Differenza tra green economy e economia circolare: definizioni, esempi e aspetti giuridici per imprenditori consapevoli.
Introduzione
Negli ultimi anni il dibattito sullo sviluppo economico sostenibile ha posto al centro due concetti spesso associati, ma distinti sia per origini che per applicazioni: green economy ed economia circolare. Comprendere la differenza tra green economy e economia circolare non è solo un esercizio semantico, ma un’esigenza concreta per imprenditori, manager e professionisti che intendono adottare strategie di lungo periodo coerenti con le normative e le opportunità del mercato. Questo articolo offre un’analisi tecnica, normativa ed economica dei due modelli, con esempi pratici, errori comuni e risvolti fiscali.
Green economy: definizione, principi e riferimenti normativi
La definizione di green economy
La green economy è un modello economico che valorizza la crescita economica attraverso investimenti e processi produttivi sostenibili sotto il profilo ambientale. Secondo lo United Nations Environment Programme (UNEP), la green economy è “un’economia che genera benessere umano e equità sociale, riducendo significativamente i rischi ambientali e la scarsità ecologica”.
Pilastri e principi ispiratori
- Efficienza nell’uso delle risorse naturali
- Minimizzazione degli impatti ambientali
- Innovazione tecnologica per ridurre emissioni inquinanti e sprechi
- Inclusione sociale e sviluppo umano
Riferimenti normativi e fiscali
A livello internazionale, la green economy è promossa attraverso accordi come l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e il Green Deal europeo. In Italia, la Legge n. 221/2015 (Collegato ambientale) sostiene iniziative green, con incentivi fiscali per efficienza energetica, fonti rinnovabili e riduzione delle emissioni. Inoltre, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) assegna risorse significative alla transizione ecologica.
Esempi pratici nel mondo aziendale
- Imprese energetiche che investono in fonti rinnovabili
- Società che adottano sistemi produttivi a basso impatto ambientale
- Startup green orientate a soluzioni tecnologiche sostenibili
Limiti e errori comuni
- Confondere l’uso di pratiche ecologiche episodiche con una reale strategia di green economy
- Limitarsi a compensare le emissioni senza riprogettare il modello produttivo
- Greenwashing: presentare iniziative marginali come svolte secondo logiche green
Economia circolare: definizione, modelli e normative
Definizione di economia circolare
L’economia circolare è un paradigma produttivo che mira a mantenere il più a lungo possibile il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse, riducendo al minimo la produzione di rifiuti. Si contrappone al modello lineare tradizionale (estrai, produci, usa, getta), privilegiando pratiche di riuso, riparazione, rigenerazione e riciclo.
Pilastri e strategie dell’economia circolare
- Progettazione di prodotti pensati per la durabilità, la riparabilità e il riutilizzo
- Recupero e riciclo di materiali a fine vita
- Utilizzo di risorse seconde
- Innovazione organizzativa basata su modelli collaborativi (sharing economy, piattaforme di servizi)
- Responsabilità estesa del produttore
Normativa europea e italiana
L’Unione Europea promuove l’economia circolare dal 2015, con il Pacchetto sull’Economia Circolare e, più recentemente, il Piano d’Azione per l’Economia Circolare (2020). Il Decreto Legislativo 116/2020 ha introdotto in Italia obblighi specifici in materia di gestione rifiuti, responsabilità del produttore e sistemi di raccolta differenziata. Il PNRR finanzia numerosi progetti circolari, con particolare attenzione a filiere prioritarie.
Esempi applicativi nei settori produttivi
- Aziende elettroniche che progettano device modulari per una facile riparazione
- Imprese tessili che implementano sistemi di raccolta e rigenerazione delle fibre
- Operatori della logistica che riducono gli imballaggi e utilizzano materiali riciclati
- Consorzi per il recupero e il riciclo di materiali (es. RAEE, imballaggi, pneumatici)
Criticità e rischi di errore
- Sottovalutare l’impatto progettuale: implementare iniziative circolari solo a valle del ciclo di vita, anziché dalla progettazione del prodotto
- Mancata integrazione tra filiere e operatori
- Difficoltà nella gestione della responsabilità estesa del produttore
- Scarsa attenzione agli aspetti normativi su rifiuti e sottoprodotti
Differenza tra green economy e economia circolare: confronto puntuale
Origine e obiettivi dei due modelli
La green economy ha carattere più ampio e trasversale: si pone l’obiettivo di integrare crescita economica e compatibilità ambientale in tutti i settori, con strategie che spaziano dalla finanza sostenibile all’innovazione energetica. L’economia circolare, invece, è una modalità specifica di produzione e consumo, incentrata su strategie operative di recupero e riutilizzo di materiali e prodotti.
