale per definire la propria agenda di sostenibilità. In particolare, il 76% delle aziende cita i requisiti normativi europei e nazionali come driver di decarbonizzazione.
Quali sono gli ostacoli che frenano la decarbonizzazione delle PMI?
Nonostante l’ambizione e l’accelerazione, le medie imprese europee si trovano ancora di fronte a sfide significative per la decarbonizzazione delle PMI. I vincoli finanziari si confermano il principale freno: il 62% delle aziende individua negli ostacoli economici il maggiore impedimento alla realizzazione di investimenti green. In un contesto economico incerto, le PMI sono più che mai focalizzate sul ROI (ritorno sull’investimento) e sul CAPEX (spese in conto capitale), entrambi citati da oltre il 50% delle aziende come fattori chiave che limitano le loro azioni. Questo si riflette anche nel livello degli investimenti: sebbene il 48% continui a investire, la quota di aziende che investono oltre il 10% del CAPEX annuale è diminuita all’12% (-8 punti percentuali) a causa delle limitazioni finanziarie.
Un altro ostacolo significativo, segnalato da metà delle imprese, è la complessità delle nuove disposizioni normative e la loro scarsa chiarezza, che rendono difficile strutturare risposte efficaci. L’incertezza sull’evoluzione e l’implementazione delle nuove politiche, come il Pacchetto Omnibus UE e in generale la normativa ESG, rappresentano una sfida.
L’Impatto dei fondi di investimento sulla decarbonizzazione delle PMI
Il ruolo dei fondi di investimento e degli investimenti sostenibili è decisivo per accelerare la decarbonizzazione nelle PMI. Lo studio evidenzia che tra le aziende supportate dai fondi di investimento, il 13% in più si impegna per la decarbonizzazione rispetto a quelle che non lo fanno.
Simon Guichard, Partner di Argos Wityu, sottolinea questo dato confermando il ruolo dell’ecosistema fornito dai fondi come cruciale nell’aiutare le aziende a realizzare la loro transizione ambientale. Le aziende sostenute da fondi di investimento appaiono più orientate all’azione e strutturate nel loro approccio, con il 40% delle aziende “Achievers” (quelle che hanno investito concretamente) che rientrano in questa categoria. Questo evidenzia il ruolo positivo dei fondi nell’aiutare le aziende europee a formalizzare il loro approccio alla decarbonizzazione e a sbloccare il capitale necessario per l’azione climatica. (Leggi a questo proposito l’articolo su Il primo fondo europeo di buyout).
Decarbonizzare le PMI: uno sguardo ai vantaggi competitivi
La decarbonizzazione nelle PMI rappresenta sempre di più una chiara fonte di vantaggio competitivo. Il 29% delle medie imprese europee riporta già guadagni tangibili dai propri sforzi di decarbonizzazione, un aumento di 10 punti percentuali rispetto al 2024. Un ulteriore 53% prevede che la sostenibilità diventerà un elemento chiave per distinguersi sul mercato e conquistare nuove quote nei prossimi anni. In particolare, il 52% cita l’accesso a nuovi mercati e l’aumento della quota di mercato come uno dei tre principali benefici della decarbonizzazione.
Vantaggi economici e vantaggi in termini di efficienza operativa
Le aziende stanno riscontrando benefici tangibili anche in termini di efficienza operativa. L’efficienza energetica rimane il driver principale, con il 75% dei leader aziendali che citano il risparmio sui costi energetici come il principale vantaggio della decarbonizzazione. Le aziende stanno implementando azioni sempre più strategiche e trasformative, che vanno oltre il miglioramento dell’efficienza energetica e del coinvolgimento dei dipendenti, includendo la riprogettazione di prodotti e modelli di business in ottica di sostenibilità, come ne caso della servitizzazione. Nonostante le incertezze politiche ed economiche, le PMI europee mostrano resilienza: l’88% mantiene o accelera il proprio ritmo di decarbonizzazione, e l’80% è fiducioso che i vantaggi competitivi acquisiti attraverso gli sforzi di transizione dureranno anche di fronte a venti contrari sociali, economici e politici.
