Aste immobiliari

l’occasione giusta per il tuo investimento.

 

Zedda: «La transizione ecologica va fatta ma carbone e gas ci servono ancora»


La partita della transizione energetica è troppo importante perché possa essere lasciata in mano alle sole forze del mercato. La politica deve intervenire per dare indirizzi che tutelino gli interessi collettivi e si può anche pensare, per affermare il principio che l’energia è un bene pubblico, a un referendum come quello che si è fatto per l’acqua. Il passaggio alle fonti rinnovabili e il superamento di quelle fossili devono essere realizzati in un quadro di compatibilità sociale e ambientale, che significa, nei territori, da un lato attenzione ai livelli occupativi e a programmi efficaci di riqualificazione professionale e dall’altro tutela del paesaggio.

Vuoi bloccare la procedura esecutiva?

richiedi il saldo e stralcio

 

È la ricetta di Massimo Zedda, sindaco di Cagliari alla guida di una maggioranza di Campo largo, per dare soluzione ai problemi originati dal passaggio dal carbone, dal petrolio e dal metano alle pale eoliche e ai pannelli fotovoltaici. Questioni complesse, che in Sardegna, ma anche in altre parti d’Italia, hanno dato vita a un dibattito che vede coinvolti amministratori pubblici, movimenti ecologisti, scienziati, tecnici e imprese.
Zedda, 49 anni, è il leader dei Progressisti, una delle diverse sigle della galassia che in Sardegna sta alla sinistra del Partito democratico.

Ha vinto le elezioni comunali del giugno dello scorso anno con una percentuale di voti del 60,2 per cento, decisamente alta. Per lui è il terzo mandato. Primo cittadino di Cagliari, infatti, il leader dei Progressisti è già stato altre due volte: dal giugno 2011 sino all’aprile 2016 e, nuovamente, dal giugno 2024 sino al 24 novembre 2018, data in cui ha rinunciato alla fascia tricolore per candidarsi, alla guida del centrosinistra, a presidente della giunta nelle elezioni regionali poi vinte dal leader della coalizione di centrodestra Christian Solinas. Il suo percorso politico ha visto un esordio nei Ds, un passaggio a Sel quando ai Ds è subentrato il Pd e infine, con la scioglimento nel 2016 di Sel e la nascita di Sinistra Italiana, l’adesione al Campo progressista di Giuliano Pisapia, sigla dalla quale sono poi nati, in Sardegna, i Progressisti.

Non le sembra quanto meno singolare che la Sardegna vada in controtendenza rispetto alle indicazioni Ue tenendosi il carbone e dando l’ok alla costruzione di due rigassificatori a metano?
Il punto è più generale. A livello nazionale, negli orientamenti dei governi, alla scelta auspicabile di dotare il paese di un politica energetica nazionale in grado di gestire la transizione verso le rinnovabili in un quadro di tutela degli interessi pubblici, si è sostituito un pericoloso via libera alle pulsioni speculative di aziende che operano secondo logiche privatistiche. Perché per tutelare un bene pubblico come l’acqua siamo andati a un referendum vincente e invece per la produzione e la distribuzione di energia, la cui gestione ha implicazioni collettive rilevantissime, non si può pensare di procedere nella stessa direzione?

Sì, va bene. Ma come la mettiamo, nell’immediato, con il carbone che continuerà a essere bruciato sino al 2028 e l’annunciata metanizzazione di un’isola sino a oggi rimasta fuori, per fortuna, dalla rete nazionale di distribuzione del gas?
Per il carbone deve essere chiaro che le esigenze si stabilità della rete di distribuzione dell’energia elettrica sottolineate da Terna non possono essere una scusa per rinviare «sine die» la chiusura delle due centrali che ancora, in Sardegna, utilizzano quel combustibile. Per il metano, che si debba andare verso l’eliminazione totale di tutte le fonti fossili è assolutamente fuori discussione. Per raggiungere questo obiettivo, però, è evidente che si dovrà passare attraverso fasi transitorie, durante le quali a una certa quota di combustibili che sprigionano Co2 sarà ancora necessario, temporaneamente, ricorrere.

Necessario perché?
Per due motivi, essenzialmente. Primo, perché per un periodo di tempo limitato, nella fase iniziale della transizione, l’apporto dei fossili sarà ancora indispensabile per garantire la stabilità della rete Terna; in sostanza per evitare i black out. E poi perché il passaggio al «tutto rinnovabili» non può non tenere conto delle conseguenze che, specie all’inizio del processo, quel passaggio può avere sui contesti occupazionali e sociali di alcuni territori. Sono questioni che non si può fare finta che non esistano.

Prestito personale

Delibera veloce

 

Quindi lei è d’accordo con l’assessore regionale all’industria Emanuele Cani (Pd) che chiede all’Enel, proprietaria della centrale a carbone di Portovesme, che quegli impianti siano convertiti a metano laddove Enel, invece, vorrebbe trasformare il sito in un centro di accumulo, attraverso batterie, di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili?
Sì, sono d’accordo con Cani. L’assessore conosce molto bene i problemi di quel territorio e sa che lì esiste un’emergenza occupazionale drammatica. La scelta, che io condivido, è quella di tenere insieme la transizione energetica, che nessuno mette in discussione, e la definizione di un progetto serio di rilancio economico di un’area produttiva, il polo dell’alluminio del Sulcis, che non può essere abbandonata a se stessa.

Ma le rinnovabili possono assorbire senza problemi la perdita di posti di lavoro causata dalla rinuncia ai fossili
Non subito, e in alcuni territori noi abbiamo emergenze che richiedono, invece, interventi urgenti, rapidi, immediati».

E condivide anche la scelta della giunta Todde di ridurre al minimo, appena all’1,9 per cento del territorio regionale, l’area di installazione delle rinnovabili?
Le rinnovabili vanno fatte. Su questo non c’è discussione. Chiunque tenti di bloccare il processo sta per me dalla parte sbagliata. Ciò che la giunta guidata da Alessandra Todde sta cercando di fare è attuare questo indispensabile e non rinviabile passaggio senza lasciarne la guida a forze speculative che vediamo tutti che esistono. La politica ha il compito di governare la transizione nell’interesse generale dei sardi, che comprende, anche, una rigorosa tutela del paesaggio.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale