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Agrifood: ecco 5 motivi per cui investire in questo settore nei prossimi anni


In un mondo alle prese con cambiamenti climatici, crisi geopolitiche e transizioni ecologiche sempre più urgenti, l’agrifood diventa un settore chiave per il futuro del pianeta. Cuore pulsante dell’economia, leva strategica per la sicurezza alimentare e motore di innovazione sostenibile, l’agroalimentare è diventato un sistema complesso che intreccia tecnologia, ambiente, cultura e territorio. In questo contesto, l’Italia si posiziona al centro di questa evoluzione dove il comparto offre oggi infatti enormi potenzialità di crescita economica, occupazionale e ambientale.

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LaGemma Venture: aperte le candidature per la Call4Future AGRIFOOD25

LaGemma Venture S.r.l. con unico socio (www.lagemmaventure.it) – società di venture capital interamente partecipata dalla Fondazione CRC, si propone come catalizzatore di idee e cambiamento nel cuore della provincia di Cuneo, con l’obiettivo di generare valore economico, sociale e ambientale, ricercando l’innovazione finalizzata a migliorare qualità, competitività e sostenibilità delle produzioni, dei processi e dei modelli agricoli e alimentari. Dopo il successo della prima edizione, a maggio ha lanciato la seconda Call4Future AGRIFOOD25 dedicata alle migliori startup italiane del settore. LaGemma Venture mette a disposizione un programma di accelerazione avanzato e un investimento complessivo di 1milione di euro destinato a soluzioni capaci di generare impatto ambientale, sociale ed economico. Il termine per partecipare scade il 21 settembre 2025. Quest’anno la call si concentra su quattro ambiti chiave: agricoltura, alimentazione, biodiversità e soluzioni biodegradabili.

Alla base di questa scelta di investimento, ci sono analisi, trend globali e locali che attestano l’importanza di sostenere il comparto agrifood e lo sviluppo di nuove imprese.

5 motivi per investire nel settore nei prossimi anni:

  1. Crescita della domanda globale – Il settore agrifood si conferma infatti tra i più dinamici a livello mondiale, spinto da una domanda in costante crescita. Il valore aggiunto dell’agricoltura nel 2024 è cresciuto del +3,5%, toccando quota 42,4 miliardi di euro . Attualmente fornisce mezzi di sussistenza a oltre 1,23 miliardi di persone in tutto il mondo, rappresentando un pilastro fondamentale della sicurezza alimentare globale. Secondo la FAO, per nutrire i 9,1 miliardi di persone previsti entro il 2050, sarà necessario produrre il 70% in più di cibo rispetto a oggi, utilizzando però risorse simili e in modo più equo. Il settore non solo risponde alla domanda interna, ma si distingue anche all’estero: le esportazioni agroalimentari italiane nel 2024 hanno superato i 69,1 miliardi con vino e ortofrutta fresca a dominare il valore . I principali mercati di sbocco sono Germania, Francia e Stati Uniti .
  2. Innovazione tecnologica e digitalizzazione – Per affrontare le nuove sfide e aumentare la produttività in maniera sostenibile, il comparto agrifood sta puntando con decisione sull’innovazione tecnologica e sulla digitalizzazione. Dall’agricoltura di precisione alle soluzioni IoT per il monitoraggio dei terreni, fino all’uso dell’intelligenza artificiale per ottimizzare le risorse, le nuove tecnologie stanno trasformando radicalmente la filiera agroalimentare. L’evoluzione digitale rappresenta anche un’opportunità per migliorare la tracciabilità, garantire la qualità dei prodotti e ridurre sprechi lungo tutta la catena del valore.
  3. Transizione ecologica e sostenibilità – Accanto all’innovazione, si impone con urgenza il tema della sostenibilità ambientale. La pressione sugli ecosistemi è crescente, e i dati sono allarmanti: secondo il rapporto FAO (2019) The State of the World’s Biodiversity for Food and Agriculture, il 75% della diversità genetica delle colture è andato perso in un secolo, rendendo le produzioni agricole più vulnerabili ai cambiamenti climatici e alle malattie. Anche l’impatto ambientale del packaging rappresenta una criticità da affrontare: solo il 41% degli imballaggi plastici viene riciclato nell’UE (Eurostat, 2022), e il restante contribuisce all’inquinamento di suoli e mari, danneggiando la biodiversità. È qui che entrano in gioco i materiali biodegradabili, considerati essenziali per la transizione ecologica: la normativa europea, infatti, impone che entro il 2030 tutti gli imballaggi sul mercato siano completamente riciclabili .
  4. Filiere corte e valorizzazione del territorio – Il rafforzamento delle filiere corte, la valorizzazione dei prodotti locali e lo sviluppo di startup agrifood rappresentano nuove traiettorie di crescita per il settore. La riscoperta del legame tra produzione, territorio e sostenibilità incontra sempre più l’interesse dei consumatori e degli investitori. Le startup, in particolare, svolgono un ruolo centrale nell’accelerazione della transizione verde: innovano nei metodi di coltivazione, introducono soluzioni circolari per il packaging, e creano nuove forme di distribuzione diretta.
  5. Prospettive occupazionali – Il comparto agrifood non solo crea valore economico e promuove la sostenibilità, ma offre anche importanti prospettive occupazionali. In un contesto globale dove il cibo diventa sempre più strategico, il settore si posiziona come motore di sviluppo e occupazione che dovrebbe generare un valore aggiunto previsto di 28,97 miliardi di dollari nel 2025 , confermando la sua centralità nel panorama europeo e offrendo nuove opportunità per giovani agronomi, tecnologi alimentari, ingegneri agrari, esperti di sostenibilità e professionisti del digitale. La crescita del settore, unita al ricambio generazionale e all’apertura verso modelli innovativi, rende così l’agrifood una delle industrie più promettenti anche dal punto di vista occupazionale.



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