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Salis, “Posizione dopo incontro con ministro”


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Il futuro dell’ex Ilva di Cornigliano torna al centro del dibattito politico in consiglio comunale, a meno di un mese dall’atteso incontro del 4 settembre con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Due gli atti politici presentati in aula nella seduta odierna: un ordine del giorno di Fratelli d’Italia e una dichiarazione ex articolo 55 del Partito Democratico, entrambi con al centro l’ipotesi del forno elettrico e la ridefinizione del piano industriale.

FdI: “Massima condivisione con il territorio”

Nel testo di Fratelli d’Italia, presentatato dalla capogruppo Alessandra Bianchi, si sottolinea l’urgenza di avviare un percorso di confronto concreto con la cittadinanza e le associazioni di categoria, “in particolare con le Donne di Cornigliano”, in vista del tavolo con il ministro. L’ordine del giorno, prendendo atto dell’aumento di costi degli impianti e dell’allocazione del Dri (Direct Reduced Iron) in aree del Mezzogiorno, rilancia l’importanza della realizzazione di un forno elettrico a Genova come presidio produttivo e occupazionale.

Il timore, si legge nel documento, è che in mancanza di tale infrastruttura lo stabilimento possa chiudere nel giro di tre anni, con pesanti conseguenze sull’occupazione. Per questo si chiede formalmente a sindaco e giunta di garantire la partecipazione del territorio all’incontro con Urso e di promuovere momenti di confronto pubblico nelle prossime settimane. La maggioranza ha bocciato l’odg presentato da Fratelli d’Italia.

Pd: “Difendere l’accordo del 2005 e la salute dei cittadini”

Più incentrata sui diritti ambientali e sulla salvaguardia occupazionale la presa di posizione del Partito Democratico. “L’Accordo di Programma del 2005 – ha dichiarato la consigliera Vittoria Canessa Cerchi – ha rappresentato un momento cruciale per la città, ma oggi è in gran parte disatteso. È fondamentale che ogni decisione sullo stabilimento avvenga nel rispetto della salute, dei posti di lavoro e del quadro normativo europeo”.

Nel documento del Pd si sottolinea come Cornigliano sia un quartiere segnato da gravi criticità ambientali e sociali, e si ribadisce l’importanza di mantenere la destinazione industriale dell’area, come previsto dagli impegni presi vent’anni fa. Da qui l’invito a Comune e giunta affinché si facciano “parte attiva nel confronto con il Governo, assicurando trasparenza e chiarezza sulle scelte future”.

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Cornigliano al centro

Sul tavolo restano quindi i nodi strutturali del futuro dell’acciaieria genovese, sempre più legati agli sviluppi del piano nazionale per la siderurgia e alla transizione verso tecnologie a minore impatto ambientale. La presenza del ministro Urso a Genova il 4 settembre potrebbe segnare un passaggio decisivo. Intanto, in Consiglio comunale, le prime mosse politiche dimostrano come l’attenzione sulla partita Ex Ilva sia ancora alta e trasversale.

La sindaca Silvia Salis, intervenendo, ha confermato la volontà di attendere l’incontro con Urso, “Come sindaca farò delle domande e vorrò delle risposte per questa città, risposte tecniche, scientifiche e a livello di ricadute occupazionali, dopodiché tireremo una riga – ha detto –. Valuteremo con coscienza quella che sarà la decisione più giusta per la città, senza dire sì all’industria a ogni costo ma neppure no come partito preso. Ma non aspettatevi da me posizioni adesso a prescindere da quello che sarà il piano industriale, l’investimento, il player industriale e la ricaduta ambientale”.

Una posizione, quella di Salis, condivisa dalla maggioranza. In una nota della lista Salis Sindaca, sottoscritta da tutti i capigruppo di maggioranza si legge: “Mentre il Governo parla di ‘valorizzazione autonoma’ e apre alla possibilità di una vendita ‘a pezzi’ degli stabilimenti ex Ilva, compreso quello di Genova Cornigliano, la lista Salis Sindaca esprime forte cautela: non si può chiedere oggi alla Sindaca di Genova di esprimersi o assumere impegni su un piano ancora vago e privo di certezze fondamentali.

Il ministro Urso ha evocato la costruzione di un nuovo forno elettrico a Cornigliano, ventilando l’interesse del gruppo Marcegaglia. Ma ad oggi non si conoscono né gli investitori reali né l’ammontare e la natura degli investimenti, né tantomeno le conseguenze occupazionali o ambientali di questa operazione”.

“Ricordiamo che Cornigliano – prosegue la nota – lavora oggi semilavorati provenienti da Taranto: il legame produttivo è ancora forte. L’ipotesi di ‘separare’ Genova rischia di indebolire proprio quella filiera di cui il nostro territorio è parte essenziale. Allo stesso tempo, la realizzazione di un forno elettrico va valutata attentamente, nei suoi impatti su ambiente, salute e assetto urbanistico. Non si può ridurre tutto a una suggestione tecnologica”.

“Il 4 settembre la Sindaca Silvia Salis incontrerà il ministro Urso. In quella sede chiederà risposte precise e documentate. Non è questo il momento di aderire a scenari ancora nebulosi: è il momento di ascoltare, valutare, approfondire. Solo così si potrà difendere davvero l’interesse di Genova, delle lavoratrici, dei lavoratori e del territorio”, conclude la maggioranza.

Dalla minoranza arriva invece una critica alle parole di Salis e alla bocciatura dell’ordine del giorno da parte della maggioranza, accusata di “votare contro la partecipazione dei genovesi”.

“Silvia Salis – scrivono i capigruppo – prima sconfessa la maggioranza aprendo ad una condivisione e partecipazione della cittadinanza sul futuro dell’area dell’ex Ilva poi però, fa retromarcia per provare a ‘tapullare’ (come si dice a Genova) una situazione che ha evidentemente messo in difficoltà il sedicente campo largo. Il voto contrario, suo e della maggioranza, all’ordine del giorno presentato dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Alessandra Bianchi, con cui si chiedeva alla giunta di impegnarsi a farsi parte attiva di un percorso condiviso e partecipato dimostra, ancora una volta, quanto siano distanti le promesse elettorali di Salis & C dalla realtà dei fatti”. 

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“Oggi, il campo largo appare per quello che è: un’accozzaglia divisa su tutto, ma unita nel potere, priva di un progetto per Genova, ma interessata alle poltrone, dispensatrice di retorica e populismo ma priva di una visione del bene della città”, conclude la nota firmata da Alessandra Bianchi, capogruppo Fdi, Ilaria Cavo, capogruppo Noi Moderati Orgoglio Genova, Paola Bordilli, capogruppo Lega, Mario Mascia, capogruppo Fi, Pietro Piciocchi, capogruppo Vince Genova e Sergio Gambino, capogruppo gruppo misto.

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