La decarbonizzazione delle PMI nell’agrifood
Un esempio significativo dell’evoluzione della decarbonizzazione nelle PMI si osserva nel settore agricolo e agroalimentare. In questo ambito, la percentuale di imprese che vede nella riduzione delle emissioni di gas serra un’opportunità strategica è passata dal 50% del 2024 all’80% del 2025, tornando ai livelli del 2023. Questo notevole aumento (+24 punti percentuali rispetto al 2024) dimostra un’evoluzione significativa anche nei comparti più esposti alle sfide operative della transizione.
Il settore agrifood e alimentare ha intensificato gli sforzi anche sull’adattamento, un tema indispensabile per la transizione ambientale in questo settore. Il 44% delle aziende di questo settore adotta ora una strategia combinata di mitigazione e adattamento, 11 punti percentuali al di sopra della media di altri settori grazie a logiche di agricoltura 4.0, di agricoltura sostenibile e di agricoltura rigenerativa. Questo è particolarmente rilevante dato che l’agricoltura è altamente vulnerabile ai cambiamenti climatici, con livelli di produzione che potrebbero diminuire fino al 35% entro il 2050.
Il percorso di sostenibilità delle PMI nei mercati europei
Il momento favorevole per la decarbonizzazione nelle PMI si sta consolidando in tutti i principali mercati europei analizzati dallo studio: Francia, Germania, Italia, Benelux e, per la prima volta, il Regno Unito.
- Germania e Italia sono in testa, con circa il 55% delle medie imprese che investono attivamente nella decarbonizzazione.
- Le medie imprese del Regno Unito stanno riducendo il divario rispetto ai loro pari dell’UE, con il 42% che investe e il 40% che accelera la propria azione climatica. L’87% delle aziende del Regno Unito vede la transizione come un’opportunità di business. La regolamentazione è il principale motore della decarbonizzazione per le PMI del Regno Unito (81% dei rispondenti).
- Nel Benelux, il 95% delle aziende considera la decarbonizzazione importante o critica, e il 72% ha sviluppato roadmap strategiche chiare.
- Le medie imprese francesi continuano a investire e iniziano a vedere risultati misurabili – il 35% riporta progressi in linea con gli obiettivi – sebbene stiano crescendo le preoccupazioni sul momentum futuro. Il 33% delle aziende francesi vede ora la decarbonizzazione come un vincolo o un rischio, probabilmente a causa dell’incertezza politica e regolatoria.
In tutti i paesi, le medie imprese mostrano resilienza e impegno a lungo termine, con oltre l’80% che mantiene o accelera i propri sforzi di decarbonizzazione nonostante un contesto politico, regolatorio ed economico difficile.
Decarbonizzare le PMI: quali sono le prospettive per il futuro?
Il percorso della decarbonizzazione nelle PMI europee è dunque avviato. La distanza tra ambizione e capacità di esecuzione rimane un nodo aperto, in particolare dove l’accesso al capitale o la lettura del quadro regolatorio risultano più complessi. Per accelerare questa transizione, sarà necessario agire in modo coordinato su più fronti. Gli investimenti mirati sono essenziali per aiutare queste aziende a cogliere l’opportunità e trasformare l’azione climatica in un vantaggio competitivo. La percezione diffusa della decarbonizzazione come opportunità di business a lungo termine per generare vantaggio competitivo, anche in mezzo a incertezze, è un segnale positivo che indica la resilienza e il pragmatismo delle medie imprese europee.
La metodologia dello studio
Il “Climate Transition Barometer” è uno studio condotto da Boston Consulting Group (BCG) e Argos Wityu. Per la sua terza edizione, sono state coinvolte 700 medie imprese attive in cinque paesi europei: Francia, Germania, Italia, Benelux e, per la prima volta, il Regno Unito. Le aziende incluse nello studio sono pubbliche e private, operano in sette settori cruciali per la decarbonizzazione (Trasporti & Logistica, Costruzioni, Industrie ad alta temperatura, Chimica, Agricoltura & Alimentare, Retail & E-commerce, Altre Industrie). Per essere incluse, le aziende dovevano avere un fatturato inferiore a 500 milioni di euro e un numero di dipendenti compreso tra 50 e 1.000. La ricerca è stata condotta da OpinionWay, i rispondenti sono stati selezionati per garantire una conoscenza ottimale delle sfide della transizione climatica, con il 79% che ricopre posizioni di alta direzione e il 21% direttamente responsabile della CSR.
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