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Sardegna, la nautica cresce: turismo e industria a gonfie vele


È stata presentata la scorsa settimana a Milano, l’edizione 2025 del report sull’industria nautica a cura del Sole 24 Ore. La serata ha rappresentato anche l’occasione per diffondere i risultati dello studio congiunto tra CIPNES Gallura e Direzione Marittima del Nord Sardegna, sugli arrivi di superyacht lungo le coste galluresi.

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A sottolineare l’importanza strategica della nautica per l’economia dell’Isola è stato l’assessore regionale all’Industria, On. Emanuele Cani, presente all’evento.

On. Emanuele Cani, assessore regionale all’Industria della Regione Sardegna

“Questa presentazione a Milano è un momento importante per comunicare ciò che rappresenta la nautica in Sardegna, consolidare i rapporti con il mondo produttivo e accademico, e per favorire nuovi investimenti industriali e formativi in Sardegna. Il nostro obiettivo è trattare la nautica come una vera e propria filiera industriale, sostenendo la realizzazione in loco di tutte le fasi della produzione: dalla progettazione alla costruzione.”

L’assessore ha evidenziato come la Sardegna disponga oggi di otto consorzi industriali, sette dei quali situati in aree costiere prospicienti il mare e in prossimità dei porti commerciali, condizione che li rende strategici per accogliere cantieri nautici e aziende della filiera collegata.

Il cantiere Novamarine di Olbia, fonte Novamarine

“La nostra isola, già fortemente attrattiva per il turismo nautico, si sta affermando anche come polo produttivo. Lo conferma la crescita del fatturato aggregato delle imprese del settore: è passato da 400 a 644 milioni di euro in un solo anno, ponendo la nautica come quarta industria della Regione per valore generato.”

Secondo l’assessore Cani, la Regione sta lavorando per affermare un modello di sviluppo diffuso e sostenibile, che coinvolga tutti i territori in un sistema coordinato e riconoscibile:

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“L’obiettivo è fare della Sardegna un unico grande cluster nautico, capace di integrare produzione e servizi.”

Uno dei momenti centrali dell’evento milanese è stata la presentazione dello studio aggiornato sul traffico dei superyacht nelle acque galluresi, a cura di Guido Piga, responsabile della ricerca presso il Centro Studi del CIPNES Gallura, con il supporto della Direzione Marittima del Nord Sardegna.

La presentazione di Guido Piga, responsabile della ricerca presso il Centro Studi del CIPNES Gallura

I dati, raccolti con metodologie scientifiche e fonti verificabili, rivelano una crescita significativa:

1.358 presenze territoriali di superyacht oltre i 24 metri rilevate tra l’1 e il 23 luglio 2025, con un incremento del +23% rispetto allo stesso periodo del 2024.

Valore complessivo delle imbarcazioni presenti: circa 6 miliardi di dollari.

Le aree più frequentate: La Maddalena (1.107 presenze), Costa Smeralda (1.025), Porto Rotondo (862).

Nel solo mese di giugno 2025 erano stati rilevati 960 yacht contro gli 825 del 2024 (+16%).

Koru, il mega yacht di Bezos, nel mare della Gallura

Ogni yacht è stato identificato con il sistema della Direzione Marittima e incrociato con i dati del portale Superyachtfan per ricostruire proprietà, dimensioni, valore, cantiere costruttore e, grazie ai dati Forbes, il patrimonio netto dei 204 armatori identificati.

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Lo studio realizzato da CIPNES è stato condotto anche in collaborazione con il consorzio universitario UniOlbia, che con l’Università degli Studi di Cagliari promuove un corso di laurea triennale in Ingegneria navale. Un’iniziativa che risponde alla crescente richiesta di competenze tecniche e specializzate da parte del comparto produttivo.

Andrea Gianotti, Centro Studi del Sole 24 Ore

Durante l’incontro è stato inoltre presentato il report 2025 sull’industria nautica italiana a cura del Centro Studi del Sole 24 Ore, con l’intervento di Andrea Gianotti. Lo studio analizza in dettaglio le dinamiche di sviluppo del comparto nautico, confermando il ruolo sempre più rilevante della Sardegna a livello nazionale, sia per l’industria che per il turismo del mare. Le imprese attive in Sardegna sono 1.510 e occupano 5.778 dipendenti diretti. In particolare, la Gallura si conferma cuore pulsante della nautica regionale con 717 imprese, 339 milioni di euro di fatturato e oltre 2.800 occupati. Numeri che raccontano un comparto maturo, integrato e in continua espansione.

Il presidente del CIPNES, Livio Fideli

Gli interventi del presidente del CIPNES – uno degli otto consorzi industriali citati dall’assessore Cani, quello del Nord Est della Sardegna – Livio Fideli, e del direttore generale, Aldo Carta, hanno sottolineato quanto le iniziative dell’ente siano strategicamente mirate a valorizzare la nautica nell’area e quanto potrà ancora essere fatto in tal senso. Fra i progetti, da segnalare senz’altro quello sul bio-metanolo nautico, un esempio concreto di economia circolare applicata ai superyacht. Attraverso un investimento da 20 milioni di euro finanziato con fondi PNRR, Olbia si avvia a realizzare un impianto per la produzione di bio-metanolo, grazie alla digestione anaerobica di rifiuti organici e sottoprodotti di origine animale, provenienti dal territorio e dai flussi turistici compresi quelli legati al comparto nautico. Basti pensare che uno yacht di 24 metri può arrivare a produrre circa un metro cubo di rifiuti a settimana. Il risultato? Un carburante rinnovabile, prodotto a chilometro zero, destinato alla nautica di alta gamma che ogni anno approda in Sardegna.

