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Gianfranco Rienzi (Firenze): rottamazione quinquies opportunità per imprese e professionisti


La proposta di definizione agevolata dei debiti fiscali, attualmente all’esame del Senato, prende il nome di “rottamazione quinquies” e si inserisce nel solco delle misure già adottate negli ultimi anni per facilitare il rientro dei contribuenti nei confronti dell’erario. Presentata ufficialmente il 27 novembre 2024 e sostenuta da un disegno di legge a iniziativa parlamentare, la misura punta a introdurre nuove condizioni di favore per regolarizzare le posizioni debitorie, con un’attenzione particolare ai soggetti in comprovata difficoltà economica.

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Nel merito, la rottamazione quinquies introduce un impianto di definizione agevolata dei debiti che rompe con i modelli passati. Per Gianfranco Rienzi, commercialista e revisore dei conti a Firenze, “l’aspetto più rivoluzionario è sicuramente la possibilità di rateizzare il dovuto fino a 120 mensilità, ossia su dieci anni. Un tempo estremamente lungo, che evita la pressione finanziaria di maxi-rate iniziali e consente un approccio più morbido al rientro fiscale.”

A questo si aggiunge una soglia di tolleranza più alta nei casi di ritardo: la decadenza dal beneficio scatterebbe solo dopo otto rate non pagate, anche non consecutive, e non più dopo una o due, come accadeva nelle versioni precedenti. Anche l’arco temporale oggetto della sanatoria si amplia considerevolmente, includendo i carichi affidati alla riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023. Ne restano esclusi, come in passato, i debiti derivanti da aiuti di Stato illegittimi, le sanzioni penali e le decisioni della Corte dei Conti relative a danni erariali.

Un aspetto centrale, e al contempo delicato, riguarda l’accessibilità. Il Governo ha espresso con fermezza l’intenzione di non aprire indistintamente la rottamazione a tutti i contribuenti, ma di riservarla a coloro che siano in condizioni economiche oggettivamente critiche. “Una selettività – commenta Gianfranco Rienzi – che risponde alla necessità di garantire coperture finanziarie alla misura, ma che solleva anche interrogativi di ordine tecnico e giuridico: su quali basi verrà misurato il reale stato di difficoltà economica?”.

L’attestazione ISEE sembra il criterio più accreditato, ma non è stato ancora formalizzato un meccanismo che definisca soglie o fasce di ammissione. Inoltre, è stato anticipato che le dilazioni decennali non saranno concesse per debiti di entità molto modesta, come quelli inferiori ai 1.000 euro, per i quali si ipotizza un piano di pagamento più breve o un importo minimo mensile da rispettare.

Per il mondo delle imprese e delle partite IVA, la rottamazione quinquies può rappresentare un’occasione strategica per recuperare equilibrio finanziario, riacquisire affidabilità bancaria e liberare risorse precedentemente destinate a contenziosi infiniti”, continua Rienzi.

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Si pensi, ad esempio, a quelle microimprese artigiane o commerciali che, complice la pandemia, si sono ritrovate con debiti stratificati e difficilmente gestibili, anche a causa dei rigidi criteri delle precedenti definizioni agevolate. Oppure ai professionisti che hanno subito cali di reddito negli ultimi anni e che oggi si trovano in difficoltà nel rientrare nei parametri previsti per la rateazione ordinaria. Per tutti loro, l’allungamento del periodo di pagamento fino a dieci anni e l’abbattimento degli interessi e delle sanzioni non rappresentano soltanto un alleggerimento fiscale, ma anche un’opportunità per ricostruire un rapporto non conflittuale con il Fisco. Va ricordato che, secondo le stime, l’effetto domino di una regolarizzazione fiscale su una platea così ampia avrebbe ricadute positive non solo sul recupero erariale, ma anche sul credito d’imposta, sulla possibilità di partecipare a gare pubbliche, e sull’accesso ai finanziamenti garantiti.

Restano però i nodi giuridici e politici. La reiterazione ciclica delle sanatorie rischia di alimentare l’idea che il pagamento tempestivo sia opzionale, incentivando condotte opportunistiche. Se la pace fiscale diventa una costante, si attenua il principio di certezza del diritto e si demotiva chi, nonostante le difficoltà, ha scelto di adempiere nei tempi previsti. Inoltre, c’è chi sottolinea che una misura così ampia, se priva di una solida base finanziaria, potrebbe compromettere la credibilità stessa della politica fiscale dello Stato.

Anche per questo motivo la rottamazione quinquies è presentata come uno strumento autonomo, con coperture dedicate, distinto dagli emendamenti frettolosi dei decreti omnibus, come avvenuto con il Milleproroghe, dove un’analoga proposta era stata respinta.

Dal punto di vista operativo, sarà determinante la chiarezza delle istruzioni applicative. Gli sportelli dell’Agenzia delle Entrate Riscossione si preparano a una nuova ondata di richieste di accesso e verifiche, in un contesto in cui la digitalizzazione ha migliorato la fruibilità ma non ha risolto del tutto il problema dell’assistenza qualificata. Già nei prossimi mesi sarà fondamentale che venga predisposta un’interfaccia chiara per la presentazione delle istanze, accompagnata da un piano comunicativo trasparente e da un servizio di consulenza tecnica per supportare contribuenti e intermediari.

Conclude Gianfranco Rienzi: “la rottamazione quinquies non è solo l’ennesimo capitolo della lunga storia italiana delle sanatorie fiscali. È un esperimento politico e tecnico di definizione più umana del rapporto con il contribuente. Potrà rappresentare un’opportunità concreta per famiglie, partite IVA e imprese, a patto che venga gestita con coerenza normativa, attenzione alla platea più fragile e, soprattutto, con un occhio di riguardo alla coesione sociale e alla responsabilità collettiva nel contribuire al bilancio pubblico.

La sua approvazione definitiva, attesa all’interno della Legge di Bilancio 2026, e la sua eventuale entrata in vigore già nel 2025, segneranno un banco di prova decisivo per il futuro del sistema fiscale italiano.

 

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