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Cosa succede quando si compra un’azione in Borsa — idealista/news


Tranne Paperon de Paperoni, che viveva letteralmente sommerso dalle sue ricchezze all’interno del deposito fatto costruire appositamente per contenerle, nessuno di noi oggi si sognerebbe di detenere materialmente tutti – ma proprio tutti – i propri risparmi in casa, tanto più se sono stati utilizzati per acquistare strumenti finanziari e quindi per fare un investimento. Solitamente ci si rivolge alle banche per depositare la liquidità sul conto corrente. 

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All’interno del conto esiste poi una sezione rappresentata dal dossier titoli in cui vengono trasferiti tutti gli investimenti. Per “approdare” sul dossier titoli però questi investimenti devono fare un prima un lungo viaggio non fisico, ma completamente digitale. Alessio Vannucci, consulente finanziario indipendente e collaboratore dell’associazione Aduc, ha raccontato a idealista/news che cosa accade quando si acquista in Borsa un’azione o un ETF, uno degli strumenti finanziari più utilizzati dagli italiani.

Che cosa avviene quando acquistiamo un titolo in Borsa?

Solitamente gli investitori non si chiedono dove risiedano effettivamente questi strumenti finanziari, ma è importante saperne di più per capire che cosa c’è dietro un investimento, quali sono i suoi rischi e i suoi costi.

Quando acquistiamo un titolo quotato in Borsa non ci arriva a casa un certificato cartaceo, né la banca archivia fisicamente il titolo in un cassetto a nome del titolare.Tutto avviene in forma digitale e ad ogni passaggio si allunga la lista degli attori che entrano in gioco e che ricoprono ruoli precisi. 

Possiamo immaginare la scena: accediamo all’app bancaria, all’home banking o andiamo in filiale e compriamo quote di un ETF quotato su Euronext Milan (ex Borsa Italiana). L’operazione appare immediata, ma dietro le quinte accade molto di più.

La banca o il broker trasmettono l’ordine al mercato (Euronext Milan). La Borsa è semplicemente il luogo – oggi interamente elettronico – dove domanda e offerta si incontrano. Ma attenzione: la Borsa facilita la negoziazione, non conserva i titoli. Euronext Milan non è un “magazzino” di strumenti finanziari, ma solo il punto d’incontro per la compravendita.

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Quando si conclude effettivamente l’acquisto?

Una volta effettuata la compravendita, si passa alla fase di regolamento (detto dagli addetti ai lavori “settlement”), ovvero lo scambio effettivo tra denaro e titoli. Qui entra in gioco il depositario centrale, che in Italia è Monte Titoli S.p.A. – oggi parte di Euronext Securities Milan. Monte Titoli è un gigantesco “caveau digitale” dove sono conservati, in forma elettronica e centralizzata, tutti i titoli finanziari. 

Dal 1999, con la dematerializzazione, non esistono più certificati cartacei: tutto si basa su registrazioni elettroniche presso questi depositari. Dunque, quando l’ETF viene regolato le quote vengono accreditate sul conto che la nostra banca detiene presso Monte Titoli, a nostro beneficio.

Qual è quindi il ruolo della banca?

La banca, o broker, fornisce un conto titoli dove è possibile visualizzare gli strumenti che possediamo. Ma quei titoli, in realtà, non sono conservati presso la banca, né fisicamente né legalmente. Sono sub-depositati presso un depositario centrale come Monte Titoli, oppure – se si tratta di strumenti esteri – presso operatori internazionali come Clearstream o Euroclear. 

La banca funge da amministratore e tramite: tiene traccia nei suoi registri che quelle quote registrate a Monte Titoli siano di un determinato titolare e si occupa dei servizi collegati (estratti conto, dividendi, assemblee, ecc.).

Quali tutele ci sono a garanzia del risparmiatore? C’è il rischio che qualcosa in questo processo possa andare storto?

No, non ci sono rischi perché i titoli sono conservati come patrimonio separato e non vengono confusi con i beni della banca. Monte Titoli e le autorità di vigilanza garantiscono che gli strumenti finanziari vengano trasferiti a un nuovo custode senza perdita di proprietà.