Il progetto, sviluppato da CIPNES in partnership con Regione Sardegna, Comune di Olbia, Ministero dell’Ambiente e Politecnico di Milano, prevede come primo acquirente Sanlorenzo S.p.A., tra i principali costruttori mondiali di yacht, che ha già annunciato l’introduzione di unità bi-fuel a fuel cell a metanolo a partire dal 2029.

Proprio per creare un trait d’union fra i due comparti, turistico e industriale nautico, il CIPNES  e la Regione hanno dato vita alla Fiera Nautica di Sardegna, che nel 2026 festeggerà la sua quinta edizione.

La Fiera Nautica di Sardegna

Angelo Colombo, l’organizzatore della rassegna che si svolge nella marina di Porto Rotondo, ha tenuto a sottolineare come l’evento in questi anni sia cresciuto sia numericamente – nel 2025 sono state più di 200 le barche esposte, con oltre 55mila presenze di pubblico durante i cinque giorni di esposizione – sia commercialmente, grazie a importanti contratti di vendita firmati durante la Fiera che hanno spinto molti operatori a prenotare già gli stand per l’edizione 2026. La ricca offerta di imbarcazioni oltre alla ricchezza di convegni e tavole rotonde su tematiche di grande interesse culturale e tecnico, ne hanno fatto uno dei principali appuntamenti nel panorama dei saloni nautici nazionali patrocinati da Confindustria Nautica.

A rappresentare l’associazione confindustriale di categoria, è intervenuto Simone Morelli – presidente del Settore dedicato alle aziende di locazione e noleggio di unità di diporto – sottolineando che per accrescere l’attrattività della cantieristica nautica sarda e nello specifico della Gallura, specie quella dedicata al service e al refit di grandi yacht, serve un ulteriore sforzo da parte di politica e istituzioni. Innanzi tutto, rafforzando l’operatività dell’aeroporto di Olbia, specie d’inverno, creando nuove rotte verso le grandi destinazioni europee oltre che con l’Italia. Poi, curando i servizi che possono rendere il Nord Est della Sardegna attrattivo per chi lavora a bordo dei grandi yacht, per le loro famiglie, in modo da favorire la loro presenza oltre la stagione estiva, quando, appunto, si eseguono i lavori di service e refit. 

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Paolo Bertetti, in rappresentanza del cantiere Sanlorenzo, ha poi introdotto un interessante spunto di riflessione.

“In Francia – ha osservato Bertetti – si è scelto di vietare l’ancoraggio in prossimità delle praterie di Posidonia, prevedendo sanzioni molto severe, ma senza predisporre reali alternative operative come campi boe o ormeggi regolamentati. Il risultato è stato una penalizzazione del comparto turistico e del territorio, che oggi registra una contrazione delle presenze nautiche”.

In effetti, le regole per l’ancoraggio, introdotte nel 2021 e sempre più restrittive, variano a seconda della zona – è consentito su fondali a partire da 30 m o 40 m di profondità – ufficialmente applicate solo alle unità più lunghe di 24 metri, ma in alcune zone, sia in Costa Azzurra sia in Corsica, con decreti locali sono estese anche a imbarcazioni dai 20 m in su. Per chi non le rispetta si può arrivare fino a 150.000 euro di multa, oltre al sequestro della barca e al divieto di navigazione nelle acque francesi!

Bertetti ha sottolineato come la Sardegna, al contrario, stia cercando di coniugare salvaguardia ambientale e accoglienza nautica, attraverso una strategia fondata su infrastrutture leggere e pianificazione. “La Posidonia impiega cinquant’anni a rigenerarsi. È evidente che dobbiamo proteggerla. Ma dobbiamo anche garantire accessibilità e servizi, attraverso soluzioni tecnologiche e gestionali concrete. Siamo chiamati a essere pragmatici. In Sardegna si hanno già esperienze attive, come i campi boe strutturati di Cala di Volpe dal 2005, ma serve un piano più ampio per definire nuove aree attrezzate, gestite da enti come i consorzi industriali o i porti locali”.La Sardegna si trova dunque davanti a una doppia sfida: da un lato, consolidare una posizione di leadership nello yachting, quale meta regina a livello mondiale per i superyacht più grandi ed esclusivi; dall’altro, garantire uno sviluppo sostenibile, integrato e duraturo, che sappia mettere a sistema territorio, imprese, formazione e innovazione. I segnali sono positivi, ma la continuità delle politiche e il coordinamento degli attori saranno determinanti per trasformare il potenziale in valore industriale stabile. Seguiremo gli sviluppi

 

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