- Green economy: mira a rendere “più verde” ogni aspetto dell’economia (energia, trasporti, agricoltura, manifattura, finanza)
- Economia circolare: si concentra su processi produttivi e filiere materiali, mirando a ridurre sprechi e rifiuti
Approccio regolatorio e incentivazione fiscale
La green economy beneficia principalmente di incentivi trasversali (ecobonus, crediti d’imposta per investimenti in energie rinnovabili, bandi per la ricerca green), mentre l’economia circolare è regolata da norme dettagliate su rifiuti, responsabilità produttiva e sistemi collettivi di gestione. L’appartenenza a filiere circolari può incidere anche sul rating ESG e sulle agevolazioni legate a progetti PNRR.
Esempi di differenziazione pratica
- Una società elettrica che investe in energia solare promuove la green economy
- Un’impresa che trasforma scarti di produzione in materie prime seconde investe nell’economia circolare
- Settori che possono implementare entrambi i modelli: automotive (auto elettriche e recupero materiali batterie), edilizia (bioedilizia e gestione circolare dei materiali da demolizione)
Intersezioni e sinergie
Sebbene distinti, i due modelli risultano fortemente interconnessi: le pratiche circolari rappresentano un tassello essenziale della transizione green, mentre strategie di green economy efficaci richiedono massima attenzione all’eco-design e al ciclo di vita dei prodotti.
Implicazioni tecniche ed economiche per le imprese
Scelte strategiche e gestione del rischio
Adottare l’una o l’altra logica implica analisi puntuali dei processi aziendali. Occorre valutare:
- Impatto tecnologico (investimenti in eco-design, tracciabilità dei materiali, efficientamento energetico)
- Coerenza con i driver normativi comunitari, in particolare gli obblighi ESG e la direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive)
- Implicazioni sulla supply chain: necessità di accordi di filiera e certificazioni ambientali
- Requisiti fiscali: accertare l’accesso a incentivi e verificare il rispetto delle normative su rifiuti e recupero materiali
Temi ricorrenti nella gestione aziendale
- Monitoraggio e rendicontazione di parametri ambientali, anche in ottica di bilancio di sostenibilità obbligatorio
- Avvio di partnership strategiche con soggetti pubblici e privati per favorire la circolarità
- Piani di formazione interna per promuovere la cultura dell’innovazione green e circolare
- Attenzione ai rischi di greenwashing (sanzionabili anche dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato)
Case study sintetici
- Settore moda: realtà che hanno integrato materiali riciclati e filiere corte, riducendo impatto e rifiuti
- Edilizia: imprese che riutilizzano materiali da demolizione secondo standard normativi
- ICT: produttori di apparecchiature rigenerate e piattaforme di sharing per device aziendali
FAQ – Domande frequenti
- La green economy sostituisce il modello tradizionale? No, lo integra e lo orienta su pratiche più sostenibili.
- Tutte le pratiche di economia circolare sono green? In generale sì, ma solo se rispettano criteri ambientali stringenti.
- Esistono obblighi di legge per le imprese? Vi sono obblighi settoriali (es. gestione rifiuti, rendicontazione ESG) e incentivi per la transizione green.
Glossario dei termini chiave
- Green economy: modello di sviluppo che integra crescita economica e tutela ambientale
- Economia circolare: paradigma produttivo basato su riuso, riparazione, riciclo e riduzione degli sprechi
- Responsabilità estesa del produttore (EPR): principio secondo cui il produttore ha responsabilità anche nella fase post-consumo
- PNRR: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, programma di investimenti pubblici e riforme finanziato da Next Generation EU
- Green Deal europeo: strategia dell’UE per la neutralità climatica entro il 2050
Conclusioni
La differenza tra green economy e economia circolare risiede nella prospettiva sistemica e nell’orizzonte operativo di ciascun modello: la prima detta la cornice degli obiettivi generali di sostenibilità, la seconda ne costituisce la declinazione industriale e processuale sulla filiera del prodotto. La competenza giuridica, fiscale e tecnica nell’adozione di modelli green e circolari è oggi un fattore critico per la resilienza e la competitività di ogni impresa, in linea con le attese del mercato, della normativa e dei nuovi sistemi di finanza sostenibile.
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