 In casi estremi, è possibile anche richiedere un’attestazione di possesso direttamente dal sistema. 

 In sintesi: anche se il database della banca si rompesse, esiste una registrazione ufficiale e tracciabile che conferma di chi sono quei titoli.

Come funziona Monte Titoli?

Possiamo definirlo come il “grande magazzino” digitale dei titoli. Fondata nel 1978, Monte Titoli è diventata nel 1986 il depositario centrale nazionale obbligatorio per i titoli italiani. Dal 1999, ogni azione o obbligazione vive solo come scrittura informatica nei suoi server, sotto la vigilanza di Banca d’Italia e Consob. 

Quando compriamo un’azione italiana o un ETF, le quote non vengono “date a noi”, ma accreditate sul conto della nostra banca presso Monte Titoli.

La banca, a sua volta, registra l’identità del beneficiario di quelle quote. Tutto senza carta e senza spostamenti da parte del risparmiatore.

Nel caso degli ETF il processo è identico?

Un ETF (Exchange Traded Fund) è un particolare fondo d’investimento quotato. Per legge, le attività di un fondo devono essere custodite da un soggetto terzo chiamato banca depositaria, distinto dalla società di gestione che amministra il fondo. È una misura di tutela: impedisce che la società di gestione (Sgr) possa scappare coi soldi o utilizzarli in modo improprio, perché tutti i soldi e titoli del fondo sono effettivamente detenuti da una banca depositaria specializzata.

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Dunque, nel caso di un ETF la banca depositaria (custode) tiene in custodia le azioni, obbligazioni o altri asset comprati dall’ETF con il patrimonio raccolto. 

Ciò significa, in parole povere, che se l’emittente dell’ETF  dovesse fallire, gli asset sottostanti (azioni, titoli di Stato, oro fisico, quel che compone l’ETF) sono al sicuro perché segregati presso un custode indipendente. La banca depositaria vigila anche che la società di gestione rispetti le regole (ad esempio, controlla che il calcolo del NAV del fondo sia corretto, che le quote emesse corrispondano a reali movimenti di denaro, etc.). 

Nella malaugurata evenienza di problemi circa l’emittente, grazie a questo meccanismo gli investitori possono rivalersi sul patrimonio del fondo che è segregato presso il depositario.

E’ corretto affermare che ci sono due depositari con funzioni diverse?

Importante è non confondere la banca depositaria del fondo con il depositario centrale dei titoli. Sono due cose diverse con nomi simili:

  • La banca depositaria custodisce gli asset del fondo (per conto di tutti i partecipanti al fondo).
  • Il depositario centrale (es. Monte Titoli – Euronext Securities Milan) custodisce le quote/azioni del fondo di ciascun singolo investitore e ne registra i passaggi di proprietà nelle negoziazioni.

In altre parole, possiamo dire che il tuo ETF “vive” su due livelli: a livello di fondo comune i beni che lo compongono stanno nel caveau del depositario, a livello quotazione in Borsa le tue quote del fondo stanno nel “caveau” di Monte Titoli, all’interno del conto titoli.

Quindi, dove si trova l’ ETF?

Tirando le somme: se compriamo un ETF (o un’azione, o qualsiasi strumento quotato) non c’è un certificato fisico in un cassetto a nostro nome. Il tuo titolo risiede presso un deposito accentrato (in Italia Monte Titoli, ora Euronext Securities Milan) in forma elettronica. La banca agisce come tramite: ha un conto presso Monte Titoli dove vengono depositati tutti i titoli dei clienti (segregati dai titoli della banca stessa), e nei suoi sistemi interni tiene traccia che una certa quota è tua. Euronext/Borsa è solo il luogo dove abbiamo acquistato/venduto, ma non conserva nulla dopo la transazione. 

L’emittente dell’ETF non detiene le nostre quote (però una banca depositaria terza detiene i beni del fondo ETF per conto di tutti gli investitori, così che l’ETF sia sempre coperto dagli asset reali sottostanti).

 



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