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Un’occasione cruciale per cambiare rotta sarà la conferenza del
30 settembre 2025 a Bruxelles, promossa da
CERSTE ed ELARD, presso il Parlamento Europeo, che intende riportare al centro del dibattito europeo il valore delle
Aree Interne e il ruolo chiave dei GAL – Gruppi di Azione Locale.
In un’epoca in cui le nuove priorità rischiano di marginalizzare le politiche di coesione, serve una visione forte, condivisa, capace di orientare l’Europa verso un
modello più giusto, inclusivo e sostenibile.
Un’occasione che va oltre l’incontro istituzionale: è un richiamo forte alla responsabilità collettiva e politica di riportare le Aree Interne al centro dell’agenda europea.
Per troppo tempo queste terre sono state considerate come margini, da presidiare o gestire. Oggi più che mai serve un cambio di paradigma: le Aree Interne sono scrigni di risorse, saperi, biodiversità e resilienza. Sono luoghi vivi, abitati da comunità che chiedono strumenti, non elemosine; opportunità, non assistenza.
Come E.A.R.T.H. Academy, portiamo al Parlamento Europeo la voce autentica dei territori. Una voce fatta di esperienza, passione e concretezza. Da anni sosteniamo che il vero sviluppo nasce dal basso,
dall’integrazione fra agricoltura, turismo, cultura, ambiente, innovazione sociale. Crediamo nella cooperazione tra settori e comunità, nella sostenibilità come visione condivisa e nel turismo esperienziale come leva per rigenerare economie e relazioni.
Perché il territorio non è un vuoto da riempire, ma un’opera corale da valorizzare. Oggi, più che mai, è il momento delle Aree Rurali.
Le nostre proposte per un’Agenda Rurale Europea concreta, inclusiva e trasformativa
Le Aree Interne non sono un’eredità del passato da gestire, ma una risorsa strategica per il futuro dell’Europa.
Per questo, chiediamo all’Unione Europea – e agli Stati membri – di adottare una visione chiara e coraggiosa, fondata su cinque assi prioritari:
- Investimenti strutturali su filiere locali integrate
Le economie rurali possono diventare modelli di sostenibilità, innovazione e resilienza, ma hanno bisogno di un supporto stabile, non frammentario o emergenziale.
Proponiamo:
- finanziamenti a lungo termine per filiere agroalimentari di qualità, multifunzionali e a Km zero;
- sostegno all’accoglienza diffusa come leva di rigenerazione sociale;
- valorizzazione di imprese culturali, artigiane e sociali radicate nel territorio;
- incentivi per modelli imprenditoriali cooperativi, solidali e intersettoriali.
- Infrastrutture accessibili ma non invasive
La connessione è un diritto, non un lusso.
Le Aree Interne non possono restare tagliate fuori dai flussi digitali, economici e relazionali.
Proponiamo:
- infrastrutture digitali avanzate, con banda ultra-larga diffusa e garantita;
- trasporti locali efficienti e sostenibili, anche a chiamata;
- investimenti in energie rinnovabili distribuite, in sinergia con le comunità;
- attenzione alla qualità paesaggistica e ambientale, per evitare impatti distruttivi.
- Formazione per i giovani e per chi vuole tornare
L’Italia e l’Europa si svuotano non per mancanza di bellezza, ma per assenza di opportunità e competenze.
Proponiamo:
- programmi europei di formazione tecnica e imprenditoriale mirati alle aree rurali;
- percorsi per il ritorno e il reinsediamento, rivolti a giovani, famiglie e professionisti;
- incentivi per chi trasforma le passioni (arte, cucina, outdoor, artigianato, cultura) in microimprese locali;
- creazione di hub formativi rurali dove innovazione e tradizione dialogano.
- Governance territoriale partecipata
Le Aree Interne non possono più essere solo oggetto di politiche, ma devono diventarne
soggetto attivo.
Proponiamo:
- piena applicazione del principio di sussidiarietà attiva: coinvolgere le comunità locali nella progettazione e gestione dei fondi;
- rafforzamento dei GAL come Agenzie di Sviluppo Territoriale intersettoriali e autonome;
- integrazione tra politiche agricole, turistiche, ambientali, sanitarie, educative;
- semplificazione normativa e amministrativa per chi opera in contesti complessi.
- Riconoscimento giuridico delle Comunità del Territorio
Le comunità locali sono presidi di democrazia, umanità e resilienza. Non possono restare senza voce.
Proponiamo:
- riconoscere giuridicamente le Comunità del Territorio (reti locali, cooperative, associazioni, enti locali aggregati) come interlocutori nei processi decisionali;
- assegnare loro un ruolo formale nei tavoli di programmazione e monitoraggio;
- valorizzare le forme di governo comunitario (cooperative di comunità, fondazioni locali, progetti integrati) nei bandi e nelle strategie europee.
In sintesi: Non chiediamo eccezioni. Chiediamo giustizia.
Non vogliamo assistenza, ma autonomia. Non vogliamo essere accompagnati al tramonto, ma camminare insieme verso un’alba nuova.
L’Europa non può essere davvero coesa se dimentica chi abita i territori lontani dai grandi centri. I borghi, le montagne, le valli non sono periferie, ma
cuore pulsante di cultura, di saper fare, di sostenibilità concreta.
Le Aree Interne sono la risposta a molte delle sfide di oggi: la crisi climatica, l’overtourism, la frammentazione sociale.
Investire su di esse significa investire su comunità resilienti, su giovani che vogliono restare, su modelli economici più equi e su un turismo che rigenera anziché consumare.
È tempo di passare dalle dichiarazioni ai fatti. È tempo di ridare centralità ai territori, voce alle comunità e strumenti a chi ogni giorno costruisce il futuro dove altri vedono solo passato.
Le Aree Interne non sono il problema. Sono la possibilità.
È il momento giusto. È il momento strategico. È il momento delle Aree Rurali.
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