Aste immobiliari

 il tuo prossimo grande affare ti aspetta!

 

«Radici e futuro, così il mio pane di Altamura finisce in 25 Paesi»


Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Cinquantotto anni, manager di successo, Lucia Forte è alla guida dell’azienda Oropan che porta il pane di Altamura in 25 paesi del mondo. Empatia, innovazione, formazione sono elementi fondanti del suo lavoro che incarna l’essenza del “Made in Italy” e della sostenibilità, offrendo al mondo prodotti che nutrono il corpo e l’anima. Tutto riuscendo a mantenere un sano equilibrio tra l’essere leader, donna e madre.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

A che età ha iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia e con quali mansioni?

«Ho iniziato a lavorare in Oropan a 22 anni, partendo dai ruoli più operativi. Ho scelto di vivere ogni esperienza in prima persona per comprendere davvero l’essenza dell’azienda prima di assumerne la guida. Era il profumo del pane a guidarmi quotidianamente. La vera svolta è arrivata quando ho capito che dovevo costruire un ponte tra l’artigianalità e l’innovazione; adottando un sistema di governance evoluto e collegiale ed andando ad implementare un know how organizzativo che fosse manageriale, innovativo e dinamico. Oropan non è stata un’imposizione, ma una scelta consapevole».

Senza inciampare in luoghi comuni, cosa comporta essere donna e guidare un’impresa di successo?

«La sfida più grande? Dimostrare che nella panificazione, mondo storicamente dominato da figure maschili, la leadership non ha genere. Quando ho iniziato a guidare Oropan, ho dovuto affrontare lo scetticismo di chi vedeva una donna giovane prendere decisioni in un settore ancorato alla tradizione. Tre leve di empowerment hanno fatto la differenza nel mio percorso: il coraggio di osare, la formazione continua, la determinazione incrollabile. È stata questa combinazione di audacia e visione strategica che mi ha permesso di trasformare Oropan in un’azienda che evolve continuamente, mantenendo però salda l’identità e il legame con il nostro territorio».

Riesce a conciliare famiglia e lavoro?

«Ho due calendari intoccabili: uno per il lavoro, uno per la famiglia. La chiave? Un team affidabile in azienda e una famiglia che comprende. Essere madre richiede energia costante, ma ho imparato che l’amore vero non si misura in tempo, ma in intensità. Staccare è vitale: un libro, un momento di silenzio, un confronto stimolante o il telefono spento».

Un episodio che le ha cambiato la vita?

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

«La lezione più importante l’ho imparata durante uno dei momenti più critici della nostra storia aziendale. Mi trovavo di fronte a una decisione cruciale: condividere apertamente con il team le difficoltà che stavamo affrontando o cercare di gestirle autonomamente. Ho scelto la strada della trasparenza totale, del coinvolgimento e della condivisione; una scelta che inizialmente sembrava rischiosa ma che si è rivelata fondamentale. Quella crisi, affrontata insieme, ha rafforzato il nostro senso di appartenenza e dimostrato che la vera forza di un’organizzazione risiede nella sua capacità di fare squadra nei momenti difficili».

Avete vinto, tra gli altri, il premio “Di padre in figlio” assegnato alle aziende in cui il passaggio generazionale segna una svolta di sviluppo e innovazione. Quali ritiene siano gli elementi imprescindibili per la longevità di un’azienda familiare?

«Ricevere il premio “Di padre in figlio”, che celebra le aziende in cui il passaggio generazionale avviene con successo, è stato per me un momento di grande orgoglio. È il riconoscimento di un percorso che non è solo familiare, ma anche strategico: unire tradizione e innovazione per garantire continuità e crescita. Abbiamo vinto nella categoria “fratelli al comando” per aver saputo coniugare la lungimiranza del fondatore Vito con una strutturata e ponderata attribuzione delle responsabilità e dei ruoli tra me i miei fratelli Francesco e Daniele. A mio avviso per la longevità di un’impresa familiare ci sono tre fattori imprescindibili: innovare senza tradire la propria identità, aprirsi a competenze nuove, coltivare una cultura d’impresa fondata su etica e valorizzazione del capitale umano, perché le persone sono il cuore pulsante dell’azienda».

Cosa avete fatto nel concreto?

«Il nostro passaggio generazionale ha rappresentato una svolta decisiva: io e i miei fratelli abbiamo raccolto l’eredità di nostro padre Vito, unendo il suo sapere artigiano a una visione più strutturata e manageriale. Nel 2018 abbiamo superato il modello monocratico introducendo un Consiglio di amministrazione che include anche figure manageriali esterne alla famiglia: un cambio di passo che ha portato nuove competenze, accelerato l’innovazione e rafforzato la cultura aziendale. Oggi alla guida di Oropan c’è una seconda generazione coesa, che lavora con la stessa passione delle origini ma con strumenti nuovi e una prospettiva internazionale. È in questo equilibrio tra radici e visione del futuro che risiede la forza di Oropan e la ragione per cui, dopo oltre 60 anni, continuiamo a crescere come ambasciatori del nostro territorio nel mondo».

Che effetti avranno i dazi USA?

«L’introduzione di dazi al 15% sui prodotti europei, unita alla svalutazione del dollaro, crea una pressione significativa sulla competitività del settore agroalimentare italiano e accentua l’instabilità dei mercati globali. Stiamo avviando un piano di sviluppo commerciale verso il mercato americano; tuttavia, oltre il 70% delle nostre esportazioni è concentrato su Paesi come Regno Unito, Belgio e Germania, dove abbiamo una presenza consolidata. Per Oropan l’impatto diretto della nuova aliquota daziaria è contenuto nel breve periodo, ma lo scenario porta con sé due conseguenze rilevanti: una probabile revisione dei prezzi di vendita da parte degli importatori per salvaguardare la propria marginalità e una maggiore complessità nella penetrazione del mercato, con possibili ripercussioni sull’interesse di nuovi operatori commerciali».

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

La famiglia e i sogni da ragazza?

«La famiglia per me è un valore assoluto, un luogo senza confini né limiti, un rifugio dove ci si prende cura l’uno dell’altro e si trova sostegno e calore. Da ragazza ho sempre sognato una famiglia numerosa, con tanti figli e figlie attorno al tavolo della domenica, a condividere sogni, ambizioni e anche le piccole difficoltà di ogni giorno. Alcuni sogni restano nel cassetto, incompiuti, ma fanno comunque parte di me e mi accompagnano ogni giorno».

Il suo rifugio? Un sogno nel cassetto o qualcosa di inconfessabile?

«Il mio rifugio è la casa: il focolare dove ritrovo calore, equilibrio e nuove energie. È lì che ogni giorno ricarico la mia motivazione, circondata da ciò che amo. Il mio sogno nel cassetto è continuare a crescere come persona, mantenendo intatto l’entusiasmo di imparare cose nuove, perché credo che la conoscenza non abbia limiti».





Source link

Conto e carta

difficile da pignorare

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura