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GenAI aziendale: solo se affidabile, sicura e sovrana


L’Intelligenza Artificiale Generativa non è una promessa futura, ma una realtà già operativa in molte aziende. Si tratta di una trasformazione che coinvolge profondamente il modo in cui le organizzazioni generano valore, prendono decisioni e progettano prodotti, servizi, comunicazione e relazioni.

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GenAI come leva strategica per il valore aziendale

Il 2023 ha segnato una svolta: secondo McKinsey, il 79% delle imprese che ha adottato l’AI generativa l’ha già integrata in almeno una funzione aziendale, e il 40% in tre o più. Questo dato è confermato da IDC, che rileva come oltre il 55% delle aziende europee stia già sperimentando o utilizzando soluzioni basate su GenAI nei propri processi.

L’elemento chiave non è più l’adozione in sé, ma la capacità di rendere queste tecnologie utili, affidabili e sostenibili nel tempo. La GenAI è destinata a diventare un asset strategico solo se è governabile in termini di qualità delle risposte, controllo dei dati e certezza dei costi. Diversamente, rischia di restare confinata a progetti sperimentali o a un uso elitario, limitato a poche grandi aziende.

Produttività aumentata grazie all’intelligenza artificiale generativa

L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale Generativa nei contesti aziendali sta già producendo effetti tangibili sulla produttività. I benefici si osservano in particolare nelle funzioni ad alta intensità informativa, come il customer care, il marketing, le vendite, lo sviluppo software e la gestione documentale. In questi ambiti, la GenAI si sta affermando come uno strumento capace di ridurre drasticamente i tempi operativi, migliorare la qualità dei contenuti prodotti e supportare i collaboratori nel prendere decisioni più rapide e informate.

In ambito creativo e strategico, in particolare, la GenAI accelera i cicli di lavoro, rendendo più agile la produzione di contenuti, la generazione di insight, la stesura di documentazione tecnica o commerciale. Le aziende che hanno già integrato questi strumenti riportano un miglioramento concreto nella velocità d’esecuzione, nella riduzione delle revisioni e nella capacità di scalare progetti in tempi più brevi.

Siamo dunque di fronte a una tecnologia abilitante, che non sostituisce le competenze umane, ma le potenzia. Il valore della GenAI non si misura solo in ore risparmiate, ma nella possibilità di liberare tempo e risorse da attività a basso valore aggiunto, reinvestendole in processi strategici. Una dinamica che, se ben governata, può generare vantaggi competitivi significativi e durevoli.

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Per un’adozione efficace serve un’infrastruttura affidabile

L’adozione di questi strumenti non può però prescindere da un framework solido e credibile. L’esperienza ci insegna che affidabilità, sovranità del dato e sostenibilità economica non sono dettagli tecnici, ma pilastri strategici. In un contesto dove la qualità delle informazioni è decisiva, utilizzare sistemi che producono contenuti inesatti o privi di tracciabilità significa compromettere l’intero processo decisionale.

L’integrazione di architetture come il Retrieval-Augmented Generation (RAG) rappresenta un passaggio cruciale. Con questo approccio, i modelli linguistici vengono alimentati con knowledge base specifiche e aggiornate, garantendo risposte basate su fonti controllate e riducendo drasticamente il rischio di allucinazioni. È una soluzione particolarmente utile in settori come legale, sanitario, assicurativo, bancario, dove la precisione è essenziale.

La questione della sovranità del dato

La questione della sovranità del dato è altrettanto centrale. Secondo IDC, oltre il 60% dei CIO europei considera la data residency uno dei criteri prioritari nella scelta dei fornitori di GenAI. L’utilizzo di modelli ospitati su infrastrutture extra-UE, o che trattano dati sensibili senza trasparenza sull’addestramento dei modelli e sul ciclo di vita informativo, espone le aziende alla perdita di know how. In Europa e in Italia servono soluzioni sovrane, che rispettino le normative GDPR e permettano alle imprese di mantenere il controllo del proprio patrimonio informativo.

Il modello di pricing della GenAI

Infine, il modello di pricing: oggi molte soluzioni GenAI operano con logiche “pay-per-token”, cioè sulla base dei caratteri elaborati. Questo approccio, spesso opaco e difficile da prevedere, rende complessa la gestione dei budget e scoraggia l’adozione su larga scala. Gartner stima che entro il 2026 il 60% delle aziende dovrà rivedere le proprie previsioni di spesa proprio a causa di questi modelli imprevedibili. Serve un cambio di paradigma: un’AI generativa davvero scalabile deve essere anche economicamente pianificabile, con modelli di costo chiari, flessibili e compatibili con l’infrastruttura esistente.

GenAI: un’occasione per il sistema produttivo italiano

Il nostro Paese ha tutte le condizioni per fare un salto di qualità nell’adozione di queste tecnologie. L’Italia dispone di un ecosistema industriale dinamico, una forte cultura ingegneristica, un tessuto di PMI agili e capaci di innovare. Ma serve un approccio ragionato che faccia leva su infrastrutture affidabili così che gli investimenti non siano vani o addirittura controproducenti. Fondamentale è anche investire su formazione, cultura del dato, integrazione dei processi e supporto all’adozione nelle filiere produttive.

L’obiettivo non è semplicemente “usare” l’AI, ma governarla. Farla diventare un’estensione della capacità umana, non un sistema opaco da subire. Questo richiede trasparenza, qualità e un ecosistema che metta le imprese nella condizione di sperimentare e crescere in sicurezza.

La domanda strategica, oggi, non è più se adottare l’AI generativa. È come farlo. E soprattutto con quali garanzie: in termini di affidabilità delle risposte, rispetto delle normative e sostenibilità dei costi.

Il futuro della competitività passa da qui.

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Fonti

  • McKinsey & CompanyThe State of AI in 2023

Dato utilizzato: il 79% delle imprese che ha adottato l’AI generativa l’ha già integrata in almeno una funzione, e il 40% in tre o più.

  • IDC (International Data Corporation)Europe AI Strategies Survey (2024)

Dato utilizzato: oltre il 55% delle aziende europee sta sperimentando o utilizzando GenAI; oltre il 60% dei CIO europei considera la data residency un criterio prioritario.

  • GartnerMarket Guide for Generative AI Tools (2024)

Stima: entro il 2026 il 60% delle aziende dovrà rivedere le previsioni di spesa a causa della natura imprevedibile dei modelli di pricing “pay-per-token”.



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