Nuovi incentivi all’acquisto di auto elettriche da settembre: benefici fino a 11mila euro per i privati e 20mila per le microimprese. Dall’Isee alla rottamazione, ecco cosa dovete sapere.
Tornano (forse, la forma dubitativa è d’obbligo visti i numerosi rinvii) gli incentivi per l’acquisto di auto elettriche. La strategia del Governo a sostegno della transizione ecologica dell’auto è ambiziosa: 597 milioni di euro per sostituire oltre 39mila veicoli inquinanti con altrettanti mezzi elettrici. “Una nuova campagna di incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici è pronta a partire a settembre”, lo ha annunciato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, rispondendo al question time del 30 luglio alla Camera dei deputati. Una svolta attesa da tempo, in un Paese, l’Italia, dove solo il 5 per cento delle nuove auto immatricolate nel primo trimestre 2025 è stato elettrico, rispetto alla media Ue del 17 per cento.
Mentre la transizione ecologica dell’auto nel nostro Paese procede con la consueta atavica lentezza, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica torna ad annunciare (a dire il vero lo aveva già fatto nel maggio scorso…) la destinazione di 597,3 milioni di euro a un nuovo programma per l’acquisto di veicoli a “zero” emissioni, utilizzando le risorse inizialmente destinate alla realizzazione di infrastrutture di ricarica pubblica (del quale ci sarebbe però un gran bisogno…).
Incentivi auto elettriche 2025: chi può beneficiarne e come
In equilibrio (per alcuni precario…) fra requisiti Isee, equità sociale e transizione verde, il nuovo sistema di incentivi prova a introdurre un principio di equità sociale rimodulato: ad accedere ai maggiori benefici previsti dall’Ecobonus 2025 saranno le famiglie con Isee fino a 30mila euro che potranno ottenere 11mila euro di sconto, mentre quelle con Isee fino a 40mila euro riceveranno fino a 9mila euro di benefici, sempre per l’acquisto di un’auto completamente elettrica: dai nuovi incentivi sono escluse tutte le altre motorizzazioni, ibridi inclusi.
Una scala progressiva che prova a garantire l’accesso alla mobilità elettrica anche ai redditi più bassi, con la rottamazione di un veicolo inquinante che dovrebbe restare (almeno così sembra) una condizione imprescindibile per accedere ai benefici. Gli incentivi statali prevedono un limite di prezzo per i veicoli acquistabili, un limite non ancora fissato ma che le indiscrezioni ipotizzano compreso fra i 35 e i 45mila euro; ulteriori dettagli saranno resi noti quando sarà varato il decreto attuativo.
4 consigli pratici su come prepararsi per accedere agli incentivi 2025
La gestione pratica degli incentivi seguirà il modello consolidato: gli incentivi statali verranno riconosciuti direttamente nelle concessionarie, che devono registrarsi alla piattaforma. I nostri consigli? I fondi sono limitati e appena la piattaforma sarà online è probabile che si ripeterà la corsa alle prenotazioni già vista in passato. Dunque, è meglio agire d’anticipo, ecco come in 4 mosse:
- Richiedere l’attestazione dell’Isee
- Verificare la disponibilità di un’auto vecchia da rottamare
- Informarsi sull’offerta di modelli elettrici di vari marchi
- Fissare una prova dal concessionario
In aggiunta, per aiutarvi nella scelta qui trovate i nostri test drive dei modelli elettrici più recenti. L’iniziativa sarà operativa fino al 30 giugno 2026, (I fondi Pnrr devono essere spesi e rendicontati entro questa data, ciò significa che la finestra temporale per usufruire del bonus resta limitata). Un ultimo consiglio extra, restare informati: sull’Ecobonus trovate tutti gli aggiornamenti qui.
Perché è importante che anche le microimprese possano accedere agli incentivi
Il programma previsto dal Governo non si limita ai privati. Nell’intervento a supporto di una maggior diffusione della mobilità elettrica rientrano anche le microimprese per l’acquisto di veicoli commerciali (categoria N1 e N2) sempre a emissioni “zero”; il contributo sarà pari al 30 per cento del valore del veicolo elettrico con un limite massimo di 20mila euro.
Una scelta che riconosce il ruolo cruciale del trasporto merci urbano nella qualità dell’aria delle nostre città. Città che, secondo il recente report Mal’Aria di città 2025 di Legambiente, non stanno benissimo: il 71 per cento dei capoluoghi italiani supera già oggi i nuovi limiti europei per il PM10, mentre quasi il 50 per cento supera quelli per l’NO₂ il biossido di azoto. Inutile ricordare che proprio sul miglioramento della qualità dell’aria, specie nelle grandi città, l’auto elettrica potrebbe dare un contributo significativo.
Incentivi e aree critiche: il possibile focus geografico dell’Ecobonus
Gli incentivi non saranno distribuiti uniformemente su tutto il territorio nazionale. Il programma prevedrebbe la sostituzione di 39mila veicoli a combustione interna nelle aree più inquinate del Paese, fra queste la Pianura padana. Ad oggi non si conoscono ancora i dettagli, ma l’Ecobonus dovrebbe privilegiare i soggetti residenti in aree urbane di media-grande dimensione e in quelle più soggette a pendolarismo. Una strategia che, se confermata, prova a concentrare le risorse dove l’emergenza smog è più acuta.
Su questo il Piano di azione nazionale per il miglioramento della qualità dell’aria approvato il 23 giugno dal Consiglio dei ministri dovrebbe da un canto fornire nuovo slancio mirato al benessere e alla salute delle persone, dall’altro servirà per adeguare l’Italia agli obblighi europei agendo su agricoltura, mobilità, edifici e sensibilizzazione: poco meno di 2 miliardi e mezzo di euro investiti per migliorare la qualità dell’aria del nostro Paese.
Perché la Pianura padana potrebbe essere privilegiata
Ma torniamo alla missione dell’Ecobonus 2025, che grazie a questa scelta geografica sembra riflettere finalmente una maggior comprensione scientifica del problema: privilegiare il passaggio alla mobilità elettrica in aree come la Pianura padana, dove si registrano sistematicamente i livelli di inquinamento atmosferico più elevati d’Europa, significa rendere più concreto e urgente anche il rinnovamento del parco auto circolante che in Italia, lo ricordiamo, con una media di oltre 13 anni è fra i più anziani d’Europa. Certo, poi bisognerebbe agire anche sull’efficientamento del trasporto pubblico locale, dei percorsi casa-scuola e casa-lavoro e sullo sviluppo della sharing mobility. Ma su questo arriveranno maggiori dettagli.
Quel ritardo che ha paralizzato il mercato si poteva evitare?
In chiusura facciamo un passo indietro. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, il 21 maggio aveva annunciato l’intenzione del Governo di “lanciare una nuova campagna di incentivi per l’acquisto di auto elettriche, destinata sia ai privati che alle imprese, con l’obiettivo di accelerare la mobilità sostenibile e accompagnare il processo di decarbonizzazione”. Incentivi per l’acquisto di auto elettriche che sarebbero dovuti diventare operativi già da giugno, e che adesso scivolano a settembre (salvo nuovi rinvii…). Perché rimarcare il ritardo? Semplice, perché questa attesa ha di fatto paralizzato il mercato dell’auto, generando incertezza per consumatori e operatori, rallentando la già difficile transizione ecologica dell’auto nel nostro Paese.
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